• Accueil
  • > Archives pour le Samedi 22 janvier 2022

22 gennaio 1888: la beatificazione di Luigi Maria di Montfort

Posté par atempodiblog le 22 janvier 2022

22 gennaio 1888: la beatificazione di Luigi Maria di Montfort
di Alfio Mandelli – Monfortani

22 gennaio 1888: la beatificazione di Luigi Maria di Montfort dans Fede, morale e teologia san-luigi-grignion-de-montfort

«In virtù di questo decreto, Noi permettiamo di onorare ormai il venerabile Servo di Dio, Luigi Maria Grignion de Montfort, con il titolo di Beato, di esporre le sue reliquie alla venerazione dei fedeli […] e di ornare le sue immagini con i raggi della gloria».

Con queste parole, il 22 gennaio 1888, nella Loggia, al di sopra del portico della basilica di San Pietro, Leone XIII, il Papa del Rosario, beatificò Luigi Maria di Montfort.

Divisore dans San Francesco di Sales

“La cerimonia era annunciata per le ore 10.00, ma già dalle 9.00 i partecipanti entrarono nella Loggia e presto 3.000 persone si accalcarono nell’aula.

La Loggia era splendida. Drappi rossi e bianchi cadevano lungo le colonne e sotto le arcate; migliaia di luci correvano lungo i muri e sotto il soffitto dorato; luci e drappi producevano un effetto superbo.

Appesi ai muri si vedevano quattro grandi dipinti dove erano rappresentati i miracoli presi in esame dalla Congregazione dei Riti per la Beatificazione di Montfort. Su ogni dipinto, si leggeva un’iscrizione latina che ricordava il miracolo. Un altro grande dipinto, collocato dietro l’altare e dominante l’intera sala, rappresentava la gloria celeste dell’eroe cristiano”.

Divisore dans San Francesco di Sales

La storia della Causa di Beatificazione del nostro santo Fondatore, durata dal 1825 al 1888, ha visto succedersi cinque Papi (Leone XII, Pio VIII, Gregorio XVI, il Beato Pio IX, Leone XIII) e cinque Superiori Generali (Gabriel Deshayes, Louis-Joseph Dalin, François Denis, Basile-Marie Guyot, Amand-René Maurille).

Essa testimonia il radicamento vandeano del Padre di Montfort, un radicamento nella Chiesa locale della diocesi di Luçon. La «Causa» non si sarebbe mai conclusa senza la tenace passione dei Vescovi di Luçon: Monsignor Soyer e Monsignor Catteau. Nello stesso tempo essa sottolinea l’attaccamento «monfortano» alla Sede di Pietro, dimensione universale della Chiesa, significato dai numerosi viaggi a Roma: il Padre Gabriel Deshayes nel 1825, i Padri Marchand e Hilléreau (che in seguito diventerà Vescovo in terra turca: Smirne e Costantinopoli) nel 1830, il Padre Louis-Joseph Dalin nel 1843 e 1853.

La Beatificazione del Padre di Montfort non ha solo impresso sulla sua vita e sulle sue opere il sigillo dell’autenticità ecclesiale, ma è stata l’occasione per una rinnovata presa di coscienza della ricchezza e della profondità della sua spiritualità, un tesoro da condividere con la Chiesa intera.

La storia della Beatificazione del Padre di Montfort praticamente diviene un tutt’uno con la storia della nostra Congregazione. Parallelamente alla «Causa» del Padre di Montfort, veniva richiesta alla Santa Sede l’approvazione delle Congregazioni monfortane. Dopo il lungo periodo degli inizi, segnato da incertezza e tentativi, la Famiglia monfortana assume qui la sua attuale configurazione: una famiglia religiosa. Ma questa «struttura giuridica», lungi dal vincolare, ha dato alla nostra Congregazione il primo soffio missionario oltre i limiti delle terre di Francia. Infatti, i primi Confratelli furono inviati in Haïti nel 1871. Qualche anno più tardi, le legislazioni «anticlericali» costringeranno all’esilio, a un esodo fecondo verso i Paesi Bassi nel 1881 e il Canada nel 1883.

Publié dans Fede, morale e teologia, San Luigi Maria Grignion de Montfort, Stile di vita | Pas de Commentaire »

Sant’Ireneo proclamato dal Papa Dottore della Chiesa

Posté par atempodiblog le 22 janvier 2022

Sant’Ireneo proclamato dal Papa Dottore della Chiesa
La decisione contenuta nel Decreto odierno a firma di Francesco. L’apostolo dei popoli celtici e germanici e difensore della Dottrina riceve il titolo di “Doctor unitatis”. Nel suo nome e nella sua vita impresso l’anelito alla pace e al dialogo
di Vatican News

Sant'Ireneo proclamato dal Papa Dottore della Chiesa dans Articoli di Giornali e News Sant-Ireneo-da-Lione

“La dottrina di così grande Maestro possa incoraggiare sempre più il cammino di tutti i discepoli del Signore verso la piena comunione”. Questo l’auspicio con il quale il Papa sigla il Decreto datato 21 gennaio che dichiara Sant’Ireneo di Lione Dottore della Chiesa, con il titolo di Doctor unitatis.

Ponte spirituale e ispiratore di pace
Nelle motivazioni che precedono la proclamazione Francesco rimarca due aspetti della vita e dell’opera del santo che, “venuto dall’Oriente” ha “esercitato il suo ministero episcopale in Occidente”:

Egli è stato un ponte spirituale e teologico tra cristiani orientali e occidentali. Il suo nome, Ireneo, esprime quella pace che viene dal Signore e che riconcilia, reintegrando nell’unità.

Ricordiamo che, appena ieri, era stato compiuto l’ultimo passo verso questo pieno riconoscimento al vescovo di Lione del II secolo, con l’ accoglienza da parte del Papa del parere affermativo della Congregazione delle Cause dei Santi. Francesco ne aveva inoltre già parlato il 7 ottobre dell’anno scorso incontrando il Gruppo Misto di Lavoro ortodosso-cattolico Sant’Ireneo, e rimarcando, come fatto anche oggi, il ruolo di “grande ponte spirituale e teologico tra cristiani orientali e occidentali” e la missione di pace impressa già nella radice greca del suo nome - Ειρηναίος (Eirenaios) che significa “pacificatore”. La pace del Signore, aveva detto il Papa in quell’occasione, “non è una pace ‘negoziabile’, frutto di accordi per tutelare interessi, ma una pace che riconcilia, che reintegra nell’unità. Questa è la pace di Gesù”.

Publié dans Articoli di Giornali e News, Fede, morale e teologia, Papa Francesco I, Riflessioni | Pas de Commentaire »

“Ha coperto quattro pedofili”. L’ultimo vile attacco a Ratzinger

Posté par atempodiblog le 22 janvier 2022

“Ha coperto quattro pedofili”. L’ultimo vile attacco a Ratzinger
Nuovo rapporto sugli abusi del clero nella Chiesa di Monaco. Secondo i legali incaricati dalla diocesi l’allora arcivescovo avrebbe sottovalutato quattro casi. Le prove? Boh.
Il paradosso è che oggi a essere messo sul banco degli imputati è proprio Ratzinger, il Papa che per primo è intervenuto sul problema, e non solo con lettere e discorsi pubblici (che pure non sono mancati nel corso del pontificato). Benedetto XVI ha inasprito tutte le norme canoniche in tema di pedofilia, raddoppiando la prescrizione (da dieci anni a venti) e consentendo così di punire casi vecchi di decenni, anche quando per le leggi civili non erano più giudicabili. E’ il Papa che ha ridotto allo stato laicale i colpevoli in presenza di prove evidenti
di Matteo Matzuzzi – Il Foglio
Tratto da: Radio Maria

“Ha coperto quattro pedofili”. L’ultimo vile attacco a Ratzinger dans Articoli di Giornali e News Papa-emerito-Benedetto-XVI

Annunciato come la grandine in pieno agosto, è stato presentato il rapporto indipendente sugli abusi del clero nella Chiesa di Monaco di Baviera. A stilare il documento, lo studio legale Westpfahl Spilker Wastl, incaricato dalla diocesi stessa. I dati: in un periodo lunghissimo, dal 1945 al 2019, sarebbero stati accertati 497 abusi. Il metodo seguito è sempre lo stesso: colloqui e interviste. 235 gli abusatori, tra preti, diaconi e responsabili pastorali a vario titolo legati a parrocchie, oratori e strutture affini. Delle due ore di conferenza stampa, i media globali si sono naturalmente soffermati sulle responsabilità dell’allora arcivescovo Joseph Ratzinger (in diocesi dal 1977 al 1982): secondo i legali, il Papa oggi emerito avrebbe sottovalutato “quattro casi”, lasciando i responsabili degli abusi al loro posto.

Ratzinger si è difeso  con un’articolata memoria di 87 pagine in cui respinge ogni addebito, ma sembra – il dubbio è lecito visto che del rapporto si conoscono solo estratti sapientemente scelti – che nulla di quanto scritto da Benedetto XVI sia stato tenuto in considerazione. “Lui sostiene che non era a conoscenza di certi fatti, noi crediamo che non sia così”, hanno sentenziato gli estensori del dossier, chiudendo la discussione. Dall’eremo nei Giardini vaticani, dove il quasi 95enne Pontefice emerito si è ritirato dal 2013, si fa sapere che il rapporto non è stato ancora letto (consta di oltre mille pagine, dopotutto) e che  quel che si può fare, per il momento, è ribadire la vicinanza alla vittime, come più volte Benedetto XVI ha fatto quando governava la Chiesa.

All’evento non era presente l’attuale arcivescovo, il cardinale Reinhard Marx – che ha espresso “vergogna” –, reo secondo l’accusa d’aver coperto due pedofili. Marx, però, fa meno notizia del vecchio Pontefice, anche se lo scorso giugno Francesco aveva respinto le sue dimissioni dalla guida diocesana presentate proprio per le defaillance mostrate nel contrastare la piaga della pedofilia. Marx, pochi mesi fa, aveva parlato di “catastrofe” e di “scacco sistemico” di una Chiesa giunta “a un punto morto”. L’arcidiocesi bavarese commenterà il rapporto solo tra sette giorni, dopo averlo studiato con la dovuta attenzione.

Il paradosso è che oggi a essere messo sul banco degli  imputati è proprio Ratzinger, il Papa che per primo è intervenuto sul problema, e non solo con lettere e discorsi pubblici (che pure non sono mancati nel corso del pontificato). Benedetto XVI ha inasprito tutte le norme canoniche in tema di pedofilia, raddoppiando la prescrizione (da dieci anni a venti) e consentendo così di punire casi vecchi di decenni, anche quando per le leggi civili non erano  più giudicabili. E’ il Papa che ha ridotto allo stato laicale i colpevoli in presenza di prove evidenti. Senza dimenticare che uno dei suoi primi atti appena eletto fu di punire Marcial Maciel Degollado, fondatore dei Legionari di Cristo, finito da tempo nel mirino della congregazione per la Dottrina della fede da lui guidata ma fin lì immune da provvedimenti vaticani. Atti concreti e probabilmente più efficaci degli show a favore di telecamere con vescovi e laici in cui si chiede coralmente “perdono” tra volute d’incenso e silenzi contriti.

Publié dans Articoli di Giornali e News, Fede, morale e teologia, Matteo Matzuzzi, Riflessioni | Pas de Commentaire »