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Il Catechismo è via all’incontro con Gesù

Posté par atempodiblog le 29 novembre 2021

Il Catechismo è via all’incontro con Gesù
Riprendere il Catechismo e insegnarlo è urgente, perché molto spesso oggi la fede è ridotta a puro sentimento personale. Affermare “Io credo” significa aprire il proprio cuore sotto l’influsso della grazia al contenuto oggettivo che Dio rivela e al quale concediamo il nostro assenso. All’insegnamento viene opposta oggi l’esperienza, ma non si può fare esperienza di Dio se non attraverso l’insegnamento.
del Cardinale Robert Sarah
prefetto della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti

Fonte: La nuova Bussola Quotidiana

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In tanti miei interventi e nei miei libri ho continuamente detto che l’attuale crisi che investe la Chiesa e il mondo è radicalmente una crisi spirituale, ovvero una crisi della fede. Il mondo moderno ha rinnegato Cristo. Nella Chiesa viviamo il mistero del tradimento, il mistero di Giuda. Soprattutto noi cattolici abbiamo allontanato Dio dalla nostra vita. Abbiamo abbandonato la preghiera, la dottrina cattolica viene messa in dubbio. Il relativismo che impera nel mondo è entrato prepotentemente nella Chiesa.

La celebrazione domenicale del giorno dell’Eucarestia del Signore, un precetto morale che obbliga di rendere a Dio un culto esteriore, visibile, pubblico e regolare nel ricordo della Sua benevolenza universale verso gli uomini (Ccc 2176-2177) è molto trascurato o celebrato in modo teatrale e superficiale

La risposta a questa situazione non sta in un nostro progetto o in un nostro sforzo per purificare la Chiesa. La Chiesa si riforma incominciando a cambiare noi stessi. Gesù ha sete di unità. È nell’unione con Gesù Cristo che rinasce la fede e si fonda l’unità della Chiesa. E l’unità della Chiesa ha la propria sorgente nel cuore di Gesù Cristo. Dobbiamo restargli vicino, dobbiamo rimanere in Lui.

Come ho già avuto modo di scrivere in “Si fa sera e il giorno ormai volge al declino”, l’unità della Chiesa si fonda su quattro pilastri: la preghiera, la dottrina cattolica, l’amore verso Pietro e la carità reciproca. Senza la preghiera, senza l’unità con Dio, ogni tentativo di consolidamento della Chiesa e della fede risulterà vano. Ma siccome la Nuova Bussola Quotidiana lancia questa iniziativa di lezioni di catechismo, mi vorrei soffermare sul significato della dottrina cattolica.

La fonte della nostra unità ci precede e ci viene offerta: è la Rivelazione che abbiamo ricevuto che recita così: “I fratelli erano assidui nell’ascoltare l’insegnamento degli Apostoli e nell’unione fraterna, nella frazione del pane e nelle preghiere”(Att.2,42). A questa dobbiamo essere fedeli e il popolo cristiano ha diritto a un insegnamento chiaro, fermo e sicuro. L’unità della fede implica l’unità del Magistero nel tempo e nello spazio. Quando ci viene trasmesso un insegnamento nuovo esso deve sempre venire coerentemente interpretato con quello che l’ha preceduto. La fede è sì un atto intimo, personale e interiore ma è al contempo un’adesione a un contenuto oggettivo che non abbiamo scelto noi. Con la fede noi compiamo un atto mediante il quale decidiamo di affidarci totalmente a Dio in piena libertà. Affermare “Io credo” significa aprire il proprio cuore sotto l’influsso della grazia al contenuto oggettivo che Dio rivela e al quale concediamo il nostro assenso. Allora la fede diventa pubblica testimonianza, perché il nostro atto di fede non può mai rimanere puramente privato. La fede può essere professata solo nella Chiesa, con la Chiesa, la quale ci trasmette la conoscenza integrale del Mistero, i contenuti da conoscere e da credere.

Purtroppo il relativismo dominante nel mondo è talmente penetrato nella Chiesa al punto che molto spesso la fede è ridotta a puro sentimento personale; ma così la si rende incomunicabile, la si separa dalla Chiesa e la si svuota di ogni contenuto. Per questo oggi riprendere il Catechismo, conoscerlo, insegnarlo, è urgente. L’insegnamento del catechismo non si riduce a una conoscenza intellettuale dei suoi contenuti. Favorisce un vero incontro ed una Santa intimità con Gesù che ci ha rivelato queste verità. Fintantoché non abbiamo incontrato fisicamente Gesù non siamo veramente cristiani. All’insegnamento viene opposta oggi l’esperienza, ma non si può fare esperienza di Dio se non attraverso l’insegnamento. Dice San Paolo ai Romani (10,14): «Come potranno credere senza averne sentito parlare?». Il venir meno della catechesi porta i cristiani ad alimentare una certa confusione attorno alla fede. Alcuni scelgono di credere a un articolo del Credo rifiutandone un altro. Si arriva persino a realizzare dei sondaggi circa l’adesione dei cattolici alla fede cristiana. La fede non è una bancarella del mercato dove si può scegliere la frutta e i legumi più convenienti. Ricevendo la fede riceviamo interamente Dio la Sua Parola, la Sua Dottrina, il Suo insegnamento.

Siamo chiamati ad amare il nostro catechismo. Se lo riceviamo non solo con le labbra ma anche con il cuore, allora attraverso le formule della fede potremo realmente entrare in comunione con Dio.

È ora di strappare i cristiani al dilagante relativismo che anestetizza i cuori e addormenta l’amore. Diceva Henri de Lubac: «Se oggi l’eretico non ci incute lo stesso timore che incuteva ai nostri antenati, è davvero perché abbiamo nel cuore più carità? O piuttosto ciò avviene perché molto spesso l’oggetto della disputa, e cioè l’esistenza stessa della nostra fede, non ci interessa più anche se non osiamo dircelo? (…) Allora, di conseguenza, l’eresia non ci turba più, o almeno non ci sconvolge più nella misura in cui ci sconvolgerebbe chi tentasse di strapparci via l’anima. (…) Ahimé! Non sempre è cresciuta la carità, o è diventata più illuminata: spesso è la fede che è diminuita, ed è diminuito il gusto per le cose eterne».

È ora che la fede diventi per i cristiani il tesoro più intimo e più prezioso. Pensiamo a tutti i martiri morti per la purezza della loro fede all’epoca della crisi ariana: per confessare che il Figlio non è solo simile al Padre, ma consostanziale con Lui, quanti vescovi, sacerdoti, monaci o semplici credenti hanno sofferto la tortura e la morte. È in gioco il nostro rapporto con Dio e non solo delle dispute teologiche. Sulla nostra apatia di fronte alle deviazioni dottrinali si misura la tiepidezza che si è insinuata tra noi.

Dobbiamo bruciare d’amore per la nostra fede, non la dobbiamo infangare e annacquare in compromessi mondani. Non dobbiamo mistificarla e corromperla, ne va della salvezza delle anime, le nostre e quelle dei nostri fratelli.

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Il senso del Santo Natale

Posté par atempodiblog le 28 novembre 2021

Con Maria Immacolata verso il Santo Natale... dans Avvento Con-Maria-Immacolata-verso-il-Santo-Natale

“Il Cristianesimo non è la religione dell’amore del prossimo, o dell’interiorità, o della personalità o di quant’altro di questo genere si possa ancora dire. Naturalmente, in tutto ciò v’è qualcosa di esatto, ma come un secondo aspetto, che acquisisce il suo senso solo quando è chiaro ciò che è primo e autentico. […] Dio s’è fatto uomo, Figlio di una madre umana, uno di noi [...]. Di questo evento parla il Natale. Questo è il suo contenuto, questo soltanto. Tutto il resto – la gioia per i doni, l’affetto della famiglia, il rinvigorirsi della luce, la guarigione dall’angustia della vita – riceve di là il suo senso”.

di Romano Guardini

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Torna a San Pietro la Madonna di Rue du Bac

Posté par atempodiblog le 27 novembre 2021

Torna a San Pietro la Madonna di Rue du Bac
Dopo un anno di pellegrinaggio, la Vergine della Medaglia Miracolosa è stata accolta in Vaticano da Papa Francesco.
di Isabelle H. de Carvalho Isabelle H. de Carvalho  i.Media per Aleteia

Torna a San Pietro la Madonna di Rue du Bac dans Apparizioni mariane e santuari Madonna-della-medaglia-miracolosa-in-Vaticano

Erano quasi mille, i fedeli ricevuti poco prima dell’udienza generale del 24 novembre 2021 da papa Francesco nella basilica di San Pietro. Mille membri della “famiglia vincenziana” venuti in Vaticano da tutta Italia per concludere una peregrinazione durata un anno attraverso numerose comunità vincenziane del Paese per celebrare il 190º anniversario delle apparizioni della Santa Vergine a Caterina Labouré.

«In questi mesi di pandemia la vostra missione ha portato speranza, permettendo a numerose persone di fare esperienza della misericordia di Dio», ha dichiarato il Pontefice, che li ha ringraziati per la loro testimonianza, pregna a suo dire dello «stile della “Chiesa in uscita”», ossia di una Chiesa «che va verso tutti a cominciare dagli esclusi e dagli emarginati».

Papa-Francesco-e-la-Madonna-della-Medaglia-miracolosa dans Articoli di Giornali e News

Il grande pellegrinaggio era stato lanciato l’11 novembre 2020 nel corso di una cerimonia durante la quale papa Francesco aveva benedetto la statua e aveva posto una corona del rosario al collo del simulacro.

Siamo molto felici di essere stati ricevuti dal Papa una volta di più […] – ha dichiarato ad i.Media padre Valerio Di Trapani, superiore del Collegio Apostolico Leoniano e organizzatore del pellegrinaggio –, e che egli abbia risposto al desiderio di tutta la Famiglia vincenziana, di essere “Chiesa in uscita”, una Chiesa che va in mezzo alla gente in questo tempo di Covid-19.

Quando la Vergine Maria è apparsa a Caterina Labouré, nel 1830, le avrebbe detto:

Venga ai piedi di questo altare, qui: le grazie si spargeranno su tutte le persone che le chiederanno con fiducia e fervore.

I vincenziani hanno dunque desiderato anche’essi di portare le loro difficoltà ai piedi della Vergine, ha spiegato padre Erminio Antonello, Provinciale d’Italia dei missionari vincenziani. Solo che stavolta è in qualche modo la Vergine ad essere venuta tra loro, un segno forte in questo periodo «in cui tutti ci chiudiamo» su noi stessi a causa della pandemia. Così il religioso:

Abbiamo voluto mostrare che era possibile tornare nelle nostre comunità con una certa libertà perché la Vergine Maria ci proteggeva.

Alcuni dei pellegrini presenti all’udienza hanno raccontato l’arrivo della statua nelle loro comunità. Ivan, seminarista in un seminario diocesano gestito dai vincenziani nella città di Piacenza, a sud di Milano, ha spiegato che la statua era rimasta nel loro collegio per tre giorni all’inizio di ottobre 2021:

Fa una certa impressione pensare che quella effigie era lì, nel nostro seminario, e che adesso è qui nella basilica di San Pietro.

Madonna-della-medaglia-miracolosa dans Coronavirus

Padre Di Trapani ha sottolineato che la fine del pellegrinaggio era anche un punto di partenza per una nuova iniziativa dei vincenziani. Adesso cominceranno una missione di evengelizzazione e di animazione parrocchiale chiamata “Tre giorni con Maria”, durante la quale si concentreranno su tre aspetti della vita cristiana – essere chiamati, abitati e inviati.

La famiglia vincenziana raccoglie tutte le comunità e realtà cristiane legate a san Vincenzo de Paoli, e raccoglie circa 2 milioni di membri nel mondo.

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Il particolare ruolo che Dio ha assegnato a Maria Vergine negli ultimi tempi

Posté par atempodiblog le 25 novembre 2021

Escatologia e apparizioni mariane
Il particolare ruolo che Dio ha assegnato a Maria Vergine negli ultimi tempi
Tratto da: Il tempo dei segreti. A Medjugorje la Madonna ha deciso di cambiare il mondo. Di Padre Livio Fanzaga con Diego Manetti. Ed. PIEMME

Il particolare ruolo che Dio ha assegnato a Maria Vergine negli ultimi tempi dans Anticristo UKEM8201

[…] veniamo ora al rapporto tra storia della salvezza e apparizioni mariane, in particolare quelle moderne, per introdurre le quali prendo lo spunto da quanto scrive il Montfort nel suo già citato Trattato:

«Maria ha prodotto, con lo Spirito Santo, la cosa più grande che vi sia stata e vi sarà mai, che è un Dio-Uomo, e produrrà di conseguenza le cose più grandi che vi saranno negli ultimi tempi. La formazione e l’educazione dei grandi santi che vi saranno verso la fine del mondo è riservata a Lei» (n.35);

«Maria deve essere terribile al diavolo e ai suoi seguaci come un esercito schierato in battaglia, specialmente in questi ultimi tempi, poiché il
diavolo, ben sapendo che gli rimane poco tempo, e molto meno che mai, per perdere le anime, raddoppia ogni giorno i suoi sforzi e i suoi combattimenti; susciterà presto crudeli persecuzioni e tenderà terribili insidie ai servi fedeli e ai veri figli di Maria, che egli vince più difficilmente degli altri (n.50);

«Ma il potere di Maria su tutti i diavoli risplenderà particolarmente negli ultimi tempi, quando satana tenderà insidie al suo calcagno, cioè ai suoi umili schiavi e ai suoi figli poveri che Ella susciterà per fargli guerra» (n.54).

Da queste citazioni si evince chiaramente il particolare ruolo che, secondo il Montfort, Dio ha assegnato a Maria Vergine negli ultimi tempi. Se consideriamo poi che il Trattato, pur scritto nel 1712, è stato pubblicato solo nel 1842, comprendiamo lo stretto rapporto con apparizioni di poco precedenti: nel 1830, infatti a Rue du Bac, Parigi, la Madonna appare a Caterina Labouré (1806-1876) nella visione della «medaglia miracolosa», la principale delle quattro apparizioni avute dalla religiosa. Che così descrive proprio quella del 27 novembre:

«Stava in piedi… i piedi poggiavano sopra un globo, o meglio, sopra un mezzo globo, o almeno io non ne vidi che una metà (in seguito Caterina dirà dl aver visto anche un serpente di colore verdastro e chiazzato di giallo, sotto i piedi della Vergine, N.d.R.). In quel momento… ecco formarsi intorno alla Santissima Vergine un quadro piuttosto ovale, sul quale si leggevano queste parole scritte a lettere d’oro: O Maria, concepita senza peccato, pregate per noi che ricorriamo a Voi».

Questi simboli della medaglia hanno un significato ben preciso: la lettera M è l’’iniziale del nome Maria, la lettera I è l’iniziale del nome Iesus (Gesù). ti cuore circondato da spine è di Gesù; l’altro, trapassato da una spada, è di Maria.

La Madonna sì presenta dunque come l’Immacolata  di fatto anticipando il relativo dogma proclamato da Pio IX nel 1854 e “confermato” nel 1858 dalle apparizioni dell’Immacolata Concezione a Lourdes  che esorta gli uomini alla conversione, mettendoli in guardia dalle perverse trame sataniche. Una missione che viene ribadita fino alle odierne apparizioni di Medjugorje dove la Vergine si presenta come Regina della Pace ma altresì promette il trionfo del Suo Cuore Immacolato:

«Cari figli , adesso come mai prima, satana desidera sedurre più gente possibile sul cammino della morte e del peccato. Perciò, cari figli, aiutate il mio Cuore Immacolato affinché trionfi in un mondo di peccato» (25 settembre 1991).

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Nella festa di Cristo Re/ Un Re dal cuore di carne

Posté par atempodiblog le 20 novembre 2021

Nella festa di Cristo Re/ Un Re dal cuore di carne
di San Josemaría Escrivá de Balaguer
Tratto da: OPUS DEI

Nella festa di Cristo Re/ Un Re dal cuore di carne dans Fede, morale e teologia Cristo-Re-dell-Universo

“Voi tutti, nel considerare la santa Umanità di Nostro Signore, sentite nelle vostre anime una gioia immensa: un Re dal cuore di carne, come il nostro, che pur essendo l’autore dell’universo e di ogni singola creatura, non impone il suo dominio con prepotenza, ma viene come un poverello a chiedere un po’ d’amore, mostrandoci, in silenzio, le sue mani piagate.
E’ Gesù che passa, 179

Divisore dans San Francesco di Sales

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Il Giappone cristiano tra santi, martiri e samurai

Posté par atempodiblog le 13 novembre 2021

Il Giappone cristiano tra santi, martiri e samurai
Dall’arrivo di san Francesco Saverio ai martiri di Nagasaki, dai due secoli e mezzo di epopea dei cristiani nascosti fino ai giorni nostri con i missionari di padre Kolbe e la venerabile “Maria delle Formiche”. Gabriele Di Comite ripercorre la storia del Giappone cristiano nel saggio Santi, martiri e samurai.
di Fabio Piemonte – La nuova Bussola Quotidiana

Il Giappone cristiano tra santi, martiri e samurai dans Articoli di Giornali e News santi-martiri-e-samurai-storia-del-Giappone-cristiano

Il Giappone è una terra di santi, martiri e samurai. Il cristianesimo comincia ad affermarsi nell’isola soltanto dal 1549 con l’arrivo di san Francesco Saverio (†1552) e di altri missionari che, giunti contestualmente alle navi dei commercianti portoghesi, in pochi decenni e pagando un prezzo altissimo in termini di vite umane, contribuiscono alla conversione alla fede cattolica di oltre 600.000 persone, tra le quali anche signori feudali, guerrieri e monaci buddisti. Seguono due secoli e mezzo di atroci persecuzioni che causano la morte di oltre 5.000 credenti, durante i quali si forma il popolo dei “cristiani nascosti”, custodi in clandestinità di una fede senza sacerdoti, né chiese, né sacramenti.

La storia del Giappone cristiano è raccontata in maniera avvincente e attraverso una narrazione particolarmente documentata da Gabriele Di Comite nel suo recente saggio Santi, martiri e samurai (La Fontana di Siloe 2021, pp. 308).

«Io mi sento animato da un tal sentimento nel cuore circa l’andata al Giappone, che non sarei per mutar pensiero, né pur quando di certo sapessi di dovermi trovar in pericoli assai maggiori […]. Tanta è la speranza che […] Iddio stesso m’ha posta in cuore di propagare la Religion Cristiana». Francesco Saverio scrive così a Ignazio di Loyola riguardo al suo zelo apostolico nel Paese del Sol Levante. Egli si muove in un contesto difficile sia per la lingua particolarmente ostica, sia per le lotte intestine tra i signori feudali (daimyō) dei diversi territori. Eppure riesce, attraverso la strada della bellezza, ossia donando un dipinto di una Madonna con il Bambino a uno di costoro, a ottenere l’autorizzazione per predicare il Vangelo a Kagoshima. Di lì, poi, la città di Yamaguchi diventerà la sede generalizia dei gesuiti. Questo non senza essere osteggiato dai bonzi buddhisti, la cui predicazione era tanto radicata sul territorio quanto lontana dalla dottrina cattolica sul piano teologico.

Alessandro Valignano, altro missionario gesuita, constata che per convertire i giapponesi bisogna conoscere e rispettare le loro usanze, adattarsi alle abitudini locali e parlare la loro lingua. Era opportuno insomma che anche i missionari mangiassero su tavoli bassi, seduti su stuoie di tatami e avessero nelle proprie case la sala per la cerimonia del tè. Allievo di Valignano, Matteo Ricci sposa il suo metodo d’inculturazione della fede.

Accanto ai gesuiti vi sono anche diversi samurai, guerrieri che arrivano a sostituirsi all’aristocrazia nel controllo delle province per la loro forza militare, tra i quali Takayama Ukon. Egli, rinunciando ai privilegi feudali, si adopera in prima persona per la costruzione di chiese, orfanatrofi, ospedali, cimiteri e la diffusione della fede, anche attraverso la trasformazione della stanza della cerimonia zen del tè in eremo cristiano, la fondazione di scuole teologiche e del seminario di Azuchi. «Io non cerco la mia salvezza con le armi ma con la pazienza e l’umiltà, in accordo con la dottrina di Gesù Cristo che io professo», scrive in un messaggio a chi gli veniva incontro in armi, prima di salpare esule nel 1614 per l’attività missionaria nelle Filippine, alla cui comunità dona una statua della Madonna del Rosario. Soprannominato “Giusto Takayama” e “samurai di Cristo”, è stato un vero martire della fede, riconosciuto come tale già da sant’Alfonso. È stato infatti poi beatificato nel 2017.

Verso la fine del Cinquecento giungono sull’isola anche missionari francescani, domenicani e agostiniani. Il diffondersi della fede cristiana preoccupa però i daimyō, per cui diverse ordinanze ne proibiscono il culto. Ne derivano punizioni esemplari per chi le infrange. Così san Paolo Miki e altri 25 fratelli nella fede, religiosi e laici, spagnoli, portoghesi e giapponesi sono crocifissi a Nagasaki.

Altri cristiani vengono indotti ad apostatare, costretti a calpestare immagini sacre (fumi-e), pena le torture più atroci, «infilzando aghi di metallo sotto le unghie» del reo o calandone il corpo in una fossa a testa in giù dove viene lasciato per giorni, fino alla crocifissione. «Con l’editto del 1641 inizia il periodo del Sakoku», ossia il Giappone diviene un Paese blindato per duecento anni e ai cristiani non resta che professare la propria fede in clandestinità. «Alla scoperta di un cristiano occulto, sarebbe stato punito tutto il villaggio». Di qui, a parte il tentativo isolato di riportare il Vangelo in Giappone del sacerdote siciliano Giovanni Battista Sidoti, per due secoli il Paese rimane senza l’ombra di un sacerdote. Relativamente a tale periodo di bando del cristianesimo, la documentazione storica racconta di 5000 martiri, anche se sono stati di fatto sicuramente molte migliaia di più.

Poi il Giappone conosce l’occidentalizzazione, implementa la rete ferroviaria e il progresso tecnologico, ma vive altresì l’orrore delle due bombe atomiche. Eppure ancora una volta non mancano mirabili testimonianze di fede. I cristiani escono gradualmente dalla clandestinità; soltanto nel 1947 la Costituzione del Paese esplicita la libertà religiosa. Tra le maggiori figure di rilievo del XX secolo basti ricordare il missionario polacco Fra Zeno della Milizia dell’Immacolata di san Massimiliano Kolbe che, insieme alla venerabile Satoko “Maria delle Formiche”, si prodiga per sottrarre gli orfani a un destino di povertà e miseria estrema tra cumuli d’immondizia.

Insomma, sebbene attualmente i cristiani in Giappone siano l’1% e i cattolici lo 0,5% (500.000, di cui solo a Nagasaki il 4,5%), il sangue dei martiri, tra i quali 42 santi e 396 beati, continua a essere seme di nuovi cristiani, «capace di rinnovare e far ardere continuamente lo zelo evangelizzatore» (Papa Francesco).

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Non basta fare il bene

Posté par atempodiblog le 7 novembre 2021

L’obolo della vedova
Non basta fare il bene

Tratto da: Desiderio d’infinito. Vangelo per la vita quotidiana, di Padre Livio Fanzaga. Ed. PIEMME

Non basta fare il bene dans Commenti al Vangelo obolo-vedova

La pagina odierna di Vangelo ci mostra due modi profondamente diversi di fare il bene.

Il primo modo, quello dei ricchi che gettano molte monete nel tesoro del tempio per farsi vedere, è condannato da Gesù.
Il secondo, quello di una povera vedova, che vi getta due spiccioli, cioè tutto quanto aveva per vivere, è lodato dal Signore e additato come esempio ai suoi discepoli.

Si tratta di un argomento della massima importanza, perché alla fine della vita ognuno di noi sarà giudicato in base alle opere buone che avrà compiuto. È quindi essenziale che tu comprenda, caro amico, che agli occhi di Dio non è sufficiente fare il bene, ma è necessario compierlo con le giuste disposizioni del cuore.

Anzi, potremmo dire che l’atteggiamento interiore ha un valore decisivo. Se tu fai una grande elemosina, ma col malcelato desiderio che sia conosciuta, lodata e approvata, corri il rischio di avere nessun merito davanti a Dio. Mentre un piccolo atto di carità, che tu compi nel nascondimento e con sacrificio, ottiene da Dio una grande ricompensa.

Il bene va fatto bene, con umiltà e purezza di cuore.

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La recita del rosario dei sette dolori

Posté par atempodiblog le 6 novembre 2021

La recita del rosario dei sette dolori
di Padre Livio Fanzaga – Radio Maria

“Io non vengo soltanto per Kibeho, non soltanto per la diocesi di Butare, non soltanto per il Rwanda, non soltanto per l’Africa, ma per il mondo intero. Questo mondo è sull’orlo di una catastrofe.
Meditate sulle sofferenze di Nostro Signore Gesù e sul profondo dolore di Sua Madre. Pregate il Rosario, specialmente i Misteri Dolorosi, per ricevere la grazia di pentirvi”. Nostra Signora di Kibeho (Rwanda)

La recita del rosario dei sette dolori dans Apparizioni mariane e santuari Kibeho

Cari amici,
il principale messaggio dato alle veggenti di Kibeho si riferisce alla recita del rosario dei sette dolori. Sette misteri composti ciascuno da sette Ave Maria in cui si considerano i sette dolori principali nella vita della Madonna. Lei la definisce la sua “preghiera preferita”.

L’ ingratitudine degli uomini ferisce il Cuore della Madonna e di suo Figlio, nostro Signore.

I sette dolori dell’Addolorata che compongono la Corona sono quelli che la Chiesa da sempre commemora nella Liturgia e nella pratica:

Primo dolore: Il vecchio Simeone annuncia a Maria che una spada di dolore le trapasserà l’anima;
Secondo: Maria fugge in Egitto con Gesù e Giuseppe;
Terzo: Lo smarrimento di Gesù;
Quarto: Maria incontra suo Figlio carico della Croce;
Quinto: Maria sta presso la Croce del Figlio;
Sesto: Maria riceve il corpo inanimato di suo Figlio;
Settimo: Maria si reca alla tomba di Gesù.

Le apparizioni di Kibeho iniziarono nel 1981, la Madonna si presenta come Madre del Verbo. Gli eventi durano otto anni, dal novembre 1981 sino a novembre 1989, lungo i quali la Madonna consegna i suoi messaggi a tre giovani ragazze: Nathalie (18 anni), Marie Claire (21 anni) e Alphonsine (16 anni).

Uno dei fatti più impressionanti sta in una visione che la Madonna mostra alle ragazze, il 15 agosto 1982. Fiumi di sangue, fuoco ardente, uomini che si uccidono a vicenda e una fossa enorme dove molte persone stanno per precipitare… le ragazze vedono tutto questo mentre Nyina wa Jambo appare loro piangente.

Questo messaggio della Madonna non è rivolto solo al Ruanda, ma all’umanità intera che continua ancora oggi.

“Il mondo va assai male”, dice la Madonna a Nathalie, una delle veggenti, il 15 agosto 1982, “se voi non fate nulla per pentirvi e per rinunciare ai vostri peccati, guai a voi!”. E poi: “Il mondo è in ribellione contro Dio, vi si commettono troppi peccati, non c’è più né amore né pace… Se voi non vi pentite e non convertite i vostri cuori, voi cadrete tutti in un baratro. Io voglio liberarvi dal baratro perché voi non vi cadiate, ma voi rifiutate”. “Verrà il tempo in cui voi desidererete pregare, pentirvi e obbedire, senza più la possibilità di farlo, a meno che non lo cominciate a fare subito adesso, pentendovi e facendo tutto quello che io attendo da voi”. A Kibeho la Madonna mette in guardia contro la perdita della fede e l’apostasia.

Divisore dans San Francesco di Sales

Freccia dans Viaggi & Vacanze Corona dei 7 dolori di Maria Santissima chiesta dalla Madre del Verbo

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Corona dei 7 dolori di Maria Santissima chiesta dalla Madre del Verbo

Posté par atempodiblog le 6 novembre 2021

La diffusione della Coroncina dei sette dolori della Beata Vergine Maria
di Padre Livio Fanzaga – Radio Maria

Le apparizioni di Nostra Signora dei Dolori a Kibeho (Rwanda) dans Apparizioni mariane e santuari KIbeho

Recentemente Nathalie, una delle veggenti di Kibeho (Rwanda  Africa), che abita nei pressi del Santuario e che è affezionata Radio Maria, ci ha rivolto la preghiera di diffondere attraverso Radio Maria la Coroncina dei sette dolori della Beata Vergine Maria. Nei suoi messaggi la Madonna ha detto fra l’altro:

“Questo mondo è sull’orlo di una catastrofe. Meditate sulle sofferenze di Nostro Signore Gesù e sul profondo dolore di Sua Madre”.

“Ciò che vi chiedo è il pentimento. Se reciterete questa coroncina meditando, allora avrete al forza di pentirvi. Oggigiorno molti non sanno più chiedere perdono. Essi mettono di nuovo il Figlio di Dio sulla croce. Per questo ho voluto venire a ricordarvelo, soprattutto qui in Ruanda, perché qui ci sono ancora persone umili che non sono attaccate alla ricchezza e ai soldi” (31.5.1982).

“Ti chiedo di insegnarla al mondo intero…, pur restando qui, perché la mia grazia è onnipotente” (15.8.1982).

Le apparizioni di Kibeho sono iniziate il 28 Novembre del 1981. La Chiesa le ha riconosciute come autentiche il 29 Giugno 2001.

Raccomando ai Direttori di inserire questa Coroncina nelle preghiere devozionali di Radio Maria (ad esempio una volta alla settimana), anche come segno di comunione con le numerose Radio Maria in Africa che hanno nel santuario di Kibeho un centro di irradiazione mariana.

kibeho

Corona dei 7 dolori di Maria Santissima chiesta dalla Madre del Verbo
Tratta da: Radio Maria FB

La Madonna nelle apparizioni a Kibeho chiede la Corona dei sette dolori:
“Se reciterete questo rosario, meditandolo, allora avrete la forza di pentirvi. Oggi molti non sanno più chiedere perdono. Essi mettono di nuovo il Figlio di Dio sulla croce. Per questo ho voluto venire a ricordarvelo, soprattutto qui in Rwanda, perché qui ci sono ancora persone umili, che non sono attaccate alla ricchezza e ai soldi”.

Come si recita

PRIMO DOLORE: Maria nel tempio ascolta la profezia di Simeone
Simeone li benedisse e parlò a Maria, sua madre: «Egli è qui per la rovina e la risurrezione di molti in Israele, se-gno di contraddizione perché siano svelati i pensieri di molti cuori. E anche a te una spada trafiggerà l’anima» (Lc 2, 34-35).

“Madre di misericordia, ricordaci ogni giorno la Passione di Gesù”.

7 Ave Maria.

SECONDO DOLORE: Maria fugge in Egitto per salvare Gesù
Un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: «Alzati, prendi con te il bambino e sua madre e fuggi in Egitto, e resta là finché non ti avvertirò, perché Erode sta cercando il bambino per ucciderlo». Giuseppe, destatosi, prese con sé il bambino e sua madre nel-la notte e fuggì in Egitto. (Mt 2, 13-14). Morto Erode, un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe in Egitto e gli disse: «Alzati, prendi con te il bambino e sua madre e va’ nel paese d’Israele; perché sono morti coloro che insidiavano la vita del bambino». (Mt 2, 19-20).

“Madre di misericordia, ricordaci ogni giorno la Passione di Gesù” .

7 Ave Maria.

TERZO DOLORE: Maria smarrisce e ritrova Gesù
Gesù rimase a Gerusalemme, senza che i genitori se ne accorgessero. Credendolo nella carovana, fecero una giornata di viaggio, e poi si misero a cercarlo tra i parenti e i conoscenti. Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai dottori, mentre li ascoltava e li interrogava. Al vederlo restarono stupiti e sua madre gli disse: «Figlio, perché ci hai fatto così? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo». (Lc 2, 43-44, 46, 48).

“Madre di misericordia, ricordaci ogni giorno la Passione di Gesù”.

7 Ave Maria.

QUARTO DOLORE: Maria incontra Gesù che porta la croce
Voi tutti che passate per la via, considerate e osservate se c’è un dolore simile al mio dolore. (Lm 1, 12). «Gesù vide sua Madre lì presente» (Gv 19, 26).

“Madre di misericordia, ricordaci ogni giorno la Passione di Gesù”.

7 Ave Maria.

QUINTO DOLORE: Maria è presente alla crocifissione e morte di Gesù
Quando giunsero al luogo detto Cranio, là crocifissero lui e i due malfattori, uno a destra e l’altro a sinistra. Pilato compose anche l’iscrizione e la fece porre sulla Croce; vi era scritto: «Gesù il Nazareno, il re dei Giudei» (Lc 23, 33; Gv 19, 19). E dopo aver ricevuto l’aceto, Gesù disse: «Tutto è compiuto!» E, chinato il capo, spirò. (Gv 19, 30).

“Madre di misericordia, ricordaci ogni giorno la Passione di Gesù”.

7 Ave Maria.

SESTO DOLORE: Maria riceve sulle braccia Gesù deposto dalla croce
Giuseppe d’Arimatèa, membro autorevole del sinedrio, che aspettava anche lui il regno di Dio, andò coraggiosamente da Pilato per chiedere il corpo di Gesù. Egli allora, comprato un lenzuolo, lo calò giù dalla croce e, avvoltolo nel lenzuolo, lo depose in un sepolcro scavato nella roccia. Poi fece rotolare un masso contro l’entrata del sepolcro. Maria di Màgdala e Maria madre di Ioses osservare dove veniva deposto. (Mc 15, 43, 46-47).

“Madre di misericordia, ricordaci ogni giorno la Passione di Gesù”.

7 Ave Maria.

SETTIMO DOLORE: Maria accompagna Gesù alla sepoltura
Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria di Clèofa e Maria di Magdàla. Gesù allora, vedendo la madre e lìaccanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco il tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco la tua madre!». E da quel momento il discepolo la prese nella sua casa. (Gv 19, 25-27).

“Madre di misericordia, ricordaci ogni giorno la Passione di Gesù”.

7 Ave Maria.

Preghiamo:
«Irradia, o Maria, su tutta l’umanità la luce di grazia della tua Fiamma d’Amore, ora e nell’ora della nostra morte. Per Cristo nostro Signore. Amen».

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Questa è la volontà di Dio, che siamo santi

Posté par atempodiblog le 1 novembre 2021

Questa è la volontà di Dio, che siamo santi dans Fede, morale e teologia Santi-amici-di-Dio

Ci sentiamo scossi, e il cuore batte più forte, quando ascoltiamo con attenzione il grido di san Paolo: Questa è la volontà di Dio, la vostra santificazione (1 Ts 4, 3). Oggi, ancora una volta, lo ripropongo a me stesso, lo ricordo a voi e a tutti gli uomini: questa è la volontà di Dio, che siamo santi.

La santità personale
Per dare la pace alle anime, ma una pace vera, per trasformare la terra, per cercare il Signore Dio nostro nel mondo e attraverso le cose del mondo, è indispensabile la santità personale. Nelle mie conversazioni con persone di tanti paesi e dei più diversi ambienti sociali, spesso mi sento domandare: «Che cosa può dire a noi che siamo sposati? E a noi che lavoriamo nei campi? E alle vedove? E ai giovani?».

“Un’unica zuppiera”
Rispondo sistematicamente che ho “un’unica zuppiera” da offrire, e ribadisco che Gesù ha predicato a tutti la buona novella, senza distinzione alcuna. Una sola zuppiera e un solo alimento: Il mio cibo è fare la volontà di Colui che mi ha mandato, e portare a compimento la sua opera (Gv 4, 34).

Chiamata alla santità
Tutti sono chiamati alla santità, il Signore chiede amore a ciascuno: giovani e anziani, celibi e sposati, sani e malati, dotti e ignoranti, dovunque lavorino, dovunque si trovino.

Frequentare Dio nell’orazione
C’è un solo modo per crescere in intimità e in confidenza con Dio: frequentarLo nell’orazione, parlare con Lui, esprimergli — cuore a cuore — il nostro affetto.

di San Josemaría Escrivá de Balaguer
Tratto da: Amici di Dio. Omelie

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La voglia di essere santi

Posté par atempodiblog le 1 novembre 2021

La voglia di essere santi dans Carlo Acutis Acutis

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