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San Josemaría Escrivá de Balaguer/ Pensieri sul Santo Rosario

Posté par atempodiblog le 8 octobre 2021

San Josemaría Escrivá de Balaguer/ Pensieri sul Santo Rosario dans Citazioni, frasi e pensieri pregare-il-santo-rosario

Abbi una devozione intensa per nostra Madre. Ella sa corrispondere con finezza agli omaggi che Le rivolgiamo.

Inoltre, se reciti tutti i giorni, con spirito di fede e di amore, il Santo Rosario, la Madonna provvederà a condurti molto avanti nel cammino di suo Figlio. (Solco, 691)

Santo Rosario. — Le gioie, i dolori e le glorie della vita della Vergine intessono una corona di lodi, ininterrottamente ripetute dagli Angeli e dai Santi del Cielo…, e da chi ama nostra Madre qui sulla terra.

— Pratica quotidianamente questa devozione santa, e diffondila. (Forgia, 621)

Il Santo Rosario è un’arma potente. Impiegala con fiducia e ti meraviglierai del risultato. (Cammino, 558)

Il Rosario è efficacissimo per quanti usano come arma l’intelligenza e lo studio. Poiché quell’apparente monotonia di bambini con la loro Madre, nell’implorare la Madonna, va distruggendo ogni germe di vanagloria e di orgoglio. (Solco, 474)

Rimandi sempre il Rosario a più tardi, e finisci per ometterlo a motivo del sonno. Se non disponi di altri momenti, recitalo per la strada e senza che nessuno se ne accorga. Per di più, ti aiuterà ad avere presenza di Dio. (Solco, 478)

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Consacrazione al Santo Rosario della Regina delle Vittorie

Posté par atempodiblog le 7 octobre 2021

7 ottobre  Beata Maria Vergine del Rosario
Consacrazione al Santo Rosario della Regina delle Vittorie
del Beato Giustino Maria della Santissima Trinità Russolillo

Consacrazione al Santo Rosario della Regina delle Vittorie dans Don Giustino Maria Russolillo Beato-Giustino-Maria-della-Santissima-Trinit-Russolillo-di-Pianura-Napoli

Ci uniamo o ss. Maria, ai santi, agli angeli, specialmente ai tuoi genitori, Gioacchino e Anna e a s. Giuseppe tuo sposo, inchinandoci a te, nel salutarti, da parte della ss. Trinità, piena di grazia nei misteri del santo rosario e specialmente della tua purificazione e della presentazione di Gesù al tempio, per le tue mani.

Pur essendo al di sopra di ogni legge, quale reginamadre di Gesù Cristo, per omaggio al beneplacito di Dio, rivelato nella sua santa legge, tu abbracci la più grande umiliazione della tua vita, apparendo bisognosa di purificazione, tu immacolata e perfettissima.

Nello stesso tempo, il Signore ti ha accolta alla più grande dignità di sacerdozio di Gesù Cristo, e tu per prima compi nel tempio di Dio il primo offertorio di Gesù Cristo, vittima e sacerdote del nuovo testamento, o Maria.

Offri per noi Gesù, per la nostra purificazione e santificazione e facci degni di essere offerti, con Gesù, alla ss. Trinità, nel tempio della sua santa gloria mediante lo spirito di umiltà e la vita di ubbidienza.

Ci uniamo, o ss. Maria, ai santi e agli angeli del Calvario, altare di tutti i sacrifici, e ti salutiamo da parte della ss. Trinità, piena di grazia nel mistero della compassione corredentrice ai piedi della croce del tuo divin Figlio Gesù.

Ecco, si compie non solo sotto i nostri occhi, non solo per le tue mani, ma soprattutto nel tuo cuore, o madre degli incomprensibili dolori, l’oblazione suprema, la consumazione del sacrificio e della morte di Gesù Cristo.

Ma come ogni dolore di Gesù era anche tuo, così ogni grazia, ogni gloria, ogni figlio di quei dolori era anche grazia, gloria e figlio tuo.

Ai piedi della croce noi ti salutiamo con le parole di Gesù morente: “O signora, o madre di tutte le anime, ecco i tuoi figli”; e autorizzati dal testamento di Gesù morente, ti prendiamo per nostra madre, indegnissimi è vero, ma pure onoratissimi di prendere il posto di Gesù, presso di te.

O vergine sacerdote, mediatrice di tutte le grazie, siici propizia! Concedici di vivere e morire di contrizione d’amore, d’immolazione con Gesù crocifisso, con Gesù sacramentato, con te, o addolorata.

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Questa può essere l’ultima generazione di persone con la sindrome di Down

Posté par atempodiblog le 7 octobre 2021

Questa può essere l’ultima generazione di persone con la sindrome di Down
E non è una buona notizia. Discriminati e abortiti, i bambini affetti da Trisomia 21 sono sempre di meno. La medicina dà loro una vita “normale”, la società preferisce scartarli
di Piero Vietti  Tempi

Questa può essere l’ultima generazione di persone con la sindrome di Down dans Aborto Il-talento-non-fa-differenz
Una delle foto esposte nell’esposizione “Il talento non fa differenze. Mostra fotografica su bambini di talento ed ex bambini divenuti artisti”, nel 2011 a Siena (foto Ansa)

Quando Arthur è nato, e i suoi genitori hanno scoperto che soffriva della sindrome di Down, sua mamma Rebecca ha pensato «che non sarei mai più andata in vacanza e che non avrei mai più avuto una vita. Ma Arthur è fantastico, divertente, brillante ed è una gioia assoluta».

I test nipt spingono ad abortire
Rebecca è Rebecca Hulbert, attrice inglese che in un’intervista al quotidiano britannico Telegraph ha raccontato la storia di suo figlio: «Non sapevo che avesse la sindrome di Down finché non è nato. Mi spaventa pensare a cosa avrei fatto se l’avessi scoperto quando ero incinta. Non avevo mai incontrato nessuno con quella condizione, avevo solo immagini stereotipate di cosa fosse». Da luglio di quest’anno tutte le donne incinte inglesi posso effettuare gratuitamente i test non invasivi nipt (già introdotti nel sistema sanitario qualche anno fa), che da una semplice analisi del sangue riesce a individuare se il feto ha quella copia in più del cromosoma 21 che causa la sindrome di Down.

Ora c’è un dato che rende questo servizio pagato dello stato una notizia preoccupante, e che fa dire a Rebecca Hulbert di «avere la nausea vedendo che stiamo percorrendo la strada dell’eliminazione delle persone»: nei paesi in cui questo tipo di screening viene offerto, quasi tutte le donne abortiscono il nascituro che risulta affetto da trisomia 21. Spaventati dalle disabilità che il figlio avrà in vita, sempre più genitori preferiscono togliersi una fatica che temono di non potere affrontare. Il risultato è che «la popolazione globale con sindrome di Down sta precipitando», scrive il Telegraph, ed è destinata a scomparire.

Le nascite «immorali»
I numeri ci dicono che questa è probabilmente l’ultima generazione di persone con la sindrome di Down. Vittoria per la scienza e la salute dell’umanità? Non esattamente. C’è innanzitutto un piano umano di cui tenere conto, a prescindere dall’accettazione morale dell’aborto in quanto tale. «Invece di sostenere i nostri simili con la sindrome di Down e i loro genitori, incondizionatamente, invitiamo questi ultimi a porre fine alle loro vite», dice al Telegraph la dottoressa Helen Watts dell’Anscombe Bioethics Centre. «L’assenza dalla nostra comunità di persone con sindrome di Down lascia chi di loro riesce a nascere con la sensazione di non essere graditi e accolti dalla società».

Eppure illustri studiosi hanno spiegato che è giusto così: il biologo e scienziato di Oxford Richard Dawkins, che anni fa disse che «un feto è meno umano di un maiale adulto», ha ribadito che la possibilità tecnica di effettuare lo screening prenatale ha di fatto reso «immorale» mettere al mondo un bambino con quella sindrome. Il filosofo e professore di Bioteica a Princeton Peter Singer ha detto che in fin dei conti la perdita di bimbi con sindrome di Down è un danno «riequilibrato dalla nascita di altri bambini» che quegli stessi genitori che hanno deciso di abortire avranno, quindi accettabile. Il dramma è che il pensiero di Dawkins e Singer non è così lontano da quello di tanti.

I passi avanti della medicina
Bisognerebbe mettersi d’accordo sul significato del termine “accettabile”: la legge che ha depenalizzato l’aborto in Inghilterra nel 1967 permette di abortire legalmente fino all’ultimo giorno di gravidanza un figlio con gravi disabilità (per qualcuno l’aborto è più aborto che per gli altri, scrivevamo). A poco servono le proteste di attivisti e associazioni che difendono i diritti di queste persone, le quali ricordano come ormai molti dei tratti legati alla disabilità di chi è affetto da questa sindrome possono essere curati, e che essendo immuni a diversi tipi di cancro il loro patrimonio genetico può offrire informazioni importanti alla ricerca: in Danimarca ormai il 95 per cento degli screening positivi portano a un aborto, in Islanda il 100 per cento dal 2017, e in tutta Europa in pochi anni è nato il 54 per cento in meno di bambini down.

Spiega ancora il Telegraph che adesso la battaglia è impostata sul creare consapevolezza nei genitori che «grazie alla medicina moderna, i loro figli possono frequentare le scuole tradizionali, vivere in modo indipendente e godere di un’aspettativa di vita simile al resto di noi. Cinquant’anni fa la sindrome di Down era considerata una grave disabilità. La maggior parte dei bambini colpiti è stata sottratta ai genitori, non istruita e cresciuta in istituti, dove è morta prima dell’età adulta. Ora la maggior parte delle complicazioni associate alla sindrome, comprese le difficoltà di apprendimento, possono essere trattate in tutto o in parte».

I down possono essere discriminati
Tempi vi ha raccontato della ventiseienne Heidi Crowter, ragazza con la sindrome di Down che ha provato a cambiare la legge sul’aborto tardivo in Inghilterra, e della sua campagna Don’t Screen Us Out respinta lo scorso 23 settembre dall’alta corte (per Heidi la legge è «offensiva e non rispetta la mia vita», ma oggi sono altre offese che vengono tutelate). Crowter sosteneva che ai genitori di bambini con diagnosi di disabilità non vengono fornite le informazioni e l’aiuto di cui hanno bisogno per scegliere di accettare e crescere il loro bambino disabile.

Il fatto è che, con buona pace delle teorie di Dawkins e Singer, le persone con sindrome di Down non sono mai state bene come adesso, la scienza e lo studio della malattia permettono una vita “normale” e felice e in moltissimi casi. Il Telegraph ha intervistato anche Máire Lea-Wilson, di cui Tempi aveva scritto qui, mamma trentatreenne di Aidan che dopo avere effettuato lo screening ha subito pressioni dai medici fino all’ultimo gioro di gravidanza perché abortisse. Da bambina però Máire aveva una compagna di scuola affetta dalla sindrome di Down, e la ricorda felice e non problematica. Tanto è bastato per scegliere di non uccidere suo figlio.

Più ricerca, meno aborti
Ma se in Inghilterra (e in generale in Europa) la situazione è questa, in America le cose vanno un po’ meglio: grazie alle limitazioni dei finanziamenti alla disponibilità di test e a un’opposizione combattiva all’aborto le nascite di bambini con sindrome di Down sono diminuite solo di un terzo. Frank Stephens, attivista della Global Down Syndrome Foundation, dice da anni che i fondi federali dovrebbero essere utilizzati per migliorare la vita delle persone colpite, piuttosto che eliminare i bambini con quella condizione.

«Siamo il canarino nella miniera di carbone eugenetica», aveva detto al Congresso nel 2017, «stiamo aiutando a sconfiggere il cancro e l’Alzheimer, e rendiamo il mondo un posto più felice». Le argomentazioni pro life contro l’aborto non reggono più a livello di dibattito pubblico, lo sappiamo, ecco perché Stephens ha ribaltato il tavolo buttandola sulla ricerca: le informazioni contenute nel patrimonio genetico delle persone con sindrome di Down sono utili alla ricerca scientifica per curare le malattie che affliggono tutti, loro compresi. Non trattandole da cavie, ma da «individui che hanno diritto alla salute e alla felicità», dice al Telegraph Brian Skotko, genetista della Harvard Medical School.

Fallito l’assalto al comma della legge che in Inghilterra permette l’aborto tardivo nel caso di malformazioni, il fronte si sta riorganizzando con una proposta di legge per «definire una strategia nazionale per identificare e soddisfare i bisogni di tutti gli adulti e i bambini che vivono con quella condizione». «Mi sento molto triste e preoccupata», ha detto Rebecca Hulbert al Telegraph, «stiamo cercando di creare una razza superiore di bambini tutti uguali tra loro e capaci di andare a Oxford, o vogliamo anche persone che sappiano capire come ti senti e ti abbraccino? Abbiamo bisogno di più Arthur, Aidan e Heidi in questo mondo».

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6 Ottobre: Santa Maria Francesca delle Cinque Piaghe, mistica. Preghiera per avere figli o una grazia

Posté par atempodiblog le 6 octobre 2021

6 Ottobre: Santa Maria Francesca delle Cinque Piaghe, mistica. Preghiera per avere figli o una grazia
Santa Maria Francesca delle Piaghe del Signore nostro Gesù Cristo è stata una mistica e vergine del Terz’Ordine Secolare di San Francesco; viene invocata per avere il dono di un figlio.
de La Redazione dei PapaBoys

6 Ottobre: Santa Maria Francesca delle Cinque Piaghe, mistica. Preghiera per avere figli o una grazia dans Preghiere Santa-Maria-Francesca-delle-Cinque-Piaghe

La storia
Anna Maria Gallo, questo il nome al secolo, nasce a Napoli il 25 Marzo 1715; era figlia di piccoli commercianti di mercerie. Visse nei famosi “Quartieri spagnoli” della città partenopea, zona popolosa e non certamente rinomata. Fin da bambina manifestò una grande fede, tanto che nei Quartieri era soprannominata la “santarella”, sia per la sua grande devozione alla Chiesa e ai sacramenti, sia per la sua docilità nell’accettare i maltrattamenti del padre e delle sorelle, offrendo a Dio tutte le sue sofferenze per la salvezza delle anime.

In quel periodo frequentava la chiesa di Santa Lucia al Monte, annessa al convento dei frati alcantarini, ed ebbe come direttore spirituale Giovan Giuseppe della Croce, che poi sarebbe stato canonizzato, e che ne avrebbe predetto già da allora la santità. Anche un altro santo, San Francesco Geronimo, quando Anna Maria Gallo aveva circa un anno, ne avrebbe predetto la santità.

All’età di sedici anni, manifestò al padre il desiderio di entrare nel Terz’Ordine francescano alcantarino, ma questi glielo impedì, perché l’aveva promessa in sposa a un ricco giovane che ne aveva chiesto la mano. Solo qualche tempo dopo, nel settembre 1731 il padre si lasciò persuadere da un Frate Minore francescano, Padre Teofilo, ad acconsentire che la figlia divenisse terziaria francescana.

L’8 settembre 1731, Anna Maria pronunciò i voti assumendo il nome di Maria Francesca delle Cinque Piaghe, per la particolare devozione che aveva verso la Passione di Cristo, San Francesco e la Madonna. Vestì l’abito religioso e continuò a vivere nella casa paterna, continuando a essere maltrattata.

Per qualche tempo fu affidata alla direzione spirituale di un prete di tendenze gianseniste che, per saggiarne la santità, le imponeva gravose penitenze, che ella avrebbe accettato volentieri, aggiungendone altre volontarie.

A 38 anni andò, insieme a un’altra terziaria, suor Maria Felice, a fare la governante nella casa del suo direttore spirituale, il padre Giovanni Pessiri, un sacerdote che viveva al secondo piano di un antico palazzo in vico Tre Re a Toledo, dove rimase per 38 anni fino alla morte. La vita di Santa Maria Francesca è tutto un susseguirsi di sofferenze fisiche e morali, che in continuità si accanirono contro di lei, donate a Cristo come pegno per i peccatori.

La morte e il culto
Morì il 6 ottobre 1791 a 76 anni e il suo corpo riposa nel Santuario-Casa della Santa in Vico Tre Re a Toledo. Ai funerali partecipò una grande folla e giunta la bara alla chiesa questa fu presa d’assalto da chi voleva ad ogni costo un reliquia; dovettero intervenire le Guardie del Corpo del Re.

Fu beatificata il 12 novembre 1843 da papa Gregorio XVI ed è stata proclamata santa il 29 giugno 1867 dal Pio IX. Si tratta della prima santa napoletana della Chiesa.

Secondo i suoi seguaci, la donna possedeva il carisma della profezia e dei miracoli: avrebbe predetto molti eventi poi avvenuti a persone di fede e sacerdoti che si rivolgevano a lei come guida e consigliera, come Francesco Saverio Maria Bianchi, di cui avrebbe predetto la santità. Pare anche che abbia predetto, molti anni prima, l’evento della Rivoluzione francese. Era considerata stigmatizzata come San Francesco e ogni venerdì e per tutta la durata della Quaresima riferiva di avvertire i dolori della Passione di Cristo. Oggi è particolarmente venerata a Napoli, soprattutto dalla popolazione dei Quartieri spagnoli, che invocò la sua protezione anche durante la seconda guerra mondiale.

La piccola chiesa santuario di vico Tre Re 13, ricavata vicino alla sua casa, è oggi meta di continui pellegrinaggi, e la casa convento è continuamente visitata. In particolare, all’interno del convento vi è una sedia ritenuta miracolosa dai fedeli. Essa è la sedia dove solitamente Maria Francesca sedeva per riposare e trovare sollievo mentre avvertiva i dolori della Passione.

Oggi chi vuol chiedere una grazia alla santa, vi si siede e le rivolge una preghiera. Questo rituale è particolarmente seguito dalle donne sterili che desiderano il concepimento di un figlio. Nella casa convento è custodita un’ampia collezione di ex voto in argento che rappresentano neonati. (Fonte it.wikepedia.org)

Preghiera a Santa Maria Francesca delle Cinque Piaghe
Santa Maria Francesca, che sopportando umiliazioni e sofferenze hai condiviso il dolore e l’angoscia provati da Gesù nella sua Passione, aiutaci a comprendere quel dolore, a guardare Gesù crocifisso con la tenerezza di una madre che vorrebbe sostituirsi a Lui pur di non farlo soffrire più.
Santa Maria Francesca, che hai fatto dell’Eucarestia l’unico grande desiderio della vita, aiutaci ad accogliere in noi, con fede e consapevolezza, l’Ostia consacrata.
Santa Maria Francesca, che hai raccomandato di aver fede in Dio e nella vergine Maria, aiutaci a pregarli con fiducia e l’ardore con cui hai pregato tu.
Santa Maria Francesca, sii la nostra guida, insegnaci ad ascoltare Gesù e a seguirlo sulla strada che ha preparato per ciascuno di noi. Amen.

Oppure recita:
Santa Maria Francesca oggi ti eleggo

a mia speciale patrona:
sostieni in me la Speranza,
confermami nella Fede,
rendimi forte nella Virtù.
Aiutami nella lotta spirituale,
ottienimi da Dio tutte le Grazie
che mi sono più necessarie
ed i meriti per conseguire con te
la Gloria Eterna…

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Il dolore del Papa per il Rapporto sugli abusi nella Chiesa di Francia

Posté par atempodiblog le 6 octobre 2021

Il dolore del Papa per il Rapporto sugli abusi nella Chiesa di Francia
Dispiacere per le ferite subite, ma anche gratitudine per il coraggio della denuncia. E’ quanto esprime Francesco alla luce dei dati raccolti in due anni e mezzo di indagine e presentati oggi a Parigi, dalla Commissione indipendente sugli abusi sessuali su minori nella Chiesa francese: 216.000 vittime di preti e religiosi cattolici dal 1950. Alla conferenza stampa anche il nunzio apostolico, monsignor Celestino Migliore
di Cyprien Viet e Gabriella Ceraso – Vatican News

Il dolore del Papa per il Rapporto sugli abusi nella Chiesa di Francia dans Articoli di Giornali e News Jean-Marc-Sauv-consegna-il-rapporto-della-CIASE-al-presidente-dei-vescovi-francesi-monsignor-ric-d

Le vittime e la Chiesa di Francia sono oggi nel cuore del Papa, colmo di dispiacere per una “terribile realtà”. Al termine della presentazione a Parigi del Rapporto, frutto di oltre due anni di lavoro, il direttore della Sala Stampa vaticana Matteo Bruni comunica che Francesco, che proprio nei giorni scorsi ha incontrato i vescovi d’Oltralpe in visita ad limina, ne è stato informato.

“Il suo pensiero va anzitutto alle vittime, con grande dispiacere, per le loro ferite, e gratitudine, per il loro coraggio nel denunciare, e alla Chiesa di Francia, perché, nella consapevolezza di questa terribile realtà , unita alla sofferenza del Signore per i suoi figli più vulnerabili, possa intraprendere una via di redenzione”.

Ancora le vittime sono al centro della preghiera del Papa. Francesco – fa sapere Matteo Bruni – nella preghiera affida al Signore il “popolo di Dio in Francia” particolarmente le vittime, “perché doni loro conforto e consolazione e con la giustizia possa giungere il miracolo della guarigione”.

Le parole e la preghiera arrivano dunque al termine di una mattinata delicata e difficile. Come preannunciato alla stampa, il Rapporto nella sua integrità  è ampio e dettagliato. E’ stato un lavoro faticoso e intenso quello dei 21 membri della Commissione indipendente incaricata dai vescovi e dai religiosi di Francia. Aprendo la conferenza stampa il presidente, Jean-Marc Sauvé, ha citato la lettera di una vittima, per dire proprio che quanto emerso in circa due anni e mezzo può essere talvolta “destabilizzante e scoraggiante” ma dà la speranza “di un nuovo inizio”, di “un altro rapporto” con questa storia di dolore. Un “clima umano” ha sottolineato un membro della Commissione, ha caratterizzato l’ascolto delle vittime – aspetto centrale nella stesura del Rapporto -  ricordando in particolare le “lacrime di un settantenne” e la “rabbia di una donna”. Ascolto dunque prima che indagine di esperti.

A nome degli abusati ha parlato François Devaux, vittima di padre Preynat nella diocesi di Lione e co-fondatore dell’associazione La Parole Libérée. Un discorso il suo, pieno di sofferenza e di rabbia, ma anche di gratitudine per il lavoro della Commissione definito un “sacrificio per il bene comune”. “È dall’inferno che voi, membri della Commissione, siete tornati” – ha detto – chiedendo alla Chiesa profonde riforme, esprimendo il suo senso di tradimento per i silenzi e le “disfunzioni sistemiche” che ha affrontato nella sua lotta dolorosa.

I numeri raccapriccianti
Il Rapporto basato su testimonianze, ricerche e dati d’archivio è molto dettagliato – come ha spiegato il presidente Sauvè – ma non ha la pretesa di essere esaustivo. Come già preannunciato alla stampa nei giorni scorsi, la Commissione ha stimato in 2.900 a 3.200, i preti e i religiosi coinvolti in crimini di pedofilia in Francia tra il 1950 e il 2020. Ma la valutazione è parziale. Un sondaggio nazionale conta che un totale di 216.000 persone in Francia oggi (con un margine di errore di 50.000) sono state abusate da preti e religiosi cattolici. Se si includono le aggressioni commesse da laici (soprattutto nelle scuole), questa stima sale a 330.000 persone.

Jean-Marc Sauvé ha spiegato che nell’insieme della società francese, cinque milioni e mezzo di persone (il 14,5% delle donne e il 6,4% degli uomini) hanno subito una violenza sessuale prima dei 18 anni. Le famiglie e gli amici sono ancora i principali contesti, ma la prevalenza di aggressioni nella Chiesa cattolica rimane alta, anche in tempi recenti, e l’80% di questi abusi riguarda i ragazzi.

L’appello per “un’azione vigorosa”
Denunciando la mentalità corporativista della Chiesa cattolica, che ha cercato a lungo di coprire questi casi (in particolare facendo del silenzio delle vittime una condizione per il risarcimento), Jean-Marc Sauvé ha chiesto dunque “un’azione vigorosa”, compreso il riconoscimento degli atti passati, e misure preventive nella formazione e nel discernimento vocazionale. Nel rapporto anche 45 raccomandazioni specifiche, tra cui un rafforzamento dei meccanismi di controllo interno, una migliore definizione del ruolo del vescovo per evitare che sia giudice e parte in causa, e un migliore coinvolgimento dei laici nel governo della Chiesa.

Invocando un “lavoro di verità, perdono e riconciliazione”, il presidente Sauvé ha sottolineato anche che la Chiesa cattolica è “una componente essenziale della società” e che deve lavorare per “ristabilire un’alleanza che è stata danneggiata”. “La nostra speranza non può essere e non sarà distrutta. La Chiesa può e deve fare tutto per ripristinare ciò che è stato danneggiato e ricostruire ciò che è stato rotto”, ha concluso, mettendo in evidenza il coraggio delle vittime.

La reazione della Chiesa
Dolore e vegogna nella reazione della Chiesa: in conferenza stampa erano presenti i vescovi e i religiosi che hanno commissionato il Rapporto. Nel suo discorso, monsignor Éric de Moulins-Beaufort, arcivescovo di Reims e Presidente della Conferenza Episcopale( CEF), ha riconosciuto la portata “spaventosa” della violenza nella Chiesa. La voce delle vittime “ci sconvolge, ci travolge”, ha riconosciuto, lodando in particolare la franchezza e le “parole vere” di François Devaux. Il presidente della CEF ha promesso che i vescovi si prenderanno il tempo necessario per studiare il rapporto e trarne le conseguenze, in particolare durante la loro assemblea plenaria di novembre.

Da parte sua, la presidente della Conferenza delle religiose di Francia( CORREF), suor Véronique Margron, ha espresso il suo “infinito dolore” e la sua “vergogna assoluta” di fronte ai “crimini contro l’umanità del soggetto intimo, credente e amoroso”. Le 45 raccomandazioni sono un “segno di esigente fiducia nella Chiesa”, che dovrà lavorare con le altre istituzioni.

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Dio solo

Posté par atempodiblog le 5 octobre 2021

Dio solo
del servo di Dio don Dolindo Ruotolo

Dio solo dans Don Dolindo Ruotolo Don-Dolindo-Ruotolo
Don Dolindo Ruotolo, nato a Napoli il 6/10/1822

Devi essere tutta di Gesù, o anima cristiana, e non puoi accondiscendere al mondo nella tua vita. Sii modesta nel vestire, dolce e caritatevole nel trattare con gli altri, forte nella tua fede, costante nei tuoi propositi di bene. Il tuo sguardo sia al Cielo, le tue aspirazioni alla vita eterna, cammina sulla terra come pellegrina che sospira alla patria perché tutto passa e tutto è vanità in questa povera terra. Prega per il trionfo del Regno di Dio nelle anime e nelle nazioni e offri a questo fine tutte le tue pene in unione alle pene di Gesù, sii fedele alla Chiesa Cattolica Apostolica Romana e non ti far illudere da falsi ideali che non si possono in alcun modo conciliare con quelli del Vangelo. Il segno del quale devi fregiarti è solo la Croce. Qualunque altro segno non può che venire dallo Spirito del male ed è inconciliabile con la Croce. Gesù ti benedica e ti faccia santa.

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Invoca Maria!

Posté par atempodiblog le 5 octobre 2021

Invoca Maria! dans Beato Bartolo Longo Beato-Bartolo-Longo

“Invoca Maria! Il suo nome non si levi mai dal tuo labbro, non mai si parta dal tuo cuore. Seguendo Maria non ti perderai. Se pensi a Maria, non fallirai. Se ti tieni stretto a Maria, non cadrai. Se Maria ti protegge non potrai temere. Se Maria ti guida non ti stancherai. Se Maria ti soccorre certamente arriverai al cielo”.
Beato Bartolo Longo

Oggi è la festa del Beato Bartolo Longo, che lasciò questa terra il 5 ottobre 1926.

Fonte: Pontificio Santuario di Pompei

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Nella felicità eterna non dimenticherò gli uomini in terra

Posté par atempodiblog le 5 octobre 2021

Nella felicità eterna non dimenticherò gli uomini in terra dans Citazioni, frasi e pensieri santa-maria-faustina-elena-kowalska

Nella felicità eterna non dimenticherò gli uomini in terra, impetrerò la divina Misericordia per tutti, specialmente per coloro che furono cari al mio cuore. Anche la più profonda immersione in Dio non m’impedirà di ricordarmi di loro.

Santa Faustina Kowalska

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Non c’è che l’eterno che ci può contentare

Posté par atempodiblog le 1 octobre 2021

Non c’è che l’eterno che ci può contentare dans Citazioni, frasi e pensieri Santa-Teresina-del-Bambin-Ges-di-Lisieux

“Sulla terra non bisogna attaccarsi a nulla, neppure alle cose più semplici e innocenti, perché ci vengono a mancare quando meno ci si pensa. Non c’è che l’eterno che ci può contentare”.

Santa Teresa di Lisieux

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Ottobre in Santuario: gli appuntamenti del mese mariano a Pompei

Posté par atempodiblog le 1 octobre 2021

Ottobre in Santuario: gli appuntamenti del mese mariano a Pompei
di Redazione Made in Pompei

Ottobre in Santuario: gli appuntamenti del mese mariano a Pompei dans Apparizioni mariane e santuari Ottobre-in-Santuario-gli-appuntamenti-del-mese-mariano-a-Pompei

Anche quest’anno, il Santuario della Madonna del Rosario si prepara ad accogliere migliaia di fedeli per il mese di ottobre, tradizionalmente dedicato al santo Rosario e alla devozione alla Vergine Maria.

Dal 1° giorno del mese torna il “Buongiorno a Maria”, la preghiera con cui i fedeli chiedono la protezione e l’intercessione della Madonna del Rosario di Pompei. A guidarne la recita, il 1° e il 31 ottobre 2021, sarà l’arcivescovo di Pompei, Tommaso Caputo.

L’appuntamento è dal lunedì al sabato alle ore 6.30, in Basilica, fino ad esaurimento posti. Il sabato, la partecipazione al “Buongiorno a Maria” va prenotata per tempo all’Ufficio Rettorato, chiamando i numeri 0818507000 o 0818577379. Per recitare al meglio la preghiera, il Santuario ha realizzato un nuovo sussidio, disponibile nella propria libreria o tramite prenotazione telefonica ai numeri 0818577495 e 0818577321.

Sempre il 1° ottobre 2021, antivigilia della Supplica, si svolgerà, alle ore 18, la tradizionale Discesa del Quadro con la recita del santo Rosario e la benedizione delle corone. Alle 19, la santa Messa presieduta dall’Arcivescovo Caputo. Il giorno successivo, vigilia della Supplica, al termine della celebrazione eucaristica delle 19, avrà inizio la veglia in attesa della Supplica, che si concluderà con la messa delle 24, presieduta dal Prelato.

Domenica 3 ottobre 2021 sarà recitata la Supplica. Il rito solenne, che avrà inizio alle 10.40 con la santa Messa, sarà presieduto dall’Arcivescovo di Napoli, mons. Domenico Battaglia. Al termine della celebrazione, alle ore 12 in punto, come da tradizione, sarà proclamata, dunque, la preghiera nata dal cuore del Beato Bartolo Longo nel 1883.

Seguiranno l’evento, in diretta televisiva, l’emittente campana Canale 21, da sempre presente agli appuntamenti più importanti del Santuario di Pompei, e l’emittente della Cei, Tv2000 (28 DTT, 157 sky, 18 tivùsat).

Martedì 5 ottobre 2021 ricorre la Festa del Beato Bartolo Longo. Alle ore 10, sarà celebrata la santa Messa con le scuole, presieduta da mons. Gioacchino Cozzolino, responsabile della Pastorale Scolastica. Poi, alle 11.30, sarà offerto il tradizionale omaggio floreale al monumento del Beato in piazza Bartolo Longo, alla presenza dell’arcivescovo Caputo che in serata, alle ore 20, sul sagrato della Basilica, presiederà la celebrazione eucaristica che chiuderà i festeggiamenti.

Giovedì 7 ottobre 2021, ancora, Pompei sarà la quinta tappa del “pellegrinaggio spirituale” promosso da Radio Maria. Dopo Nazareth, Fatima, Medjugorje e il Monte Carmelo, l’iniziativa approderà nella città mariana, proprio nel giorno della festa della Madonna del Rosario.

Seguiranno, poi, le tappe di Kibeho e Guadalupe. In comunione con i fedeli di tutto il mondo, guidati dall’arcivescovo Caputo e uniti in preghiera attraverso le frequenze di Radio Maria, alle ore 16 i devoti della Madonna reciteranno il santo Rosario dal Santuario di Pompei, seguito, alle 17, dalla santa Messa presieduta dal Rettore, mons. Pasquale Mocerino.

Confermata anche la presenza dell’emittente Cei, Tv2000, che trasmetterà in diretta dal Santuario, per l’intero mese di ottobre, il “Buongiorno a Maria” delle 6.30, e ben tre appuntamenti quotidiani con la santa Messa, alle ore 7, alle 8.30 e alle 19.

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