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Saranno beati due missionari che difesero gli indigeni in Argentina

Posté par atempodiblog le 13 octobre 2021

Saranno beati due missionari che difesero gli indigeni in Argentina
I nuovi decreti della Congregazione delle Cause dei Santi, autorizzati dal Papa, riguardano quattro prossimi Beati, tra cui Giovanni Paolo I, e quattro nuovi Venerabili tra di loro la Serva di Dio Maddalena di Gesù, fondatrice delle Piccole Sorelle di Gesù, ispirata a Charles de Foucauld
di Benedetta Capelli – Vatican News

Saranno beati due missionari che difesero gli indigeni in Argentina dans Articoli di Giornali e News Pedro-Ortiz-de-Z-rate-Giovanni-Antonio-Solina

Papa Francesco ha autorizzato la Congregazione delle Cause dei Santi a promulgare i decreti che riguardano 4 beati e 4 venerabili. E’ stato riconosciuto il miracolo attribuito all’intercessione di Papa Luciani, Pontefice per 33 giorni, si tratta della guarigione di una bambina a Buenos Aires, in Argentina, avvenuta il 23 luglio 2011.

Uccisi mentre testimoniavamo il Vangelo
Missionari, evangelizzatori, pronti a servire Gesù in ogni luogo del mondo. E’ la storia di fede di due preti, vissuti nel 1600, Pietro Ortiz de Zárate, sacerdote diocesano, e Giovanni Antonio Solinas, sacerdote professo della Compagnia di Gesù, entrambi uccisi in odio alla fede il 27 ottobre 1683 a Valle del Zenta (Argentina). Erano in quella zona insieme a 18 laici, tra di loro anche alcuni indios convertiti, e vennero colpiti dagli aborigeni appartenenti alle tribù di Tobas e Mocovíes, avevano appena celebrato la Messa. Sui loro corpi segni di violenza e di tortura. Riguardo al martirio formale ex parte persecutoris, molte tribù erano in lotta tra loro e i missionari, che portavano il messaggio di pace del Vangelo, si trovarono al centro di tali contrasti. L’odium fidei fu la motivazione prevalente dell’agire dei carnefici.

Pietro Ortiz de Zárate era nato il 29 giugno 1626 a San Salvador de Jujuy (Argentina), in una famiglia di origine basca, a 17 anni si sposò con una donna benestante ed ebbe due figli. Dopo la morte della moglie, seguì la vocazione al sacerdozio, venne ordinato nel 1657. La sua vita fu segnata da un’intensa attività apostolica tra gli indigeni, dall’impegno nella preghiera, dall’attenzione al culto divino e alla musica sacra e per l’amministrazione dei sacramenti ai poveri e ai malati.

Giovanni Antonio Solinas era nato ad Oliena, in provincia di Nuoro e nel 1663 entrò nella Compagnia di Gesù. Dopo il noviziato trascorso a Cagliari, emise la professione religiosa il 16 giugno 1665. Nei primi mesi del 1672 manifestò ai superiori la vocazione missionaria, orientata verso gli aborigeni americani. Il suo primo campo di apostolato fu nella Reducción di Itapúa (Paraguay), dove si distinse per lo zelo apostolico e la carità verso i nativi. Nel 1683 venne destinato alla missione del Chaco, insieme al Servo di Dio Pietro Ortiz de Zárate con il quale condivise la morte.

Beata una Piccola Suora dell’Annunciazione
Era colombiana suor Maria Berenice Duque Hencker, nata il 14 agosto 1898 a Salamina. La sua vita religiosa iniziò nella Congregazione delle Suore Domenicane della Presentazione e poi con il permesso dell’arcivescovo di Medellín, il 14 maggio 1943, pose le basi della Congregazione delle Suore dell’Annunciazione, diventandone superiora. Al 2004 risale il miracolo attribuito alla sua intercessione e riguardante un giovane colombiano che in gravi condizioni di salute ricevette in ospedale una medaglia di Madre Maria Berenice e un’immaginetta con la preghiera.

Sui passi di Charles de Foucauld
Riconosciute le virtù eroiche di due suore e due sacerdoti: diventano quindi venerabili. La prima è la fondatrice delle della Fraternità delle Piccole Sorelle di Gesù, Maddalena di Gesù, nata il 26 aprile 1898 a Parigi. La sua storia si intreccia con quella del Beato Charles de Foucauld, leggendo una sua biografia rimase colpita e iniziò un discernimento compromesso però dalla sua fragile salute. Su indicazione dei medici scelse di trasferirsi in un luogo più consono alle sue condizioni e scelse l’Algeria. Si distinse per l’assistenza ai poveri ma si fece strada in lei anche l’importanza della contemplazione per essere segno della tenerezza di Dio verso i poveri e gli esclusi. È nel 1947 che la Fraternità delle Piccole Sorelle di Gesù viene approvata, suor Maddalena si impegna a diffondere le piccole comunità contemplative soprattutto in Medio Oriente, l’ecumenismo diventò una delle sue priorità. Ebbe un’amicizia profonda con i futuri papi Paolo VI e Giovanni Paolo II. L’espressione, cara al Beato de Foucauld – “Gesù è il Maestro dell’Impossibile” – ritornava spesso in lei soprattutto nei momenti più difficili.

L’abbandono a Gesù
Anche suor Elisabetta Martinez aveva una salute precaria ma venne incoraggiata da diversi Pontefici a continuare la sua opera caritativa, intrapresa con la fondazione della Congregazione delle Figlie di Santa Maria di Leuca. Nata il 25 marzo 1905 a Galatina, in provincia di Lecce, fondò numerose comunità in Italia, Svizzera, Belgio e Stati Uniti e, nel 1946, trasferì la sede della casa generalizia e del noviziato a Roma. La sua fede si nutriva dell’adorazione eucaristica, la speranza per lei era capacità di attendere, senza lamentarsi e senza abbattersi, confidando nei tempi del Signore per portare a termine i suoi progetti. Fu calunniata anche da alcune sue consorelle che lei perdonò accompagnandole con la preghiera.

Arrestato perché mise in salvo le Ostie consacrate
Diego Hernández González, era un sacerdote diocesano nato il 3 gennaio 1915 a Javalí Nuevo, in Spagna, vivendo nel periodo della guerra civile e in piena persecuzione religiosa. Venne arrestato da seminarista perché aveva messo in salvo le Ostie consacrate durante l’incendio doloso della chiesa parrocchiale, fu sottoposto ai lavori forzati presso un campo di lavoro a Orihuela e poi in Andalusia. Il 9 giugno 1940 venne ordinato sacerdote a Barcellona, diventò direttore della Casa sacerdotale di Alicante. La virtù della carità verso Dio plasmò tutta la sua vita in totale disponibilità verso gli altri, in particolare verso gli ammalati, i bambini e i giovani. Per questi creò anche un cinema nella parrocchia. Fondò una scuola per ragazze che avevano bisogno di imparare a leggere e a scrivere.

Un confessore misericordioso
Attratto dalla spiritualità francescana, Giuseppe Spoletini nato il 16 agosto 1870 a Civitella, oggi Bellegra, fu ordinato sacerdote il 22 settembre 1894 a Palestrina. Nei primi anni di ministero, si dedicò in modo instancabile al sacramento della Riconciliazione nella chiesa romana di San Francesco a Ripa dove tornò nel 1944. Uomo di pietà e di preghiera esortava a vivere una vita buona, operosa e piena di carità. Soprattutto nel confessionale mostrò misericordia nell’accogliere le persone in qualsiasi momento, anche quando era stanco e spossato. Durante la Seconda Guerra Mondiale si prodigò nel dare rifugio a ricercati dai nazisti e dai fascisti.

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Messaggio del Papa per i 90 anni della statua del Cristo Redentore

Posté par atempodiblog le 13 octobre 2021

Messaggio del Papa per i 90 anni della statua del Cristo Redentore
de L’Osservatore Romano

Messaggio del Papa per i 90 anni della statua del Cristo Redentore dans Articoli di Giornali e News Cristo-Redentore-Brasile

«Sua Santità condivide i sentimenti di gioia e si unisce al ringraziamento che il popolo di Rio de Janeiro innalza a Cristo Redentore, in occasione del 90° anniversario dell’inaugurazione della sua statua sulla sommità del Corcovado. Questa immagine, con le braccia aperte in un incessante appello alla riconciliazione, rappresenta l’invito alla fratellanza che Nostro Signore lancia alla città e a tutto il Paese per formare una comunità dove nessuno si senta solo, non voluto, rifiutato, ignorato o dimenticato e dove tutti s’impegnino a lottare per un mondo più giusto, più solidale e più felice». Inizia così il messaggio di Papa Francesco per la città di Rio de Janeiro, in Brasile, nel novantesimo anniversario dell’inaugurazione della statua di Cristo Redentore. L’auspicio è contenuto in un messaggio a firma del cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato.

Nel testo il Papa «ricorda che, indipendentemente dal livello di istruzione o di ricchezza, tutte le persone possono contribuire alla costruzione della fratellanza umana: nessuno deve rimanere “a braccia conserte”, ma piuttosto aprire le braccia a tutti, come fa il Redentore. Per raggiungere questo obiettivo è fondamentale un dialogo costruttivo, perché “tra l’indifferenza egoistica e la protesta violenta, c’è un’opzione sempre possibile: il dialogo. Dialogo tra generazioni, dialogo tra le persone, perché tutti siamo persone” (Fratelli tutti, 199)».

A questo scopo il Papa «auspica che in questo giorno si rinnovi l’impegno ad accogliersi vicendevolmente, certo che è soprattutto Cristo ad accogliere tutti: Egli abita la città e invita ad avvicinarsi a Lui perché, standogli vicino, saremo vicini gli uni agli altri». Il messaggio si conclude con l’assicurazione della benedizione apostolica per quanti hanno celebrato la ricorrenza partecipando alla Messa del 12 ottobre .

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