Vergine Madre/ Con Dante alla scuola di Maria

Posté par atempodiblog le 18 février 2021

Messaggio per la Quaresima 2021
Vergine Madre/ Con Dante alla scuola di Maria
+ Bruno Forte Arcivescovo Metropolita di Chieti-Vasto

Vergine Madre/ Con Dante alla scuola di Maria dans Fede, morale e teologia Mamma-del-Cielo-e-il-Bambin-Ges

La Quaresima – tempo di conversione e di rinnovamento in preparazione alla Pasqua – sembra lasciare piuttosto in ombra la figura della Vergine Maria: tuttavia, la solennità dell’Annunciazione, che cade il 25 marzo e segna il nuovo inizio della storia, e la presenza della Madre Addolorata accanto al Figlio sulla via del Calvario e ai piedi della Croce, fanno di Lei un modello di fede in Gesù e di tenerissimo amore a Lui, cui costantemente guardare per imitarla e vivere con Lei il cammino verso i giorni santi del triduo pasquale. Ho scelto perciò di dedicare alla Vergine Madre la riflessione per questo tempo quaresimale. Inoltre, poiché ricorrono quest’anno i settecento anni dalla morte di Dante Alighieri, avvenuta a Ravenna nella notte tra il 13 e il 14 settembre del 1321, ho pensato di farci guidare dal Sommo Poeta in questa meditazione. La poesia di Dante ha espresso in maniera altissima la ricerca del senso ultimo della vita e della storia da parte di un uomo, che ne aveva sperimentato tutta l’intensità e per molti versi la drammaticità, ma ha anche saputo cantare l’approdo più alto di questa ricerca, la luce dell’incontro col mistero divino, capace di avvolgere tutto ciò che esiste, di renderlo degno in quanto voluto e amato da Dio, di offrirsi come termine ultimo del nostro pellegrinaggio terreno e inizio dell’eternità promessa.
In particolare, è il Canto conclusivo della Divina Commedia, il 33° del Paradiso, a evocare quest’approdo e questo inizio. Dante lo fa guardando a Maria. A introdurre il Poeta nella contemplazione della Trinità del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo nell’unità dell’amore eterno, è San Bernardo, il mistico cantore della Vergine Madre, che riconosce in lei la stella da cui procede il raggio della vera luce, suo Figlio, e la indica come il rifugio sicuro nell’ora della prova e la guida certa sulla via del bene:

«È detta Stella del mare e la denominazione ben si addice alla Vergine Madre. Ella con la massima convenienza è paragonata ad una stella; perché come la stella sprigiona il suo raggio senza corrompersi, così la Vergine partorisce il Figlio senza lesione della propria integrità».

«Se insorgono i venti delle tentazioni, se incappi negli scogli delle tribolazioni, guarda la stella, invoca Maria. Se sei sballottato dalle onde della superbia, della detrazione, dell’invidia: guarda la stella, invoca Maria».

«Se tu la segui, non puoi deviare; se tu la preghi, non puoi disperare; se tu pensi a lei, non puoi sbagliare. Se ella ti sorregge, non cadi; se ella ti protegge, non hai da temere; se ella ti guida, non ti stanchi; se ella ti è propizia, giungerai alla meta».

Alla scuola di Maria, Vergine dell’ascolto e Madre dell’Amore incarnato di Dio, impariamo a credere, a sperare e ad amare, fidandoci dell’unico cui è giusto e necessario affidarsi incondizionatamente: il Signore. Alla Vergine Madre rivolgiamo la contemplazione della mente e del cuore, perché la sua libertà, ricevuta ed accolta, sia anche la nostra. È quanto intende fare Dante all’inizio del canto citato. Maria è colei in cui si incontrano e fondono gli opposti: Vergine è madre, del suo Figlio è figlia, al tempo stesso umilissima, come canta di sé nel Magnificat – «ha guardato l’umiltà della sua serva» (Lc 1,48) -, e grandissima per l’opera che Dio ha compiuto in Lei – «grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente» (v. 49). Da sempre l’Eterno l’ha voluta per attuare in Lei il disegno di salvezza per le Sue creature. Proprio così in Maria la natura umana è stata nobilitata al livello più alto, al punto che il Figlio eterno ha voluto farsi uomo nel suo grembo:

Vergine Madre, figlia del tuo figlio,
umile e alta più che creatura
termine fisso d’eterno consiglio,

tu se’ colei che l’umana natura
nobilitasti sì, che ‘l suo fattore
non disdegnò di farsi sua fattura.

L’amore che arde nel grembo di Maria – il suo amore materno e quello del Figlio amato, concepito per opera dello Spirito Santo – ha fatto germogliare innumerevoli vicende di santità nella storia: sull’esempio e con l’aiuto della Vergine Madre tanti figli, resi tali nel Figlio, hanno raggiunto vette di grazia, che li rendono ora partecipi della gloria celeste, dove le fanno corona nella contemplazione dell’eterna bellezza di Dio, formando la “candida rosa” dei Santi:

Nel ventre tuo si raccese l’amore,
per lo cui caldo ne l’eterna pace
così è germinato questo fiore.

Maria, che nel consesso della corte celeste è fiaccola di carità, è per noi, prigionieri dell’ultima nemica, la morte, sorgente di una speranza viva, che ci dà la certezza di poter uscire vincitori dal conflitto fatale, uniti al Figlio, vittorioso sulla morte nella sua risurrezione:

Qui se’ a noi meridïana face
di caritate, e giuso, intra’ mortali,
se’ di speranza fontana vivace.

La grandezza della donna Maria è tale, che chi vuol chiedere e ottenere grazia sa di dover ricorrere a Lei:

Donna, se’ tanto grande e tanto vali,
che qual vuol grazia e a te non ricorre,
sua disïanza vuol volar sanz’ali.

È ancora Bernardo a ricordarcelo nella bellissima preghiera che dalla prima parola viene chiamata Memorare:

«Ricordati, o piissima Vergine Maria, che non si è mai udito che alcuno sia ricorso alla tua protezione, abbia implorato il tuo aiuto, abbia chiesto il tuo soccorso, e sia stato abbandonato. Animato da tale fiducia, a Te ricorro, o Madre Vergine delle vergini; a Te vengo, dinanzi a Te, peccatore pentito, mi prostro. Non volere, o Madre del Verbo, disprezzare le mie preghiere, ma ascoltami benevola ed esaudiscimi».

La benevolenza di Maria è così grande da prevenire spesso la stessa invocazione dei figli:

La tua benignità non pur soccorre
a chi domanda, ma molte fïate
liberamente al dimandar precorre.

Contemplare il mistero di Maria, scrutarne la profondità e la bellezza, allora, significa attingere all’infinita misericordia di Dio, che in lei ha voluto manifestarsi, e imparare da lei la “pietas”, che ci rende belli e buoni davanti a Dio per il miracolo del Suo amore che salva:

In te misericordia,
in te pietate, in te magnificenza, in te s’aduna
quantunque in creatura è di bontate.

Ispirati dalla bellissima preghiera dantesca, mettiamoci in questa quaresima alla scuola di Maria, dando spazio all’ascolto della Parola di Dio e facendo scelte di carità verso chi più ha bisogno. Ci aiuti la recita del Santo Rosario, «catena dolce che ci rannoda a Dio», con le litanie, cui Papa Francesco ha voluto aggiungere tre invocazioni particolarmente adatte a momenti di prova, come quello che stiamo vivendo a causa dalla pandemia, a Maria Madre di misericordia, Madre della speranza e conforto dei migranti.

Chiediamo alla Vergine che ci aiuti a rispondere da discepoli fedeli del Signore Gesù alle sfide del presente. Lo facciamo con le parole della più antica preghiera rivolta alla Madre di Dio:

«Sotto la Tua protezione cerchiamo rifugio, santa Madre di Dio: non disprezzare le suppliche di noi che siamo nella prova, ma liberaci da ogni pericolo, o Vergine gloriosa e benedetta. Amen».

+ Bruno Forte
Arcivescovo di Chieti – Vasto
Presidente della CEAM

Laisser un commentaire