Il messaggio di Nostra Signora di Banneaux

Posté par atempodiblog le 6 janvier 2021

Il messaggio di Nostra Signora di Banneaux
La traccia mariana ci conduce in Belgio, e più precisamente al Santuario di Notre Dame de Banneux (Belgio). In questo luogo Maria è apparsa otto volte: le apparizioni tra gli uomini rispondono a un preciso disegno di Dio. Che attraverso i messaggi della Vergine vuole portare alla salvezza tutta l’umanità.
di Diego Manetti
Tratto da: La nuova Bussola Quotidiana

Il messaggio di Nostra Signora di Banneaux dans Apparizioni mariane e santuari Vergine-di-Banneux

La traccia mariana che questa volta esaminiamo ci conduce in Belgio, e più precisamente a Banneux, per un ciclo di otto apparizioni che ci mostreranno come la presenza della Madonna tra gli uomini negli ultimi due secoli risponda a un preciso disegno di Maria che con sempre maggior premura di fa presente e offre messaggi per mettere in guardia l’umanità dagli attacchi del Demonio. Ci troviamo dunque a Banneux: si tratta di un piccolo borgo situato nel comune di Louveigné, distante una ventina di chilometri da Liegi, nelle Ardenne. Il nome “Banneux”, letteralmente “(luogo) banale”, indica la natura del posto, reso insignificante – per lo meno fino a un certo punto, e agli occhi del mondo – da una dilagante povertà che costringe gli abitanti a una vita di fatica e di sacrifici.  Nel 1914 il villaggio muta denominazione, assumendo quella di Notre-Dame de Banneux per soddisfare un voto che gli abitanti hanno fatto chiedendo protezione alla Madonna dalle distruzioni del Primo conflitto mondiale. Ed effettivamente la Vergine ascolta le preghiere dei poveri di Banneux – contadini e minatori, per lo più – e ottiene dal Signore la grazia per cui il borgo attraversa indenne la guerra senza incappare in quella spirale di morte e distruzione che colpisce i villaggi vicini.

Ma veniamo ora ai fatti. Siamo nel 1933. In una frazione di Banneux, La Fange – “il fango”, a indicare la natura paludosa della zona -, vive una povera famiglia: il padre, Julien Beco, è operaio, mentre la moglie, Louise, accudisce i sette figli (che in seguito diventeranno undici, con la nascita di altri 4 bambini). La più grande di questi si chiama Mariette. È nata il 25 marzo 1921 e ha dunque appena 12 anni ma, come primogenita, è chiamata ad assumersi pesanti responsabilità nell’aiutare la madre a badare alla casa e alla numerosa prole. Una condizione di vita che poco si concilia con gli impegni di studio della bambina che, così, si trova presto in ritardo di due anni rispetto ai suoi coetanei. Altrettanto lacunosa è la preparazione catechistica, tanto che lo stesso cappellano di Banneux rimprovera più volte la piccola (e innocente) Mariette. I genitori, persone operose e oneste, ma non religiose, non si preoccupano affatto della scarsa educazione alla fede della figlia, dovendo impegnarsi nella dura lotta per affrontare le necessità quotidiane. La vita sembra scorrere come sempre, per Mariette, che dai genitori ha ereditato un forte senso del lavoro e un profondo spirito di sacrificio, ma che manca di una fede genuina e profonda, tanto da saltare anche la messa festiva oltre che le lezioni di catechismo per non incorrere nei rimbrotti del parroco, preoccupato per la scarsa applicazione della fanciulla. Ma ecco che, domenica 15 gennaio 1933, accade qualcosa che renderà Banneux qualcosa di affatto “banale”, rendendo anzi la località nota in tutto il mondo, fino a oggi.

È dunque domenica 15 gennaio 1933. Un mese particolarmente freddo, tanto che neve e ghiaccio hanno ricoperto la piccola frazione dove vivono i Beco, in una povera abitazione ai margini del bosco. Ormai è sera, è quasi ora di cena e Mariette sta guardando fuori dalla finestra della cucina, in attesa che il fratello Julien faccia ritorno a casa. All’improvviso, nel buio del giardino, vede, a pochi metri dalla casa, la figura di una Bella Signora, avvolta di una luce splendente. Dopo averla osservata meglio, la bambina chiama la mamma, dicendole che in giardino è apparsa una donna di una bellezza e una eleganza mai viste prima. La Signora indossa infatti una veste bianca ornata da un nastro blu che le cinge la vita, mentre la testa è coperta da un velo bianco e trasparente. Mariette nota anche una rosa d’oro sul suo piede destro e un rosario – che sembra fatto anch’esso d’oro – sulla mano destra. La Signora ha le mani giunte come se pregasse.  La bambina intuisce subito che deve trattarsi della Madonna e, presa la corona del Rosario che aveva trovato per strada qualche tempo prima, comincia a recitare alcune “Ave Maria”, senza distogliere lo sguardo dalla figura che, nel frattempo, le fa come un cenno con la mano destra, come invitandola a uscire e a raggiungerla. La madre di Mariette però, che scorge invece solo un’ombra indistinta, credendo forse che si tratti di qualche spirito o fantasma, si spaventa e impedisce alla figlia di uscire, serrando l’ingresso a chiave. Mariette, che si era diretta verso l’uscio di casa, torna precipitosamente alla finestra, ma rimane delusa nell’accorgersi che la Bella Signora non c’è più e che il giardino è nuovamente sprofondato nel buio della serata invernale.

Il giorno successivo la Bella Signora non compare, così il giorno dopo ancora, martedì 17 gennaio, Mariette si reca da don Jamin, il parroco, per raccontargli l’accaduto. Il parroco non dà molto credito al racconto della bambina, pensando che magari si sia immaginata una statua della Madonna di Lourdes nel giardino di casa propria, mescolando le ombre della notte con la suggestione e la fantasia tipiche di quell’età. Il sacerdote resta però colpito dal fatto che Mariette ha ripreso a frequentare le lezioni di catechismo, come se qualcosa fosse davvero cambiato in lei. Si giunge così a mercoledì 18 gennaio. Verso le sette di sera, dunque alla stessa ora di domenica, Mariette esce di casa, senza di nulla. Incuriosito dallo strano comportamento della figlia, il padre la segue e, stupito, la trova in ginocchio sul sentiero che conduce alla siepe del giardino, intenta a pregare a bassa voce, rivolta in direzione del luogo dove, tre giorni prima, aveva visto la Bella Signora. D’un tratto, la Donna le appare su una piccola nube grigia che la tiene sollevata dal terreno. La bambina continua a pregare sottovoce, con il rosario in mano, tenendo lo sguardo verso l’alto, in direzione della Signora la quale, sorridendo dolcemente, muove le labbra come se pregasse. Dopo circa venti minuti di preghiera, l’apparizione chiede a Mariette di seguirla. La piccola veggente si alza e, varcato il cancello della proprietà dei Beco, si incammina lungo la strada. Per due volte, durante il breve tragitto, Mariette cade in ginocchio, in estasi, pregando alcune “Ave Maria” prima di rialzarsi e proseguire il cammino. A un certo punto, giunta presso una sorgente che scorre lungo la strada, Mariette si inginocchia, una terza volta, sull’orlo del fossato, mentre la Bella Signora resta sospesa sulla scarpata, dicendole: “Immergi le mani nell’acqua”. Immediatamente, la bambina obbedisce, facendo però scivolare il suo rosario nella gelida acqua della sorgente.

La Signora prosegue: “Questa sorgente è riservata a me”, per poi salutarla: “Buona sera, arrivederci” e somparire quindi, lentamente, sollevandosi in cielo, sopra gli alberi circostanti. Mariette rientra in casa, felice per quella che pare la promessa di un ulteriore incontro – la Signora le ha infatti detto “arrivederci” prima di lasciarla. Il padre, stupito per l’accaduto, si reca dal parroco per informarlo sui fatti. Don Jamin è però a Liegi. Appena il parroco viene a sapere di esser stato cercato da Julien Beco, si reca egli stesso a casa della famiglia, dove però trova la piccola Mariette già a letto. Prima che faccia ritorno in parrocchia, Julien gli chiede di incontrarlo il giorno dopo per potersi accostare ai sacramenti. La cosa colpisce assai il sacerdote poiché, dopo che Mariette gli aveva raccontato dell’apparizione, aveva chiesto proprio la conversione del padre – notoriamente poco propenso alla devozione e alla preghiera – come segno della veridicità degli eventi.

La terza apparizione – ormai possiamo così definirle, visto che la stessa Mariette non ha più dubbi sul fatto che le stia apparendo la Vergine – avviene il giorno successivo, giovedì 19 gennaio. Indossato un pesante cappotto per ripararsi dal freddo, la veggente va a inginocchiarsi in giardino verso le sette di sera, sulla neve gelata, come il giorno prima. Dopo alcuni minuti di preghiera a voce sommessa, la piccola allarga le braccia ed esclama: “Eccola!”. Quindi, fattasi coraggio, domanda alla Donna: “Chi siete, mia Bella Signora?”.  E la Signora risponde: “Io sono la Vergine dei Poveri”. L’espressione non è casuale, neppure per Mariette e gli abitanti della zona, poiché il bosco limitrofo alla sorgente era proprio detto “dei poveri” in quanto vi si poteva tagliare legna gratuitamente, in ragione delle gravi condizioni di miseria in cui versava la popolazione della zona. A quel punto Mariette si alza e, seguendo la Madonna, compie il percorso della sera precedente, inginocchiandosi nei tre punti dove era caduta in estasi il giorno prima. Giunta nei pressi della sorgente, domanda alla Vergine perché Ella abbia detto che quella sorgente sia riservata per Lei.

La Madonna le risponde, sorridendole: “Questa sorgente è per tutte le nazioni … (per dare sollievo) agli ammalati”. Mariette ripete, scandendole come per meglio ricordarsele, queste parole, dicendoLe: “Grazie, grazie!”. La Vergine si congeda quindi dalla bambina, con l’implicita promessa di tornare – “Pregherò per te, arrivederci!” -, scoparendo poi in cielo, al di sopra degli abeti circostanti la sorgente. E’ importante notare come questo saluto contenga una doppia promessa: da una parte l’impegno a tornare, in quell’arrivederci che sa di un appuntamento che presto si rinnoverà; ma, soprattutto, la promessa a esser sempre accando a Mariette nella preghiera: “pregherò per te” le dice infatti la Vergine, indicando così il suo ruolo di celeste Mediatrice di grazia presso Dio.

Il giorno successivo, venerdì 20 gennaio, alla solita ora la veggente si reca in giardino per pregare il rosario, in ginocchio sulla nece, come nei giorni precedenti. Questa volta sono presenti diversi vicini, fedeli e curiosi, poiché la voce delle presunte apparizioni ha cominciato a spargersi nei dintorni.  Dopo la preghiera del Rosario, ecco che l’esclamazione di Mariette annuncia l’arrivo della Madonna: “Eccola!”. La bambina le domanda: “Che cosa desiderate, mia Bella Signora?”. La risposta non si fa attendere: “Desidererei una piccola cappella”. Con queste parole, la Madonna rinnova una richiesta che tante volte abbiamo visto caratterizza le apparizioni mariane, laddove la Vergine richiede la costruzione di un edificio sacro che possa restare a memoria della traccia del Suo passaggio tra gli uomini e costituire altresì meta di pellegrinaggio, luogo di preghiera e di devozione, nel quale ricevere le numerose grazie che la Madonna concede a quanti la invocano con fiducia filiale. La Vergine traccia quindi un segno di croce con la mano, benedicendo così la piccola, prima di scomparire in cielo. Provata dalle intense emozioni, oltre che dalle avverse condizioni climatiche, Mariette perde i sensi. Julien, il padre, si fa aiutare da un vicino di casa e la riporta in casa, mettendola a letto, affinché possa riposare. Dopo di che, il signor Beco si ferma a riflettere sugli avvenimenti di quei giorni, profondamente commosso per quanto sta toccando il cuore della figlia. Oltre che il proprio.

Dal giorno successivo, 21 gennaio 1933, fino al 10 febbraio compreso, Mariette si ripresenta all’appuntamento con la Signora tutte le sere verso la stessa ora – le 19 -, a volte da sola, altre accompagnata dal padre. La stagione è la più fredda dell’anno e il gelo e la neve non sembrano dare tregua alla regione. Eppure la bambina non si arrende e ogni sera si inginocchia in giardino, pregando, in attesa della Bella Signora. Non è stata forse Lei a dire: “Arrivederci”? Perché dunque non dovrebbe tornare? E non si è forse presentata come “Vergine dei Poveri”? Come potrebbe dunque dimenticarsi di Mariette, figlia di una delle famiglie più povere del borgo di Banneux? La piccola non si arrende, dunque, e persevera nella preghiera, per quanto la Madonna non le appaia più. E a chi proverà a farle notare che forse è tutto finito – e che magari si è trattato solo di un inganno o di una fantasia – lei replicherà sempre, con tono pacato ma deciso: “Devo uscire, devo andare perché è Lei che mi chiama!”, dando così prova di una fede matura, solida, capace di nutrirsi di sacrificio, attesa e pazienza. Finché tale fede sarà premiata e la Madonna tornerà nuovamente ad apparirLe, l’11 febbraio 1933.

Prima di esaminare la quinta apparizione, quella dell’11 febbraio, appunto, vorrei riflettere su questa data. L’11 febbraio 1933 è infatti il 75° anniversario delle apparizioni di Lourdes. Non è un caso, se notiamo gli elementi che accomunano le apparizioni di Banneux e quelle, famose in tutto il mondo, che hanno reso Lourdes cara a milioni di fedeli nel mondo. Anzitutto, la Madonna si presenta in entrambi i casi a una bambina: da una parte la piccola Bernardette, dall’altra Mariette. Entrambe sono adolescenti – 12 anni ha Mariette, 14 Bernardette nel 1858, al tempo delle apparizioni -, sono di povera famiglia e non hanno cultura né formazione religiosa.  Sia a Lourdes sia a Banneux, inoltre, è presente l’elemento dell’acqua, sia nella fonte che l’Immacolata indica a Bernardette, sia nella sorgente che la Vergine dei Poveri mostra a Mariette. L’acqua è dunque un elemento comune di particolare rilievo. Essa indica la purificazione dell’uomo, la sua rinascita interiore, rimandando al lavacro battesimale. È come se la Madonna indicasse la necessità per i fedeli di “lavare” il loro cuore dal peccato e da quanto inquina la loro anima. Numerosissime sono le conversioni che, accadute a Lourdes, testimoniano come siano anzitutto le guarigioni interiori quelle grazie che la Madonna riversa a piene mani sui pellegrini, ben più dei miracoli fisici. Basti pensare che quelli ufficialmente riconosciuti sono circa una settantina, contro le migliaia di conversioni e di “ritorni alla fede” che invece hanno inciso e profondamente trasformato una moltitudine di cuori. Anche da questo punto di vista si può individuare un parallelismo tra Lourdes e Banneux, poiché pure nel santuario belga sono accadute e accadono numerose conversioni, accompagnate pure da alcune guarigioni fisiche straordinarie.

Torniamo dunque a quell’11 febbraio 1933. Mariette si trova inginocchiata in giardino, intonro alle sette di sera, mentre la luna piena risplende in cielo e illumina il paesaggio circostante. Sono presenti alcuni fedeli che accompagnano la veggente nella preghiera del rosario. A un certo punto, la bambina si alza di scatto – la Madonna le è apparsa, finalmente! – e si dirige verso la sorgente, inginocchiandosi nei tre medesimi punti dove già è caduta in estasi nelle precedenti apparizioni. Giunta alla fonte, immerge le mani nell’acqua e si fa il segno della croce. La Vergine le dice: “Io vengo ad alleviare la sofferenza”. La veggente la ringrazia, mentre la Madonna la saluta, secondo l’espressione ormai abituale – “arrivederci” – per poi scomparire in cielo.  La sesta apparizione avviene a distanza di pochi giorni. È mercoledì 15 febbraio 1933. Alla Madonna che le appare, Mariette chiede un segno, come suggeritole dal parroco, per provare l’autenticità di quegli avvenimenti soprannaturali. A quella richiesta la Madonna replica: “Credete in me, e io crederò in voi”. Confida quindi un segreto a Mariette, la quale si mette a piangere. Prima di allontanarsi, la Vergine aggiunge ancora: “Pregate molto. Arrivederci”.

Per comprendere la risposta della Madonna alla richiesta di Mariette occorre fare un passo indietro, accennando, in estrema sintesi, a un altro celeste avvenimento che prepara le apparizioni di Banneux. Mi sto riferendo alle apparizioni di Beauraing, piccolo villaggio del vescovado di Namur, in Belgio. Qui la Madonna apparve 33 volte a cinque piccoli veggenti di età compresa tra i 9 e i 15 anni, nella riproduzione di una grotta di Lourdes, a partire dal 29 novembre 1932. L’ultima delle apparizioni di Beaureing avvenne il 3 gennaio 1933, appena 12 giorni prima dell’inizio di quelle di Banneux. A conferma della soprannaturalità degli avvenimenti che avevano investito i 5 fanciulli, i fedeli avevano offerto una novena di preghiere per richiedere un segno dal Cielo. La novena era terminata il 16 gennaio 1933. Il segno era stato dato addirittura con un giorno di anticipo, poiché già il 15 gennaio aveva avuto inizio un nuovo corso di apparizioni, a Banneux, appunto, a conferma che la Madonna stava riservando una attenzione tutta particolare al Belgio.

Alla luce di questa premessa possiamo forse capire meglio perché la Madonna dica a Mariette: “Credete in me, e io crederò in voi”. E’ la risposta di una Mamma che dice ai propri figli di smetterla di chiedere segni e prove, per cominciare invece ad avere fiducia, abbandonandosi sereni tra le braccia materne. La richiesta di un segno porta anzi la Madonna quasi a ribaltare la prospettiva, esortando i fedeli stessi a dare un segno: “Credete in me”. L’unico segno che infatti possiamo offrire alla Vergine è quello di una fede sincera, tenera, filiale. Solo se daremo segno di una tale fiducia nella Madonna, Lei stessa potrà concederci un segno ne maggiore, ovvero la Sua fiducia in noi: “Io crederò in voi”. Vale a dire: invece di attendere passivamente segni dal cielo – atteggiamento che anche Gesù nel Vangelo ben stigmatizza, dicendo che la sua generazione non avrà altro segno che quello di Giona, alludendo alla sua morte e risurrezione – iniziate voi stessi a essere un segno (per sé e per gli altri), mostrando quella fede e quella fiducia in Gesù che la Madonna è venuta a chiedere ai suoi figli. Solo con tale fede potremo ricevere tutte le grazie e le benedizioni che la Madonna continuamente intercede per noi presso Dio.

Ancora, possiamo notare come le apparizioni mariane non possano intendersi isolatamente da quel grande mosaico che segna gli ultimi due secoli della nostra storia, secondo la tesi di Jean Guitton, grande filosofo cattolico e Accademico di Francia, per cui – da Rue du Bac, Parigi, nel 1830, fino a Fatima, 1917 – si snoderebbe un percorso di apparizioni mariane che mira a svelare il piano dell’attacco satanico al mondo contemporaneo. Ecco, credo che anche Banneux possa rientrare a pieno titolo in questo disegno mariano che ha lo scopo, attraverso apparizioni sempre più frequenti della Madonna, di invitare il mondo alla conversione, a ritornare a Dio, difendendosi dagli assalti del demonio che vuol spingere il mondo all’autodistruzione e l’umanità alla dannazione eterna. Perché dico questo? Anzitutto per il legame tra Lourdes e Banneux, che già ho cercato di mettere in luce soprattutto in riferimento alla sorgente d’acqua e al tema della guarigione (dell’anima e del corpo). Legame che a quanto pare si estende anche a Beaureing, laddove le apparizioni avvengono in una riproduzione della grotta di Lourdes e si legano poi a Banneux, come abbiamo appena visto, poiché le visioni di Mariette sono proprio la conferma richiesta con solenne novena di preghiere in seguito alle apparizioni di Beaureing, quale segno e conferma della soprannaturalità degli avvenimenti che hanno coinvolto i 5 giovani veggenti tra la fine del 1932 e l’inizio del 1933.

Torniamo ora al ciclo delle apparizioni, esaminando la settima. È lunedì 20 febbraio. Lo scenario è quello abituale: neve, freddo, ghiaccio. Mariette si trova in ginocchio in giardino, in preghiera. A un tratto la Vergine le appare, e la conduce, come al solito, presso la sorgente, al limitare del bosco. Là giunta, la Madonna sorride alla piccola veggente, quindi le dice: “Mia cara bambina, prega molto”. A quel punto la Madonna si fa seria, congedandosi con il solito: “Arrivederci”. Trascorrono poi alcuni giorni, prima dell’ottava e ultima apparizione, che ha luogo la sera di giovedì 2 marzo 1933. È una serata piovosa ma, all’inizio della recita della terza corona del rosario, ecco che improvvisamente la pioggia smette di cadere, il cielo si rasserena e si possono vedere innumerevoli stelle che rischiarano la notte nascente. Appena la Madonna appare a Mariette, ecco che la veggente la accoglie tendendole le braccia. Notiamo come l’attesa sempre più lunga che precede l’apparizione – questa volta la veggente ha dovuto aspettare la recita di tre corone del rosario – sia un modo concreto di condurre Mariette a quella preghiera intensa che la Madonna stessa è venuta a chiedere. La Vergine le dice: “Io sono la Madre del Salvatore, la Madre di Dio”. Il viso della Madonna è coperto da un velo di profonda tristezza, soprattutto quando pronuncia una grave raccomandazione: “Pregate molto”. Quindi con la mano destra traccia un segno di croce sulla bambina, per poi salutarla e congedarsi definitivamente dicendole: “Addio”.

Il commiato di questa ottava apparizione indica chiaramente che si è chiuso un ciclo: “Addio” dice infatti la Madonna, per significare che ha detto a Mariette quello che il Cielo l’ha incaricata di dire, affidandole i messaggi che, per suo tramite, sono rivolti al mondo intero. Già nel mese di maggio di quel 1933 viene posta la prima pietra della cappella nel giardino dei Beco, inaugurando il piccolo edificio sacro il 15 agosto dello stesso anno. Il vescovo di Liegi attese però qualche tempo, secondo la prudenza che contraddistingue la usuale prassi della Chiesa in materia di apparizioni mariane, prima di pronunciarsi. Nella lettera pastorale del 19 marzo 1942 diede quindi piena autorizzazione a praticare il culto alla “Madonna di Banneux”. Ricevuto incarico dalla Santa Sede di approfondire l’esame sulla soprannaturalità dei fatti, lo stesso vescovo, mons. Kerkhofs, riconobbe come autentiche e senza riserve le otto apparizioni della “Vergine dei Poveri” a Mariette Beco. Si apriva così la strada per l’espansione del culto, attraverso la posa, l’8 agosto 1949, della prima pietra del nuovo santuario che sarebbe sorto sul luogo delle apparizioni.

Mariette scelse di vivere la propria esistenza senza clamori né visibilità, all’insegna di quella poverta di spirito che la Madonna era venuta a insegnarle in quel di Banneux, scegliendo poi di sposarsi e metter su famiglia. Per introdurre alcune riflessioni sul messaggio di Banneux, ritengo utile riportare alcuni passi della lettera pastorale che, datata 22 agosto 1949 e firmata dal vescovo di Liegi, mons. Louis-Joesph Kerkhofs, sancì il riconoscimento ufficiale delle apparizioni di Banneux: “…crediamo veramente che la santa Vergine è apparsa e ha parlato a Banneux. A due riprese, prima nel 1942 e poi nel 1947, abbiamo riconosciuto ufficialmente, con qualche riserva, la realtà delle apparizioni di Banneux. Oggi, dopo due nuovi anni di preghiere e di osservazione, noi in coscienza crediamo di poter e dover riconoscere senza riserve questa realtà, cioè la realtà delle otto Apparizioni della santa Vergine a Mariette Beco, che hanno avuto luogo il 15, il 18, il 19 e il 20 gennaio, l’11, il 15 e il 20 febbraio e il 2 marzo 1933. Dedicando il futuro santuario alla Regina delle Nazioni, noi vogliamo allo stesso tempo rispondere al messaggio e al desiderio della nostra augusta Visitatrice, rendere omaggio alla sua regalità e sottolineare il legame tra la sua visita e la consacrazione del mondo al suo Cuore Immacolato. Del resto non è forse servire gli interessi di tutti i popoli, così giustamente preoccupati del loro avvenire e della loro sicurezza, orientare il loro sguardo e il loro cuore verso Colei che è la Regina delle Nazioni e la Regina della Pace?”.

Credo che questa citazione sia di grande aiuto per cogliere il valor profondo delle apparizioni di Banneux. Come il vescovo di Liegi riconosce, la Madonna è “Regina delle Nazioni”. Questo titolo lascia intendere che il messaggio consegnato a Mariette Beco non vale solo per il Belgio, bensì per il mondo stesso. La Bella Signora si presenta infatti come Vergine dei Poveri non intendendo con questo soltanto i poveri in senso materiale – come gli abitanti di Banneux, ad esempio, sempre impegnati in una dura lotta per la sopravvivenza quotidiana – ma anzitutto i poveri in spirito. La Madonna è cioè venuta per essere la Regina dei Cuori in quanti, distaccandosi dai beni terreni, riescono a liberare il loro cuore, scoprendo di non possedere niente e di avere bisogno di tutto, anzi di Colui che è il solo Tutto capace di saziare la sete d’infinito che è propria del cuore dell’uomo. Maria è dunque “Regina delle Nazioni” in quanto è “Vergine dei Poveri”, intendendosi con questi tutti coloro che, nel mondo, scelgono di rinunciare a tutto pur di conquistare il Regno dei Cieli.

È una scelta del cuore, tanto che il vescovo stesso evidenzia il legame che sussiste tra tali apparizioni e il tema della consacrazione al Cuore Immacolato di Maria: consacrarsi al Cuore della Madonna significa abbandonarsi totalmente alla Vergine, rinunciando con ciò in tutto e per tutto al Maligno, alle sue opere e seduzioni, aspirando a quel distacco da Satana che, nella sua assolutezza, fu proprio in terra solo di Maria, in quanto Immacolata. Quando tutto il mondo avrà imboccato la strada della consacrazione al Cuore Immacolato di Maria, ecco che la Madonna sarà la Regina di tutti i cuori, e tramite essa nel mondo potrà regnare la vera pace, tanto che il vescovo stesso anticipa felicemente i tempi odierni indicando la Madonna come “Regina della Pace”. Con il titolo di Regina della Pace si allude senz’altro a una grande verità di fede che interessa ogni uomo: solo Dio dona la vera pace (Gesù ha ben detto di esser venuto per donare una pace vera, che non è quella del mondo, no?), e la Madonna è venuta tra gli uomini proprio per invitare l’umanità a riconciliarsi con Dio e a ottenere così la vera pace interiore, quella che il mondo non può assolutamente togliere né minacciare.

Il richiamo alla pace riporta però anche alla prospettiva specifica del Belgio. Notiamo infatti il parallelismo tra le apparizioni e i fatti storici più rilevanti del periodo. In particolare, il 30 gennaio 1933 ha inizio il Cancellierato di Adolf Hitler; la vittoria alle elezioni del 5 marzo 1933 del Partito Nazional-Socialista consolida poi il potere di Hitler, il quale prepara la completa eliminazioni dei poteri parlamentari nelle settimane successive. Facciamo un salto avanti, fino all’inizio della Seconda guerra mondiale, per notare come proprio il Belgio faccia le spese dell’espansionismo tedesco, e come proprio in Belgio si combatta, nel 1944, una delle battaglie più sanguinose, quella delle Ardenne, ovvero le zone delle foreste del Belgio in cui si trova anche Banneux: combattutasi tra il 16 dicembre 1944 e il 28 gennaio 1945, causerà oltre 150.000 morti tra i due schieramenti, e risulterà decisiva nella controffensiva che gli Alleati scateneranno per abbattere il Terzo Reich e sancire la fine del Nazionalsocialismo. Ecco forse perché la Madonna invita a più riprese Mariette alla preghiera, assumendo una espressione preoccupata, seria, tesa a mettere in guardia sulla serietà degli eventi futuri.

Il richiamo alla guerra permette di mettere in luce un ulteriore legame, quello tra Banneux e Fatima. Anzitutto nel nome della Consacrazione al Cuore Immacolato, che il vescovo di Liegi richiama proprio avendo ben presente l’invito fatto dalla Regina del Rosario ai tre pastorelli affinché attraverso la consacrazione della Russia (e del mondo) al Suo Cuore Immacolato il mondo potesse avere la tanto sospirata pace, scongiurando il pericolo di un secondo conflitto mondiale e gli orrori del Comunismo. La storia portò purtroppo con sé sia l’una che l’altra delle terribili realtà profetizzate dalla Madonna, in quanto l’uomo non volle accogliere nel profondo del proprio cuore l’invito alla conversione rivolto dalla Vergine a una umanità sempre più spinta dinnanzi al bivio tra la vita e la morte, tra il fare del mondo un giardino rigoglioso oppure ridurlo a un cumulo di macerie. Ecco dunque che la prospettiva della Seconda guerra mondiale lega in qualche modo Fatima e Banneux, laddove il Belgio sembra esser messo in guardia in modo speciale dalle conseguenze dell’ascesa politica di Hitler.

Il messaggio di Banneux non vale solo per il Belgio di quegli anni, ma deve poter valere anche per noi, se crediamo che ogni apparizione della Madonna abbia un valore storico ma anche uno universale, tale cioè da restare valido aldilà di un determinato contesto spazio-temporale. In questo caso, l’invito alla preghiera e al farsi poveri in spirito pare essere il cuore di un messaggio che interpella anche noi, oggi.  A Banneux la Madonna è dunque venuta per ricordarci ancora una volta che Ella, serva amorosa di Gesù, è Mediatrice di grazie per gli uomini e ci indica la sorgente di ogni grazia, cioè suo figlio Gesù suscitando in noi la fede e la preghiera necessarie per riconoscere e accogliere il Figlio di Dio come Re di tutti i cuori.  Certo, presentandosi come “Regina dei Poveri”, la Madonna si pone in linea con lo spirito di carità che anima il Vangelo, tutto intriso di richiami a un amore operoso verso i fratelli meno fortunati, secondo la missione che Gesù stesso ha affidato alla sua Chiesa (“I poveri li avrete sempre con voi”, Mt 26, 11). Tuttavia, come già abbiamo sottolineato, il cuore del messaggio riguarda l’interiorità dell’uomo ben più che la precarietà della vita economica: “Beati i poveri in spirito, perché di essi è il Regno dei Cieli” (Mt 5, 3). Che in gioco ci sia la guarigione del cuore dell’uomo paiono dimostrarlo le numerose conversioni che sono avvenute proprio a Banneux per intercessione della Vergine dei Poveri, che nel richiedere incessanti preghiere ai fedeli ha forse di mira proprio di chiedere anche preghiere di intercessione da parte di ognuno di noi in favore della conversione dei peccatori. Invito che costituirebbe un ulteriore elemento di raccordo con Fatima, laddove la Madonna aveva espressamente detto che un grande numero di anime andava dannata poiché non vi era alcuno che pregasse per loro quando’esse ancora potevano salvarsi.

Credo che questo invito alla preghiera possa valere ancor più per noi oggi, chiamandoci a fidarci della Madonna, senza troppi ragionamenti né obiezioni (tipiche di chi non è affatto povero in spirito…), ma semplicemente abbandonandosi alla volontà di Dio tramite Maria. Quello a “pregare molto” è un invito che fin da subito viene preso sul serio a Banneux, tanto che nel 1934 viene fondata sul posto l’Unione Internazionale di Preghiere, approvata dal vescovo di Liegi nello stesso anno. Il programma di preghiera prevede la recita del Rosario completo, ogni sera intorno alle 19 presso la cappellina delle apparizioni, per proseguire poi con la recita delle invocazioni. L’Unione si è diffusa nel mondo (anche in Italia, dove il Movimento Madonna dei Poveri di Milano vi aderisce fin dal 1950) portando così decine di migliaia di fedeli ad alimentare ogni giorno quel grande fiume di preghiera che è partito da Banneux e si è diffuso in tutto il mondo. Uniamoci anche noi alla preghiera alla Vergine dei Poveri, certi che la Madonna non mancherà di assisterci nella preghiera, secondo quanto ha promesso a Mariette Beco: “Pregherò per te”. Certi di questa comunione di affetto e di preghiera con la Madre di Dio, ci rivolgiamo supplici alla Vergine dei Poveri perché venga in nostro aiuto:

Nostra Signora di Banneux, Madre del Salvatore Madre di Dio, Vergine dei Poveri, tu che hai detto: « Credete in me, io crederò in voi », noi riponiamo in te tutta la nostra fiducia. 

Degnati di ascoltare le preghiere che ti rivolgiamo, abbi pietà di tutte le miserie spirituali e temporali, ridona ai peccatori i tesori della fede, dai sollievo agli ammalati, allevia la sofferenza, prega per noi e, per la tua intercessione, ottieni che il regno di Cristo Re si estenda a tutte le nazioni. 

Vergine dei Poveri, prega con noi (si ripete tre volte) e con tutti i membri della tua Unione Internazionale di Preghiere.

Divisore dans San Francesco di Sales

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