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Messaggio dell’Arcivescovo Bruno Forte per l’inizio dell’anno scolastico

Posté par atempodiblog le 26 septembre 2020

Messaggio dell’Arcivescovo Bruno Forte per l’inizio dell’anno scolastico

Messaggio dell’Arcivescovo Bruno Forte per l’inizio dell’anno scolastico dans Coronavirus Ritorno-a-scuola

Cari Amici,

l’anno scolastico 2020-2021 si presenta in modo del tutto particolare: la pandemia da Coronavirus che abbiamo dovuto affrontare e che stiamo ancora affrontando condiziona i nostri comportamenti e richiede attenzioni e precauzioni tanto necessarie, quanto per molti aspetti inedite. Oltre a raccomandare il senso di responsabilità verso se stessi e verso il bene comune, per osservare quanto ci viene richiesto (dall’uso della mascherina, al lavaggio frequente delle mani, al distanziamento fra le persone, all’impiego dei banchi singoli…), mi sembra importante richiamare l’importanza che in questa fase può avere la didattica via rete, sottolineando al tempo stesso il valore impareggiabile di quella in presenza, che consente ai nostri ragazzi e giovani di socializzare fra loro e di stabilire anche con i docenti rapporti significativi e fecondi.

Lo ha ricordato il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella con parole che desidero riportare: «So bene, cari studenti, che la scuola vi è mancata… Avete avvertito quanto valesse l’incontro quotidiano con i vostri insegnanti, la vicinanza dei vostri compagni… Quel che è accaduto è stato come una lezione di vita che vi ha fatto comprendere, in modo chiaro, come la scuola sia indispensabile allo sviluppo personale di ciascuno di voi» (a Vo’ Euganeo, Padova, il 14. 09. 2020). Il Capo dello Stato ha aggiunto anche una considerazione che deve farci particolarmente pensare: «L’inaugurazione dell’anno scolastico, mai come in questa occasione, ha il valore e il significato di una ripartenza per l’intera società…Ci troviamo di fronte a una sfida decisiva».

Si tratta di una sfida da cogliere e da affrontare insieme: è l’invito e l’augurio che rivolgo a tutti, Docenti, Personale non Docente e Studenti con i Loro Familiari, che tanto sono chiamati a fare per accompagnare i Loro Figli in questa fase delicata.

Auguro in particolare ai nostri ragazzi e giovani un’intensa e fruttuosa attività di studio e di crescita umana, culturale e spirituale, da vivere con serenità e autentica coralità. Prego perché tutto questo si realizzi al meglio, mentre offro a Voi tutti come spunto di riflessione un brano della mia recente lettera pastorale sulla prudenza, virtù più che mai necessaria in tempi non facili come questi:

«A causa della pandemia dovuta al Coronavirus l’intera umanità si è trovata a vivere una fase in cui a tutti sono state richieste decisioni pratiche importanti, al fine di adottare stili di vita e comportamenti che… ognuno è stato chiamato a far propri in maniera consapevole e responsabile, con rigorosa prudenza. La devastante azione del virus ha infranto modelli che sembravano vincenti e definitivi, fondati sulla corsa ai consumi continuamente stimolata dalla propaganda, alla ricerca di piaceri suggeriti come appetibili e facili a conseguirsi a prescindere da ogni giudizio morale… Il virus ha colpito questa presunzione, facendo vittime in tutto il pianeta…, La drammaticità dell’esperienza ha anche mostrato esempi altissimi di dedizione e di generosità, specialmente fra medici, operatori sanitari, sacerdoti e addetti ai servizi essenziali, che non si sono risparmiati, fino al punto da perdere in numero notevole la propria vita» (da La prudenza, virtù dei coraggiosi, Lettera pastorale per l’anno 2020-2021, n. 1).

Possa Dio aiutarci a far tesoro di questi esempi e accompagni tutti Voi nel cammino di crescita personale e collettivo che la scuola propone. Vi benedico, portandoVi nella preghiera e nel cuore.

+ Bruno Forte
Arcivescovo di Chieti – Vasto
Presidente della CEAM

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A Napoli la beatificazione di Maria Luigia Velotti. Donna del popolo attenta ai bisogni degli ultimi

Posté par atempodiblog le 26 septembre 2020

A Napoli la beatificazione di Maria Luigia Velotti. Donna del popolo attenta ai bisogni degli ultimi
di Giovangiuseppe Califano (Postulatore generale dell’ordine dei Frati minori) – L’Osservatore Romano

A Napoli la beatificazione di Maria Luigia Velotti. Donna del popolo attenta ai bisogni degli ultimi dans Articoli di Giornali e News Maria-Luigia-Velotti-da-Soccavo

Maria Luigia Velotti — che viene beatificata a Napoli sabato mattina, 26 settembre — è una singolare figura di quella stagione di santità fiorita nel corso dell’Ottocento nella Chiesa di Napoli, a cui contribuì in maniera efficace l’azione pastorale del venerabile cardinale Sisto Riario Sforza, arcivescovo negli anni 1845-1877. La vicenda umana della nuova beata si dispiega negli ambiti più umili della scala sociale. I casali di Soccavo, Sirico di Nola, Capodimonte, Miano, e infine la cittadina di Casoria, furono le tappe che segnarono la modesta geografia della sua vita. Mentre san Ludovico da Casoria, che pure fu suo confessore, coinvolgeva nella sua vulcanica opera caritativa i più noti personaggi del mondo culturale, politico ed ecclesiale del suo tempo e santa Caterina Volpicelli si adoperava a diffondere con ardore l’Apostolato della preghiera e la devozione al Sacro Cuore di Gesù a partire dai più prestigiosi salotti della borghesia napoletana, Maria Luigia Velotti quasi in punta di piedi avviava la sua opera di evangelizzazione e di promozione umana a favore delle fanciulle e delle donne del popolo, dopo aver vissuto lunghi anni ritirata dal mondo, nella semplice condizione di terziaria francescana.

Maria Velotti era nata a Soccavo, villaggio alle porte di Napoli, il 16 novembre 1826. All’età di quattro anni, orfana di entrambi i genitori, fu accolta dalla zia materna a Sirico di Nola. Qui trascorse un’infanzia felice, finché il germe dell’invidia non venne a deteriorare la convivenza. Parenti malevoli, temendo di essere privati dell’eredità, istigarono la zia, nubile e possidente, contro la nipote, dipinta come una ragazza fannullona e incapace. Alle proibizioni e alle angherie che ne seguirono, Maria rispose con atteggiamento umile e sottomesso, rifugiandosi nella preghiera. In questa via di umiltà e di sofferenza, privata una seconda volta degli affetti familiari, Maria progredì nel cammino di fede. Risale al 1849 l’incontro col padre Filippo Antonio da Domicella, frate minore, che la orientò definitivamente verso la spiritualità francescana. Il 2 febbraio 1853 nel convento di San Giovanni in Palco a Taurano di Nola, la beata ricevette l’abito del terz’ordine francescano e assunse il nome di Maria Luigia Pascale del Santissimo Sacramento. L’anno successivo, professò la regola. Già da tempo si era ritirata a vivere presso una coppia di anziani coniugi che la consideravano come una figlia. Nella loro casa, poteva adempiere tranquillamente le pratiche di pietà, vivendo nella forma allora abituale nel Meridione d’Italia, della monaca di casa.

A partire dal mese di luglio 1854 ebbe inizio una nuova tappa della sua vita, contraddistinta dall’esperienza comunitaria. Su consiglio del confessore, l’umile terziaria di Sirico chiese di essere accolta nel “ritiro” fondato a Capodimonte da Maria Michela Russo. Poi dal 1864 passò nel “conservatorio” delle Teresiane della Torre, alla salita San Raffaele di Materdei in Napoli, dove stette due anni. Queste forme di vita religiosa, ancora molto diffuse nell’Ottocento, furono il mezzo con cui il Signore andò preparandola a quello che sarebbe stato il suo compito di fondatrice di una nuova comunità francescana. Infatti Maria Luigia, oltre l’intensa vita di preghiera, avvertiva il bisogno di aprirsi a una dimensione apostolica più attiva, per rispondere efficacemente alle emergenze sociali del suo tempo. Con la sua prima compagna, Elisabetta Albini, che aveva conosciuto presso le Teresiane, nel 1868 Maria Luigia si trasferì nel casale di Miano, nelle vicinanze del convento dei Frati minori. Qui, sotto la guida del venerabile padre Michelangelo da Marigliano, le due donne svilupparono un umile ma intenso apostolato tra la popolazione. Intorno al 1870, ritornarono a Napoli dove presero in affitto una casa nel quartiere di Materdei per iniziare ad accogliere bambine orfane, bisognose di assistenza. Fu questo il periodo in cui si intensificarono i rapporti spirituali con san Ludovico da Casoria, che spesso celebrava la messa per la piccola comunità. Col tempo il raggio d’azione di Maria Luigia si estese anche a ragazze e a donne desiderose di vivere ritirate dal mondo. Con l’arrivo di nuove vocazioni, in questo contesto spirituale e apostolico, negli anni 1877-1879 nacquero le suore Francescane adoratrici della Santa Croce. Il venerabile Bernardino da Portogruaro, ministro generale dei Frati minori, in visita a Napoli, conobbe personalmente la madre Maria Luigia, ne divenne un sincero estimatore, incoraggiò gli umili inizi della fondazione, riconoscendovi il dito di Dio e l’autentica matrice francescana. Con la scelta del titolo dell’istituto la fondatrice intendeva esprimere la sua speciale devozione alla passione del Signore e l’ideale di onorare la Croce con una perfetta donazione di carità. La spiritualità della beata affonda infatti nella più genuina scuola francescana dove la contemplazione affettiva trova il suo principale riferimento nel libro della Croce. Fin da giovane madre Maria Luigia fu peraltro favorita da singolari doni mistici che la resero partecipe dei dolori della passione di Gesù. Inoltre si manifestarono in lei estasi, bilocazioni, scrutazione dei cuori, guarigioni, carismi che seppe custodire nell’umiltà e nel nascondimento, senza suscitare clamore.

Madre Maria Luigia fu una donna del popolo sempre attenta ai bisogni degli ultimi. La sua specifica missione, dal momento che non poteva attendere ad attività esterne perché malata nel fisico, fu quella di attendere all’accoglienza di numerose persone che quotidianamente le facevano visita per ottenere guida, conforto e sostegno spirituale. Benché illetterata, la beata fu amabile consigliera capace di dispensare a tutti con semplicità la sapienza evangelica che apprendeva all’incessante contemplazione del mistero della Croce.

Nel 1884 madre Maria Luigia stabilì la sede del suo istituto a Casoria, in quello che fu detto il “ritiro di Santa Maria”, adiacente la casa natale di padre Ludovico da Casoria. Di lì a poco anche santa Maria Cristina Brando e santa Giulia Salzano, che pure conobbero e frequentarono la beata, eleggevano la cittadina campana a centro di irradiazione delle loro opere. Intanto le sue condizioni di salute — che fin dal 1880 la costringevano alla sedia — si aggravarono. Nella serena attesa dell’incontro con il Signore, madre Maria Luigia si spense il mattino del 3 settembre 1886. La sua memoria restò in benedizione per cui nel 1927 si avviò presso la curia ecclesiastica di Napoli il processo informativo per la sua beatificazione. La serva di Dio fu dichiarata venerabile il 21 gennaio 2016.

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