Posté par atempodiblog le 11 août 2020
Il silenzio di discrezione
La lingua, le chiacchiere, il pettegolezzo sono armi che ogni giorno insidiano la comunità umana, seminando invidia, gelosia e bramosia del potere. Con esse si può arrivare a uccidere una persona. Perciò parlare di pace significa anche pensare a quanto male è possibile fare con la lingua. (Papa Francesco)
Quale esempio di discrezione ci dà la Madre di Dio! Nemmeno a Giuseppe dà a conoscere il mistero. Chiedi alla Madonna la discrezione che ti manca. (San Josemaria Escrivà de Balaguer)
Credo che la saggezza delle persone sta nel “sapere” quello che si dice e non parlare e sparlare su persone e situazioni senza conoscerle in profondità.
Il silenzio è anche una “sospensione del giudizio” davanti al mistero dell’altro che deve essere ascoltato, accolto, amato com’è e non giudicato o analizzato come una cavia da laboratorio. La discrezione è una virtù che ci permette di rispettare il pudore e la complessità del mistero dell’altro.
Non possiamo andare continuamente alla ricerca di news, di scandali, di gossip, di quello che fanno gli altri… il tempo è un dono di Dio e va usato per pregare, amare, lavorare, leggere e pensare prima di tutto alla propria conversione. Chi è discreto è custode dei segreti degli altri ed è gentile nell’ascoltare e nel partecipare alle gioie e ai dolori degli altri. O Maria, Vergine della Bellezza interiore aiutaci a guardare nel volto degli altri il Volto del tuo Figlio.
Tratto da: Santuario Madonna del Silenzio
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Posté par atempodiblog le 11 août 2020
Filomena martire cristiana?
Il culto di Santa Filomena e anche tutti gli interrogativi sulla sua identità hanno origine a Roma il 25 maggio del 1802 durante gli scavi nella Catacomba di Priscilla sulla via Salaria, quando vengono scoperte le ossa di una giovane di tredici o quattordici anni e un vasetto contenente un liquido ritenuto sangue della Santa. Il loculo era chiuso da tre tegole di terracotta su cui era inciso: “LUMENA PAX TE CUM FI”. Si credette che, per inavvertenza, fosse stato invertito l’ordine dei tre frammenti risalenti tra il III e il IV sec d.C. e che si dovesse leggere: « PAX TE / CUM FI / LUMENA” cioé: « La pace sia con te, Filomena ». I diversi segni decorativi intorno al nome inoltre – soprattutto la palma e le lance – portarono ad attribuire queste ossa ad una martire cristiana dei primi secoli. All’epoca, infatti, si riteneva che la maggior parte dei corpi presenti nelle Catacombe risalissero alle persecuzioni dell’epoca apostolica.
Le reliquie e i prodigi a Mugnano del Cardinale
Furono queste reliquie ad essere in seguito portate, per richiesta del sacerdote nolano Francesco De Lucia, a Mugnano del Cardinale, in provincia di Avellino, nella chiesa dedicata alla Madonna delle Grazie, dove sono tuttora. Qui i primi miracoli raccontati proprio da mons. De Lucia. Attirato da quanto succedeva Papa Leone XII concesse al Santuario la lapide originaria che Pio VII aveva fatto trasferire nel lapidario Vaticano. Nel 1833, in questo contesto, si inserì la “Rivelazione” di suor Maria Luisa di Gesù che contribuì a diffondere il culto di Santa Filomena in Europa e in America. Personaggi noti come Paolina Jaricot, fondatrice dell’Opera della Propagazione della Fede e del Rosario vivente, e il santo Curato d’Ars ricevettero la guarigione completa dei loro mali per intercessione della santa e ne divennero ferventi devoti.
La biografia secondo Suor M. Luisa di Gesù
E’ proprio il racconto di suor Maria Luisa a svelare la storia della Santa. La suora affermò che la vita di Filomena le era stata narrata per “rivelazione” dalla santa stessa. Filomena sarebbe stata figlia di un re della Grecia convertitosi al cristianesimo e per questo divenuto padre. A 13 anni consacrò a Dio con voto la sua castità verginale. Fu allora che l’imperatore Diocleziano dichiarò guerra a suo padre: la famiglia si vide costretta allora a trasferirsi a Roma per trattare la pace. L’imperatore si innamorò della fanciulla, ma al suo rifiuto la sottopose ad una serie di tormenti da cui sempre fu salvata fino alla definitiva decapitazione. Due ancore, tre frecce, una palma e un fiore sono i simboli, raffigurati sulle tegole del cimitero di Priscilla, che furono interpretati come simboli del martirio. Ma uno studio più approfondito dei reperti archeologici attestò l’assenza della scritta martyr e fece decadere la possibilità della morte per martirio; inoltre nell’ampolla trovata accanto ai resti si provò che non vi fosse sangue ma profumi tipici delle sepolture dei primi cristiani. In definitiva il corpo era di una fanciulla morta nel IV secolo sul cui sepolcro erano state utilizzate tegole con iscrizioni di un precedente sepolcro. La Sacra Congregazione dei Riti nella Riforma Liturgica degli anni ’60 tolse allora dal calendario il nome di Filomena. Ma il culto rimase.
La Devozione resta
La “Santina” del Curato D’Ars, come molti chiamano Santa Filomena, fu venerata in particolare da San Pio da Pietrelcina sin da bambino. La chiamava “la principessina del Paradiso” e a chi osava mettere in discussione la sua esistenza, rispondeva che i dubbi erano frutto del demonio e ripeteva: “Può pure darsi che non si chiami Filomena! Ma questa Santa ha fatto dei miracoli e non è stato il nome che li ha fatti!”. Tutt’oggi Filomena intercede per molte anime e numerosi fedeli si recano a pregare davanti alle sue spoglie. E’ considerata la protettrice degli afflitti e dei giovani sposi e molte volte ha donato la gioia della maternità a madri sterili.
Tratto da: Vatican News
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