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Commento di padre Livio di Radio Maria al messaggio di Medjugorje del 25 giugno 2020

Posté par atempodiblog le 2 juillet 2020

Messaggio della Regina della Pace alla veggente Marija (25 giugno 2020)

“Cari figli!
Ascolto le vostre suppliche e preghiere ed intercedo per voi presso mio Figlio Gesù che è via, verità e vita. Figlioli, ritornate alla preghiera e aprite i vostri cuori in questo tempo di grazia ed incamminatevi sulla via della conversione. La vostra vita è passeggera e non ha senso senza Dio. Perciò sono con voi per guidarvi verso la santità della vita affinché ciascuno di voi scopra la gioia di vivere. Figlioli, vi amo tutti e vi benedico con la mia benedizione materna. Grazie per aver risposto alla mia chiamata”.

Commento di padre Livio di Radio Maria al messaggio di Medjugorje del 25 giugno 2020 dans Fede, morale e teologia Padre-Livio-Fanzaga-e-la-Gospa-di-Medjugorje

Commento di padre Livio di Radio Maria al messaggio di Medjugorje del 25 giugno 2020

In questo messaggio la Madonna non ha fatto nessun riferimento al 39° anniversario, anniversario molto particolare senza pellegrini.
Infatti le frontiere sono chiuse fino al 1° Luglio. Gli altri anni eravamo presenti 100.000 pellegrini a Medjugorje in occasione dell’anniversario.
In realtà era presente la popolazione del posto, liberata dall’incombenza di far da mangiare ai pellegrini, rifare i letti e tutto il necessario, e inoltre sono arrivati molti pellegrini dall’Erzegovina, tant’è vero che il parroco, Padre Marinko, si è commosso e ha ricordato i messaggi dei primi tempi, quando la Madonna aveva detto che era venuta a Medjugorje, perché in quella zona c’era ancora un buon numero di credenti cattolici.
Noi aspettavamo che la Madonna facesse accenno all’anniversario, in quanto il giorno dopo, il 26 Giugno, inizia il 40° anno, quindi un anno con un significato biblico speciale: i 40 anni del popolo di Israele nel deserto, prima di arrivare alla terra promessa, i 40 giorni di Gesù nella lotta contro il demonio, ma la Madonna non ha commentato.
Anzi nel messaggio che la Madonna ha dato a Ivan il 24 giugno ha detto: “io non mi sono stancata, perciò non stancatevi neppure voi”.
Quindi l’impressione è che abbia davanti a sé un grande programma.
Sappiamo che la Madonna apparirà almeno a uno dei veggenti che adesso hanno le Apparizioni quotidiane, cioè Marija, Vicka e Ivan, anche per tutto il tempo dei 10 segreti.
Poi apparirà per tutta la vita a quei veggenti che non hanno più le Apparizioni quotidiane, ma le hanno una volta all’anno.
Queste sono le sue ultime Apparizioni, la Madonna sta preparando la grande battaglia, la vittoria è certa, e ha detto: “se siete miei, vincerete” (25.7.2019), dobbiamo fare la battaglia per essere suoi.
“Cari figli, ascolto le vostre suppliche e preghiere e intercedo per voi presso mio Figlio Gesù, che è Via, Verità e Vita”. Nel messaggio del 25 Marzo, la Madonna aveva detto: “ritornate a mio Figlio, ritornate alla preghiera, al digiuno”, (toccando tutti i tasti che Le stavano a cuore), “allora la preghiera sarà ascoltata, Dio esaudirà le vostre suppliche”.
Parlava al futuro. Oggi invece la Madonna apre il messaggio dicendoci che ascolta le nostre preghiere e suppliche e intercede presso suo Figlio.
Allora ho chiesto a Marija se possiamo chiedere la Grazia di essere liberati da questa pandemia e Marija ha risposto: “certo che possiamo chiederla!”
Per me questa frase della Madonna: “ascolto le vostre suppliche e preghiere” è un invito e un incoraggiamento che la Madonna ci fa a continuare a pregare per liberarci da questa pandemia che è pericolosa, è una spada di Damocle, perché adesso si comincia a dire che a settembre potrebbe tornare; è un pericolo che non siamo ancora capaci di combattere, per cui solamente la Madonna può dire basta a questo virus.
La Madonna ci vuole ascoltare, Lei intercede “presso mio Figlio Gesù che è Via, Verità e Vita”, porta le nostre preghiere a Gesù, il quale è il Signore della storia, quindi tutto può fare. Però cosa aspetta?
Lo dice subito dopo: “figlioli ritornate alla preghiera e aprite i vostri cuori in questo tempo di grazia”. La Madonna vuole che ritorniamo a Dio, a suo Figlio, che ritorniamo alla preghiera, non solo con le labbra, ma come apertura del cuore.
Cacciamo dal cuore il diavolo per far entrare Gesù Cristo, lasciamo il peccato, riceviamo la Grazia dello Spirito Santo per fare del nostro cuore la dimora della Santissima Trinità!
Non è una cosa così difficile, dipende da noi, dipende dalla nostra buona volontà far sì che Dio abiti dentro di noi,
“incamminatevi sulla via della conversione”. La via della conversione è continua, è la via della santità, è la via verso la vita eterna.
Nel mondo i morti per il virus sono mezzo milione e i morti per altre cause sono molti di più e la Madonna ci dice: “La vostra vita è passeggera e non ha senso senza Dio”.
Una volta ha detto che la vita è come un battito di ciglia, la vita non è nelle nostre mani, oggi ci siamo, domani non ci siamo, un giorno abbiamo i nostri cari in casa, un altro giorno sono chiusi in una bara.
Guai a noi se non avessimo la prospettiva della vita eterna, guai a noi se non sapessimo per grazia che abbiamo un’anima spirituale immortale e, come ha detto la Madonna, il Cielo è la casa che Dio ci ha preparato, è la meta a cui dobbiamo tendere.
Nel mondo d’oggi purtroppo buona parte dell’umanità è rabbiosa nei confronti della vita. Perché è rabbiosa? Perché c’è il male, c’è la morte, c’è la sofferenza, perché c’è la fatica, perché la vita senza Dio è un inferno.
E gli uomini che si sono sbarazzati di Dio e sono passati dalla parte del demonio, anche inconsapevolmente, si sono messi nelle mani di un torturatore, di un ingannatore, di un dittatore, di un delinquente, di un perfido. Che senso ha la vita nelle mani del diavolo?
La vita senza Dio manca di fondamento, precipita nell’abisso del nulla, viene risucchiata dal nulla.
Senza Dio perdiamo la verità, la bellezza, l’amore, il perdono, la pace, la comprensione, perdiamo la strada, perdiamo la vita come progetto, siamo zombi che vagano, foglie al vento, relitti in un mare in tempesta.
Senza Dio si diventa cattivi, si diventa negativi e molti ci sguazzano, è lo sguazzare dei demoni.
Allora uno riempie la vita con quello che satana offre e ci distrugge: il denaro, il sesso, i piaceri, la potenza, l’io è soddisfatto in tutte le sue fami, come dice il grande poeta Dante: “più dai da mangiare alla famelica bestia, essa ha più fame di prima”.
Perciò, rafforzati da Colui che è la via, la verità e la vita, con grande pietà la Madonna ci manda verso di loro perché possiamo testimoniare la luce, il perdono, la fraternità vera che è quella di essere figli del Padre Celeste, la mano tesa e la carità generosa apre i cuori più induriti.
Proprio perché la vita è passeggera e le tenebre ci assediano e ci vogliono afferrare, perché abbiamo perso la gioia di vivere, per tutto questo la Madre ci dice: “perciò sono con voi per guidarvi”.
La Madonna ci guida da 39 anni ed io, a parte la Bibbia, non ho trovato mai nulla di più bello dei suoi messaggi. Purtroppo non li capisco bene, in quanto sono molto più profondi di quello che noi comprendiamo, dobbiamo chiedere allo Spirito Santo, come una volta Lei ci ha detto, che ci illumini.
“Perciò sono con voi per guidarvi verso la santità della vita affinché ciascuno di voi scopra la gioia di vivere”. La vita che si apre a Dio, la vita che è adempimento della missione che Dio ci ha dato, la vita che si apre al suo amore per dare amore agli altri, è così che si scopre Dio e la vita come cammino verso Dio, si scopre la gioia di vivere.
Queste sono le due frasi più belle del messaggio:
“La vostra vita è passeggera e non ha senso senza Dio”.
“Perciò sono con voi per guidarvi verso la santità della vita affinché ciascuno di voi scopra la gioia di vivere” e la fa scoprire agli altri vivendo.
E la Madonna termina assicurando il suo amore per tutti: “Figlioli, vi amo tutti”; ha detto “tutti”, perché tutti sono suoi figli, anche i non cattolici, anche i peccatori, anche i lontani, anche i bestemmiatori.
È una madre che guarda il figlio che ne combina di tutti i colori, ma Lei vorrebbe salvarlo e in un messaggio ha detto: “io verso lacrime di sangue per ogni mio figlio che si perde nel peccato”, e “vi benedico con la mia benedizione materna”, grazie Madre.
“Grazie per aver risposto alla mia chiamata ».
E noi la ringraziamo non solo con le parole, ma con i fatti.
Siamo entrati nel 40° anno e la Madonna ha formato gli apostoli del suo amore.
Io sono convinto che basteremmo, se tutti noi che abbiamo accolto la chiamata, che abbiamo avuto la grazia di andare a Medjugorje o fisicamente o spiritualmente, se tutti noi prendessimo la Madonna sul serio, La seguissimo sul serio, diventeremmo una luce che illumina il mondo, saremmo il lievito e il sale della terra.
Questo avrebbe già dovuto avvenire e, se non è ancora avvenuto, è perché siamo ancora nella mediocrità.
Noi siamo gli innamorati di Maria, innamorati di Gesù, di Dio, perché Loro sono innamorati di tutti noi.

Trascrizione dall’originale audio ricavata dal sito: www.medjugorjeliguria.it

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Morto Georg Ratzinger, dalla guerra alla vocazione: «Amo la musica, con Joseph cantavamo in famiglia»

Posté par atempodiblog le 2 juillet 2020

Morto Georg Ratzinger, dalla guerra alla vocazione: «Amo la musica, con Joseph cantavamo in famiglia»
Dalla prigionia a Napoli ai trent’anni alla direzione del coro della Cattedrale di Regensburg. Col fratello aveva un rapporto inscindibile: «Quando sentii che era stato eletto rimasi pietrificato. Ho temuto che da Papa non avrebbe avuto tempo per me».
di Luigi Accattoli – Corriere della Sera
Tratto da: 
Radio Maria

Morto Georg Ratzinger, dalla guerra alla vocazione: «Amo la musica, con Joseph cantavamo in famiglia» dans Articoli di Giornali e News Famiglia-Ratzinger

Georg e Joseph Ratzinger appaiono somigliantissimi nelle foto della loro prima messa, che celebrarono lo stesso giorno, il 29 giugno 1951. Li avresti detti gemelli e non si notavano affatto i tre anni in più di don Georg. Somiglianti, ma diversi per carattere: riservati, sensibili, timidi ambedue. Ma Georg anche ritroso, quasi scorbutico, certamente d’umore solitario. Joseph, invece, più comunicativo, curioso di tutto e anche combattivo. Don Georg ha preso sempre male, si direbbe, la fortuna ecclesiastica del fratello minore, che veniva a intralciare la loro consuetudine familiare. Nel libro di memorie «Mio fratello il Papa», che è del 2011 (tradotto in italiano da Piemme nel 2012), commenta bruscamente la nomina di Joseph ad arcivescovo di Monaco (1977), la sua chiamata a Roma come prefetto della Congregazione per la dottrina (1981) e persino l’elezione a Papa (2005).

Della promozione ad arcivescovo dice solo: «Ne fui molto sorpreso». Sulla chiamata a Roma invece si dilunga, quella nomina gli portava via l’anima gemella: «Mah, lo sapevo che il mio parere non era rilevante. Mi dispiaceva davvero molto che mio fratello si trasferisse ancora lontano. Ero triste perché non potevamo più stare vicini come prima. A poco a poco mi abituai alla nuova situazione, riuscendo anche a trovarvi alcuni aspetti positivi».

Nessuna positività troverà invece nell’elezione di Joseph a Papa: «Quando sentii il suo nome rimasi pietrificato. Sinceramente devo dire che in quel momento mi sentii scoraggiato, abbattuto. Per lui era una grande sfida, un impegno gravoso. Ed ero anche triste perché forse non avrebbe più avuto tempo per me». E non fu un abbattimento momentaneo: «Così quella sera andai a dormire un po’ depresso. A partire da quel momento e fino al pomeriggio successivo il telefono non smise mai di suonare, ma rimanevo indifferente. Non risposi, semplicemente. Andate tutti al diavolo, pensai. Non lo chiamai nemmeno e non risposi neanche quando, il mattino dopo, fu lui a chiamare. Alla fine rispose la mia governante e così parlò prima con lei che con me». Dovranno passare molti giorni prima che don Georg si rassereni: «In ogni caso, dietro la decisione umana dei cardinali c’è la volontà di Dio, e a questa dobbiamo dire sì».

Dello stretto legame tra i due fratelli abbiamo avuto testimonianza due settimane addietro, quando Benedetto aveva lasciato la sua residenza nei Giardini Vaticani per fare visita, a Regensburg, al fratello che si era aggravato. Con la morte di Georg, Joseph perde l’unico membro della famiglia che gli era rimasto. Una sorella, Maria, se ne era andata per prima nel 1991.

Nato a Pleiskirchen, in Baviera, il 15 gennaio 1924, Georg Ratzinger aveva iniziato a suonare l’organo nella chiesa parrocchiale fin da quando aveva 11 anni. Nel 1935 entra nel seminario di Traunstein, ma nel 1942 viene arruolato nelle Reichsarbeitsdienst, e in seguito nella Wehrmacht, con la quale combatte anche in Italia. Catturato dagli Alleati nel marzo 1945, resta prigioniero a Napoli per alcuni mesi prima di essere rilasciato e di far ritorno in famiglia.

Nel 1947 assieme al fratello Joseph entra nel seminario Herzogliches Georgianum di Monaco di Baviera. Nel giugno del 1951, entrambi i fratelli, insieme a una quarantina di altri compagni, vengono ordinati sacerdoti nel Duomo di Frisinga dal cardinale Michael von Faulhaber.

La grande passione della vita di don Georg è la musica. Prima maestro di cappella a Traunstein e poi, per trent’anni, dal 1964 al 1994, direttore del coro della Cattedrale di Regensburg, il coro dei «Regensburger Domspatzen»: Passeri del Duomo di Regensburg. Don Georg ha girato il mondo facendo numerosi concerti e ha diretto molte incisioni per Deutsche Grammophon, Ars Musici e altre importanti etichette discografiche con produzioni dedicate a Bach, Mozart, Mendelssohn e altri autori. «Nella nostra casa tutti amavano la musica – ha scritto don Georg nelle memorie – e già nostro padre aveva una cetra che suonava spesso la sera. Cantavamo insieme. Ho sempre pensato che la musica sia una delle cose più belle che Dio abbia creato. Anche mio fratello ha sempre amato la musica: forse l’ho contagiato io».

Il 22 agosto 2008, ringraziando il sindaco di Castel Gandolfo che aveva concesso a Georg la cittadinanza onoraria, Benedetto XVI aveva detto: «Mio fratello è stato sempre per me non solo compagno, ma anche una guida affidabile e un punto di riferimento con la chiarezza, la determinazione delle sue decisioni. Mi ha mostrato sempre la strada da prendere, anche in situazioni difficili. Ora siamo arrivati all’ultima tappa, alla vecchiaia e anche ora egli mi aiuta ad accettare con serenità il peso di ogni giorno».

Don Georg aveva avuto un qualche presentimento che il fratello Papa poteva «anche» rinunciare al Papato. Intervistato nel 2011 da una rivista tedesca aveva detto: «Se non dovesse più farcela dal punto di vista della condizione fisica, mio fratello dovrebbe avere il coraggio di dimettersi». Riceverà con un anticipo di mesi la confidenza di Benedetto sulla propria clamorosa decisione. «L’età si fa sentire – aveva commentato don Georg l’annuncio delle dimissioni nel febbraio del 2013 – e mio fratello desidera più tranquillità nella vecchiaia». Nonostante i problemi alle gambe e alla vista, don Georg ha continuato a viaggiare da Regensburg a Roma, in tutti questi anni, per stare il più a lungo possibile con il fratello, accomunati ormai ambedue dall’uso del bastone oltre che dall’amore per la musica.

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