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Gli apostoli sono raccolti in preghiera con Maria

Posté par atempodiblog le 30 mai 2020

La Madonna era presente nel Cenacolo, in preghiera con gli apostoli riuniti intorno a Lei. Mi viene in mente la scena della Pentecoste descritta dalla Valtorta nel suo L’Evangelo come mi è stato rivelato: lo Spirito Santo prima scende come una fiamma su Maria, poi questa fiamma si divide in tante piccole fiammelle che vanno a finire sugli apostoli; questo indica la mediazione di Maria, come sapientemente sintetizzato dalla giaculatoria “Vieni Spirito Santo, vieni per Maria”.

Tratto da: Medjugorje rinnova la Chiesa  La crisi dei nostri giorni e il tempo dei segreti, di Padre Livio Fanzaga con Diego Manetti, Ed. PIEMME

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Gli apostoli sono raccolti in preghiera con Maria

Non ti deve sfuggire la presenza di Maria, la Madre di Gesù, nel cenacolo insieme agli apostoli. Con felice intuito i grandi capolavori dell’arte, che hanno rappresentato l’avvenimento della Pentecoste pongono Maria al centro del gruppo, facendo di Lei il cuore stesso della Chiesa nascente. Si tratta di una intuizione molto profonda e teologicamente fondata, che mette in luce lo specialissimo legame che c’è fra Maria e lo Spirito Santo.

Questa intima cooperazione fra la Madre di Cristo e la terza persona della Santissima Trinità appare in tutta la sua evidenza nel momento dell’incarnazione, quando il Verbo di Dio assume la natura umana grazie al consenso della Vergine e l’azione dello Spirito Santo. Il capo della Chiesa, Cristo, è concepito nel grembo di Maria per opera dello Spirito Santo.

In un modo analogo è stato concepito il corpo di Cristo, che è la Chiesa, nel giorno della Pentecoste. Anche in questa circostanza l’azione dello Spirito Santo si accompagna a quella di Maria, la cui preghiera si unisce a quella di Cristo al Padre, per ottenere l’effusione dello Spirito.

In questa luce è molto più chiaro, caro amico, perché Maria, oltre ad essere la Madre di Gesù è anche Madre della Chiesa. Non solo il Capo, che è Cristo, ma tutto il corpo è generato per l’azione congiunta dello Spirito Santo e dell’umile vergine di Nazareth. Maria Santissima e lo Spirito operano insieme costantemente, anche nell’opera di santificazione della Chiesa lungo il corso dei secoli.

Tratto da: Le vie del cuore. Vangelo per la vita quotidiana. Commento ai vangeli festivi Anno A, di Padre Livio Fanzaga. Ed. PIEMME

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L’uomo è al centro, ma dello sguardo di chi?

Posté par atempodiblog le 30 mai 2020

L’uomo è al centro, ma dello sguardo di chi?
Con Dante Franco Nembrini ci aiuta a vedere la vita secondo lo sguardo di Dio, che ci ama prima dei nostri meriti. Il nostro stesso venire al mondo è atto di pura misericordia. Ecco la sorgente inesauribile e non inquinabile della nostra autostima.
di Paola Belletti – Aleteia

L’uomo è al centro, ma dello sguardo di chi? dans Articoli di Giornali e News Franco-Nembrini

Come al solito quando scopro o vedo con più chiarezza qualcosa di bello lo faccio nelle parole di qualcuno che lo ha già detto meglio. In questo caso è Franco Nembrini ma di sicuro anche la sua scoperta va ricondotta ad altri e in un’ultima analisi al solo Padrone di tutto. Solito spoiler, si sa, siamo pur sempre in un portale cattolico.

Quello che penso dell’uomo di oggi, poveretto, è che si è messo sì al centro ma, pur essendo circondato di cose, ha tolto tutto, avendone rimosso il senso. Poiché ha sgombrato l’orizzonte dal Creatore e soprattutto dal Salvatore.

Nel Medioevo, testimonial ufficiale delle civiltà incomprese, “l’uomo non era al centro, era troppo fissato con Dio”, si dice senza sapere di che si parla. È una posa che vediamo assumere tanto spesso e che forse involontariamente anche noi in tanti assumiamo, come una reazione istintiva: Medioevo-uguale-secoli bui. È un errore storico, lo sappiamo, ma dovremmo riscattarlo anche nella nostra immaginazione; lo stesso Nembrini prende questo pensiero e lo mette sul banco degli imputati. No, non è così. Non era vero che l’uomo era periferico, sacrificato alla visione invadente e ossessiva di Dio. Piuttosto era diversa l’idea, la concezione che si aveva dell’uomo e anche di tutto ciò che esiste insieme, con e per l’uomo.

Per spiegare la differenza di visioni usa la semplificazione di due immagini: da una parte l’uomo vitruviano, arruolato erroneamente come segno dell’uomo finalmente al centro dell’universo. Ma c’è un altro disegno, prima di quello di Leonardo, che può sintetizzare l’idea di uomo che si aveva nel medioevo: è un’opera di Santa Ildegarda di Bingen, che in obbedienza al proprio confessore mette su carta le visioni che sperimenta: eccolo, l’uomo al centro. Non solo, non una monade; eccolo nella sua grandezza e con i legami che intrattiene con il mondo naturale e quello soprannaturale prima che una riduttiva idea di umanesimo li recidesse.

Era al centro eccome, ma non di sé stesso, nè messo lì a galleggiare nel nulla dove scorre un tempo senza direzione a sperimentare combinazioni nuove di cose che non durano. Era al centro della pupilla, era sotto l’occhio presente e amante di Dio, che, siccome è ricco di fantasia, senso dell’umorismo e del solenne, lo ha posto tra una miriade screziata di animali, fiori, piante, sassi, corpi celesti, gas, acque, particelle. E soprattutto lo ha messo insieme ad altri uomini e donne per tesserne un anticipo di paradiso, prima che, come per Sartre, “l’enfer, c’est les autres”.

Ai giorni nostri (da qualche secolo in qua a dire il vero) siamo al centro, sì, ma in uno spazio desolato; e sempre più evidenti e identificabili come il bersaglio di un tiro a segno.

Il Medioevo stesso poteva semmai ritenersi buio perché i suoi uomini avevano un termine di paragone per contrasto al quale poteva sembrare crepuscolare la loro civiltà: la città di Dio, la Gerusalemme celeste, Il Regno di Dio. Per questo la realtà, bellissima, attraente, carica di bene, avrebbe però mantenuto la sua promessa di finitezza: non è tutto qui, anima mia. La luce che non si spegne è oltre me, attraversami.

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Il Papa prega con i Santuari del mondo per la fine pandemia, un rosario insieme a medici e sopravvissuti al Covid

Posté par atempodiblog le 30 mai 2020

Il Papa prega con i Santuari del mondo per la fine pandemia, un rosario insieme a medici e sopravvissuti al Covid
Il 30 maggio dalla Grotta di Lourdes dei Giardini Vaticani l’evento in mondovisione. Domenica 31 messa di Pentecoste a San Pietro senza fedeli, alle 12 il Pontefice torna ad affacciarsi per il Regina Coeli
di Salvatore Cernuzio – Vatican Insider

Il Papa prega con i Santuari del mondo per la fine pandemia, un rosario insieme a medici e sopravvissuti al Covid dans Apparizioni mariane e santuari Papa-e-santo-Rosario

Un Rosario in mondovisione con i Santuari dei cinque continenti dalla Grotta di Lourdes nei Giardini Vaticani, sabato 30 maggio, alle 17.30, con a fianco medici, infermieri, sopravvissuti al coronavirus e pure un neonato, per chiedere a Dio di porre fine per sempre alla pandemia. È l’ennesimo gesto forte che Papa Francesco compie dall’inizio della diffusione del virus che si è abbattuto come un flagello sulla popolazione mondiale. Dopo la preghiera al Crocifisso dei Miracoli che liberò Roma dalla peste, dopo la storica benedizione Urbi et Orbi in una Piazza San Pietro deserta, il Pontefice torna ad invocare un aiuto divino per salvare l’umanità dal Covid-19 e dalle sue conseguenze che lasciano intravedere scenari nefasti dal punto di vista economico e sociale.

Questa volta Bergoglio non sarà solo nella sua preghiera: in questo spazio tanto amato dai Papi, dove per volontà di Leone XIII fu posta una copia fedele della Madonna che apparve a Massabielle, saliranno con lui in processione una decina di persone in rappresentanza di varie categorie particolarmente toccate dal virus. Un medico e un’infermiera, esempi del personale sanitario che instancabilmente ha lavorato in prima linea durante l’emergenza; una persona sopravvissuta al coronavirus e una che ha perso un familiare, un cappellano ospedaliero, una suora infermiera, un farmacista. Presente anche una giornalista, Vania De Luca, vaticanista di Rainews24, in rappresentanza di tutti gli inviati che non hanno mai smesso di svolgere il proprio servizio nonostante i rischi. Completano il gruppo, infine, un volontario della Protezione civile con la famiglia e una coppia alla quale è nato due mesi fa un figlio in piena pandemia.

Ma ad invocare «l’aiuto e il soccorso della Vergine Maria» insieme al Papa ci saranno anche i fedeli di ogni angolo del globo. Il rosario alla Grotta di Lourdes sarà trasmesso infatti in mondovisione e, compatibilmente ai diversi fusi orari, avverrà in collegamento con i più importanti santuari d’Europa e del mondo. Luoghi solitamente affollati da migliaia o anche milioni di persone, ma che durante i mesi di lockdown hanno dovuto interrompere le normali attività e i pellegrinaggi. Anzitutto Lourdes che ha riaperto le sue porte lo scorso 16 maggio dopo circa due mesi di chiusura, poi Fatima, San Giovanni Rotondo, Pompei, Czestochowa; negli Usa, il Santuario dell’Immacolate Conception a Washington; in Nigeria, il santuario di Elele e in Costa d’Avorio, Notre Dame de la Paix; in America Latina, il noto santuario mariano di Nostra Signora di Guadalupe, in Messico, e quello dedicato alla Vergine di Lujan, in Argentina. 

Per la celebrazione, promossa dal Pontificio Consiglio per la Promozione della nuova Evangelizzazione guidato da monsignor Rino Fisichella, si prevede un boom di ascolti pari a quello registrato per la preghiera solitaria a San Pietro del 27 marzo. Solo in Italia, aveva raccolto 17,4 milioni di spettatori.

«L’appuntamento per la fine del mese mariano è un ulteriore segno di vicinanza e consolazione per quanti, in vari modi, sono stati colpiti da coronavirus, nella certezza che la Madre Celeste non disattende le richieste di protezione», spiega una nota diffusa dalla Sala Stampa della Santa Sede. «Ai piedi di Maria il Santo Padre porrà i tanti affanni e dolori dell’umanità, ulteriormente aggravati dalla diffusione del Covid-19».

Quello di sabato sarà il primo di tre appuntamenti “pubblici” del Papa che segnano l’inizio ufficiale della Fase 2 in Vaticano. Domenica 31 maggio, alle 10, Francesco celebrerà la messa di Pentecoste nella cappella del Santissimo Sacramento della Basilica vaticana. Nonostante San Pietro sia stata riaperta al pubblico il 18 maggio, giorno in cui in tutte le chiese d’Italia sono state riavviate le messe «cum popolo», per la celebrazione del Pontefice non è prevista la presenza dei fedeli.  

I quali, invece, dopo 78 giorni di lockdown, potranno accedere in piazza San Pietro per la preghiera del Regina Caeli, che il Papa reciterà alle 12 dalla finestra del suo studio nel Palazzo Apostolico e non in diretta streaming dalla Biblioteca, come avvenuto finora. Il numero delle persone – per ora si tratta solo fedeli di Roma e dintorni – sarà contingentato per evitare assembramenti. Nella Piazza del Bernini si entrerà con guanti e mascherina e dopo i dovuti controlli con il termoscanner. «Le forze dell’ordine – sottolinea una nota vaticana – garantiranno l’accesso in sicurezza alla Piazza e avranno cura che i fedeli presenti possano rispettare la necessaria distanza interpersonale». 

Al momento non si hanno notizie sulla ripresa di un altro importante appuntamento pubblico del Papa, l’udienza generale del mercoledì. Ieri mattina è stata trasmessa in streaming dalla Biblioteca apostolica; difficile allo stato attuale, mentre si teme il rischio di una nuova escalation di contagi, che possa tornare a svolgersi sul sagrato di San Pietro o in Aula Paolo VI dove il Pontefice compie il tradizionale giro tra i fedeli.

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