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Gesù non ci ha lasciato soli

Posté par atempodiblog le 24 mai 2020

Gesù non ci ha lasciato soli

Gesù non ci ha lasciato soli dans Commenti al Vangelo Velo-del-Cielo

Non pensare che Gesù, ritornando al Padre, ci abbia lasciato soli, Egli ci assicura che rimane con noi fino alla fine del mondo. L’evangelista Marco sottolinea che, dopo l’Ascensione di Gesù, gli apostoli sono partiti a predicare ovunque, ma il “Signore operava insieme con loro e confermava la parola con i prodigi che l’accompagnavano”. Tu ti chiederai: “Ma Gesù si trova in cielo o in terra?”. Ebbene, la risposta più vera e più calzante è che sono state infrante le barriere che separano il tempo dall’eternità e il cielo è qui sulla terra, nei cuori degli uomini che credono, che si convertono e che portano Gesù nel cuore.

Non ti meraviglia questo evento mirabile della navicella della Chiesa che veleggia ormai da due millenni fra i marosi della storia senza affondare? Gesù di essa ha detto che “le porte dell’inferno non prevarranno”. Per quale motivo? Perché Gesù naviga con noi, sulla barca della nostra vita e della storia e se Lui è con noi, le forze del male non potranno portare l’umanità alla distruzione.

Tratto da: Desiderio d’infinito. Vangelo per la vita quotidiana, di Padre Livio Fanzaga. Ed. PIEMME

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“Completare la piazza”: san Giovanni Paolo II e la Mater Ecclesiae

Posté par atempodiblog le 24 mai 2020

“Completare la piazza”: san Giovanni Paolo II e la Mater Ecclesiae
In occasione dei cento anni dalla nascita di san Giovanni Paolo II, condividiamo parte di un articolo uscito sul settimanale “Maria con te”, in cui si ripercorre la storia del mosaico di Maria Mater Ecclesiae.
Tratto da: OPUS DEI

“Completare la piazza”: san Giovanni Paolo II e la Mater Ecclesiae dans Articoli di Giornali e News completare-la-piazza-san-giovanni-paolo-ii-mater-ecclesiae

Tutto il mondo, in questi giorni, celebra il centenario del santo polacco, che qualcuno ha definito «il Pontefice più mariano degli ultimi secoli». Ha guidato la Chiesa per ben 26 anni, 5 mesi e 17 giorni, lasciando in eredità un cospicuo patrimonio di insegnamenti, discorsi, documenti, viaggi apostolici e, soprattutto, tanto tenero e forte amore per Dio e la sua Santa Madre.

A uno dei suoi più illustri intervistatori (il filosofo André Frossard), riferì di aver risposto così al cardinale camerlengo che, al termine del conclave in Cappella Sistina, gli chiese se accettava l’elezione: «In spirito di obbedienza e di fede al Cristo, mio Signore e mio Redentore, e di abbandono totale a sua Madre, accetto». Come non ricordare, poi, l’indizione di uno speciale Anno Mariano (1987) per preparare la cristianità al salto del terzo millennio, l’enciclica Redemptoris Mater (uno dei documenti più belli del suo pontificato) o la Lettera Rosarium Virginis Mariae (2002), oltre ai suoi innumerevoli viaggi apostolici in tutto il mondo, nei quali non mancò mai una tappa ai diversi santuari mariani?

La sua profonda devozione mariana, sbocciata già nell’infanzia, si condensò nel motto Totus tuus che scelse in occasione dell’ordinazione episcopale nella cattedrale del Wawela a Cracovia, quando aveva appena 38 anni. Quel motto oggi è visibile sul dolce mosaico di Maria Mater Ecclesiae che ogni pellegrino arrivando in piazza San Pietro scorge, alzando lo sguardo alla destra della basilica, sull’angolo dell’edificio accanto al Palazzo Apostolico. Ma non c’era ancora quando Wojtyla salì al soglio pontificio perché fu proprio lui a volerlo e a farlo collocare in quella posizione d’onore.

L’idea nacque durante la Settimana Santa del 1980, in occasione di un’udienza del Pontefice con il Congresso Univ, che riunisce migliaia di studenti universitari frequentanti i centri Opus Dei, l’istituzione fondata da san Josemaría Escrivà. Durante i saluti finali, un giovane di nome Julio Nieto fece notare che in piazza San Pietro erano presenti diverse figure di santi, ma non quella di Maria, quindi l’opera non era completa.

La risposta di Giovanni Paolo II fu pronta: «Bene, molto bene. Bisognerà completare la piazza». In men che non si dica Javier Cotelo, contattato da monsignor Alvaro Del Portillo (successore di san Josemaría alla guida dell’Opus Dei e a sua volta beato dal 2014) eseguì uno schizzo per l’apposizione di un mosaico da sottoporre al Pontefice, il quale ne fu entusiasta.

L’immagine fu ispirata all’antica Vergine col Bambino del XV secolo, detta “la Madonna della Colonna” all’interno della basilica costantiniana, su cui nel 1970, sei anni dopo che Paolo VI aveva proclamato Maria “Madre della Chiesa”, era stato inserito lo stesso titolo in latino.

L’opera fu realizzata dai maestri dello Studio del mosaico vaticano, e montata il 7 dicembre 1981, quasi 7 mesi dopo l’ attentato subito dal Papa nella medesima piazza. II giorno seguente, festa dell’Immacolata, Giovanni Paolo II benedisse il mosaico, esprimendo il significativo desiderio «che quanti verranno in San Pietro levino verso di Lei lo sguardo, per rivolgerle, con sentimento di filiale confidenza, il proprio saluto e la propria preghiera».

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