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Inghilterra “ridedicata” alla Madonna. La preghiera speciale in tempo di coronavirus

Posté par atempodiblog le 29 mars 2020

Inghilterra “ridedicata” alla Madonna. La preghiera speciale in tempo di coronavirus
Fu re Riccardo II, nel 1381, per ragioni contingenti, a dichiarare il Paese “dote” di Maria. Una eredità che il 29 marzo viene ripresa e condivisa fra i cattolici britannici. Mons. John Armitage, rettore del santuario di Nostra signora di Walsingham, racconta al Sir l’idea, nata tre anni or sono, che acquista un ulteriore significato oggi, con l’isola in “lockdown” a causa dell’epidemia. “Leggerò – confida – anche una lettera che ci ha inviato Papa Francesco”
di Silvia Guzzetti – Agenzia SIR

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Una preghiera personale alla Madonna, che ciascuno può recitare a casa propria, affidandosi alla Vergine. È stata questa idea, venuta quasi tre anni fa a mons. John Armitage, rettore di Our Lady of Walsingham (Nostra Signora di Walsingham), il santuario mariano inglese più importante, a limitare l’impatto che il coronavirus avrà sulla ridedicazione dell’Inghilterra come “dote” di Maria domenica 29 marzo. Quasi vi fosse un piano predisposto, visto che il Regno Unito è ormai in quasi completo “lockdown”, la chiusura di ogni attività produttiva e sociale non essenziale e la proibizione di uscire da casa, scattata proprio pochi giorni prima di questa importante celebrazione, avrebbero rovinato qualunque funzione. Domani, a qualche giorno dall’Annunciazione, i cattolici di Inghilterra e Galles faranno memoria di quell’atto, compiuto da Riccardo II nel 1381, con il quale il re dedicò l’Inghilterra a Maria, un titolo che nessun sovrano o parlamento ha mai rimosso neppure durante la Riforma. Alle prese con la rivolta dei contadini, insorti per le troppe tasse imposte, il famoso sovrano aveva visitato la cappella della Madonna a Westminster Abbey, nel centro di Londra, per chiedere aiuto alla Vergine alla quale poi affidò l’intero Paese, in segno di ringraziamento, perché era riuscito a fermare la ribellione.

Una Lourdes inglese. È lo stesso mons. Armitage a raccontare al Sir l’antichissima devozione mariana dell’Inghilterra dove, attorno all’anno mille, la Madonna apparse alla nobildonna sassone Richeldis de Faverches, conducendola nella sua casa di Nazareth e chiedendole di costruirne una simile proprio a Walsingham, al confine nordorientale d’Inghilterra. “Riccardo II scelse il titolo ‘dote di Maria’ per l’Inghilterra ma già dall’anno mille, dai tempi di Edoardo il confessore, si celebrava qui la festa dell’Immacolata Concezione e si parlava delle ‘gioie di Maria’, la presenza della Madonna nei momenti chiave della vita di Gesù”, spiega Armitage. “Le radici di questo culto mariano si trovano a Walsingham, luogo di un pellegrinaggio medioevale importantissimo, alla pari di Roma, Gerusalemme e Compostela, fino a che Enrico VIII rase al suolo il luogo di culto durante la Riforma. Quando sono stato nominato rettore, nel 2014, mi sono accorto che c’era il bisogno di una riscoperta del significato del titolo ‘Inghilterra dote di Maria’ e anche del messaggio che la Madonna ha voluto inviare ai fedeli in questo santuario riaperto nel 1800, l’invito a condividere la sua profondissima gioia al momento dell’Annunciazione”.

Migliaia di fedeli. È nata così l’idea di portare la statua della Madonna, una copia dell’originale, che venne bruciata e gettata nel Tamigi, ai tempi della Riforma di Enrico VIII, in ogni cattedrale d’Inghilterra così che i fedeli potessero pregare e restituire alla Vergine il Paese che re Riccardo II le aveva affidato oltre seicento anni fa. “Abbiamo cominciato da Liverpool, nel giugno di due anni fa, pregando, per tre giorni, in ogni cattedrale dove siamo stati e dove migliaia di fedeli si sono riuniti”, continua mons. John Armitage. “Non avremmo mai immaginato che il culmine delle nostre celebrazioni avrebbe coinciso con la diffusione del coronavirus. La mano di Dio ci ha davvero guidato perché ci ha consentito di concludere il nostro percorso, se facciamo eccezione per il parlamento di Westminster e la londinese Westminster Cathedral, chiesa madre del cattolicesimo inglese, dove saremmo dovuti andare proprio quando il governo britannico ha proibito gli assembramenti. Né il contagio ci ha costretti a modificare in modo significativo il nostro programma. Non abbiamo mai pensato, infatti, a una grande celebrazione per domenica 29 marzo”.

Preghiera personale. Per riconsegnare l’Inghilterra a Maria ciascun fedele reciterà una preghiera costruita attorno all’Angelus e disponibile sul sito del santuario di Walsingham (https://www.walsingham.org.uk/rededication/) nella quale si rimette a Dio la propria fede e la propria vita personale. “L’idea di questo momento personale di comunicazione con Dio, da affidare ad ogni fedele che sia interessato, mi è venuta durante il Giubileo della misericordia quando ho saputo che Papa Francesco aveva scritto ai prigionieri, spiegando loro che, anche se non potevano passare dalla porta santa di una cattedrale, le porte delle loro celle potevano svolgere la stessa funzione”, dice ancora mons. Armitage. Sarà proprio lui, da solo, a celebrare la messa alle 12, e, dopo l’omelia, a ridedicare l’Inghilterra alla Madonna con una preghiera che risale ad Erasmo da Rotterdam, uno dei tanti visitatori famosi di Walsingham. “Leggerò anche una lettera che ci ha inviato Papa Francesco”, conclude il rettore del santuario. “Da giorni abbiamo uno streaming in diretta, ventiquattro ore su ventiquattro, delle messe che celebriamo tre volte al giorno, dei momenti di adorazione e del rosario. La risposta è stata incredibile. Diecimila fedeli ci hanno seguito qualche giorno fa”.

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Due Cuori a cui consacrare la Chiesa, l’Italia e il mondo

Posté par atempodiblog le 29 mars 2020

Due Cuori a cui consacrare la Chiesa, l’Italia e il mondo
Il Papa ce lo ha indicato nella preghiera di venerdì: l’indicazione per questo tempo di prova è tornare a Dio: Gesù Crocifisso ed Eucarestia e la Madonna sono i tre pilastri a cui rivolgersi. Per questo diventa ancora più urgente che il Papa e i vescovi consacrino tutto il mondo al Sacro Cuore di Gesù e al Cuore Immacolato di Maria.
di Luisella Scrosati – La nuova Bussola Quotidiana
Tratto da: Radio Maria

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Il Santo Padre che avanza da solo, claudicante, in una piazza San Pietro deserta, sotto la pioggia battente: è l’immagine più significativa della grande prova che il mondo intero e la Chiesa stanno vivendo. Se questa prova sarà purificazione o condanna, dipenderà da noi, dalla nostra volontà di cambiare vita, di convertirci, di tornare a Dio. Da ciascuno di noi, ma anche dalla Chiesa come Corpo, che è sale della terra e luce del mondo.

Il Papa, da solo, dopo l’ascolto della Parola di Dio, si è diretto verso i pilastri della Chiesa: il Signore Gesù, crocifisso e consegnatosi a noi nell’Eucaristia, e la Santissima Vergine. Si può dire che qui ci sia tutto il programma di una vera conversione. E’ vero, «la tempesta smaschera la nostra vulnerabilità e lascia scoperte quelle false e superflue sicurezze con cui abbiamo costruito le nostre agende, i nostri progetti, le nostre abitudini e priorità»; la Chiesa stessa sta sperimentando che tanta agitazione, tanti programmi pastorali, tanti modi solo umani di andare incontro al dolore dell’uomo non resistono alla tempesta.

C’è un solo modo per farvi fronte: rivolgersi al Signore, tornare a Lui, destarlo dal sonno, nella certezza che egli è sulla barca con noi; riconoscere che, trascinati dai nostri progetti, che abbiamo sempre ritenuto geniali ed indispensabili, abbiamo finito per costringere il Signore a rincantucciarsi a poppa, nella parte posteriore della nave, anziché desiderare di vederlo a prua, per essere guidati da Lui. Ed ora, in questa fragilità, consapevoli di non esserci colpevolmente «fermati davanti ai tuoi richiami», ai richiami continui del Signore, chiediamo perdono e pietà.

Ripartiamo da qui. Ripartiamo da questo rivolgersi all’Eucaristia, al Crocifisso ed alla Madre. L’atto più umile e gradito a Dio che possiamo fare in questo momento, è consacrare la Chiesa universale, il mondo, la nostra Italia a quei due Cuori Santissimi, che sono tutta la forza e la vita della Chiesa, delle anime, del mondo. Che lo si sappia o no.

Un atto pubblico, solenne di consacrazione al Sacro Cuore di Gesù ed al Cuore Immacolato di Maria sarebbero il grande segno della vera direzione che si intende prendere, la raggiunta consapevolezza che il senso della vita della Chiesa è condurre lì, che i veri tesori della Chiesa scaturiscono da lì, che la protezione, il rifugio, la consolazione sono lì e da nessun’altra parte.

Consacrare la Chiesa, il mondo, l’Italia a questi due Cuori, significherebbe suggellare quella consapevolezza che Francesco ha espresso nella sua riflessione, e cioè che le nostre vite «sono tessute e sostenute da persone comuni – solitamente dimenticate – che non compaiono nei titoli dei giornali e delle riviste né nelle grandi passerelle dell’ultimo show ma, senza dubbio, stanno scrivendo oggi gli avvenimenti decisivi della nostra storia». E certamente lo sono tutte le persone che operano, pregano, soffrono, ma ancor più lo sono Gesù e Maria, che hanno fatto del nascondimento, dell’umiltà, della preghiera e del servizio silenzioso il pane della loro vita.

Forse è proprio per questo che noi, sempre così attratti dalle cose che appaiono, sempre attenti a dare peso solo a chi esibisce titoli e prerogative, sempre inclini ad acconsentire a ciò che più piace, secondo la logica del marketing, proprio noi, uomini e donne del XXI secolo, abbiamo bisogno di questo atto umile, ma potente.

Santo Padre, Cardinal Bassetti, voi tutti Vescovi d’Italia e del mondo, consacrate la Chiesa, il mondo, la nostra amata nazione al sacro Cuore ed al Cuore Immacolato. Imprimete una svolta nelle nostre vite, rovesciate le logiche mondane, abbattete ogni falsa sicurezza in ciò che non può salvare. Testimoniate con questo atto pubblico, davanti al mondo, dove bisogna volgere il cuore, dove trovare pace e salvezza.

«Due sono le colpe che ha commesso il mio popolo: ha abbandonato me, sorgente di acqua viva, e si è scavato cisterne, cisterne piene di crepe, che non trattengono l’acqua» (Ger. 2, 13). Duplice è la colpa che ci ha condotto nella tempesta e duplice è la strada del ritorno: tornare al Cuore di Cristo, sorgente di acqua viva, ed al Cuore Immacolato della Madre sua e nostra, che è cisterna sovrabbondante di grazia, integra, incorrotta ed incorruttibile.

Preghiamo, offriamo, agiamo perché in questo tempo martoriato, spunti una potente luce per la Chiesa e per il mondo. Facciamo sentire che c’è un popolo che attende questa consacrazione. Inviamo messaggi accorati e rispettosi ai nostri pastori: ciascuno al proprio vescovo, al Presidente della CEI, il Cardinal Bassetti (segreteria.arcivescovo@diocesi.perugia.it), al Cardinale Vicario di Roma De Donatis (vicariodiromasegreteria@vicariatusurbis.org), perché esponga la nostra richiesta al Santo Padre.

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