Santo Stefano Protomartire. Aumentano i cristiani perseguitati nel mondo
Posté par atempodiblog le 26 décembre 2019
Santo Stefano Protomartire. Aumentano i cristiani perseguitati nel mondo
Nel giorno in cui la Chiesa celebra la festa liturgica di Santo Stefano, primo martire, deve essere ricordato l’altissimo numero di persone che ancora oggi in varie parti del mondo sono perseguitate a causa della loro fede cristiana. L’intervista a Cristian Nani, direttore di Open Doors/Porte Aperte Italia
di Andrea De Angelis – Vatican News
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Il suo martirio è descritto negli Atti degli Apostoli. Avvenne per lapidazione, nell’anno 36. Santo Stefano Protomartire, il primo cioè dei martiri cristiani della storia. Ucciso perché testimoniò la sua fede in Cristo, diffuse il Vangelo, convertì le persone. Il culto di Santo Stefano è diffuso in tutto il mondo, solo in Italia sono oltre cento i comuni di cui è patrono. Ma anche oggi esiste il martirio dei cristiani. Donne e uomini che pagano con la vita il loro amore per Gesù, la scelta di professare la religione cristiana. Ieri come oggi, è importante accendere i riflettori su tali persecuzioni, che si declinano in varie forme: violenza, stigma, vandalismo, intolleranza, esclusione. Secondo la World Watch List 2019 di Open Doors/Porte Aperte, l’annuale Rapporto sulla libertà religiosa dei cristiani nel mondo, sono circa 245 milioni i cristiani perseguitati nel mondo. La WWList2019 prende in esame un periodo di 12 mesi, che va da novembre 2017 ad ottobre 2018. Il 18 gennaio prossimo, l’associazione pubblicherà il nuovo Rapporto.
Aumenta il numero di cristiani perseguitati
Presente in oltre 60 Paesi, l’organizzazione fornisce anche formazione e assistenza ai cristiani che soffrono a causa della loro fede. Nell’intervista a Radio Vaticana-Vatican News, Cristian Nani, direttore in Italia di Porte Aperte, ci anticipa come nell’anno che sta per concludersi la persecuzione nei confronti dei fedeli cristiani sia aumentata per estensione, numero ed intensità. “Bisogna parlare di questo, far riflettere perché oggi – afferma – migliaia di persone muoiono a causa della loro fede, non in guerra, in situazioni di conflitto, ma – insiste Nani – solo per una professione di fede”. Quindi, dopo aver analizzato la situazione dei cristiani in Libia e Yemen, torna su quelli che Papa Francesco in una recente Udienza generale ha definito “cristiani perseguitati con i guanti bianchi”, con particolare riferimento all’Europa. “Intolleranza e vandalismo sono – afferma Nani – due campanelli d’allarme da prendere seriamente in considerazione”.
Quanti perseguitati oggi “anche con i guanti bianchi”
« Oggi nel mondo, in Europa sono tanti i cristiani perseguitati e danno la vita per la loro fede. Sono perseguitati anche con i guanti bianchi, lasciati da parte, emarginati”. Le parole dette a braccio dal Papa, nell’udienza generale dello scorso 11 dicembre, accendono i riflettori su un altro tipo di persecuzione nei confronti dei fedeli. Fatta di intolleranza, vandalismi, frutto di un secolarismo che – ha detto poi Francesco nel discorso alla Curia della scorsa settimana – ci fa capire come “non siamo più in un regime di cristianità perché la fede”, in gran parte dell’Occidente “non costituisce più un presupposto ovvio del vivere comune”. Di “martirio con i guanti bianchi” il Santo Padre aveva già parlato il 30 giugno 2014, nella Messa celebrata a Casa Santa Marta.
La giornata di preghiera in Germania
Tra le tante iniziative in programma nel mondo per la festa liturgica di Santo Stefano, anche quella della Conferenza episcopale tedesca che celebra la “Giornata di preghiera per i cristiani perseguitati e oppressi”. Nelle liturgie verranno ricordati i fratelli e le sorelle della fede che sono vittime dell’esclusione e dell’oppressione in molti luoghi del mondo. Con questa iniziativa si vuole esprimere anche l’impegno della Chiesa tedesca per la libertà religiosa di tutte le persone. La giornata di preghiera del 26 dicembre fa parte dell’iniziativa “Solidarietà con i cristiani perseguitati e oppressi nel nostro tempo”, con la quale i vescovi intendono rendere consapevoli i fedeli delle discriminazioni e delle violenze che i cristiani subiscono ancora oggi in molte parti del mondo.
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