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Come fare attenzione ai segni di Dio in questo Avvento

Posté par atempodiblog le 10 décembre 2019

Come fare attenzione ai segni di Dio in questo Avvento
Le persone tendono a interpretarlo come castigo, ma tutto dev’essere visto come un segno dell’amore di Dio
Monsignor Antônio Carlos Rossi Keller/Aleteia Brasil – Aleteia

Predica d'Avvento, Cantalamessa: Gesù desidera nascere nei cuori dans Avvento Avvento-bimba

Monsignor Antônio Carlos Rossi Keller, vescovo di Frederico Westphalen, nello Stato brasiliano di Rio Grande do Sul, ha condiviso con i fedeli della sua diocesi una riflessione semplice e profonda sull’inizio di questo Avvento, che riportiamo volentieri.

Attenzione ai segni
“Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà. Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa”, abbiamo ascoltato nel Vangelo della Prima Domenica d’Avvento (Matteo 24, 37-44).

Nelle parole di Gesù ci sono un richiamo all’attenzione nei confronti dei segni che il Signore ci invia e un invito a sforzarci di decifrarli. La chiave di lettura di questo passo è la filiazione divina. Siamo figli di Dio, ed Egli ci ama alla follia.

Tutto quello che ci accade in questa vita non è mai un segno di castigo, ma d’amore. Le persone tendono a interpretare come una punizione tutto ciò che non è conforme a quello che apprezzano: una malattia, un contrattempo economico, la morte di un familiare… Tutto dev’essere esaminato partendo dal principio secondo il quale tutto quello che accade nella nostra vita e nella vita del mondo implica in qualche modo un segno dell’amore di Dio.

Dobbiamo implorare l’aiuto dello Spirito Santo, con i suoi sette doni, per decifrare correttamente questi segni che il Signore ci invia: sono messaggi di un innamorato, di un Padre che ci ama alla follia.

Dobbiamo manifestare al Signore la nostra profonda riconoscenza e pensare, alla Sua presenza, come potremo corrispondere a tanto amore, e cos’è che ci chiede in concreto attraverso il segno che ci invia.

La vigilanza è una virtù raccomandata da Gesù nel Vangelo. Egli ricorre ai costumi dell’epoca in cui ha vissuto la sua vita mortale tra noi per spiegarci in cosa consiste la vigilanza: stare con i reni stretti – le persone legavano una cintura per sollevare la tunica, di modo che non impedisse loro di camminare –, il bastone in mano e le lampade accese, in attesa del minimo segno per intraprendere il cammino.

La vigilanza cristiana non è un’attesa timorosa di quello che potrà accadere quando si verificherà il nostro incontro con il Signore, ma piuttosto l’aspettativa di due persone innamorate che aspettano con gioia e quasi con impazienza l’incontro con chi amano.

Approfittiamo di questo tempo sacro dell’Avvento per intensificare la nostra intimità con il Signore attraverso la preghiera. Chiediamo al Signore di non irritarsi di fronte alla nostra indigenza. La nostra anima dev’essere un giardino di fiori, di virtù, ma spesso è un deserto, o un campo non coltivato.

Il periodo liturgico dell’Avvento è più che altro un’opportunità che il Signore ci offre per metterci in un atteggiamento positivo di vigilanza e attenzione nei confronti delle cose di Dio. Imitiamo la Madonna, che in profondo raccoglimento, senza trascurare i suoi doveri di moglie e donna di casa, ha atteso con gioia la nascita del Bambino che portava nel suo grembo virginale.

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Don Fabio Rosini: “Ti tratti come una cosa da 4 soldi, ma vali il sangue di Cristo!”

Posté par atempodiblog le 10 décembre 2019

Don Fabio Rosini: “Ti tratti come una cosa da 4 soldi, ma vali il sangue di Cristo!”
Un discorso rivolto ai giovani ma che vale per tutti, anche per chi avesse sprecato quasi tutti i giorni della propria vita. Perché scoprire che per Dio abbiamo un valore enorme è una verità che può cambiare la storia di chiunque. Tutto può diventare bellezza, tutto ci succede perché, presto o tardi, ci decidiamo alla sola impresa che valga la pena: diventare santi.
di Paola Belletti – Aleteia

Offertorio del Prez.mo Sangue di N. S. per le anime purganti dans Don Giustino Maria Russolillo Ges

Da dove parte la santità? Che cos’è questa cosa grande che io e te dobbiamo fare? Questo fatto per cui non posso accontentarmi di vivere di cose piccole, io devo fare cose belle!

Comincia così, il discorso di Don Fabio Rosini, montato in un video che ha legato insieme alla musica e alle parole scene di film, brani di esibizioni artistiche e sportive, visi amati (Chiara Corbella) la cui cifra è l’umano, in tutta la sua bellezza, nella sua capacità di commuoverci come nessun tramonto o fiero animale o cucciolo tenerissimo potranno mai fare. Chissà perché ci commuove così tanto, fino all’imboccatura del cuore.

Lo riscopriamo proprio in questo discorso, in questo appello perentorio alla grandezza. Non cose che possano fare solo i forti, i già capaci, i più capaci tra di noi. Sono cose da veri uomini, da gente che riconosce la voce di Dio e risponde, con la vita.

Le parole di Don Fabio sono una supplica, come di un drogato in crisi di astinenza che implora gli diano qualche spicciolo perché non può rinunciare a tanta potenza, bellezza, altezza: la santità, unica originale di ognuno di noi. Poiché conoscendo lo spettacolo che l’uomo può essere, avendo assistito ad anteprima memorabili, non sopporta che restiamo così tanto al di sotto di noi stessi, così all’oscuro di dossier scottanti, di informazioni decisive che ci riguardano.

Dio ci ama, ci ha fatti belli, magnifici, ci ha fatti da amare. Non ama, Dio, solo per sua natura, perché è Amore, ama perché ci ha fatti amabili, anzi amandi. Dobbiamo essere amati, siamo bellissimi!

I ragazzi lo sanno? Noi, lo sappiamo? Ci crediamo? Nelle foto che pubblichiamo in effetti siamo quasi sempre abbastanza carini, qualcuno è veramente #top. Ma non ci crediamo davvero. Invece Dio sì, è assolutamente certo che siamo cosa preziosissima.

Chi è triste crede di sé qualcosa che non è vero. Chi è triste perché ignora di valere il sangue e il dolore di Cristo e la Sua Resurrezione vive una condizione disagevole e ingiusta. Non sta dove deve stare. Abita in cantina e lo aspetta un attico da cover Elle Casa.

Siamo come un grande volatile, di quelli che dominano la catena alimentare, chiuso in gabbia per tanto tempo. Mi è venuto in mente perché ho visto un video poco tempo fa, segnalatomi una collega: un condor vissuto a lungo in cattività viene portato sul picco di una montagna, nel cuore del suo vero habitat. Uscito dalla gabbia non vola; prima guarda, cammina piano. Inizia ad aprire le ali, le sbatte, le sgranchisce, le ruota, le muove lentamente e poi sempre più forte. Fino a che non è pronto. Per due anni gli è stato impedito, gli è stato negato l’accesso al cielo che è il suo ambiente. Non se lo ricordava nemmeno più?

Noi siamo così: ali enormi, muscoli forti, artigli rapaci: siamo fatti per essere santi e prendere tutta la vita e fare cose grandi. E ne abbiamo paura! Ma se hai vent’anni come non puntare in alto? (…) C’è un’inquietudine santa dentro il cuore mio e tuo. Non mi posso fermare così ad un risultato minuto. Non buttare via niente della tua vita, ti serve tutto. Ma quello perché m’è successo? non l’hai ancora sfruttato fino in fondo (…). C’è una grazia in tutto, Dio può trasformare in bellezza anche la storia più disperata. Non abbiate paura di essere santi! Non abbiamo paura di essere santi! (…)

Ti tratti come una cosa da 4 soldi e invece sei importantissimo. Quanto vali tu?
Tu sei uno che vale la pena che la Seconda Persona della Trinità fosse torturato, crocifisso, ucciso. Lui ritiene che tu vali la pena!

Credere all’amore di Dio. E guarda che Dio non ti ama solo perché è amore. Ti ama perché ti ha creato Lui e sa che sei bello, che sei bella. Sa che senza di te non si può fare. Ci sono persone che solo tu puoi amare, cose che solo tu puoi fare, parole che solo tu potrai dire, sentimenti che solo tu potrai provare. In nome di Cristo, sii te stesso, davanti a Dio.

Speriamo ci sia qualche coraggioso qua dentro. Così finiscono i tre minuti abbondanti del video. Sì, speriamo anche noi. Speriamolo per noi stessi, giovani o vecchi, per i nostri figli, disincantati, feriti o accesi di domande. Speriamolo per tutti gli uomini. Ogni uomo, santo cielo!, è un bene talmente prezioso che non dovremmo poter camminare dritti, gli occhi sempre pieni di lacrime di commozione.

Diventiamo santi, siamo santi, buttiamoci. Il cielo non dobbiamo stenderlo noi, le ali sì. Basta essere quel che siamo, di fronte a Dio e ogni cosa della nostra vita si rivelerà per quello che è: radice conficcata nell’amore di Dio, pronta a generare frutti di cambiamento, di gioia, di novità assoluta.

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I misteri della Santa Casa e il carisma di Loreto

Posté par atempodiblog le 10 décembre 2019

I misteri della Santa Casa e il carisma di Loreto
Oggi è la festa dell’unico santuario mariano del mondo che nasce da una reliquia. Intervista all’arcivescovo Fabio Dal Cin
di Giacomo Galeazzi – In Terris
Tratto da: Radio Maria

I misteri della Santa Casa e il carisma di Loreto dans Fede, morale e teologia Santa-Casa-di-Loreto

La festa liturgica della Madonna di Loreto ricorre il 10 dicembre, in ricordo della data dell’arrivo della Santa Casa di Nazareth a Loreto. Ci sono luoghi della cristianità la cui unicità è depositata nel cuore sacro della religiosità popolare. L’antichissima Festa della Venuta rievoca da sette secoli i fuochi che nella notte tra il 9 e il 10 dicembre del 1294 furono accesi per illuminare la via alla “Santa Casa” in arrivo a Loreto. E’ stata la fede incrollabile in questa miracolosa traslazione “volante”, da Nazareth a Loreto, a spingere Papa Benedetto XV a proclamare la Beata Vergine Maria di Loreto « Patrona di tutti gli aeronautici ». La cittadella marchigiana della devozione mariana in questi giorni sta vivendo giornate storiche e, per approfondire il carisma e i misteri della Santa Casa, In Terris ha incontrato l’arcivescovo Fabio Dal Cin, Delegato Pontificio di Loreto. Nella Santa Casa di Loreto, papa Francesco ha firmato l’esortazione apostolica post-sinodale Christus vivit, indirizzata “ai giovani e a tutto il popolo di Dio”, ispirata “dalla ricchezza delle riflessioni e dei dialoghi del Sinodo dei giovani”. È iniziato ieri dall’aeroporto di Ancona Falconara la “Peregrinatio Mariae” delle statue della Madonna di Loreto verso gli aeroporti nazionali e internazionali previsti nel programma delle iniziative correlate all’anno del Giubileo Lauretano. Domenica, infatti, con la cerimonia di apertura della Porta Santa della Basilica di Loreto, presieduta dal Segretario di Stato Vaticano, il cardinale Pietro Parolin, è iniziato il Giubileo Lauretano che il Santo Padre Papa Francesco ha concesso in occasione del centenario della proclamazione della Madonna di Loreto come patrona degli aeronauti e del mondo dell’aviazione e che si concluderà il 10 dicembre 2020. Alla cerimonia hanno partecipato il presidente dell’Enac, Nicola Zaccheo, e il direttore generale, Alessio Quaranta, tra le istituzioni che hanno rappresentato il comparto dell’aviazione civile. L’Enac, Assaeroporti, Alitalia, venti aeroporti, in collaborazione con Aeroclub d’Italia, sono tra le Istituzioni e i rappresentanti del settore che coordinano una parte delle iniziative che prevedono, tra l’altro, un pellegrinaggio che tre statue raffiguranti la Madonna di Loreto percorreranno negli aeroporti nazionali e internazionali. Le tre statue sono partite ieri dall’aeroporto di Ancona Falconara per farvi ritorno nel dicembre 2020: la statua che visiterà gli aeroporti nazionali è partita su un velivolo messo a disposizione dall’Aeroclub di Ancona per raggiungere l’aeroporto di Pescara dove rimarrà fino al 22 dicembre, per essere successivamente portata all’aeroporto di Bari. Un’altra statua raggiungerà Roma Fiumicino per partire oggi alla volta di Buenos Aires su un volo Alitalia, mentre una terza statua visiterà gli scali militari. Per quanto riguarda l’itinerario civile nazionale, sono stati individuati dalla Delegazione Pontificia venti aeroporti, quelli dove è presente una Cappella o luogo di culto, quali Bari, Bergamo Orio al Serio, Cagliari, Catania, Milano Linate, Milano Malpensa, Napoli, Palermo, Pescara, Roma Fiumicino, Torino Caselle, Trieste Ronchi dei Legionari, Venezia, Verona Villafranca e altri scali quali Bologna, Firenze, Genova, Perugia, Reggio Calabria, i cui gestori, su invito di Assaeroporti, hanno fornito ospitalità in un’area dedicata al fine di coprire tutte le regioni italiane. Negli aeroporti coinvolti sono previste cerimonie di accoglienza per l’arrivo e la partenza della statua raffigurante la Madonna di Loreto, oltre che azioni di comunicazione e promozione dell’iniziativa rivolte ai passeggeri e a tutta la comunità aeroportuale. In occasione della partenza odierna da Ancona per l’Enac ha partecipato Silvia Ceccarelli, direttore della Direzione Aeroportuale Regioni Centro e responsabile degli aeroporti di Ancona e Pescara che ha accompagnato il viaggio della statua della Madonna Pellegrina tra i due scali. Per i credenti del settore dell’aviazione civile, per i lavoratori e per i passeggeri che vorranno partecipare e visitare le Cappelle e i luoghi di culto negli aeroporti in cui verranno collocate le Madonne Pellegrine, secondo un programma consultabile anche sui siti di Enac e di Assaeroporti, oltre che in quelli degli organizzatori, il Giubileo rappresenta anche un’occasione di unione, peculiarità del trasporto aereo.

Arcivescovo Fabio Dal Cin, come si esprime a Loreto la devozione popolare per Maria?
“Qui la manifestazione della fede popolare è particolarmente viva. La gente entra nella Santa Casa, tocca, bacia le pareti e prega in silenzio. E’ un atto di fede nel mistero dell’Incarnazione, che si è compiuto tra quelle mura e nel mistero prodigioso della presenza della Santa Casa su questo colle.  I fedeli riconoscono che queste pareti sono imbevute del mistero del Figlio di Dio fattosi uomo. Si tratta di una fede testimoniata anche dai solchi sul gradino di marmo che circonda la Santa Casa. Sono solchi fatti dalle persone che prima di entrare nel sacello ne percorrono l’intero perimetro in ginocchio. E’ una pratica di pietà che si ripete instancabilmente da 500 anni!”

Qual è il valore teologico della Santa Casa?
“L’identità teologica della Santa Casa ha lo stesso valore dei luoghi santi nei quali è vissuto, morto e risorto Gesù. Ad esempio: noi non sappiamo se la crocifissione sia avvenuta esattamente nel luogo in cui è stato costruito il Santo Sepolcro o cinquanta metri più in là. Tuttavia il credente ha bisogno di sapere che in un luogo preciso la Chiesa fa memoria di quel mistero della salvezza. Anche per la Santa Casa di Loreto vale lo stesso principio teologico che si applica ai luoghi santi. Essa è lo spazio mistico nel quale sono avvenuti i misteri del concepimento immacolato, della libera adesione della Vergine Maria al disegno divino e del Si di Dio, che si è fatto uomo. E’ questa la memoria viva della Salvezza che il popolo di Dio riconosce visitando la Santa Casa.

Perché papa Francesco ha scelto la Santa Casa per firmare l’esortazione apostolica sui giovani?
“Come San Giovanni XXIII è venuto a Loreto prima dell’apertura del Concilio Ecumenico Vaticano II per affidare a Maria le sorti dell’evento conciliare, così Papa Francesco, al termine del Sinodo sui giovani, ha voluto compiere il gesto di affidare le riflessioni e quanto era emerso nell’assemblea sinodale a due Giovani “speciali”, che sono cresciuti in Santa Casa: la Beata Vergine Maria e Gesù. Lì ha firmato l’Esortazione Apostolica post-sinodale Christus vivit, rivolta ai giovani e a tutto il popolo di Dio e, in quella occasione, il Santo Padre ha rilanciato il Centro giovanile, voluto a suo tempo da San Giovanni Paolo II, perché sia il luogo della Christus vivit. Luogo dove i giovani che passano per Loreto possano trovare una comunità che li accolga, li accompagni e li aiuti a scegliere la loro strada nella vita”.

Perché la Santa Casa è diversa dagli altri luoghi di devozione mariani?
“Il Santuario di Loreto è diverso dagli altri santuari mariani perché custodisce la Santa Casa. Gli altri santuari dedicati a Maria sono stati edificati in seguito ad un’apparizione mariana o per la presenza di un’immagine prodigiosa della Madonna. Invece il fondamento del Santuario di Loreto è una reliquia. Si tratta delle pareti della Casa Nazaretana dove ha vissuto Maria e in seguito anche la Santa Famiglia. Anche gli studi più avanzati confermano che le pietre delle pareti della Casa sono tipiche dei luoghi e dell’epoca di Gesù”.

Qual è il significato profondo?
“All’origine di tutto c’è una Casa, che non è solo una reliquia ma è anche un’icona che innesca innumerevoli significati esistenziali, che toccano la vita concreta di tutti. Casa significa famiglia e accoglienza della vita, significa relazioni primordiali e intergenerazionali, casa significa vita concreta e quotidiana, significa trasmissione della fede e dei valori fondamentali per ogni persona…Ma per noi credenti la Santa Casa è la rivelazione del mistero di Dio che “fa casa con l’uomo” e del mistero di una giovane donna che si rende disponibile con il suo Si ad essere “casa” per accogliere il Figlio di Dio. Loreto è innanzitutto il Santuario dell’Incarnazione e della Trinità”.

Perché della Trinità?
“Perché il racconto dell’Annunciazione dell’evangelista Luca esplicita l’Opera della Trinità: il Padre che invia il Figlio a salvare il mondo per opera dello Spirito Santo, dunque Santuario della famiglia trinitaria e per questo Santuario delle famiglie”.

In che senso Santuario delle famiglie?
“Nella casa di Nazareth, Maria ha vissuto la molteplicità della relazioni familiari come figlia, fidanzata, sposa e madre. Per questo ogni famiglia, nelle sue diverse componenti, trova qui accoglienza, ispirazione a vivere la propria identità”. Sono queste le parole che Papa Francesco ha detto a Loreto il 25 marzo scorso, in occasione della sua visita e che per noi sono, insieme alle indicazioni che emergono dall’esortazione apostolica Amoris laetitia, la traccia per la pastorale del Santuario”.

Come attuate a Loreto questo mandato di Papa Francesco?
“Il Santuario offre una serie di incontri mensili rivolti alle coppie sposate e fidanzate sul significato del sacramento del matrimonio, propone tre ritiri spirituali durante i periodi dell’Avvento, della Quaresima e di Pentecoste, ma anche giornate a tema per chi vive lo stato di vedovanza e percorsi per coppie conviventi e separate. Per i giovani, l’attenzione verte sulla tematica degli affetti e sul significato della chiamata a costruire la propria “casa”.

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