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Ad Assisi la Solennità del Perdono, la misericordia è l’urgenza di oggi

Posté par atempodiblog le 1 août 2019

Ad Assisi la Solennità del Perdono, la misericordia è l’urgenza di oggi
Giornata intensa ad Assisi dove alle 11 verrà celebrata la Messa con la processione di Apertura del Perdono. Padre Ceccobao, santuarista della Porziuncola, a Vatican News spiega il senso del Perdono ricordando che la misericordia è l’emergenza che alberga nel cuore dell’uomo
di Benedetta Capelli – Vatican News

Ad Assisi la Solennità del Perdono, la misericordia è l’urgenza di oggi dans Fede, morale e teologia La-Solennit-del-Perdono

Un Perdono che riconcilia con la parte più profonda di ogni uomo. Nella Porziuncola, spiegano i frati francescani, si vive ogni giorno questa esperienza intensa che trasforma la vita. E oggi, nel santuario dove il fraticello di Assisi chiese al Signore il Paradiso per tutti, così come nelle altre chiese francescane, si può chiedere l’indulgenza plenaria per riconciliarsi nel cuore e nello Spirito.

Il perdono, il miracolo di ogni giorno in Porziuncola
Domani l’arrivo della 39.ma Marcia Francescana, quest’anno sul tema “Al posto tuo”. Padre Simone Ceccobao, santuarista della Porziuncola, spiega il senso del Perdono di Assisi:

R. – Francesco in quella notte che a me piace chiamare “luminosa” – una notte di cielo – al Signore Gesù che gli era apparso in visione proprio in Porziuncola, rivolge queste parole, una richiesta audace: “Io ti chiedo, Signore Gesù, che qualunque uomo o donna giungerà qui in Porziuncola, pentito delle proprie colpe, possa fare esperienza sovrabbondante della misericordia, del perdono”. Queste sono le parole con le quali Francesco d’Assisi attrae ancora qui, oggi, ogni giorno, ogni anno, milioni di pellegrini. Queste parole di Francesco racchiudono un’urgenza: l’urgenza del perdono, l’urgenza della misericordia. Forse oggi sembra poco attuale parlare di perdono; forse oggi può sembrare più attuale parlare di fermezza, di sicurezza, di confini, perché forse oggi la misericordia e il perdono ci sembrano un amore poco affidabile. Invece Francesco ci suggerisce che la misericordia è l’emergenza che alberga nel cuore di ogni uomo. Credo che la festa del perdono nasca a partire da questa emergenza. Questa richiesta così forte e audace al Signore di Francesco d’Assisi, la compie dopo aver fatto un bagno di spine. Francesco vive due anni di crisi dolorose: le spine del dubbio, le spine della tentazione … Francesco dentro quelle spine vi si getta e vede che quelle spine, bagnate dal suo sacrificio, dal suo sangue, diventano rose. Ed è questo il miracolo che quotidianamente qui si realizza.

La Porziuncola viene anche definita una porta sempre aperta. È un perenne Giubileo della misericordia se vogliamo evocare Papa Francesco …
R. – Quello che si rispira, che si vive quotidianamente qui alla Porziuncola – come hai ben detto – è un perenne Giubileo della misericordia, perché ogni giorno entrano uomini e donne in un bagno di spine. Noi che ogni giorno lavoriamo in Porziuncola ci accorgiamo e viviamo, vediamo con i nostri occhi, un perdono sovrabbondante che esce dal cuore aperto del Padre e si riversa sulla vita dell’uomo e la fa nuova. Una fiducia ritrovata, una speranza ritrovata, come a dire che il peccato per quanto doloroso non ha l’ultima parola sulla vita perché l’ultima parola sulla nostra vita è l’amore, l’amore del Padre.

Papa Francesco queste parole le ripete molto spesso. Avete osservato, voi che siete lì ad accogliere i pellegrini, un cambiamento anche nel cuore dei lontani che si avvicinano incuriositi, spinti pure dall’insistenza di Papa sul perdono?
R. – Papa Francesco è stato il portavoce di questa emergenza di perdono. Ha compreso che le strutture portanti non solo della Chiesa, ma del mondo, sono più fragili senza misericordia, senza perdono. E questo messaggio è arrivato. Credo sia arrivato al cuore di tutti anche dei lontani. Una piccola esperienza che ho fatto qualche tempo fa confessando un pellegrino che non si accostava al sacramento della Riconciliazione da quasi vent’anni: dopo aver ricevuto l’assoluzione dei propri peccati, in lacrime, mi ha detto: “É questo che in tutto questo tempo non sapevo di cercare e qui l’ho trovato”. La misericordia è un linguaggio che parla per tutti. Non esiste cuore umano che non abbia desiderio di perdono. L’uomo è più a casa quando viene perdonato, quando riceve la misericordia e, soprattutto, l’uomo è più umano.

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A Medjugorje al via il Festival dei giovani. La sei giorni per “Seguire Gesù”

Posté par atempodiblog le 1 août 2019

A Medjugorje al via il Festival dei giovani. La sei giorni per “Seguire Gesù”
Oltre 50mila ragazzi da tutto il mondo hanno raggiunto la località della Bosnia per riflettere sul passo evangelico “Seguimi”, tema scelto per la 30esima edizione del Festival. Previsti gli interventi di numerosi vescovi e cardinali.
di Marco Guerra – Vatican News

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Una messa presieduta dal cardinale vicario del Papa per la diocesi di Roma, Angelo De Donatis, darà inizio questa sera al 30esimo “Festival dei giovani » di Medjugorje, in Bosnia-Erzegovina. L’evento si chiuderà martedì 6 agosto con un’altra celebrazione eucaristica celebrata da mons. Rino Fisichella, presidente del Pontificio consiglio per la nuova evangelizzazione.

“Seguire Gesù” al centro delle catechesi
Le riflessioni di questa edizione del 2019 sono dedicate al passo evangelico “Seguimi” e il programma prevede catechesi, testimonianze, processioni, adorazioni che metteranno il messaggio di Cristo al centro della vita dei ragazzi. Sono attesi 50mila pellegrini guidati da 400 sacerdoti. L’iniziativa sarà trasmessa in streaming in diverse lingue grazie a sei telecamere, due spidercam e un drone. Per tutto il tempo del Festival è assicurata la traduzione simultanea in 18 lingue proprio per assicurare la piena partecipazione dei giovani provenienti da tutto il mondo.

Vescovi e cardinali parlano ai giovani
Il tema del Festival sarà approfondito grazie agli interventi di mons. Jose Rodriguez Carballo, segretario della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica; del nunzio apostolico in Bosnia-Erzegovina mons. Luigi Pezzuto; di mons. Dominique Rey, vescovo di Toulon in Francia; di mons. Giampaolo Crepaldi, vescovo di Trieste; di mons. Vlado Kosic, vescovo di Sisak (Croazia); del cardinale e arcivescovo di Sarajevo Vinko Puljic e del visitatore apostolico per la parrocchia di Medjugorje mons. Henryk Hoser.

Mons. Hoser: a Medjugorje i giovani ritrovano Dio
“Gesù mostra ai giovani la strada verso la verità”, ha detto a Vatican News mons. Henryk Hoser, parlando anche dei numerosi frutti portati dalla devozione per la Madonna di Medjugorje:

R. – Il passo evangelico scelto per questa edizione è un dialogo tra Gesù e un giovane, che gli chiede come vivere. Gesù gli dice di arrivare alla pienezza della comunione con Lui, e alla fine termina dicendo: “Seguimi, seguimi e troverai la vita della santità”.

Nel programma sono previste catechesi, testimonianze, processioni, adorazioni. Tutto questo evento serve a porre la figura di Cristo al centro della vita dei giovani?
R. – Sì, ovviamente. Gesù, che chiama questo giovane, si mostra come centro della vita, come maestro. E allora per i giovani è molto importante vivere in vicinanza con l’autorità, l’autorità assoluta, che mostra anche la strada sicura, la strada verso la verità.

Medjugorje continua a portare grandi frutti in termini di conversioni, vocazioni, e opere di bene. Questo luogo può rappresentare un faro per i giovani europei che si confrontano con l’odierna società dello scarto?
R. – Senza dubbio. Medjugorje è il luogo dove i giovani – ma tutti, non soltanto i giovani – ritrovano la strada che conduce a Dio, ritrovano un legame con Dio che si era perso, era stato dimenticato. E allora la conversione, che è al centro della spiritualità di Medjugorje, fa scoprire che Dio è nostro Padre, e noi siamo suoi figli. E allora questo legame tra padre e figli è costituito per vivere la pienezza dell’immagine di Dio nella nostra vita.

All’evento parteciperanno 50mila pellegrini guidati da 400 sacerdoti. Perché questa località nel cuore dei Balcani richiama tante persone? Perché tutti vogliono salire sulla collina del Podbrdo?
R. – Questo luogo è riconosciuto, perché quest’anno vi si svolge la trentesima edizione del Festival. Mi sembra quindi che questo Festival goda di una certa fama, i giovani vengono con gioia e vivono delle giornate molto intense e belle, molto luminose. Mi sembra che è diventata una sorta di tradizione che viene trasmessa da una generazione all’altra. A Medjugorje sviluppiamo il culto della Madonna, di Maria, soprattutto la sua vocazione di Regina della Pace, la pace del cuore umano, la pace familiare e sociale. E questo è importante soprattutto nei Balcani, che hanno vissuto una guerra terribile, fratricida. Ora, anche il nostro cuore ha bisogno di una pace interiore. E credo che il messaggio di Medjugorje trovi una grande eco nel cuore dei giovani.

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Ungheria: Debrecen, una nuova missione per la comunità cattolica di lingua tedesca

Posté par atempodiblog le 1 août 2019

Ungheria: Debrecen, una nuova missione per la comunità cattolica di lingua tedesca
dell’Agenzia SIR

Ungheria: Debrecen, una nuova missione per la comunità cattolica di lingua tedesca dans Articoli di Giornali e News Debrecen

Nella città di Debrecen, nell’Ungheria orientale, è sorta una nuova missione per la comunità cattolica di lingua tedesca: il vescovo locale, mons. Ferenc Palanki, ha ufficialmente fondato la nuova missione cattolica “Sant’Anna” e ha incaricato della direzione il parroco della cattedrale di Debrecen, don Zoltan Krakomperger. L’attività pastorale e liturgica è iniziata con la celebrazione della solennità della Pentecoste e la prima messa in lingua tedesca. Lo spunto per la fondazione della nuova missione è soprattutto il numero crescente di persone di lingua tedesca a Debrecen e nella zona circostante, come riportato dal portale cattolico “Magyar Kurir”. Tra loro ci sono molti studenti, lavoratori e turisti. In futuro, ci sarà un servizio di lingua tedesca nella cattedrale di Sant’Anna ogni domenica pomeriggio.

In Ungheria, oltre alla missione a Debrecen, ci sono altre tre comunità cristiane di lingua tedesca che si sono stabilite nella capitale Budapest negli ultimi 200 anni. La più antica è la chiesa evangelica riformata fondata nel 1859. Attualmente la più forte comunità di lingua tedesca è la comunità cattolica di Santa Elisabetta a Buda. Fu creata dopo la prima guerra mondiale e fu attiva fino all’ottobre 1944. Dopo più di quattro decenni di “interruzione obbligatoria” per il regime comunista, fu ristabilita nel 1989 in seguito alla caduta del Muro di Berlino.
La comunità ha circa 25mila cattolici in maggioranza ungheresi tedeschi e credenti provenienti da Paesi di lingua tedesca. La terza comunità è protestante di lingua tedesca con 220 membri registrati, missione che ha celebrato il 25° anniversario in questi giorni.

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