Far pagare l’ingresso in chiesa come al museo significa che il Cattolicesimo ha fallito

Posté par atempodiblog le 24 octobre 2017

Far pagare l’ingresso in chiesa come al museo significa che il Cattolicesimo ha fallito
Separare i fedeli dai turisti vuol dire rinunciare all’idea che qualcuno possa liberamente varcare una soglia attratto dall’arte e lì dentro trovare testimoniata la gloria di Dio, sotto forma di architettura o pittura o scultura
di Antonio Gurrado – Il Foglio
Tratto da: Radio Maria

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Non so come vi sentireste se andaste a pranzo da vostra madre e lei vi chiedesse di pagare il coperto. In compenso so come mi sono sentito cercando di entrare nelle chiese di Firenze, a margine della festa fogliante, e ricavandone soltanto file di turisti della domenica o strapuntini abborracciati per i fedeli, quei pittoreschi che volessero andare in casa di Dio a pregare ossia a sentirsi accolti. Si chiama ipocrisia questa quota gratuita con ingresso differenziato per i fedeli, quegli stravaganti, che vogliono continuare a utilizzare le chiese allo scopo per cui sono state costruite. Anzi, peggio. Nel momento in cui le chiese pretendono di trasformarsi in meri contenitori di opere d’arte e richiedono un biglietto d’ingresso agli ammiratori, significa che il Cattolicesimo ha abdicato al proprio compito: separando i fedeli dai turisti, ha rinunziato all’idea che qualcuno possa liberamente varcare una soglia attratto dall’arte o dall’ombra o dal riparo e lì dentro trovare testimoniata fisicamente la gloria di Dio, sotto forma di architettura o pittura o scultura.

Far pagare l’ingresso in chiesa come al museo implica avere rinunziato a sperare che qualcuno possa essere convertito dalla bellezza; bellezza intesa non come causa ma come tramite della conversione, esattamente come la bellezza di una persona non è la causa dell’innamoramento ma il tramite attraverso cui si arriva a un sentimento più complesso e duraturo. Non so come vi sentireste se stasera la vostra fidanzata vi dicesse: “Da me puoi ottenere gratuitamente affetto e compagnia in determinate ore del giorno ma per godere della mia bellezza, caro mio, d’ora in poi si paga”.

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