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Tutto il mio cammino è l’ascendere

Posté par atempodiblog le 28 mai 2017

 Tutto il mio cammino è l’ascendere dans Citazioni, frasi e pensieri Beato-Giustino-M-della-Santissima-Trinit-Russolillo

“Per essere sempre più e meglio immagine e somiglianza di Dio, tutto il mio cammino è l’ascendere, avvicinarmi e pervenire all’unione divina: il mezzo è piacere al Signore sempre più e sempre meglio, col rassomigliarGli sempre più e meglio”.

Beato Giustino Maria della Santissima Trinità Russolillo

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Non siamo nati calciatori

Posté par atempodiblog le 28 mai 2017

Non siamo nati calciatori
Consapevoli di essere fortunati, desiderosi di aiutare gli altri (nonostante le invidie). L’appello di Marchisio per i migranti e l’impegno sociale di Thuram, Zanetti, Drogba & Co
di Paolo Di Stefano – Corriere della Sera

Non siamo nati calciatori dans Articoli di Giornali e News Claudio_Marchisio_e_la_situazione_del_mondo

«Io non sono nato calciatore» è una bella frase, che illustra l’intelligenza di un ragazzo, Claudio Marchisio, consapevole della propria fortuna. «Io non sono nato calciatore – ha scritto su Facebook il centrocampista della Juventus – ho vissuto i problemi di milioni di famiglie». Era una risposta a chi lo aveva rimproverato, anzi insultato (i social non conoscono mezze misure) per avere espresso la sua solidarietà nei confronti dei naufraghi nel Mediterraneo: «Come sta cambiando il mondo?», si chiedeva. Il risultato è stato duplice. Da una parte una valanga di condivisioni, dall’altra una slavina di improperi: chi gli consigliava di limitarsi a pensare alla finale di Champions e chi gli dava dell’ipocrita ricco e viziato.

È la reazione più automatica e più becera: un calciatore che guadagna un sacco di soldi non può (non deve) capire coloro i quali non hanno avuto la sua stessa fortuna, e se cerca di capire, uscendo dal perimetro del campo di calcio, non può che essere ipocrita, falso, untuoso, forse bugiardo. Siccome sarebbe chiuso in una gabbia dorata, tutto ciò che dirà a proposito del mondo esterno sarà assurdo, inappropriato, da prendere con sospetto… E per di più, in vista della finale, per un calciatore non dovrebbe esistere altro che la cura dei muscoli e della tattica.
Invece bisognerebbe essere grati a Marchisio, che ha espresso il suo pensiero sulle tragedie del nostro tempo con la sincerità umana che altri non hanno, avvezzi come sono al tran tran retorico-televisivo post partita: «Questa è la legge del calcio, la palla è rotonda» e poco più.

Un mondo blindato? Sì, ma meno che in passato. Visto che le eccezioni, e notevoli, non mancano. Anche Lilian Thuram, il difensore francese del Parma e della Juve, non è nato calciatore. E lo sa bene specie adesso che è «in pensione», tant’è vero che in un libro, intitolato Per l’uguaglianza , ha raccontato la propria infanzia povera in Guadalupa e poi, con l’emigrazione della famiglia (senza padre), il razzismo subìto a Parigi. La sua idea guida che il calcio è uno spazio pubblico da cui si trasmettono valori civili portò Thuram, nel 1998, a polemizzare con Jean-Marie Le Pen che lamentava l’eccesso di giocatori neri nella Nazionale francese. Con la Fondazione che porta il suo nome, Thuram è impegnato in ambito educativo, contro ogni discriminazione.

E se non è il solo, va segnalato che la sensibilità dei più è suggerita spesso da ragioni autobiografiche, cioè da memorie coloniali familiari più o meno dirette. Clarence Seedorf, tra l’altro ex Milan e Inter, olandese di origine surinamese, nel 2005 ha fondato «Champions for Children», che fornisce assistenza educativa e sanitaria nei paesi poveri. Il franco-ivoriano, e pacifista attivo, Didier Drogba ha una sua struttura che si occupa di combattere la malaria in Africa. Il nigeriano Nwankwo Kanu, che ogni interista dovrebbe ricordare, dopo aver scoperto i propri gravi problemi cardiaci ha messo su un’associazione per soccorre i bambini malati di cuore nel suo paese.
Per non dire dell’impegno a tutto campo (umanitario) del campione del mondo tedesco di origine turca, Mezut Özil. E ancora: Zinedine Zidane, David Beckham, Leo Messi e Cristiano Ronaldo, Xavier Zanetti… Oggi il vicepresidente dell’Inter aiuta i minori dei sobborghi complicati di Buenos Aires in cui lui stesso è faticosamente cresciuto. Il Capitano nerazzurro sa, come Marchisio, che nessuno è nato calciatore. E che il mondo è appena fuori.

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