Le parole ci sono state donate

Posté par atempodiblog le 11 février 2017

Le parole ci sono state donate

“Le parole, come è noto, sono sapienti di per sé e per questo, ogni volta, prima ancora di pronunciarle bisognerebbe ascoltarle come all’inizio. Infatti, non sono nostre, ma ci sono state donate, le abbiamo apprese. Perché non suonino vane è necessario che non se ne perda l’eco profonda, che nel dirle si sia ancora capaci di risentirle quasi a trattenerle per evitare che con il suono ne svanisca anche il senso”.

“Eppure le parole, per contare, dovrebbero avere peso. Ma come, quando, quanto pesano? E perché? Non si può rispondere a queste domande se non ci si mette nelle condizioni di ponderare le parole, di accertare quali significati intenzionano, come si formano i giudizi. Il linguaggio si ammala Wittgenstein lo aveva perfettamente compreso -; la filosofia dovrebbe esserne la terapia. […] Nel tempo della chiacchiera, in un tempo mai come questo lontano dal silenzio, il lavoro sulle parole è esercizio teoretico ma anche azione morale”.  (di Salvatore Natoli)

Le parole ci sono state donate dans Riflessioni Boubat

Ci piace parlare, dialogare, discutere. Ci piace conversare, confidarci, E per far questo usiamo il linguaggio, le parole si anellano le une all’altra per raggiungere l’altra persona.

Vorremmo poi essere capiti, compresi, vorremmo che l’altro ci sapesse ascoltare, e fondare così la nostra amicizia.

Ma spesso otteniamo l’effetto contrario. La parola non si incontra con quella dell’altro, ma si scontra; la parola non accoglie, ma respinge; non dialoga, ma prevarica. La parola troppo spesso viene usata e manipolata.

Forse ci sentiamo troppo padroni del nostro linguaggio, non ci accorgiamo che la parola vive al di là di noi, e, se usata con leggerezza, si può rivelare insidiosa e pericolosa.

Forse dobbiamo abitare un po’ di più il silenzio, lasciare che le nostre parole si depositino e ci abitino per  ritrovare il senso che vogliamo davvero dargli, forse dobbiamo ritrovare l’umiltà di chi appunto ha ricevuto un “dono” così importante da non essere mai sprecato.

Ritrovare le parole, trattarle come beni preziosi da usare con parsimonia e con rispetto delle parole dell’altro.

Tratto da: Pensare in un’altra luce

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