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Papa Francesco: no a “religione del maquillage”, respingere apparenze

Posté par atempodiblog le 12 octobre 2016

Papa Francesco: no a “religione del maquillage”, respingere apparenze
Gesù ci chiede di fare il bene con umiltà, rifuggendo l’apparire, il “far finta” di fare qualcosa. E’ quanto affermato da Papa Francesco nella Messa mattutina a Casa Santa Marta, nella memoria di San Giovanni XXIII. Il Pontefice ha dunque messo in guardia da una “religione del maquillage” ribadendo che la via del Signore è la via dell’umiltà.
di Alessandro Gisotti – Radio Vaticana

Papa Francesco: no a “religione del maquillage”, respingere apparenze dans Commenti al Vangelo Papa_Francesco

La libertà cristiana viene da Gesù, “non dalle nostre opere”. Papa Francesco ha sviluppato la sua omelia muovendo dalla Lettera di San Paolo ai Galati per rivolgere poi l’attenzione al Vangelo odierno laddove Gesù rimprovera un fariseo tutto concentrato sulle apparenze e non sulla sostanza della fede.

Gesù ci chiede di accettare la giustizia che viene da Dio
A quel dottore della legge che aveva criticato Gesù perché non aveva fatto le abluzioni prima del pranzo, ha detto il Papa, il Signore risponde in modo netto:

“‘Voi farisei pulite l’esterno del bicchiere e del piatto ma il vostro interno è pieno di avidità e di cattiveria’. E questo Gesù lo ripete tante volte nel Vangelo a questa gente: ‘Il vostro interno è cattivo, non è giusto, non è libero. Siete schiavi perché non avete accettato la giustizia che viene da Dio, la giustizia che ci ha dato Gesù’”.

In un altro passo del Vangelo, ha proseguito il Papa, Gesù chiede di pregare senza farsi vedere, senza apparire. Alcuni, ha notato, avevano “le facce toste”, “non avevano vergogna”: pregavano e facevano l’elemosina per farsi ammirare. Il Signore, invece, indica la strada dell’umiltà.

No alla “religione del maquillage”, rifuggire dalle apparenze
“Quello che importa, dice Gesù – è la riflessione di Francesco – è la libertà che ci ha dato la redenzione, che ci ha dato l’amore, che ci ha dato la ricreazione del Padre”:

“Quella libertà interna, quella libertà che si fa il bene di nascosto, senza far suonare la tromba perché la strada della vera religione è la stessa strada di Gesù: l’umiltà, l’umiliazione. E Gesù, Paolo lo dice ai Filippesi, umiliò se stesso, svuotò se stesso. E’ l’unica strada per togliere da noi l’egoismo, la cupidigia, la superbia, la vanità, la mondanità.

Al contrario questa gente che Gesù rimprovera è gente che segue la religione del maquillage: l’apparenza, l’apparire, fare finta di sembrare ma dentro… Gesù usa per questa gente un’immagine molto forte: ‘Voi siete sepolcri imbiancati, belli al di fuori ma dentro pieni di ossa di morti e marciume’”.

Chiediamo al Signore di respingere la religione dell’apparire
“Gesù – ha ripreso – ci chiama, ci invita a fare il bene con umiltà”. “Tu – ha detto – puoi fare tutto il bene che tu vuoi ma se non lo fai umilmente, come ci insegna Gesù, questo bene non serve, perché un bene che nasce da te stesso, dalla tua sicurezza non dalla redenzione che Gesù ci ha dato”. La redenzione, ha soggiunto, “viene per la strada dell’umiltà e delle umiliazioni perché non si arriva mai all’umiltà senza le umiliazioni. E vediamo Gesù umiliato in croce”:

“Chiediamo al Signore di non stancarci di andare su questa strada, di non stancarci di respingere questa religione dell’apparire, del sembrare, del fare finta di… E andare silenziosamente facendo il bene, gratuitamente come noi gratuitamente abbiamo ricevuto la nostra libertà interiore. E che Lui custodisca questa libertà interiore di tutti noi. Chiediamo questa grazia”.

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La lezione di Montolivo: una carezza che spiazza gli sciacalli del web

Posté par atempodiblog le 12 octobre 2016

La lezione di Montolivo: una carezza che spiazza gli sciacalli del web
di Roberto De Ponti – Corriere della Sera

La lezione di Montolivo: una carezza che spiazza gli sciacalli del web dans Articoli di Giornali e News Montolivio

«Devi morire». Siamo così abituati al becero coro da stadio, quando il calciatore di turno rimane a terra, da non far più caso a quanto greve (oltre che grave) possa essere un invito a passare a miglior vita rivolto a un giocatore infortunato.

È la forza — si fa per dire — dell’anonimato da curva. Nascondendosi nel branco, è possibile vomitare insulti di ogni genere con la tranquillità vigliacca di rimanere impuniti. In piccolo, quello che capita nella Rete.

Accade che Riccardo Montolivo, calciatore del Milan inspiegabilmente assurto a causa di tutti i mali del calcio italiano, si frantumi un ginocchio giocando in Nazionale, ed è quello stesso Montolivo che nell’ultima amichevole prima del Mondiale 2014 si è fratturato una tibia, giusto per ricordare che il ragazzo non è particolarmente fortunato. Accade che mentre esce dal campo in barella, Montolivo venga «salutato» dai tifosi italiani con fischi («osceni», li definirà a fine partita il capitano azzurro Buffon).

Accade soprattutto che il calciatore, nel suo letto d’ospedale, venga bersagliato via Internet da insulti di ogni genere. E che risponda su Facebook in modo disarmante: «Grazie di cuore a tutte le persone che hanno speso un pensiero per me… tifosi, colleghi, addetti ai lavori. È stato bello, in un momento così faticoso, ricevere così tanti attestati di stima e affetto. E una carezza a tutti quelli che mi hanno augurato la rottura di tibia e perone, la rottura di tutti i legamenti e la morte… con l’augurio che la vita riesca a farvi crescere in educazione e rispetto dell’essere umano». Grande Montolivo. Più limpido di un passaggio filtrante, più essenziale di un gol all’incrocio.

Sappiatelo, fenomeni che nascosti nell’anonimato della Rete insultate, invitate alla morte, spingete al suicidio: una carezza vi seppellirà.

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Quelle bufale su Internet e la gente che ci crede

Posté par atempodiblog le 12 octobre 2016

Quelle bufale su Internet e la gente che ci crede
È ancora in circolazione la balla sull’inesistente senatore Cirenga e la nascita del fondo per i «parlamentari in crisi» alla ricerca di un lavoro
di Gian Antonio Stella – Corriere della Sera

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Ancora? Sono passati almeno quattro anni da quando venne bucata e sgonfiata sul web, speravamo per sempre, la gigantesca bolla di sapone dell’inesistente senatore Cirenga. Quattro anni. Eppure la notizia, assolutamente falsa, continua a girare. Anche in queste ore: «Ieri il Senato ha approvato con 257 voti favorevoli e 165 astenuti il disegno di legge del Senatore Cirenga che prevede la nascita del fondo per i “parlamentari in crisi” creato in vista dell’imminente fine legislatura. Questo fondo prevede lo stanziamento di 134 miliardi di euro da destinarsi a tutti i deputati che non troveranno lavoro nell’anno successivo alla fine del mandato. Questo quando in Italia i malati di Sla sono costretti a pagarsi da soli le cure. Rifletti e fai girare». Non bastasse, la balla è preceduta da due righe che invitano il popolino citrullo a ribellarsi ai perfidi organizzatori del complotto planetario che gli hanno finora tenuta nascosta la notizia: «Come mai il telegiornale non dice queste cose? Come mai il telegiornale parla della Belen? Come mai gli italiani non sanno queste cose?».

Bene: spiegava già nel 2012 il benemerito sito bufale.net: «Partiamo da un fatto rilevante: i votanti citati sono 422 (257+165), mentre il Senato è formato da 315 senatori (309 in Italia e 6 all’estero). Prima falsità». Seguiva la seconda, e cioè l’assurdità della cifra: 134 miliardi di euro equivalgono al costo di 268 anni nell’intero Senato. Quindi la terza: questo «senatore Cirenga», come dicevamo, non esiste e non è mai esistito. Macché, c’è ancora chi spaccia questa merce falsa e c’è chi ancora abbocca all’amo. E magari si lascia pure influenzare da queste chiacchiere da comari di ballatoio per decidere chi e come votare. Nessuno stupore.

In questi ultimi anni c’è chi si è bevuto di tutto. La foto taroccata di Maria Elena Boschi che giura al Quirinale con il tanga che spunta dai pantaloni. La ragazza americana con tre mammelle. I gatti bonsai allevati in bottiglia. Laura Boldrini con un passato da ragazza coccodè. La morte di Paul McCartney nel 1962 sostituito da un sosia. Fino alla resurrezione di Michael Jackson che ora, in incognito, farebbe il benzinaio in Canada.

Aveva proprio ragione Umberto Eco: «Ormai Internet è divenuto territorio anarchico dove si può dire di tutto senza poter essere smentiti. Però, se è difficile stabilire se una notizia su Internet sia vera, è più prudente supporre che sia falsa». Concluderebbe Renzo Arbore: «Meditate, gente. Meditate…».

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