Don Barsotti: il «canto della tentazione» di un mistico

Posté par atempodiblog le 19 septembre 2016

Don Barsotti: il «canto della tentazione» di un mistico
(pubblicate in un solo volume tutte le liriche del sacerdore fiorentino fondatore della Comunità dei Figli di Dio)

di Vincenzo Arnone – Avvenire

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Novità editoriale settembre 2016: Solo l’amore conosce, di don Divo Barsotti, Edizioni Nerbini

L’idea di pubblicare in un’unica raccolta le poesie di don Divo Barsotti (1914  2006) è quanto mai opportuna e lodevole per fare apprezzare ancora di più il valore di versi dalle svariate tematiche e per tenere viva la memoria spirituale e letteraria di uno dei mistici più significativi degli ultimi tempi. Va dato atto all’editore fiorentino Nerbini di questa coraggiosa e appassionata iniziativa; il titolo Solo l’amore conosce (pp. 144, euro 14) è preso da una delle poesie, datata gennaio 1979, che esprime in maniera accentuata la dimensione mistica di Barsotti. Viene riproposta anche l’Introduzione che il critico Geno Pampaloni ebbe a scrivere nel 1982 per la raccoltina Cor ad cor.

La «tentazione» della poesia ha accompagnato tutta la vita di Barsotti, da quando giovane seminarista era a San Miniato e poi quando, alla ricerca di un suo posto nella Chiesa, si trasferì a Firenze, passando per crisi interiori, ripensamenti, riflessioni e confronti con forti personalità cristiane del tempo. In tal senso la lunga poesia (quasi un poemetto, che chiude le pagine del volume) «Il canto della tentazione» del 1936 sembra stia alla base del suo cammino spirituale e poetico.

In quell’anno Barsotti – appena ventiduenne, ma già maturo nella personalità – pensava, progettava, sognava oltre le piccole strade di un piccolo borgo pisano. Andato a Napoli per consigliarsi con don Giustino Russolillo, di ritorno scrive i versi che gli saranno da guida per sempre. Da allora l’arte poetica non ha mai abbandonato i numerosi scritti di don Divo, in un connubio di mistica, poesia e teologia.

Ed è significativo che Solo l’amore conosce si apra con i versi di «Ars poetica»:

«È semplice, limpida, ingenua,/ ma è l’unica parola/ che dice. Anche se tu la disprezzi/ ti accompagna fedele ed è a servizio/ dell’uomo».

Un’arte poetica che non insegue l’idolatria della parola o il linguaggio magico, bensì il diretto contatto con la realtà o, per chi è credente, con il Mistero. È la testimonianza sintetica di quanto di più forte potrebbe affermare un mistico, ad un tempo calato in pieno nella sua storia.

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