La NBA di Alessandro Gentile
Posté par atempodiblog le 23 juin 2016
Alessandro Gentile diventerà il settimo giocatore italiano nella storia a mettersi alla prova nella NBA, abbandonando le certezze e le comodità italiane (con Milano che potrebbe vincere i prossimi dieci scudetti, se non si suicida) per calarsi in un contesto dove guadagnerà di sicuro più soldi ma dove in sostanza riparte da zero, a quasi 24 anni di età. Lo ha detto abbastanza chiaramente ad Adrian Wojnarowski di The Vertical, andando dritto sugli Houston Rockets che detengono i diritti su di lui e dicendo che nella sua scelta sono decisive le presenze di Mike D’Antoni e di James Harden. Insomma, una conferma a freddo di quanto già a caldo l’azzurro aveva detto dopo il secondo scudetto vinto in carriera. Gentile ha facoltà fino al 10 luglio di rescindere il contratto che lo lega a Milano e la certezza è che in ogni caso lo farà, visto che il presidente dell’Olimpia Proli già da giorni ne parla al passato. Non mancano le offerte da alta Eurolega, a partire dal Barcellona, anche a ingaggio più che raddoppiato (attualmente il figlio di Nando e fratello di Stefano viaggia sul milione netto di euro a stagione), ma il momento giusto per la NBA è indubbiamente questo, si spera con l’aura anche dei Giochi di Rio.
Ma cosa potrebbe realisticamente essere Gentile in una squadra NBA di media levatura (ultima stagione da 41-41, con eliminazione al primo turno nei playoff) come i Rockets, che oltretutto perderanno Dwight Howard, che ha appena rinunciato a una ‘player option’ da 23,2 milioni di dollari? Di base proprio il cambio di Harden, anche se il tiro da fuori è troppo incostante per farne fin da subito un buon attaccante NBA. La struttura fisica invece è proprio quella delle guardie-ali piccole della pallacanestro di oggi, in questo senso l’impatto sarà meno duro che per altri europei: per certi versi i suoi pro e i suoi contro in ottica NBA sono opposti a quelli di un Datome, ma come sempre accade sotto al livello delle superstelle è il contesto a creare le carriere dei singoli.
In una squadra dantoniana pura Gentile, pur avendo meno tiro di mille altri sul mercato, potrebbe essere un ottimo giocatore di transizione e un elemento interessante per sfruttare i mismatch. Ma è soltanto teoria, al momento, non sapendo che tipo di Rockets nasceranno e soprattutto se vorranno usare Gentile, scelto alla numero 53 (da Minnesota, che poi lo girò a Houston) due anni fa, come carne da scambio. Di certo una grande sfida che Gentile ha le qualità per vincere, dove per ‘vincere’ si intende sopravvivere al livello più alto.
di Stefano Olivari – Guerin Sportivo
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