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Siamo tutti stranieri

Posté par atempodiblog le 23 juin 2016

Il razzista è colui che nega se stesso
Siamo tutti stranieri
dell’Arcivescovo di Chieti-Vasto, Mons. Bruno Forte

Siamo tutti stranieri dans Amicizia tutti_fratelli

Siamo tutti stranieri sulla terra che pure è la nostra, pellegrini in questo mondo: perciò, ciascuno ritrova se stesso in quanto scopre l’altro, scoprendo se stesso altro dall’altro, e proprio così riconoscendosi rivolto all’altro, accogliente dell’altro.

L’alterità è lo stimolo a (ri)scoprire l’identità nell’atto dell’accogliere. Perciò, “il razzista è colui che nega se stesso per quello che è” (E. Jabès, Uno straniero…, o.c., 25).

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Tiramisù alla birra: ecco il Birramisù!

Posté par atempodiblog le 23 juin 2016

Tiramisù alla birra: ecco il Birramisù!
Una ricetta davvero originale che vi sorprenderà! Il segreto? Una birra scura tipo scout o guinness extra stout al posto del caffè
di 

Tiramisù alla birra: ecco il Birramisù! dans Cucina e dintorni birramis

Avete mai pensato di assaggiare un tiramisù fatto con la birra? È la nuova frontiera del dessert della tradizione italiana che tutto il mondo ama e che è noto con il nome di birramisù. Il segreto per realizzarlo è quello di utilizzare una birra particolare, dal colore e dal sapore in grado di ricordare il caffè sfruttato per la ricetta classica. Stiamo parlando della birra stout, una bevanda scura, ad alta fermentazione, prodotta con malti d’orzo molto tostati che garantiscano l’aroma tipico di questo prodotto che ricorda il cioccolato, la liquirizia e il caffè. Per questa particolarità è consigliata soprattutto dopo cena, in abbinamento a dolci o alla gorgonzola come ci hanno fatto provare i monaci produttori della birra cascinazza. E poi può essere utile per cucinare, per esempio degli originali dessert come, appunto, il birramisù.
Di stout ne esistono in commercio vari tipi. Particolarmente indicate per il nostro “progetto culinario” sono l’Irish Stout (come la Guinness Extra Stout o la Murphy’s Irish Stout) oppure la Coffee Stout (arricchita da vero caffè).

Se avete in casa una birra chiara e non volete uscire per comprarne un’altra nessun problema: miscelatela con del caffè prima di bagnare i biscotti.

Non ve la sentite di comprare “questo pacchetto a scatola chiusa”? Provate ad andare in un birrificio artigianale che faccia anche servizio di pub-cucina: spesso si può assaggiare questo dolce anche lì e capire se fa per noi.

Se vi piacciono le rivisitazioni del tiramisù provate anche la variante alla nutellaal limone,alle fragole oppure alla ricotta.

Con il bimby
Versate nel boccale gli albumi, lo zucchero e un pizzico di sale e montate per 1 minuto a velocità 4. Aggiungete il mascarpone e i tuorli e amalgamate a velocità 1 per 20 secondi. A questo punto componete il dolce seguendo la nostra ricetta.

Senza uova
Non digerite le uova, soprattutto crude? Preparate il birramisù senza uova! Basta sostituirle con 200 millilitri di panna: montate la panna con lo zucchero, poi aggiungete il mascarpone e procedete seguendo questa ricetta.

  • Resa: 4 PERSONE SERVITE
  • Preparazione: 20 minuti

Ingredienti

  • 150 millilitri birra meglio scura, tipo stout
  • 3 uova fresche
  • 250 grammi mascarpone
  • 10 cucchiai zucchero
  • 150 grammi Savoiardi o biscotti tipo pavesini
  • cacao
  • sale

Preparazione

  1. Sbattete i tuorli (tenete da parte gli albumi) con lo zucchero con una frusta. Dovete ottenere un composto spumoso.
    Unite il mascarpone.
  2. Montate gli albumi con un pizzico di sale e aggiungeteli al mascarpone. Lavorate delicatamente con una spatola.
  3. Bagnate i savoiardi nella birra e componete il vostro tiramisù: fate uno strato di biscotti sul fondo delle coppette monoporzioni o in una teglia.
  4. Coprite con la crema al mascarpone e fate un nuovo strato di biscotti bagnati nella birra.
    Procedete in questo mondo alternando gli strati.
  5. Completate con il mascarpone e infine coprite con la polvere di cacao.

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La NBA di Alessandro Gentile

Posté par atempodiblog le 23 juin 2016

La NBA di Alessandro Gentile dans Sport Gentile

Alessandro Gentile diventerà il settimo giocatore italiano nella storia a mettersi alla prova nella NBA, abbandonando le certezze e le comodità italiane (con Milano che potrebbe vincere i prossimi dieci scudetti, se non si suicida) per calarsi in un contesto dove guadagnerà di sicuro più soldi ma dove in sostanza riparte da zero, a quasi 24 anni di età. Lo ha detto abbastanza chiaramente ad Adrian Wojnarowski di The Vertical, andando dritto sugli Houston Rockets che detengono i diritti su di lui e dicendo che nella sua scelta sono decisive le presenze di Mike D’Antoni e di James Harden. Insomma, una conferma a freddo di quanto già a caldo l’azzurro aveva detto dopo il secondo scudetto vinto in carriera. Gentile ha facoltà fino al 10 luglio di rescindere il contratto che lo lega a Milano e la certezza è che in ogni caso lo farà, visto che il presidente dell’Olimpia Proli già da giorni ne parla al passato. Non mancano le offerte da alta Eurolega, a partire dal Barcellona, anche a ingaggio più che raddoppiato (attualmente il figlio di Nando e fratello di Stefano viaggia sul milione netto di euro a stagione), ma il momento giusto per la NBA è indubbiamente questo, si spera con l’aura anche dei Giochi di Rio.

Ma cosa potrebbe realisticamente essere Gentile in una squadra NBA di media levatura (ultima stagione da 41-41, con eliminazione al primo turno nei playoff) come i Rockets, che oltretutto perderanno Dwight Howard, che ha appena rinunciato a una ‘player option’ da 23,2 milioni di dollari? Di base proprio il cambio di Harden, anche se il tiro da fuori è troppo incostante per farne fin da subito un buon attaccante NBA. La struttura fisica invece è proprio quella delle guardie-ali piccole della pallacanestro di oggi, in questo senso l’impatto sarà meno duro che per altri europei: per certi versi i suoi pro e i suoi contro in ottica NBA sono opposti a quelli di un Datome, ma come sempre accade sotto al livello delle superstelle è il contesto a creare le carriere dei singoli.

In una squadra dantoniana pura Gentile, pur avendo meno tiro di mille altri sul mercato, potrebbe essere un ottimo giocatore di transizione e un elemento interessante per sfruttare i mismatch. Ma è soltanto teoria, al momento, non sapendo che tipo di Rockets nasceranno e soprattutto se vorranno usare Gentile, scelto alla numero 53 (da Minnesota, che poi lo girò a Houston) due anni fa, come carne da scambio. Di certo una grande sfida che Gentile ha le qualità per vincere, dove per ‘vincere’ si intende sopravvivere al livello più alto.

di Stefano Olivari – Guerin Sportivo

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Come resistere al neo-autoritarismo dei grillini

Posté par atempodiblog le 23 juin 2016

Come resistere al neo-autoritarismo dei grillini
di Robi Ronza– La nuova Bussola Quotidiana

Come resistere al neo-autoritarismo dei grillini dans Articoli di Giornali e News 5_stelle

Ancora una volta l’appuntamento elettorale di domenica scorsa ha confermato il rafforzarsi nel nostro Paese di tendenze le quali non possono che preoccupare chi abbia a cuore la causa della persona e della libertà. In primo luogo non smette di crescere la sfiducia dei cittadini verso le istituzioni democratiche.

Dal 2001 al secondo turno di queste elezioni comunali, a Milano i votanti sono passati in percentuale dall’82,29 al 51,81; a Torino dall’82,56 al 54,41; a Roma dal 75,5 al 50,19. Ciò significa che negli ultimi quindici anni Roma ha perso oltre mezzo milione di elettori (-31,5%), Milano 225 mila (-25%) e Torino 166 mila (-26,1%): praticamente un quarto dell’elettorato. A Napoli dal 60,32 si è scesi al 34,38 per cento, ovvero si è recato alle urne un elettore su tre. In secondo luogo, sia pure per comprensibili ragioni, in quella parte di elettorato che ancora va a votare dilaga una pura e semplice domanda di efficienza immediata cui non accompagna alcuna analoga preoccupazione per la libertà della persona e delle comunità.

É un clima che ai più avvertiti non può non far venire in mente l’epoca in cui, grata per la sua capacità di garantire che i treni viaggiassero in orario, a Mussolini la gente perdonava volentieri ogni cosa, compresi il controllo poliziesco della vita di ogni giorno e la perdita della libertà. Su questa domanda di efficienza ad ogni costo sta facendo leva con successo il Movimento 5 Stelle,  una forza politica neo-autoritaria di nuovo tipo che sarebbe un grosso errore prendere sotto gamba. É una realtà ben costruita e abilmente governata.

É significativo, in proposito, il tempestivo colpo di timone che i 5 Stelle hanno saputo dare alla barca nel caso delle elezioni a Roma e a Torino. In un battibaleno hanno fatto sparire dalla scena i loro “matti del villaggio” sostituendoli con due signore di bella presenza ciascuna delle quali sembrava fatta su misura per la città ove è stata candidata; ciascuna però anche col pugno di ferro ben dissimulato in un elegante guanto di velluto.

Abilissima pure l’eclissi di Beppe Grillo e poi la sua ricomparsa dopo la vittoria, ma come icona muta e sorniona. Resta però il fatto che basta andarsi a leggere il manifesto programmatico dei 5 Stelle sul sito ufficiale del Movimento per rendersi conto del centralismo, dello statalismo e della deriva neo-autoritaria che caratterizzano il loro progetto politico.

Tra l’altro uno dei pilastri di tale progetto è il monopolio statale assoluto della scuola. Colpisce tutti gli osservatori la modernità dei loro metodi, e in primo luogo la loro cultura “digitale”. Bisogna però stare bene attenti a non confondere la modernità con la democrazia. Anche le dittature possono essere molto moderne: così fu ad esempio ai suoi tempi il fascismo per non dire del nazismo (con quale beninteso il Movimento 5 Stelle non ha fino ad ora niente a che spartire).

Quello che ai tempi di Mussolini era la nuova magia degli altoparlanti e della radio oggi per i 5 Stelle è internet. Grazie alla Rete secondo loro si giungerebbe a nuovi strumenti “di democrazia diretta”  tali da rendere inutili le elezioni e le assemblee rappresentative. E tutto questo per marciare verso un mondo plasmato sulle idee di Jean-Jacques Rousseau, come esplicitamente Casaleggio ebbe ad affermare. Tale essendo la situazione, appare anche chiaro che da destra a sinistra tutte le maggiori presenze sulla scena pubblica del nostro Paese ne risultano come annichilite.

Da Forza Italia al Pd la risposta alla sfida del Movimento 5 Stelle è balbettante. D’altro canto, a partire da una posizione laica, orizzontale, diventa molto difficile fare alternativa a un progetto che in ultima analisi non è poi così diverso dal proprio. E che nell’immediato ha il vantaggio di una vera o presunta innocenza.

Al di là di una diaspora, forse per ora storicamente irrimediabile, in tale quadro la gente di fede ha oggi, a mio avviso, una responsabilità urgente: quella di dare un contributo principale all’elaborazione di un progetto e di iniziative politiche che aprano con efficacia alla domanda di efficienza, ma non a spese della libertà. Niente di specificamente “cattolico”, quanto piuttosto delle risposte molto umane ai bisogni profondi di tutti.

Libertà responsabile della persona e delle comunità, quindi in primo luogo libertà di educazione; difesa e promozione della vita umana anche come primo motore dell’uscita dalla crisi demografica, e dunque dalla crisi economica; ricostruzione di un rapporto con l’ambiente fondato non sulla paura bensì sulla vocazione dell’uomo non a subire bensì a concreare la realtà del mondo. E ancora: rifondazione dell’Unione europea e dei suoi rapporti con i suoi grandi vicini e con il resto del globo: sono questi alcuni tra i principali punti su cui cominciare al lavorare.

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