La pagliuzza e la trave: suggestioni diaboliche
Posté par atempodiblog le 20 juin 2016
Chi può giudicare mai giustamente, se le azioni dipendono dalle intenzioni, dalla coscienza, dallo stato particolare di responsabilità di ciascuno, e tutto questo ci è nascosto?
Come si può giudicare se spesso siamo soggetti alle allucinazioni della fantasia e dei preconcetti, e vediamo quello che non è, o lo apprezziamo in una falsa luce?
Possiamo dire con assoluta verità che giudicando, sbagliamo sempre, e che viene il tempo nel quale ci accorgiamo con rammarico di avere per lo meno esorbitato.
Giudichiamo o in base di nostre fallaci osservazioni o in base a relazioni fatteci dagli altri, le quali sono anch’esse frutto di giudizi fallaci. Tra queste ombre ingannatrici facilmente vediamo il male dove non c’è, o lo vediamo in una falsa luce ed erriamo.
Tendiamo all’esagerazione nel valutare i difetti altrui, perché l’orgoglio vuol farci credere migliori degli altri e osserviamo con cura anche le minime mancanze, quasi pagliuzze nell’occhio, mentre non guardiamo le nostre che sono grosse come travi.
Gesù condanna perciò la radice stessa dei giudizi, che sta tutta nel voler osservare le debolezze altrui e nel presumere di eliminarle.
Egli parlava dei farisei, censori spietati del prossimo, i quali non vedevano le loro gravi mancanze, ma parlava anche di quelli che in tutti i tempi li avrebbero imitati.
di don Dolindo Ruotolo
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