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Lo Yoga non è compatibile con il Cristianesimo

Posté par atempodiblog le 20 juin 2016

Lo Yoga è compatibile con il Cristianesimo? Se fosse solo una ginnastica sì. Il problema è che non lo è
Tratto da: Il Settimanale di Padre Pio

Lo Yoga non è compatibile con il Cristianesimo dans Fede, morale e teologia yoga

Salve, mi chiamo Paolo, ho 27 anni e vivo a Bologna. Sono nato e cresciuto in una famiglia cattolica non solo nella teoria ma anche nella pratica e vorrei anch’io un giorno formare una famiglia in cui Dio e la Fede siano al centro di tutto l’agire, e non solo un fatto formale. La mia fidanzata è cattolica e condivide questo mio progetto, ma forse non con la mia stessa radicalità. Per esempio, da un po’ di tempo sta andando con un’amica a un seminario di yoga. Certamente, lo so, si vuol servire solo delle tecniche di rilassamento, anche se ora mi sembra molto presa da questi manuali e dice che l’aiutano anche nella vita spirituale e di preghiera. A me non piace questa cosa. Faccio bene a pensare che non sia compatibile con una vita autenticamente cristiana? – Paolo T.

Caro Paolo, sempre più frequentemente si trovano corsi o seminari di yoga non solo nelle palestre, ma anche in centri di spiritualità cristiana o in monasteri! La cosa, come lei nota quasi per istinto, è ovviamente in stridente contrasto con le esigenze della Fede vissuta coerentemente. Comunemente, però, si pensa che ci possa essere compatibilità tra spiritualità cristiana e yoga, o almeno che non siano realtà in conflitto, e così, tanti cattolici frequentano corsi di yoga per sconfiggere ansia e stress.

La domanda essenziale da porsi quindi è proprio questa: lo yoga è compatibile con il Cristianesimo? E la risposta è negativa. Lo yoga si ispira a una scuola indù. Fu elaborato nei 194 Yoga sutra scritti da Pantanjali nel V secolo d.C. È un metodo con il quale la persona cerca di sottomettere tutte le forze spirituali, orientandole verso la meta desiderata, che può essere la “pace interiore” o il conseguimento di una “conoscenza suprema”, oppure l’emancipazione da tutti i legami del mondo e dalla materia.

La “pace interiore”, che per un cristiano consiste nel possesso di Dio nella sua anima con la vita di grazia, vien qui ricercata dove Dio non è, e pretesa a costo di sforzi puramente umani e personali. Il conseguimento di una conoscenza suprema, alla maniera divina, è incompatibile con la dimensione creaturale dell’uomo e ricorda le parole tentatrici del serpente nel Paradiso terrestre. Anche la liberazione da tutti i legami del mondo e dalla materia non può essere in nessun modo paragonata alla cosiddetta ascetica cristiana che, comunque, afferma sempre la positività del creato e della dimensione terrena creata da Dio. Questi sono solo alcuni, ma si potrebbero rilevare molti altri aspetti di incompatibilità.

L’inganno è quello di voler separare nello yoga la filosofia di vita dalla pratica di rilassamento, nell’illusione di poter fruire di alcuni “benefici” senza compromettersi più di tanto. E questo è forse il caso della sua fidanzata. Che fare? Potrebbe farla riflettere sul fatto che questa separazione non ha senso in quanto ciò che contraddistingue lo yoga non è tanto il suo aspetto pratico, ma la sua propria filosofia che propone una via di realizzazione spirituale con un percorso che diviene via via sempre più totalizzante, con il rifiuto sempre più netto e deciso di ogni visione teologica metafisica, che è il presupposto della Fede cattolica. Esso si sviluppa in 2 fasi che non hanno senso separate l’una dall’altra: la prima (Hatha Yoga) sÌ propone il controllo totale del corpo e delle energie attraverso una pratica di esercizi fisici, la seconda (Raja Yoga) è la tappa successiva dove si raggiungerebbe l’illuminazione suprema circa l’unità del tutto, in altri termini: puro monismo panteista, ossia identificazione del divino con la natura. Ma qui siamo ormai lontani dal porto sicuro della Verità cristiana.

Un’autentica esperienza religiosa si pone nella dimensione dell’esclusività, cioè respinge le altre. E se l’induismo (ispiratore dello yoga) vi ha rinunciato, permettendo di professare contemporaneamente anche un’altra religione, il Cristianesimo non lo può fare, perché deve confrontarsi con le esigenze di ciò che custodisce e propone: la Verità assoluta che non può contraddirsi e non ammette compromessi né in teoria né in pratica.

315fyfr dans Fede, morale e teologia

Per approfondire 2e2mot5 dans Diego Manetti L’isostenibile peso dello Yoga

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«Perché osservi la pagliuzza nell’occhio del tuo fratello?»

Posté par atempodiblog le 20 juin 2016

«Perché osservi la pagliuzza nell’occhio del tuo fratello?»
San Giovanni Climaco (ca 575-ca 650), monaco nel Monte Sinai
La scala santa, 10° grado
Tratto da: Propositura di San Marcello Pistoiese

«Perché osservi la pagliuzza nell'occhio del tuo fratello?» dans Citazioni, frasi e pensieri san_giovanni_climaco

Ho sentito alcuni maledire il prossimo e li ho rimproverati. Per difendersi, questi operatori di iniquità hanno risposto: «Per carità e per sollecitudine parliamo così!». Ho risposto loro: Smettete di praticare simile carità, altrimenti accuserete di menzogna colui che ha detto: «Chi calunnia in segreto il suo prossimo io lo farò perire» (Sal 101,5).

Se ami quell’uomo, come dici, prega in segreto per lui e non disprezzarlo. Questo modo di amare piace al Signore; non perderlo di vista, e applicati con molta cura a non giudicare i peccatori. Giuda era del novero dei discepoli e il ladrone faceva parte dei malfattori, eppure quale cambiamento stupendo in un attimo!…

Rispondi dunque a colui che parla male del prossimo: «Smetti, fratello! Io stesso cado ogni giorno in colpe più gravi; come allora potrei condannare costui?».

Ne avrai un doppio profitto: guarirai te stesso e guarirai il tuo prossimo.

Non giudicare è una scorciatoia che conduce prontamente al perdono dei peccati, se è vera questa parola: «Non giudicate e non sarete giudicati»…

Alcuni hanno commesso grandi colpe alla vista di tutti, ma hanno compiuto in segreto i più grandi atti di virtù. Così i loro accusatori si sono ingannati guardando solo il fumo senza vedere il sole…

I censori frettolosi e severi cadono in tale inganno perché non conservano il ricordo e il pensiero costante dei propri peccati… Giudicare gli altri, è usurpare senza vergogna una prerogativa divina; condannarli, è rovinare la propria anima…

Come un buon vendemmiatore mangia l’uva matura e non coglie l’uva verde, così uno spirito benevolo e sensato nota con cura tutte le virtù che vede negli altri; è insensato invece colui che scruta le colpe e le mancanze.

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Portare la pace di Cristo e non il turbamento

Posté par atempodiblog le 20 juin 2016

Portare la pace di Cristo e non il turbamento dans Citazioni, frasi e pensieri visitare_i_propri_cari

Mentre lavoriamo può darsi che spesso veniamo colti a conversare o a far chiacchiere inutili. Stiamo attenti perché potrebbe capitarci anche mentre visitiamo le famiglie. Potremmo lasciarci andare a parlare di affari privati o di questo o di quello, dimenticando così lo scopo vero della nostra visita.

Noi ci rechiamo a portare la pace di Cristo e che succede se provochiamo invece turbamento? Come si sentirà offeso il Nostro Signore da tale condotta! Non dobbiamo mai permettere alla gente di parlare contro i sacerdoti, i religiosi o i loro vicini.

Beata Madre Teresa di Calcutta

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La pagliuzza e la trave: suggestioni diaboliche

Posté par atempodiblog le 20 juin 2016

La pagliuzza e la trave: suggestioni diaboliche dans Citazioni, frasi e pensieri La_pagliuzza_e_la_trave

Chi può giudicare mai giustamente, se le azioni dipendono dalle intenzioni, dalla coscienza, dallo stato particolare di responsabilità di ciascuno, e tutto questo ci è nascosto?

Come si può giudicare se spesso siamo soggetti alle allucinazioni della fantasia e dei preconcetti, e vediamo quello che non è, o lo apprezziamo in una falsa luce?

Possiamo dire con assoluta verità che giudicando, sbagliamo sempre, e che viene il tempo nel quale ci accorgiamo con rammarico di avere per lo meno esorbitato.

Giudichiamo o in base di nostre fallaci osservazioni o in base a relazioni fatteci dagli altri, le quali sono anch’esse frutto di giudizi fallaci. Tra queste ombre ingannatrici facilmente vediamo il male dove non c’è, o lo vediamo in una falsa luce ed erriamo.

Tendiamo all’esagerazione nel valutare i difetti altrui, perché l’orgoglio vuol farci credere migliori degli altri e osserviamo con cura anche le minime mancanze, quasi pagliuzze nell’occhio, mentre non guardiamo le nostre che sono grosse come travi.

Gesù condanna perciò la radice stessa dei giudizi, che sta tutta nel voler osservare le debolezze altrui e nel presumere di eliminarle.

Egli parlava dei farisei, censori spietati del prossimo, i quali non vedevano le loro gravi mancanze, ma parlava anche di quelli che in tutti i tempi li avrebbero imitati.

di don Dolindo Ruotolo

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