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L’ambizione rimpicciolisce man mano che la mente si allarga

Posté par atempodiblog le 6 juin 2016

Robert Browning

La gioventù è sempre ambiziosa e universale; l’opera della maturità mostra più dell’individualità, più del particolare tipo e tono dell’opera che un uomo è destinato a compiere. La gioventù è universale ma non è individuale. Il genio che inizia la vita con l’autentico e sincero dubbio se il suo destino sia di essere un raffinato e idolatrato violinista o il più potente ed eloquente Primo Ministro dell’epoca moderna finisce con il compiere la scoperta che esiste dopotutto una qualche cosa, magari un certo modo di illustrare filastrocche per bambini, che egli può veramente fare meglio di chiunque altro. Questo è ciò che accadde a Browning: come chiunque altro, dovette prima scoprire l’universo, poi l’umanità e infine sé stesso. Con lui, e con tutti gli altri, questo fu il grande paradosso e la grande definizione della vita: che l’ambizione rimpicciolisce man mano che la mente si allarga.

Gilbert Keith Chesterton – Robert Browning

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Girare una frittata per amore di Dio: l’esempio di Fra Lorenzo della Resurrezione

Posté par atempodiblog le 6 juin 2016

Un mistico ai fornelli
Girare una frittata per amore di Dio: l’esempio di Fra Lorenzo della Resurrezione
di Pane e focolare

Girare una frittata per amore di Dio: l’esempio di Fra Lorenzo della Resurrezione dans Cucina e dintorni

Ho scoperto un personaggio straordinario, un religioso carmelitano del 1600 che non è ancora salito agli onori degli altari ma è venerabile, cioè è stato emanato il decreto sull’eroicità delle sue virtù. Credo che lo metterò nella mia personale “top 10” dei modelli di vita cristiana da imitare. E’ Fra Lorenzo della Risurrezione. Vi racconto brevemente la sua vita, e scoprirete perché ne parlo in questo blog.

Nicolas Herman (questo era il suo nome) nasce nel 1614 in un piccolo villaggio della Lorena, si arruola giovanissimo e combatte nella Guerra dei Trent’Anni, ma rimane ferito e lascia l’esercito.  Si reca allora a Parigi e trova un impiego come cameriere in una casa nobiliare, ma è un servitore così maldestro che rompe piatti e bicchieri e viene spesso punito. Triste e solo, cerca conforto nella cattedrale di Notre-Dame: pregando, medita di farsi religioso ed entra nell’Ordine dei Carmelitani, con il nome di Fra Lorenzo della Risurrezione.

Il convento dei Carmelitani a Parigi
Il convento dei Carmelitani a Parigi

I suoi superiori lo mettono al lavoro in cucina. Il convento è molto grande, deve preparare il cibo per più di cento religiosi; l’edificio è anche in espansione e deve dare da mangiare anche ai muratori che lavorano in convento; in più ci sono sempre lunghe file di poveri che bussano alla porta dei frati, all’ora di pranzo.

L’impegno è notevole: appena terminata la preparazione del pranzo deve già cominciare quella  della cena, spesso da solo o con un numero insufficiente di aiutanti. Quanti si sarebbero lamentati di questo! Ma Fra Lorenzo accoglie con pazienza l’incarico e decide che anche nella cucina del convento può esercitare l’esercizio paziente e santificante della “presenza di Dio”.

 dans Santa Teresa d'Avila

Racconta a un amico: «Nel trambusto della mia cucina, dove a volte più persone mi parlano assieme di cose diverse, possiedo Dio, così tranquillamente come se fossi in ginocchio davanti al SS. Sacramento. Non è necessario avere grandi cose da fare. Io rigiro la mia frittata nella padella per amore di Dio e quando l’ho fatta, se non mi rimane nient’altro, mi chino per terra e adoro il mio Dio che mi ha concesso la grazia di farla, dopo di che mi rialzo più felice di un re. Non c’è bisogno di nessuna raffinatezza, non c’è che da cominciare con bontà e semplicità».  E quando qualche distrazione lo distoglie da quella concentrazione, gli basta ogni tanto uno sguardo alla statuetta della Madonna che tiene in cucina.

 dans Stile di vita

Fra Lorenzo realizza in quella cucina – giorno dopo giorno – il miracolo della santità e mette in pratica in modo molto personale la dottrina dei grandi mistici carmelitani. C’è infatti una frase di Santa Teresa d’Avila, rivolta alle sue monache, che gli piaceva tanto: «Coraggio, figliole mie! Non affliggetevi se l’obbedienza vi impiegherà in opere esteriori. Vi mettesse pure in cucina, il Signore verrebbe anche tra le pentole, ad aiutarvi, interiormente ed esteriormente». Ed infatti Fra Lorenzo incontra Dio ogni giorno, nella sua cucina, tra le sue pentole.

Andrà avanti per trent’anni a fare sempre le stesse cose, ma è così felice che a volte afferma d’essere stato ingannato da Dio: era entrato in convento per far penitenza, persuaso oltretutto che sarebbe stato punito per la sua goffaggine, come era accaduto in quella casa di nobili dove aveva lavorato. Al contrario, vi aveva trovato un Padrone che lo colmava di dolcezze interiori.

Un testimone ha dichiarato: «Aveva una cura particolare nel servire i suoi confratelli in tutto ciò che faceva, provvedendoli di tutto il necessario… considerava un piacere accontentarli, come se fossero stati degli angeli!». Così si applicava tenacemente ai suoi fornelli, per fare felici i suoi commensali. Di sé stesso, diceva di sentirsi «come un grandissimo delinquente invitato a mangiare alla tavola del Re dei cieli, e servito perfino dalle Sue mani».

Un mistico ai fornelli: impariamo da lui, noi che magari sbuffiamo un po’ quando tutti i giorni ci mettiamo a cucinare per i nostri famigliari!

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Occhio alle passeggiate con Fido: I forasacchi-killer sono in agguato

Posté par atempodiblog le 6 juin 2016

Occhio alle passeggiate con Fido: I forasacchi-killer sono in agguato
Tratto da: Il Mattino

Attenzione ai forasacchi

Arriva giugno. E puntuali arrivano i temutissimi forasacchi. Quelle spighette che spuntano come funghi lungo i muri e nelle aiuole. A prima vista sembrerebbero innocui. In realtà i frammenti secchi e dunque di colore giallo scuro, si attaccano saldamente al pelo degli animali che sfruttano come veicolo per i semi. Ce ne sono di diverse dimensioni, da 1 a 3 centimetri, tutti con una robusta punta acuminata e con delle ali provviste di piccoli uncini disposti in maniera tale da consentire il movimento solo in una direzione, assicurandone sempre e comunque l’avanzamento.  I siti di innesto più frequenti sono le orecchie, il naso, la gola, gli spazi tra le dita, ma anche l’ano e, nel caso delle femmine, la vulva.

Non mancano anche forasacchi tirati fuori dai veterinari in aree meno frequenti, come l’albero bronchiale, la colonna vertebrale, il fegato, l’intestino e le ovaie. Questo perché, come detto, viaggiano nell’organismo del paziente colpito, per poi fermarsi nelle più diverse parti anatomiche  Dunque, attenti durante le passeggiate con il vostro cane. I forasacchi ancora verdi in genere non sono pericolosi. Lo diventano una volta secchi. Perciò quando tornate a casa fate sempre una rapida ispezione meglio ancora se prendete l’abitudine di spazzolare Fido.

forasacco

Ad ogni modo ci sono alcuni sintomi da non sottovalutare. Se il corpo estraneo si è infilato nell’orecchio, il cane inizia a scuotere violentemente la testa, anche in modo convulso. Dopo un po’ inizia a scuotere meno la testa per assumere un atteggiamento “a testa ruotata” . E’ importante portare in visita immediatamente il paziente, per evitare infezioni batteriche da patogeni veicolati dallo stesso forasacco, ma anche per evitare danni alla membrana timpanica. Ma i forasacchi spesso vengono anche inalati. In questo caso il sintomo più frequente è lo starnuto, nei primi minuti frequente e convulso, in un secondo momento più placato o assente; gli starnuti possono o meno essere accompagnati dall’emissione di poche gocce di sangue. E’ però importante eliminare immediatamente il forasacco per evitare che possa permanere all’interno del naso, causando il formarsi di un ascesso, o che esso possa proseguire il suo percorso lungo l’albero bronchiale e qui insediarsi. Altra sede da tenere in considerazione è l‘occhio, con conseguenze più o meno gravi, che possono andare dalla semplice congiuntivite sino alla perforazione corneale, con penetrazione in camera anteriore e perdita della vista, se non si interviene subito. Altra via di penetrazione è la cute integra.

Dunque occhio: controllate anche tra le dita e lungo i fianchi. Il silenzioso killer è in agguato per tutta l’estate. E non solo nei prati. Spesso si nasconde anche lungo i marciapiedi delle strade cittadine.

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