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Papa Francesco: santità è sperare con coraggio un passo avanti al giorno

Posté par atempodiblog le 24 mai 2016

Papa Francesco: santità è sperare con coraggio un passo avanti al giorno
“Camminare alla presenza di Dio in modo irreprensibile”. Questo, ha affermato Papa Francesco all’omelia della Messa a Casa S. Marta, vuol dire muoversi verso la santità. Un impegno che però ha bisogno di un cuore che sappia sperare con coraggio, mettersi in discussione, aprirsi “con semplicità” alla grazia di Dio.
di Alessandro De Carolis – Radio Vaticana

Santo Padre

Non si compra, la santità. Né la guadagnano la migliori forze umane. No, “la santità semplice di tutti i cristiani”, “la nostra, quella che dobbiamo fare tutti i giorni”, afferma il Papa, è una strada che si può percorrere solo se a sostenerla sono quattro elementi imprescindibili: coraggio, speranza, grazia, conversione.

Il cammino del coraggio
Francesco commenta il brano liturgico tratto dalla prima Lettera di Pietro, che definisce un “piccolo trattato sulla santità”. Quest’ultima, dice, è anzitutto un “camminare alla presenza di Dio in modo irreprensibile”:

“Questo camminare: la santità è un cammino, la santità non si può comprare, non si vende. Neppure si regala. La santità è un cammino alla presenza di Dio, che devo fare io: non può farlo un altro nel mio nome.

Io posso pregare perché quell’altro sia santo, ma il cammino deve farlo lui, non io. Camminare alla presenza di Dio, in modo irreprensibile. E io userò oggi alcune parole che ci insegnino come è la santità di ogni giorno, quella santità – diciamo – anche anonima. Primo: coraggio. Il cammino verso la santità vuole coraggio”.

Speranza e grazia
“Il Regno dei Cieli di Gesù”, ripete il Papa, è per “quelli che hanno il coraggio di andare avanti” e il coraggio, osserva subito dopo, è mosso dalla “speranza”, la seconda parola del viaggio che porta alla santità. Il coraggio che spera “in un incontro con Gesù”. Poi c’è il terzo elemento, quando Pietro scrive: “Ponete tutta la vostra speranza in quella grazia”:

“La santità non possiamo farla noi da soli. No, è una grazia. Essere buono, essere santo, andare tutti i giorni un po’ un passo avanti nella vita cristiana è una grazia di Dio e dobbiamo chiederla. Coraggio, un cammino. Un cammino, che si deve fare con coraggio, con la speranza e con la disponibilità di ricevere questa grazia. E la speranza: la speranza del cammino.

E’ tanto bello quel capitolo XI della Lettera agli Ebrei, leggetelo. Racconta il cammino dei nostri padri, dei primi chiamati da Dio. E come loro sono andati avanti. E del nostro padre Abramo dice: ‘Ma, lui uscì senza sapere dove andasse’. Ma con speranza”.

Convertirsi tutti i giorni
Nella sua lettera, Pietro – prosegue Francesco – mette in rilievo l’importanza di un quarto elemento. Quando invita i suoi interlocutori a non conformarsi “ai desideri di un tempo”, li sprona essenzialmente a cambiare dal di dentro il proprio cuore, in un continuo, quotidiano lavorio interiore:

“La conversione, tutti i giorni: ‘Ah, Padre, per convertirmi io devo fare penitenze, darmi delle bastonate…’. ‘No, no, no: conversioni piccole. Ma se tu sei capace di riuscire a non sparlare di un altro, sei sul buon cammino per diventare santo’. E’ così semplice!

Io so che voi mai sparlate degli altri, no? Piccole cose… Ho voglia di fare una critica al vicino, al compagno di lavoro: mordere la lingua un po’. Si gonfierà un po’ la lingua, ma il vostro spirito sarà più santo, in questo cammino. Niente di grande, mortificazioni: no, è semplice.

Il cammino della santità è semplice. Non tornare indietro, ma sempre andare avanti, no? E con fortezza”.

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Il salto da fare

Posté par atempodiblog le 24 mai 2016

Gesù

“A proposito di Gesù, c’è un salto da fare che non riguarda solo i non-credenti, ma anche i credenti. Per i non-credenti il salto è passare da «Gesù solo uomo» a «Gesù anche Dio». Per i credenti il salto è passare da «Gesù personaggio» a «Gesù persona». Per «Gesù personaggio» io intendo un Gesù che rimane sostanzialmente nel passato, del quale si può parlare a piacimento ma al quale, o con il quale, nessuno si sogna di parlare. Se uno parla a Giulio Cesare o a Napoleone lo mandano naturalmente in manicomio, invece Gesù persona è un Gesù vivo, è Gesù che ha detto «io sono con voi tutti i giorni», è Gesù risorto, con il quale si può parlare e al quale si può parlare.

La maggioranza dei cristiani, ahimè, non è mai passata dal Gesù personaggio — cioè un insieme di dottrine, di dogmi — a Gesù persona viva; non è passata mai da «Gesù Egli» a «Gesù Tu». Per questo la fede di molti cristiani è come il sole invernale, che illumina ma non riscalda. Permettetemi, carissimi amici, di confidarvi quello che ha riempito e riempie la mia vita di serenità, di pace e di gioia. Ed è precisamente un rapporto personale, da amico, continuo, così semplice e familiare con Gesù”.

di padre Raniero Cantalamessa
Tratto da: Una casa sulla Roccia

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Quelli che si alzano al mattino e sorridono alla vita

Posté par atempodiblog le 24 mai 2016

Quelli che si alzano al mattino e sorridono alla vita
Padre Livio Fanzaga – Radio Maria

Padre Livio Fanzaga

Papa Francesco appare sempre sorridente e così conquista il cuore degli umili e dei semplici. Non è il sorriso forzato di chi nasconde il malumore, ma l’espressione di una gioia intima che trabocca dal cuore. E’ la gioia che nasce dall’incontro con Gesù nostra pace e nostra felicità.

Che dire di quei cristiani “duri e puri”, che guardano il mondo dall’alto in basso, che ti scrutano con l’occhio indagatore e che ti puntano il dito minaccioso?

Sono quelli che non sorridono, ma al contrario ringhiano ogni volta che saltano giù dal letto. A loro offriamo come medicina salutare le parole di Francesco:

“La carta di identità del cristiano è la gioia del vangelo. Noi possiamo andare avanti verso quella speranza che i primi cristiani dipingevano come un’ancora in cielo. Noi prendiamo la corda e andiamo lì, verso quella speranza che ci dona gioia. Un cristiano è un uomo e una donna di gioia nel cuore. Non esiste un cristiano senza gioia! ‘Ma, Padre, io ne ho visti tanti!’ Non sono cristiani! Dicono di esserlo, ma non lo sono! Gli manca qualcosa.

La carta di identità del cristiano è la gioia, la gioia del Vangelo, la gioia di essere eletti da Gesù, salvati da Gesù, rigenerati da Gesù; la gioia di quella speranza che ci aspetta; la gioia che, anche nelle croci e nelle sofferenze di questa vita, si esprime in un altro modo, che è la pace, nella certezza che Gesù ci accompagna, che è con noi”.

Quando ti alzi al mattino benedici il mondo, sul quale risplende il sole della speranza.

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