Il cuore di Lourdes

Posté par atempodiblog le 11 avril 2016

Il cuore di Lourdes dans Apparizioni mariane e santuari 2aj7y36

La prima volta che arrivai a Lourdes era una giornata piovigginosa e oscura. Benché fossimo in pieno mese di agosto, il clima autunnale avvolgeva la cittadina con una coltre di nebbia, mista a una pioggerella che penetrava nelle ossa. Venivo da Medjugorje, dove l’estate splendeva sulla grande piana della pace, infondendo nei cuori forza e allegrezza. Rimasi molti contrariato e sperduto in quella selva di viuzze fitte di ombrelli. Mi chiedevo se fosse valsa la pena di fare tanta strada, consumando i pochi giorni di vacanza, per venire in un luogo dove non riuscivo a scorgere l’impronta del soprannaturale.

Il cuore cominciò ad aprirsi non appena entrai nella grande spianata che conduce al santuario. Le carrozzine dei malati in particolare davano al paesaggio religioso un tocco di umanità autentico e profondo. Ma il mio cuore ebbe un sussulto di gioia celeste solo quando incominciai a intravedere la grotta dove era apparsa la Madonna. La miravo da lontano, al di qua del Gave, che scorreva via veloce con le sue acque fresche e profonde. Lassù, nella nicchia, si stagliava la bianca statua della Madonna. Lassù, nella nicchia, si stagliava la statua dell’Immacolata Concezione.

2rorjm0 dans Fede, morale e teologia

“Ecco là – mi dicevo – il cuore di Lourdes!”. Quando ti avvicini alla grotta senti che il soprannaturale ti viene incontro e ti avvolge. La Madonna non vi appare più, eppure lì ha lasciato la grazia della sua presenza misteriosa ed efficace. Ripenso a quanto diceva Bernadette a Nevers, quando si augurava di essere un uccellino per poter venire di nascosto a pregare ancora una volta davanti alla “sua” grotta.

Mi fermai a guardare la fila interminabile di persone che attendeva pazientemente il proprio turno per passarvi davanti. Nessuno tralasciava di toccare con le proprie mani quelle pareti di roccia e poi, arrivati sotto la nicchia, dove Bernadette si inginocchiava, eccoli alzare gli occhi in alto, verso la statua di marmo, come se fosse una persona viva che li guarda e li ascoltava.

Riandai con l’immaginazione alla mattinata di quel fatidico 11 febbraio del 1858. Notai con una certa gioia nel cuore che era una giornata umida e buia come quella del mio arrivo. La constatazione mi rese subito la pioggerella simpatica e perfino divertente.

Tratto da: Sui passi di Bernadette — Padre Livio Fanzaga

Publié dans Apparizioni mariane e santuari, Fede, morale e teologia, Libri, Lourdes, Padre Livio Fanzaga, Santa Bernadette Soubirous | Pas de Commentaire »

Chiusi a profezie e vita delle persone

Posté par atempodiblog le 11 avril 2016

Chiusi a profezie e vita delle persone
I dottori della lettera giudicano gli altri usando la Parola di Dio contro la Parola di Dio perché non dicono sì, secondo loro, alla volontà di Dio
di Sergio Centofanti – Radio Vaticana

Chiusi a profezie e vita delle persone dans Commenti al Vangelo 24uwcuw

Al centro dell’omelia del Papa la prima lettura, tratta dagli Atti degli Apostoli, in cui i dottori della legge accusano Stefano con calunnie perché non riescono “a resistere alla sapienza e allo spirito” con cui parla. Istigano falsi testimoni per dire di averlo sentito “pronunciare parole blasfeme contro Mosè, contro Dio”.

“Il cuore chiuso alla verità di Dio – osserva il Papa – è aggrappato soltanto alla verità della legge”, anzi – precisa – “più che della legge, della lettera”, e “non trova altra uscita che la menzogna, il falso testimone e la morte”.

Gesù li aveva già rimproverati per questo atteggiamento, perché “i loro padri avevano ucciso i profeti” e loro, adesso, costruiscono monumenti a quei profeti. E la risposta dei “dottori della lettera” è “cinica” più che “ipocrita”:

“Se noi fossimo stati al tempo dei nostri padri, non avremmo fatto lo stesso”. E “così – spiega il Papa – si lavano le mani e davanti a se stessi si giudicano puri. Ma il cuore è chiuso alla Parola di Dio, è chiuso alla verità, è chiuso al messaggero di Dio che porta la profezia, per far andare avanti il popolo di Dio”:

“Mi fa male quando leggo quel passo piccolo del Vangelo di Matteo, quando Giuda pentito va dai sacerdoti e dice ‘Ho peccato’ e vuol dare… e dà le monete. ‘Che ci importa! – dicono loro, così – Te la vedrai tu!’. Un cuore chiuso davanti a questo povero uomo pentito che non sapeva cosa fare. ‘Te la vedrai tu’. E andò ad impiccarsi. E cosa fanno loro, quando Giuda se ne va ad impiccarsi? Parlano e dicono ‘Ma, povero uomo’? No! Subito le monete: ‘Queste monete sono a prezzo di sangue, non possono entrare nel tempio’ … la regola tale, tale, tale, tale… I dottori della lettera!”.

E Papa Francesco prosegue:

“Non importa a loro la vita di una persona, non gli importa il pentimento di Giuda: il Vangelo dice che è tornato pentito. Soltanto gli importa il loro schema di leggi e tante parole e tante cose che hanno costruito. E questa è la durezza del loro cuore. E questa è la durezza del cuore, la stoltezza del cuore di questa gente, che siccome non poteva resistere alla verità di Stefano va a cercare testimonianze, testimoni falsi, per giudicarlo”.

Stefano – afferma il Papa – finisce come tutti i profeti, finisce come Gesù. E questo si ripete nella storia della Chiesa:

“La storia ci parla di tanta gente che venne uccisa, giudicata, seppur era innocente: giudicata con la Parola di Dio, contro la Parola di Dio. Pensiamo alla caccia delle streghe o a Santa Giovanna d’Arco, a tanti altri che vennero bruciati, condannati, perché non si aggiustarono, secondo i giudici, alla Parola di Dio.

E’ il modello di Gesù che, per essere fedele e avere obbedito alla Parola del Padre, finisce sulla croce.

Con quanta tenerezza Gesù dice ai discepoli di Emmaus: ‘Oh stolti e tardi di cuore’. Chiediamo oggi al Signore che con la stessa tenerezza guardi le piccole o grandi stoltezze del nostro cuore, ci carezzi, e ci dica ‘Oh stolto e tardo di cuore” e incominci a spiegarci le cose”.

Publié dans Commenti al Vangelo, Fede, morale e teologia, Papa Francesco I, Riflessioni | Pas de Commentaire »

La Madonna è lo strumento per far scendere Gesù

Posté par atempodiblog le 10 avril 2016

La Madonna è lo strumento per far scendere Gesù dans Citazioni, frasi e pensieri kapbsx

“A me – dice il Papa, rivolgendosi alla Comunità del Centro Aletti – piace tanto pregare il Rosario davanti a un quadro della Madonna che voi mi avete regalato della Madonna: lei sembra il centro di questo quadro, e di questa icona. Ma la Madonna guardando bene è la più grande, ma ha il Bambino in braccio, e le mani della Madonna sono come scalini e il bambino che scende: la Madonna è lo strumento per far scendere Gesù. Una mano è la legge, l’altra mano si aggrappa alla Madonna per non cadere. Il centro è sempre Gesù che viene, e lei è la grande Madre che ha fatto possibile questo miracolo dell’abbassarsi di Dio per camminare come uno di noi, per essere uno di noi”.

Tratto da: ACI Stampa

Publié dans Citazioni, frasi e pensieri, Fede, morale e teologia, Papa Francesco I, Riflessioni | Pas de Commentaire »

Il santuario di Absam e la famiglia Ratzinger

Posté par atempodiblog le 7 avril 2016

Il santuario di Absam e la famiglia Ratzinger dans Apparizioni mariane e santuari Santuario+di+Absam

[…] il santuario di Absam in Tirolo, non lontano da Innsbruck. Qui è venerata un’immagine di Maria molto diversa dalla Madonna Nera di Czestochowa in Polonia, dalla «Consolatrice degli afflitti» di Kevelaer nel Basso Reno e da tutte le altre rappresentazioni miracolose della Vergine presenti nei numerosi luoghi di pellegrinaggio europei. Infatti, nel Vecchio Continente è l’unica che pretenda di essere un’opera «non fatta da mano d’uomo», paragonabile solo al mantello di Guadalupe in Messico. La sua origine rimane comunque un mistero che finora la scienza non è riuscita a spiegare.

Il 17 gennaio 1797 la contadina Rosina Bucher si trovava nella casa paterna e cuciva rivolta verso la finestra di una stanza al pianterreno, da cui entrava la luce del sole al tramonto. Come riferì in seguito nel verbale, in quel momento una giovane donna guardò attraverso i vetri e il suo volto non scomparve mai più: rimase impresso un viso con la testa leggermente inclinata da un lato, la bocca chiusa e un fazzoletto intorno al capo. Quello sguardo serio e triste, ma allo stesso tempo pieno di speranza, colpisce profondamente l’osservatore: sembra quasi che, affacciandosi dalla dimora del Padre celeste, la Madre di Dio abbia voluto guardare ancora una volta nel nostro mondo.

Madonna+di+Absam dans Libri

Il 1797 fu un anno difficile per la Chiesa. Il vento delle riforme dell’Illuminismo, talvolta impietoso, aveva raggiunto da tempo l’ultimo villaggio di montagna tirolese; le truppe di Napoleone imponevano i valori della Rivoluzione francese, usando se necessario anche la forza, e marciavano addirittura contro Roma e il Papa. Inizialmente, perciò, questo ritratto sacro provocò scetticismo e disapprovazione. In un primo momento si riteneva che fosse una pittura e di conseguenza venne strofi nato con cura e ripetutamente, provocando la scomparsa dell’effigie, che poi però riapparve nel suo antico splendore sulla lastra asciutta.

Fallirono miseramente anche i tentativi di eliminare il disegno con la mola e di cancellarlo definitivamente con l’acido. Al termine degli accertamenti, quindi, le autorità vescovili cedettero e permisero che l’icona fosse trasferita nella chiesa locale, dedicata a san Michele. Si trova lì ancora oggi, custodita in un prezioso reliquiario d’oro, venerata da molti fedeli. Che la Madonna di Absam esaudisca le preghiere dei devoti lo dimostra la grande quantità di doni, perlopiù quadri ex-voto, lasciati dai pellegrini in segno di ringraziamento.

Inoltre il santuario veniva spesso scelto per le cerimonie nuziali; vi giungevano fi danzati da tutto il Tirolo, desiderosi di celebrare le nozze di fronte alla Vergine apparsa in un modo così miracoloso. Fu questo il caso di una coppia originaria di Mühlbach, nei pressi 9 di Oberaudorf, in Baviera, che si sposò ad Absam il 13 luglio 1885: Maria Tauber-Peintner (1855-1930) e il panettiere Isidor Rieger (1860-1912). «La sposa è ben istruita in religione», annotava il parroco nel verbale dell’esame prematrimoniale: una dote insolita per una semplice domestica.

Maria+Peintner dans Riflessioni
Maria Peintner, la madre di Joseph e Georg Ratzinger, in giovane età

Maria, la loro figlia, si sarebbe trovata davanti allo stesso altare trentacinque anni dopo: in quella occasione, la Madonna aveva, per così dire, organizzato lo sposalizio. Infatti la ragazza aveva conosciuto il marito grazie a un annuncio pubblicato sull’«Altöttinger Liebfrauenboten», il giornale locale di Altötting, sede del più importante santuario mariano di tutta la Baviera e famosa meta di pellegrinaggi. Il testo era questo:

«Funzionario statale di concetto, celibe, cattolico, 43 anni, passato irreprensibile, originario del posto, cerca una ragazza buona, cattolica, pulita, capace di cucinare e di occuparsi dei lavori domestici, esperta nel cucito e disposta a sposarsi entro breve».

Era già il secondo tentativo compiuto dall’agente di polizia Joseph Ratzinger per trovare moglie; il primo, risalente al mese di maggio del 1920, non aveva avuto successo. Alla successiva inserzione, apparsa nel luglio del 1920, rispose Maria Peintner . Dev’essere stato amore a prima vista: infatti si sposarono dopo soli quattro mesi, il 9 novembre 1920, a Pleiskirchen, vicino ad Altötting.

Famiglia+Ratzinger dans Stile di vita
Tutta la famiglia Ratzinger riunita in occasione dell’ottantesimo compleanno della nonna paterna, Katharina, nel cortile della casa di Rickering. In basso a sinistra, seduto, Georg (7), in basso a destra Joseph (4); in piedi, vestita di chiaro, Maria (9); in alto a destra, in piedi, i genitori Joseph e Maria Ratzinger. A sinistra in alto lo zio Anton e davanti a lui, seduto, lo zio sacerdote H.H. Alois Ratzinger

Trascorsi tredici mesi, il 7 dicembre 1921, nacque una bambina, che naturalmente venne battezzata Maria. Il primo fi glio maschio, nato nello stesso luogo il 15 gennaio 1924, fu chiamato Georg. Il fratello minore, venuto alla luce il 16 aprile 1927 a Marktl am Inn, ricevette il nome del padre, Joseph.

Il 19 aprile 2005, esattamente centoventi anni dopo il matrimonio dei nonni, i cardinali della Chiesa cattolica elessero quello stesso Joseph 265° successore dell’apostolo Pietro. Da allora si sarebbe chiamato Benedetto XVI.

Quando, tornando in Germania, avevo colto l’occasione per visitare Absam, il Papa originario della Baviera era al quinto anno del suo mandato e si era recato in pellegrinaggio a Torino per l’ostensione della Sacra Sindone. Nella cittadina tirolese, dove tutto era cominciato, speravo di scoprire il segreto del primo tedesco salito sul soglio pontificio dai tempi di Adriano VI (1522-1523). Fin dalla sua elezione nel 2005, data in cui avevo redatto con Yuliya Tkachova la biografia dal titolo Benedetto! per i partecipanti alle Giornate Mondiali della Gioventù a Colonia, ero affascinato dalla vita dell’attuale Papa e mi ero domandato se in essa fosse possibile intravedere una sorta di predestinazione. […]

di Michael Hesemann (introduzione)

Tratto da: Mio fratello il Papa, di Georg Ratzinger con Michael Hesemann. Edizioni PIEMME

Titolo originale dell’opera: Mein Bruder, der Papst Aufgezeichnet von Michael Hesemann Copyright © 2011 F.A. Herbig Verlagsbuchhandlung GmbH, München – Traduzione di Anna Maria Foli

Publié dans Apparizioni mariane e santuari, Libri, Riflessioni, Stile di vita | Pas de Commentaire »

L’Annunciazione secondo la venerabile suor Maria di Gesù de Agreda

Posté par atempodiblog le 4 avril 2016

Il santo arcangelo s’inchinò alla sua Regina e Signora
L’Annunciazione
Tratto da: Mistica città di Dio, della venerabile Suor Maria di Gesù de Agreda

L'Annunciazione secondo la venerabile suor Maria di Gesù de Agreda dans Angeli Annunciazione

Perché l’Altissimo compisse questo mistero, il santo arcangelo Gabriele entrò nella stanza in cui stava pregando Maria santissima, accompagnato da innumerevoli angeli in forma umana visibile, tutti rifulgenti di bellezza incomparabile. Era il giovedì, alle sette della sera, all’imbrunire.

La Principessa del Cielo lo vide e lo guardò con somma discrezione, non più di quello che bastava a identificarlo come angelo del Signore. Dopo ciò, con la sua solita umiltà, volle onorarlo. Il santo principe non acconsentì, anzi egli stesso s’inchinò profondamente a lei come a sua Regina e Signora, nella quale adorava i divini misteri del suo Creatore, riconoscendo contemporaneamente che da quel giorno mutavano gli antichi tempi e l’usanza che gli uomini si prostrassero davanti agli angeli, come aveva fatto Abramo.

Infatti, venendo la natura umana esaltata alla dignità del medesimo Dio nella persona del Verbo, gli uomini ne risultavano già adottati come figli suoi e compagni o fratelli degli stessi angeli, come uno di essi disse all’evangelista san Giovanni, non permettendogli di adorarlo.

Il santo arcangelo salutò la nostra e sua Regina e le disse: «Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te; benedetta tu fra le donne».

Udendo questo nuovo saluto, la più umile delle creature rimase turbata. Questo avvenne per due cause. L’una fu la sua profonda umiltà, per la quale le sembrò insolito sentirsi salutare e chiamare benedetta fra tutte le donne, mentre si considerava l’ultima di tutti i mortali. L’altra fu che, mentre andava considerando nel suo cuore tale saluto, il Signore le fece comprendere che la sceglieva per Madre sua. Questo la sconcertò molto di più, per la bassa considerazione che aveva di sé.

Per tranquillizzarla, l’arcangelo proseguì, manifestandole l’ordine del Signore: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ecco concepirai un Figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e chiamato Figlio dell’Altissimo». Aggiunse, poi, le altre parole che riporta la Scrittura.

Publié dans Angeli, Citazioni, frasi e pensieri, Fede, morale e teologia, Venerabile suor Maria di Gesù de Ágreda | Pas de Commentaire »

Il “sì” risuoni in ogni cuore

Posté par atempodiblog le 4 avril 2016

Risuoni in ogni cuore,
il “sì” della fede e dell’amore.

Padre Livio Fanzaga

Il “sì” risuoni in ogni cuore dans Beato Álvaro del Portillo 33nyxrd

Un conto è la vocazione, e un altro è la risposta alla vocazione. Il Signore chiama tutti ad essere santi, e chiama il laico ad esserlo nel mondo. I risultati dipendono dalla generosità della risposta, cioè dalla corrispondenza alla grazia.

In primo luogo occorre l’impegno, la decisione di rispondere, e poi bisogna adoperare i mezzi: sacramenti, orazione, mortificazione, secondo una genuina spiritualità laicale.

Santità è eroismo, e l’accessibilità che proviene dalla chiamata universale, non significa né sconti né facilitazioni. Santità è sempre e comunque identificazione con Cristo crocifisso e risorto, e non si può aspirare alla risurrezione senza passare attraverso la Croce.

315fyfr dans Fede, morale e teologia

“[...] ‘Io sono uomo o donna del ‘sì’ o sono uomo o donna del ‘no’ o sono uomo o donna che guardo un po’ dall’altra parte per non rispondere?’. Che il Signore ci dia la grazia di entrare in questa strada di uomini e donne che hanno saputo dire il sì”.

Papa Francesco

Publié dans Beato Álvaro del Portillo, Citazioni, frasi e pensieri, Fede, morale e teologia, Padre Livio Fanzaga, Papa Francesco I, Riflessioni, Stile di vita | Pas de Commentaire »

C’è un’unica ermeneutica della vita cristiana: Gesù, Misericordia Divina, Confido in Te

Posté par atempodiblog le 3 avril 2016

Il Timone, per gentile concessione dell’editore Gribaudi, propone un brano dall’epilogo di Vita si santa Faustina Kowalska. Biografia autorizzata (2005)

C’è un’unica ermeneutica della vita cristiana: Gesù, Misericordia Divina, Confido in Te
di suor Sophia Michalenko c.m.g.t.

Domenica della Divina Misericordia dans Beato Michele Sopocko Ges-Misericordioso

La missione di Suor Faustina ebbe davvero inizio dopo la sua morte, come aveva predetto. Durante la guerra, la cappella del convento fu aperta al pubblico. Da quel momento, la sua tomba fu meta costante di persone di ogni ceto sociale, desiderose di chiedere la sua intercessione o di ringraziarla per una grazia ricevuta o semplicemente per pregare. A Lagiewniki, la devozione alla Divina Misericordia divenne strettamente connessa con la persona stessa di Santa Faustina. Chi andava a pregare davanti all’Immagine nella cappella del convento, si recava inevitabilmente anche sulla tomba della suora.

Il culto della Divina Misericordia si diffuse quasi spontaneamente per tutta la Polonia. La causa principale era, senza dubbio, l’acuta esigenza che la gente provava in quel frangente storico. Il messaggio di Suor Faustina rispondeva a tale esigenza in modo particolare. Le suore e le ragazze ricordavano il suo amore e la sua preoccupazione per la Polonia. Esse raccontava no le sue predizioni sulla guerra a quanti visitavano la tomba e la cappella. I visitatori, a loro volta, riferivano la cosa ad altre persone ancora.

Il convento di Lagiewniki divenne il fulcro della devozione alla Divina Misericordia. I fedeli vi giungevano per le immaginette, le novene, le coroncine e le litanie alla Divina Misericordia.

Con il permesso delle autorità ecclesiastiche, ogni terza domenica del mese, si tenevano delle speciali forme di devozione alla Divina Misericordia e la domenica dopo Pasqua si celebrava la Festa della Divina Misericordia.

In varie chiese e istituti cattolici ci furono sempre più insediamenti solenni dell’Immagine della Divina Misericordia. I vescovi delle varie diocesi polacche concessero il permesso di pubblicare le immaginette e le preghiere alla Divina Misericordia.

Entro il 1951, nella sola Polonia erano sorti 130 centri di tale devozione.

Durante la Seconda guerra mondiale, dal 1940 in poi, la Devozione alla Divina Misericordia divenne uno scudo di forza e di speranza per molti, particolarmente i detenuti dei numerosi campi di concentramento diffusi in tutta la Polonia, e persino al di là dei suoi confini. Poi essa fu portata dai soldati e dai rifugiati in ogni parte del mondo. La novena, le litanie e la coroncina furono ben presto tradotte in molte lingue. I centri più dinamici sorsero in Francia, negli Stati Uniti e in Australia.

La Congregazione dei Pallottini e quella Mariana furono le principali promotrici, in virtù delle grazie ricevute da alcuni loro membri.

Il crescente successo e l’espansione del culto a metà degli anni Cinquanta parvero contraddire una profezia che Suor Faustina aveva annotato nel suo Diario nel 1935:

Una volta, mentre parlavo con il mio direttore spirituale, ebbi una visione intima, più veloce del lampo, dove la sua anima soffriva molto ed era in una tale agonia che Dio tocca poche anime con un fuoco così intenso. La sofferenza nasce da quest’opera. Ci sarà un tempo in cui quest’opera, che Dio richiede così fortemente, sembrerà completamente vanificata. Allora Dio agirà con grande potenza, e ciò darà prova dell’autenticità di quest’opera. Sarà un nuovo splendore per la Chiesa, anche se essa è in nuce nel suo seno da tanto tempo. Che Dio sia infinitamente misericordioso, nessuno può negarlo. Egli desidera che lo sappiamo tutti prima della Sua venuta come Giudice.

Egli vuole che le anime Lo conoscano prima come Re di Misericordia. Quando ci sarà questo trionfo, noi saremo già entrati nella vita nuova in cui non c’è sofferenza. Prima, però, la tua anima [del direttore spirituale] sarà saziata di amarezza alla vista della distruzione dei tuoi sforzi. Questa distruzione, però sarà solo apparente, perché Dio non muta ciò che Egli ha decretato. Tuttavia, anche se questa distruzione sarà tale solo esteriormente, le sofferenze saranno reali. Quando accadrà tutto ciò? Non lo so. Quanto durerà? Non lo so.

Ma Dio ha promesso un grande grazie, specialmente a te e a tutti coloro… «che proclameranno la Mia grande misericordia. Io Stesso li difenderò nell’ora della morte, come Mia gloria. E anche se i peccati delle anime fossero neri come la notte, quando un peccatore si rivolge alla Mia misericordia Mi rende la più grande lode e rende gloria alla Mia Passione. Quando un’anima esalta la Mia bontà, Satana trema davanti a essa e fugge nell’inferno più profondo».

La prima parte di questa profezia si compì quasi alla lettera quando la Santa Sede, agendo sulla base di dati imprecisi e insufficienti riguardanti le rivelazioni, con Notificazione del 6 marzo 1959 proibì la diffusione della Devozione della Divina Misericordia nelle forme proposte da Suor Faustina. La decisione di togliere o meno le Immagini della Divina Misericordia dalle chiese in cui in alcuni casi erano state esposte per il culto del pubblico, fu lasciata alla prudenza dei vescovi.

Di conseguenza, le Immagini furono asportate da molte chiese e alcuni sacerdoti smisero persino di predicare la Divina Misericordia. Lo stesso Padre Sopocko fu severamente ammonito dalla Santa Sede e patì molte altre tribolazioni proprio a causa della diffusione di tale culto. Il divieto di diffondere la devozione fu imposto anche alla Congregazione delle Suore di Nostra Signora della Misericordia. Per tale motivo, le Immagini, la coroncina, la novena e qualsiasi altra cosa potesse indicare la propagazione del culto furono ritirate. Sembrava che l’opera della misericordia, così fervorosamente richiesta dal Signore a Suor Faustina, fosse andata completamente distrutta.

In vista del divieto della Santa Sede, le Suore di Nostra Signora della Misericordia a Lagiewniki si rivolsero all’ordinario dell’arcidiocesi di Cracovia, l’Arcivescovo Baziak, chiedendo che cosa fare dell’Immagine che pendeva nell’altare laterale, ricoperta di numerose offerte votive, e come comportarsi riguardo alle celebrazioni che si tenevano in onore della Divina Misericordia. In risposta, l’arcivescovo ordinò che l’Immagine restasse dov’era, e che i fedeli potessero continuare a pregare e a chiedere grazie davanti a quel dipinto. Inoltre, ordinò che fossero mantenute le celebrazioni già esistenti. In tal modo, la devozione alla Divina Misericordia sopravvisse alla prova in questo piccolo centro comunitario di Cracovia, dove erano sepolte le spoglie mortali di Suor Faustina.

Nel frattempo, nel 1963, il Cardinale Ottaviani, Prefetto del Sant’Uffizio, manifestò un grande interesse per il prosieguo della missione di Suor Faustina e chiese all’arcivescovo Karol Wojtyla, promotore della causa di beatificazione di Suor Faustina, di agire rapidamente prima che tutti i testimoni morissero.

Così, ventisette anni dopo la morte di Suor Faustina, il 21 ottobre 1965, con una seduta solenne il vescovo Julian Groblicki, delegato speciale dell’arcivescovo Wojtyla, inaugurò il Processo Informativo riguardante la vita e le virtù di Suor Faustina, la quale, da allora, assunse il titolo di “Serva di Dio”.

Nell’ambito di tale processo, le spoglie di Suor Faustina furono riesumate e trasferite dal cimitero alla cappella del convento il 25 novembre 1966. Wojtyla, di recente nomina a cardinale, concluse il Processo Informativo nella diocesi di Cracovia con seduta solenne il 20 settembre 1967. Gli Atti del Processo Informativo furono ricevuti a Roma dalla Sacra Congregazione per le Cause dei Santi il 26 gennaio 1968 e, per decreto della stessa Sacra Congregazione, il 31 gennaio 1968 ebbe formalmente inizio il Processo di Beatificazione della Serva di Dio Suor Faustina Kowalska, poi canonizzata nel 2000.

Il 15 aprile 1978, in seguito a un accurato esame della documentazione originale, di cui in precedenza la Santa Sede non disponeva, la Notificazione del 1959 fu rovesciata. Dopo un divieto durato vent’anni, la Santa Sede permise nuovamente la diffusione del culto della Divina Misericordia nelle forme proposte da Suor Faustina. La persona che svolse il ruolo principale nel capovolgimento dell’interdizione fu il cardinale Wojtyla, arcivescovo di Cracovia, il quale sei mesi dopo, il 16 ottobre 1978, fu elevato al soglio pontificio con il nome di Papa Giovanni Paolo II. Così, la seconda parte della profezia che abbiamo richiamato in precedenza iniziò a compiersi. Nel maggio del 1938, Suor Faustina scrisse nel Diario:

Mentre pregavo per la Polonia, udii le parole: «Nutro un amore speciale per la Polonia, e se [la Polonia] obbedirà alla Mia volontà, la esalterò in potenza e santità. Da essa uscirà la scintilla che preparerà il mondo alla Mia ultima venuta».

Che cos’era questa scintilla? La risposta a tale quesito è forse stata rivelata in parte. Una delle richieste più urgenti di Faustina era che la Festa della Divina Misericordia fosse ufficialmente decretata in seno alla Chiesa e che l’Immagine della Divina Misericordia fosse venerata pubblicamente. Il 23 gennaio 1995, con approvazione di Papa Giovanni Paolo II la Congregazione per il Culto Divino concesse ai vescovi polacchi che la domenica dopo Pasqua si festeggiasse ufficialmente la Festa della Divina Misericordia vox populi. La domenica dopo Pasqua del 1995, il 23 aprile, Papa Giovanni Paolo II celebrò la domenica della Divina Misericordia e insediò l’Immagine della Divina Misericordia nel Centro della Divina Misericordia fondato per la diocesi di Roma nella Chiesa di Santo Spirito in Sassia.

Nel suo discorso del Regina Coeli, il Santo Padre esortò tutti a fare personalmente esperienza di tale misericordia per essere misericordiosi e perdonare (L’Osservatore Romano, edizione inglese, 26 aprile 1995). Nel 1999, la domenica della Misericordia fu celebrata per la prima volta in Piazza San Pietro a Roma.

Suor Faustina sapeva quanto fosse urgente la Festa della Divina Misericodia e pregava fervorosamente perché si celebrasse.

Il 10 aprile 1937, mentre prendeva in mano l’articolo sulla Divina Misericordia pubblicato su «Settimana cattolica» di Vilnius inviatole da Padre Sopocko, l’anima di Santa Faustina venne trafitta da un dardo. La religiosa udì le parole:

«Per il tuo desiderio ardente, affretto la festa della Misericordia».

Per il bene del mondo, preghiamo anche noi con fervore per il completamento e il compimento mondiale di questa promessa.

MARANATHÀ! VIENI, SIGNORE GESÙ, INCARNAZIONE DELLA DIVINA MISERICORDIA!

Publié dans Beato Michele Sopocko, Fede, morale e teologia, Libri, Misericordia, Perdono, Riflessioni, Santa Faustina Kowalska, Stile di vita | Pas de Commentaire »

Domenica della Divina Misericordia: l’abbraccio con la bontà del Padre

Posté par atempodiblog le 3 avril 2016

Domenica della Divina Misericordia: l’abbraccio con la bontà del Padre
Si celebra questa domenica la Festa della Divina Misericordia. Una ricorrenza istituita nella seconda domenica di Pasqua da San Giovanni Paolo II nel 2000, in occasione della canonizzazione di Santa Faustina Kowalska. Proprio alla vigilia di questa festa, il 2 aprile di 11 anni fa, moriva Papa Wojtyla. Santa Faustina, suora polacca della Congregazione della Beata Vergine Maria della Misericordia, ebbe straordinarie rivelazioni: nel 1931, in una apparizione, Gesù le chiese di far dipingere l’immagine della sua Misericordia. Sul significato e sull’importanza della Domenica della Divina Misericordia, Elvira Ragosta,  per Radio Vaticana, ha intervistato suor Maria Rosa Lo Proto, segretaria delle Suore Domenicane Missionarie di San Sisto e presidente dei gruppi di preghiera “Figli spirituali di Giovanni Paolo II”:

Domenica della Divina Misericordia: l'abbraccio con la bontà del Padre dans Articoli di Giornali e News Confessionale

R. – E’ un momento di grazia per tutta la Chiesa riscoprire questo grande fiume erompente che dà la possibilità ad ogni uomo di riconoscersi bisognoso della misericordia di Dio per rimettersi in un cammino nuovo e quindi quasi purificati, rigenerati dalle acque preziosissime della Divina Misericordia, ci possiamo ripresentare con cuore libero e gioioso ad avere l’abbraccio del Padre.

D. – Una devozione – quella alla Divina Misericordia – che nasce con l’esperienza di Suor Faustina Kowalska …
R. – Esatto. Nel suo diario, Santa Faustina ricorda di aver pianto perché il pittore ha dipinto Gesù Misericordioso non perfettamente come lei lo vedeva e Gesù la consola dicendo:

“Faustina, non preoccuparti se non mi ha fatto bene come tu volevi: la cosa importante è che coloro che guarderanno la mia immagine si abbandonino alla certezza e quindi alla gioia del mio abbraccio misericordioso”.

D. – La festa venne istituita nel 2000 da Papa Wojtyla, che morì cinque anni dopo, proprio nei Vespri della ricorrenza. Come leggere questo legame con San Giovanni Paolo II?
R. – E’ un legame che si è potuto vedere la sera del 2 aprile, quando in Piazza San Pietro migliaia di persone pregavano e invocavano il Signore per aiutarlo, perché ormai si percepiva il grande momento del suo trapasso; e quindi senz’altro anche quel tratto della Misericordia di Dio è passato attraverso di lui che pregava e si offriva per noi, unito a Maria.

D. – Alla misericordia Papa Francesco ha voluto dedicare quest’Anno giubilare; quanto è importante in questo momento storico molto particolare, la misericordia?
R. – Secondo me, lui come religioso e anche come missionario è stato ispirato, perché forse non tutti ancora abbiamo capito l’importanza di questo grande dono che ci deriva proprio dalla Passione e morte di Gesù. E c’è la famosa coroncina, tanto pregata: il Papa ne ha dato anche in omaggio in Piazza San Pietro. Ci ha fatto anche ripristinare le opere di Misericordia, corporali e spirituali, e questa è un’icona bellissima che dà a noi l’opportunità non solo di rivalorizzare un po’ quelli che sono i cardini della nostra fede, ma rivitalizzarla!

D. – Suor Maria Rosa, la festa della Divina Misericordia spiegata ai ragazzi: lei che è catechista, è stata insegnante, come ha avvicinato i giovani a questa festività? Come ha insegnato loro a pregare, in occasione di questa festività?
R. – Prima di tutto, la testimonianza e soprattutto interessare i ragazzi stessi. Presentavo quasi sempre le parabole del Figliol prodigo e del Buon Samaritano, perché non dimentichiamoci: anche il Buon Samaritano è stato uomo di misericordia, perché è stato capace non solo di fermarsi, di ungere le ferite, ma ha caricato l’uomo ferito sul suo giumento, lo ha portato alla locanda, ha pagato di persona e ha detto all’albergatore: “Ciò che spenderai di più, te lo rifonderò al mio ritorno”. E quindi, certamente, lui è stato misericordioso. Ma in quel Samaritano noi sappiamo che c’è Gesù, quindi si fa presto poi a leggere la misericordia, quando noi leggiamo la Parola di Dio, perché la Parola di Dio è una parola viva, è una parola di verità, è una parola che ti conquista, è una parola che non muore…

Publié dans Articoli di Giornali e News, Fede, morale e teologia, Misericordia, Perdono, Riflessioni, Sacramento della penitenza e della riconciliazione, Santa Faustina Kowalska, Stile di vita | Pas de Commentaire »

Un referendum ipocrita

Posté par atempodiblog le 2 avril 2016

Un referendum ipocrita
di Matteo Ginola – In Terris

Un referendum ipocrita dans Articoli di Giornali e News l86jt

In questi giorni si sta assistendo a una continua proposta di approfondimenti relativi alla consultazione referendaria, programmata per il 17 aprile prossimo, relativa alle norme che consentono alle piattaforme già esistenti di estrarre idrocarburi dal fondo marino.

I comitati promotori hanno fatto della cosa una bandiera a sfondo ecologista e montato una campagna pubblicitaria piuttosto martellante, anche se fino a poco tempo fa la questione era rimasta in sordina, spiegando come la vittoria del SI avrebbe un fortissimo impatto sulla tutela dell’ambiente andando a vietare il rinnovamento delle concessioni estrattive oggi vigenti entro il limite delle 12 miglia marine. Il consenso pare essere divenuto già piuttosto ampio e trasversale ai gruppi politici, come il parere opposto a onore del vero, e, tra una trasmissione e l’altra passando per i social network, sta passando il messaggio che il successo della consultazione referendaria sarebbe una vittoria sui petrolieri e consentirebbe una maggior valorizzazione e tutela dell’ambiente costiero.

Il vero problema è che tutta questa propaganda si basa su un messaggio non veritiero, al limite della menzogna.

Vediamo il perché…Come di consueto il quesito vero, che sarà votato tra qualche giorno, è ignoto ai più ed è espresso in maniera sibillina dovendo attenersi alla natura costituzionale del Referendum che può essere esclusivamente abrogativo e deve avere una valenza propositiva. In altre parole, l’istituto può cassare una norma ma non riscriverla, men che meno con una procedura che potrebbe essere definita “taglia e cuci”.

Il testo in votazione, infatti, è il seguente: «Volete voi che sia abrogato l’art. 6, comma 17, terzo periodo, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, “Norme in materia ambientale”, come sostituito dal comma 239 dell’art. 1 della legge 28 dicembre 2015, n. 208 “Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (Legge di Stabilità 2016)”, limitatamente alle seguenti parole: “per la durata di vita utile del giacimento, nel rispetto degli standard di sicurezza e di salvaguardia ambientale”?»

In pratica si andrà a cancellare il limite temporale che l’ultima Legge di Stabilità ha introdotto nella norma relativa al rinnovo delle concessioni estrattive già esistenti entro il limite delle 12 miglia marine mentre la possibilità di accenderne di nuove era già inibita dal disposto contenuto nel primo periodo del citato at.6 comma 17 del D.lgs. 152/2006.

La prima imprecisione è data dall’aspetto ecologista attribuito alla consultazione, in quanto nonostante siano proibite nuove trivellazioni entro il limite delle 12 miglia marine nulla vieta che una nuova piattaforma possa essere collocata a 12.5 miglia, ad esempio, cosa che avrebbe lo stesso impatto, a livello ambientale, di un’installazione entro il limite imposto dalla norma ma queste sono quisquilie.

I punti più importanti sono gli aspetti giuridici e “morali” che sono richiamati dai comitati per il SI. La norma che potrebbe essere novellata dopo la consultazione andrebbe a recitare: “[omissis] I titoli abilitativi già rilasciati sono fatti salvi. [omissis]”

Come è facilmente osservabile la lettera del dispositivo non fa più alcun riferimento a un limite temporale, questo comporta che non sia affatto vero che venga vietato il rinnovo della concessione al termine di quella già esistente ma, invece, la norma potrebbe essere interpretata sia come una concessione illimitata sia come una maggiore discrezionalità degli enti preposti nel concedere o meno il rinnovo. In pratica si va a creare una maggiore incertezza dal lato del mantenimento delle concessioni e non si raggiunge minimamente lo scopo che, invece, è stato comunicato come fine ultimo della campagna referendaria.

Anche la questione dei “cattivi petrolieri esteri” è, quantomeno esagerata, delle 21 piattaforme coinvolte, 7 sono di proprietà di Eni, altre sei di società italiane o di branch italiane di Aziende estere e le restanti sono tutte sotto società Ue. Al di là degli oneri di concessione (aliquota del 10% sul valore del gas e del 7% su quello del petrolio estratto) ogni provento generato dall’attività estrattiva è soggetto al fisco italiano, ancor più se la società proprietaria avesse sede legale e fiscale in Italia, generando un non trascurabile flusso di risorse a favore dell’Erario. Sembra evidente, quindi, che anche lo slogan relativo alle concessioni a “un tozzo di pane” che si legge spesso sui social sia completamente infondato.

Queste sono le ragioni per cui lo scrivente ritiene questo referendum una forzatura, inutile e costosa, anche perché l’unico vero effetto certo della votazione sono i 300 milioni di Euro, circa, spesi per l’organizzazione e che, ovviamente, vengono dalle tasse che tutti noi paghiamo.

Publié dans Articoli di Giornali e News, Riflessioni | Pas de Commentaire »

Comastri: vi racconto Karol Wojtyla, il Papa della Divina Misericordia

Posté par atempodiblog le 2 avril 2016

Comastri: vi racconto Karol Wojtyla, il Papa della Divina Misericordia
Ricorre [...] l’11.mo anniversario della morte di San Giovanni Paolo II. Significativamente, quest’anno la ricorrenza cade nella vigilia della Festa della Divina Misericordia, istituita da Karol Wojtyla, proprio come avvenne per la sua morte, il 2 aprile del 2005. Sul legame tra Giovanni Paolo II e la Misericordia, cuore del Giubileo voluto da Papa Francesco, Alessandro Gisotti [di Radio Vaticanaha intervistato il cardinale Angelo Comastri, vicario generale del Papa per la Città del Vaticano:

Comastri: vi racconto Karol Wojtyla, il Papa della Divina Misericordia dans Articoli di Giornali e News GP-II-e-Ges-misericordioso
Immagine tratta da: Familia Cristiana

R.  – Vorrei partire da un episodio accaduto pochi giorni prima della partenza per il Cielo di Giovanni Paolo II. Era il 30 marzo del 2005, era mercoledì, l’ultimo della sua vita. Tutti sapevamo che il Papa si era aggravato e quindi eravamo un po’ in apprensione, stavamo tutti pregando per questo motivo. Verso mezzogiorno mi avvisano: “Si è aperta la finestra dell’appartamento!”. Io chiaramente uscii dal mio ufficio, corsi in Piazza San Pietro e a mezzogiorno vidi che il Papa si affacciò. Non riuscì a dire una parola; alzò solamente la mano destra e tracciò un grande Segno di Croce che fu il suo testamento, il suo saluto alla Chiesa, il saluto al mondo.

Ho saputo dopo cosa accadde quella mattina. Appena svegliato Giovanni Paolo II ha sussurrato – perché parlava soltanto in maniera afona, appena percettibile – a suor Tobiana e a don Stanislao Dziwisz: “Oggi è mercoledì”. Ma non hanno dato peso alle parole. Passato un po’ di tempo, ha detto di nuovo: “Oggi è mercoledì”. Ancora una volta hanno ignorato le parole del Papa. Alle 10 ha detto con un tono un po’ autoritario: “Oggi è mercoledì e io mi alzo!”. Evidentemente si sono spaventati di fronte a questa decisione del Papa e hanno tentato di dissuaderlo. Il Papa in modo irremovibile ha detto: “Oggi è mercoledì ed io mi alzo perché la gente viene e io non voglio deluderla”. Stava morendo e pensava agli altri.

Quando morì erano i primi Vespri della Festa della Divina Misericordia. Si potrebbe pensare laicamente si trattasse di una coincidenza, ma le coincidenze non esistono: era una delicatezza della Divina Misericordia! Il Papa che tanto aveva parlato e tanto si era speso per far conoscere questo volto bello di Dio, il volto misericordioso, veniva accolto nella Comunione dei Santi proprio nel giorno della Divina Misericordia che lui aveva voluto.

D. – In che modo secondo lei si esprimeva al meglio l’essere testimone di Misericordia in Giovanni Paolo II?

R. - La testimonianza della Misericordia di Giovanni Paolo II mi piace sintetizzarla in due lampade: quella del perdono, fino all’eroismo, e quella dell’annuncio della verità, perché perdono e verità sono due lampade che vengono dalla Misericordia. La lampada del perdono: pensate che subito dopo l’attentato, quando il Papa era in un lago di sangue, appena ha ripreso un pochino la conoscenza le prime parole che ha detto sono state: “Perdono il fratello che mi ha sparato”. Chiamare in quel momento “fratello” Alì Aĝca richiede un bel coraggio, una bella fede, una bella testimonianza. Ma non solo.

Quando il Papa si è ripreso non ha organizzato proteste, scioperi, vendette … soltanto preghiera; preghiera e perdono. Qui si vede il volto bello del cattolicesimo.

Ma c’è un’altra lampada: quella della verità. Giovanni Paolo II ha fatto brillare questa lampada con tre Encicliche meravigliose ma anche con tantissimi discorsi. L’Enciclica Vertitas Splendor, l’Enciclica Evangelium Vitae e Fides et ratio. Giovanni Paolo II ha gridato la verità perché la verità è un servizio di Misericordia! Perché il peccato è male e fa male! E non dimentichiamo che Gesù, il misericordioso, Colui che ha detto: “Io sono venuto per i peccatori…”, ha aggiunto anche: “… affinché si convertano”. Giovanni Paolo II ha avuto il coraggio di tenere accese entrambe le lampade: quella del perdono, perché Dio è sempre pronto a perdonare, come ripete molto spesso Papa Francesco, “Dio è sempre pronto a perdonare! Però attenti, il perdono di Dio ci entra dentro quando il cuore si apre”.

D. – L’uomo e il mondo contemporaneo hanno tanto bisogno della Misericordia, scriveva San Giovanni Paolo II nella Dives in misericordia, la sua seconda Enciclica del 1980, dopo la Redemptor hominis. Perché secondo lei ritorna questa esigenza urgente di Misericordia, negli ultimi Pontefici in particolare?

R. - Giovanni Paolo II, proprio nella Dives in misericordia, cita il capitolo nono della Gaudium et spes dove è scritto: “Il mondo di oggi si presenta potente e debole, capace di operare il meglio ma anche il peggio mentre gli si apre davanti la strada della libertà o della schiavitù, del progresso o del regresso, della fraternità o dell’odio”. Il mondo di oggi si sta rendendo conto che il pregresso realizzato dalla scienza non è sufficiente per rendere felice l’umanità. L’uomo ha bisogno di una verità che gli riempie il cuore; ha bisogno di un amore che sani le ferite, di una Misericordia che sani le sue ferite. E questo lo può fare soltanto la Misericordia di Dio. Ecco perché in questo momento è particolarmente urgente e indispensabile l’annuncio della Misericordia a questa umanità ferita, come ama dire Papa Francesco.

L’annuncio che Dio è misericordioso è sicuramente una medicina straordinaria. L’uomo moderno che credeva di poter diventare superuomo, come sognava Nietzsche, invece si accorge di essere un pover’uomo che ha bisogno della mano misericordiosa di Dio. Ecco perché a mio umile giudizio è straordinariamente attuale l’annuncio della Misericordia. E Papa Giovanni Paolo II lo capiva, Papa Benedetto lo capiva, Papa Francesco ne ha fatto – possiamo dire – lo slogan del suo Pontificato.

Publié dans Articoli di Giornali e News, Cardinale Angelo Comastri, Fede, morale e teologia, Misericordia, Perdono, Riflessioni, Stile di vita | Pas de Commentaire »

Il Miracolo delle “Sacre Spine”

Posté par atempodiblog le 2 avril 2016

Il Miracolo delle “Sacre Spine”
Quando il Venerdì Santo, giorno della morte di Gesù, cade il 25 marzo, solennità dall’Annunciazione, le reliquie della Passione e Morte di Cristo, mostrano segni sconvolgenti
di Renzo Allegri – Zenit

Il Miracolo delle “Sacre Spine” dans Articoli di Giornali e News 28gz62u

In questa circostanza ho il piacere di annunciare a voi tutti in maniera solenne che il miracolo ha avuto inizio”. Così ha detto il 25 marzo scorso, il vescovo di Andria, Raffaele Calabro, rivolto ai fedeli presenti nella cattedrale.

Con grande gioia posso annunciare che il segno si è manifestato”.  E questa affermazione è di monsignor  Francesco Beschi, vescovo di Bergamo tratta da un comunicato che ha inviato ai fedeli della sua diocesi..

Le parole dei due vescovi si riferivano a un evento che si è manifestato nel pomeriggio del 25 marzo. Un evento portentoso e stupefacente. Un “miracolo”, come lo ha indicato apertamente il vescovo di Andria.

Secondo un’antica tradizione, quando il Venerdì Santo, giorno della morte di Gesù, coincide con il 25 marzo,  solennità liturgica dell’Annunciazione, e cioè del concepimento di Gesù, su alcune reliquie che richiamano la passione di Cristo in croce si  verificano delle manifestazioni fisiche razionalmente inspiegabili.

La coincidenza delle due ricorrenze è rarissima. Si realizza tre, quattro volte per secolo. Nel secolo scorso si è verificata nel 1910, nel 1921 e nel 1932. In questo secolo, nel  2005, il 25 marzo scorso, e ora bisogna aspettare il  2157.  Quando si verifica, la Chiesa ricorda e celebra nello stesso giorno i due termini estremi del più straordinario evento che sia accaduto nell’Universo: l’inizio e la fine dell’esperienza terrena dell’uomo Dio. Ed è come se sulla terra si scatenasse una energia spirituale potente in grado di sconvolgere.

La fenomenologia si manifesta soprattutto su due spine che sarebbero appartenute alla Corona di Spine posta sul capo di Gesù durante il processo davanti a Pilato. Quelle due spine, una conservata nella cattedrale di Andria e l’altra nella chiesa parrocchiale di San Giovanni Bianco in provincia di Bergamo, in quella specifica circostanza soffrono, si animano come se fossero vive, si coprono di stille rossastre che sembrano gocce di sangue. Un fenomeno che la gente indica con una delicatissima parola poetica: “fioritura”. E il fenomeno si è manifestato in modo netto e clamoroso come non mai il 25 marzo scorso.

Fin dai primi secoli del Cristianesimo quelle Spine godevano di una particolare venerazione perché già allora su di esse si osservavano fenomeni fisici inspiegabili. Gregorio di Tours, vescovo francese del secolo sesto, nel suo libro “De gloria martyri” riferisce che  la Corona di spine venerata in Gerusalemme, anche se vecchia di 500 anni, appariva come “composta da rovi appena colti”.  San Paolino da Nola, all’inizio del quinto secolo, cita tra gli oggetti di grande venerazione presenti a Gerusalemme “le spine con le quali il Nostro Salvatore venne incoronato”.

Cassiodoro, famoso uomo politico e letterato, in un suo scritto nella seconda metà del secolo sesto, indica quelle reliquie affermando che “sono la gloria di Gerusalemme”. 

Le Sacre Spine divennero oggetto di regali importanti. L’imperatore Giustiniano I, a metà del secolo sesto, regalò a San Germano, vescovo di Parigi, una delle Spine della Corona di Cristo.  L’imperatrice Irene, nel 798, ne regalò alcune a Carlo Magno. Nel l’887, Carlo il Calvo, regalò una della Spine ricevute da Carlo Magno alla chiesa di Compiègne, dove era sepolto il corpo di San Cornelio Papa martire.

Nel 1063 la Corona venne portata a Bisanzio e nel  1238 fu acquistata dal re di Francia, San Luigi IX, il quale per ospitarla degnamente fece erigere uno dei più bei gioielli dell’arte gotica, la “Sainte Chapelle”.

In quella Chiesa la reliquia rimase fino alla  Rivoluzione francese, poi ebbe varie altre peregrinazioni, per approdare, alla fine, a Notre Dame dove ancora si trova.

Le Sacre Spine continuarono ad essere oggetti di prestigiosi regali anche da parte dei vari regnanti francesi, e così della Corona primitiva  a Parigi è rimasta solo la struttura portante che si vede ora.

Gli studiosi hanno catalogato oltre 700  Sacre Spine, sparse in giro per il mondo. Molte sono fasulle, e classificate “reliquie di seconda categoria”, in quanto non sono state tolte dalla Corona, ma solo appoggiate su di essa, quindi diventate reliquie per contatto.

In Italia ce ne sono parecchie, conservate in chiese e santuari. A tutte vengono attribuiti  poteri miracolosi. Ma le più note sono quelle conservate ad Andria e a San Giovanni Bianco.

Ad Andria, la “Sacra Spina” è conservata in un magnifico reliquiario nella cattedrale. Venne donata alla città pugliese dalla contessa Beatrice d’Angiò, figlia di Carlo II, nel 1308, in occasione delle sue nozze con Bertrando Del Balzo figlio di Ugo e conte d’Andria.

A San Giovanni Bianco,  paese della Val Brembana, in provincia di Bergamo,  la  Sacra Spina è conservata nella chiesa parrocchiale. Vi fu portata nel 1495 da Vistallo Zignoni, un soldato di ventura al servizio della Serenissima. Durante la battaglia di Fornovo del 6 luglio 1495 contro l’esercito del re di Francia Carlo VIII, Vistallo Zignoni fece prigioniero il segretario del re e si impadronì di un cofanetto contenente numerose reliquie.

Il cofanetto fu poi consegnato come bottino di guerra al Senato Veneto ma prima di consegnarlo, Zignoni prelevò una di quelle reliquie, una “Sacra Spina”, e ne fece dono al parroco di San Giovanni Bianco. Da quel momento la Sacra Spina è diventata il centro di una grande devozione in tutta la valle, devozione che ancora oggi è fortissima.

Nel corso dei secoli, il fenomeno della “fioritura” era osservato a occhio nudo o con strumenti rudimentali. Il 25 marzo 2005, le due reliquie furono sottoposte a un rigoroso controllo.

Il vescovo di Andria,  monsignor Raffaele Calabro, aveva nominato una Commissione teologica e una scientifica, in modo che il fenomeno  potesse essere seguito con la massima attenzione. Della Commissione scientifica facevano parte anche cinque medici. Erano inoltre stati allestiti due schermi giganti in piazza Duomo e in Piazza Catuma, in modo che la gente potesse seguire il fenomeno in diretta-tv.

Il fenomeno si verificò puntualmente. Il giorno dopo,  26 marzo, il Vescovo di Andria confermò ufficialmente ai fedeli radunati in cattedrale  che il prodigio si era verificato e diede lettura pubblica del verbale notarile.

Volle poi dedicare all’evento un numero speciale del settimanale  diocesano,  “Insieme”, riportando la cronaca dei fatti, i verbali dei mutamenti osservati sulla Sacra Spina dai componenti della Commissione scientifica, documentando il tutto con numerose fotografie. In un articolo da lui firmato,  monsignor Calabro ricordò con parole commosse la propria esperienza diretta. Scrisse tra l’altro:

“Io stesso sono stato testimone oculare del momento più sconvolgente, che è durato più di tre ore, quello dell’’ “accartocciamento” (per usare un termine popolare) della Sacra Spina, quasi fosse non una spina normale, ma uno stelo vegetale percorso da una potenza misteriosa, simile a un piccolo “sisma”.

A San Giovanni Bianco il fenomeno del 2005 fu meno appariscente. Nei giorni precedenti, i giornali locali avevano ricordato con enfasi quanto era accaduto nel 1932, con oltre 200 mila pellegrini, e c’era quindi un’ attesa spasmodica. Per questo la popolazione rimase un po’ delusa. Ma il cambiamento sulla Spina fu chiaro e inconfondibile anche in quell’occasione, come risulta dagli atti della Commissione scientifica istituita dal vescovo, della quale facevano parte  monsignor Lino Belotti, vescovo ausiliario di Bergamo, don Giuseppe Minelli, parroco del paese, la dottoressa Barbara Cancelli, medico legale, il dottor Marco Valle, direttore del Museo di Scienze Naturali di Bergamo e don Goffredo Zanchi, professore di Storia nel Seminario di Bergamo.

Anzi, il fenomeno a San Giovanni Bianco si protrasse più del solito. “La Sacra Spina ha cambiato colore anche il 2 aprile, giorno della morte di Giovanni Paolo II”, dichiarò l’ingegner Giovanni Milesi, studioso della Sacra Spina e membro della Commissione. “Proprio mentre Giovanni Paolo II era in agonia, la spina, osservata da molti testimoni, ha assunto una tonalità granata che nella domenica del 3 aprile si è fatta ancora più intensa”.

Il 25 marzo scorso l’osservazione del fenomeno è stata ancora più severa e scientificamente valida. Il prodigio si è manifestato con una chiarezza e un potenza da scatenare nella folla presente, sia a Andria che a San Giovanni Bianco,  applausi e lacrime di commozione, mentre le campane davano l’annuncio a tutta la popolazione.

Per questo i vescovi responsabili delle rispettive diocesi non hanno avuto dubbi nei loro comunicati, affermando con decisione e chiarezza che si è trattato di un autentico “miracolo”.

Publié dans Articoli di Giornali e News | Pas de Commentaire »

12