Maria: madre, signora e trono della divina Sapienza

Posté par atempodiblog le 28 avril 2016

Montfort

Nessuno, al di fuori di Maria, ha trovato grazia davanti a Dio per sé e per tutto il genere umano. Nessuno, al di fuori di lei, ha avuto il potere di incarnare e far nascere l’eterna Sapienza e può ancora oggi, in collaborazione con lo Spirito Santo, incarnarlo, per così dire, nei predestinati. I patriarchi, i profeti e i santi personaggi dell’antica legge avevano gridato, sospirato e domandato l’incarnazione dell’eterna Sapienza. Ma nessuno aveva potuto meritarla. Soltanto Maria con la sublimità delle sue virtù, poté raggiungere il trono della divinità e meritare quell’infinito beneficio. È diventata madre, signora e trono della divina Sapienza.

Tratto da: L’Amore dell’Eterna Sapienza di San Luigi Maria Grignion de Montfort

Publié dans Citazioni, frasi e pensieri, Fede, morale e teologia, Riflessioni, San Luigi Maria Grignion de Montfort | Pas de Commentaire »

Asia Bibi, 2.500 giorni rubati alla vita della madre cristiana

Posté par atempodiblog le 27 avril 2016

Asia Bibi, 2.500 giorni rubati alla vita della madre cristiana
In carcere dal 2009 con l’accusa falsa di blasfemia. È tenuta in isolamento, separata dai cinque figli
di Stefano Vecchia – Avvenire
Tratto da: Forum delle Associazioni Familiari

Asia Bibi

Il 19 giugno 2009, la cattolica Asia Bibi veniva presa in custodia dalla polizia nel suo villaggio di Itttanwali, nella provincia del Punjab, denunciata da alcune vicine musulmane per una presunta offesa al profeta Maometto. Formalmente incriminata il mese successivo e condannata a morte per blasfemia l’11 novembre 2010, da allora ha trascorso in carcere – attualmente quello di Multan nel Punjab – , spesso in isolamento per tutelarne l’incolumità, prima il tempo dell’appello e poi, dal luglio scorso, l’attesa di una sentenza finale della Corte suprema pachistana sulla legalità di tutto il procedimento contro di lei.

Non sono bastati fino a oggi 2.500 giorni per completare il calvario di questa donna di umili origini, separata dai cinque figli e dal marito, sostenuta dalla fede ma anche dalla speranza che la sua vicenda possa servire alla causa della convivenza in un Paese che si confronta con radicalismo religioso e terrorismo. Asia Bibi, non va dimenticato, non vive solo una vicenda carceraria lunga e penosa, ma è diventata suo malgrado icona delle minoranza perseguitate da una legge, quella anti-blasfemia, che consente accuse infamanti e – per gli estremisti – automaticamente letali. Il suo “caso” mostra come tale normativa sia stata piegata a fini personali o di propaganda al punto da non lasciare spazio per il perdono o di mettere a rischio la vita di coloro che simpatizzano per gli accusati oppure che intervengono per chiedere clemenza.

Anche di quanti espongono la necessità di una revisione della legge. Come è successo per l’islamico Salman Taseer, governatore della provincia del Punjab assassinato il 4 gennaio 2016, e per Shahbaz Bhatti, ministro cattolico per le Minoranze, ucciso due mesi dopo. Il Punjab, la più popolosa e ricca provincia del Paese, ma anche quella con il maggior numero di battezzati e una storia di convivenza di fedi nel segno di interessi condivisi, è diventata il centro della vicenda di Asia Bibi e di molti casi di accuse infamanti e di violenze contro i cristiani.

Da poche settimane, in coincidenza con la strage di Lahore del giorno di Pasqua 2016, la metropoli è diventata un obiettivo dichiarato dei terroristi di militanza taleban. Una mossa importante, dato che trasferisce potenzialmente la violenza da aree arretrate e problematiche, come quelle tribali al confine con Afghanistan e Iran ricettacolo di contrabbandieri e terroristi, alle piazze e alla vie di una metropoli di sei milioni di abitanti, luogo d’origine o di azione primaria delle forze politiche e delle personalità che governano il Paese. Le accuse ammesse dalla legge antiblasfemia sono diventate molto comuni e se il loro uso non ha privato di volontà di reazione i cristiani, li ha però resi doppiamente perseguitati. Da un lato il rischio di essere accusati ingiustamente (finora tutte le accuse sono state dimostrate false nei gradi superiori di giudizio, con Asia Bibi come unica eccezione), dall’altro le sofferenze e i rischi che l’accusa verso un solo membro pone sull’intera comunità di ap- partenenza. Il marito, Ashiq Masih, ha parlato recentemente di una offerta di asilo in Francia per la moglie e tutta la famiglia.

La via d’uscita verso l’esilio resta per molti l’unica possibile, ma proprio per questo gli estremisti mantengono alta l’attenzione nei suoi confronti, come dimostrato dalle migliaia di manifestanti organizzati che alla fine di marzo, nella capitale Islamabad, tra le condizioni poste per rompere l’assedio al Parlamento avevano posto anche l’impiccagione di Asia Bibi e la fine di ogni pressione per modificare la legge antiblasfemia. Oggi la sorte della madre cattolica si gioca su un equilibrio delicato tra informazione e silenzio, tra uso della piazza e mosse discrete. Una sua libertà personale che non fosse preceduta da una sentenza di piena assoluzione lascerebbe aperta per altri la porta della persecuzione e sarebbe una vittoria, comunque attenuata, degli estremisti che vogliono mettere in ginocchio il Pakistan e farne un centro del jihadismo, senza pari per collocazione, dimensioni e popolazione.

Publié dans Articoli di Giornali e News, Riflessioni | Pas de Commentaire »

In Belgio metà delle chiese a rischio di essere chiuse o convertite

Posté par atempodiblog le 27 avril 2016

In Belgio metà delle chiese a rischio di essere chiuse o convertite
Nella capitale dell’Unione europea, i cattolici praticanti sono pari al 12 per cento, mentre il 19 per cento è musulmano praticante
di Giulio Meotti – Il FoglioOlanda, ciò che faceva Hitler ora lo fa lo stato dans Anticristo

Chiesa di Santa Caterina a Bruxelles
La chiesa di Santa Caterina a Bruxelles

La Chiesa di Santa Caterina di Bruxelles, costruita nel 1874, domina con il suo splendore il centro storico di Bruxelles. E’ l’unico edificio religioso che è stato costruito nel “pentagono” dalla fine dell’Ancien Régime e oggi è uno degli edifici più protetti dopo gli attentati del 22 marzo scorso. Il comune di Bruxelles aveva dichiarato di voler trasformare l’edificio religioso in un mercato di frutta e verdura. Soltanto la mobilitazione dei fedeli rimasti lo ha impedito. La Chiesa di Santa Caterina non è un caso particolare in Belgio: si parla di più di novanta chiese in pericolo imminente nel paese. La Chiesa di Saint-Hubert di Watermael-Boitsfort potrebbe ospitare appartamenti, mentre la Chiesa della Santa Famiglia di Schaerbeek è in attesa di un potenziale investitore.

Con la radicale diminuzione di fedeli, molte chiese sono abbandonate. A Malonne, la cappella di Piroy è stata trasformata in una fabbrica di birra. Nel centro di Namur, la chiesa di Saint-Jacques è stata trasformata in un negozio di abbigliamento. A Tournai, la chiesa di Santa Margherita è stata trasformata in una serie di appartamenti di lusso. Sempre a Namur, la chiesa di Notre Dame, costruita nel 1749 e sconsacrata nel 2004, è oggi adibita a “spazio culturale”. La piazza sarà riqualificata, con servizi di biglietteria e di ristorazione. Decine di mostre, concerti e sfilate di moda si sono già tenute nella chiesa.

Delle chiese del Belgio si occupa una inchiesta del quotidiano La Libre. Si parla di una chiesa su due a rischio conversione o abbandono. 35 chiese su 110 a Bruxelles sono destinate a chiudere a fronte del drammatico calo di fedeli: i cattolici praticanti sono appena l’1,5 per cento della popolazione della capitale dell’Unione europea, secondo un sondaggio del 2010 dell’Università di Lovanio. Il Belgio è il prodotto non della natura ma della mente umana, quasi di un’astrazione cerebrale, di un ragionamento, per questo le sue chiese sono capolavori di civiltà. Adesso in pericolo. Il primo a rompere il tabù era stato nel 2008 Philip Heylen, vicesindaco di Anversa, che aveva invitato a usarle come luoghi di culto islamici: “Le chiese sono state costruite come luoghi di culto e non dovrebbero essere utilizzate come centri commerciali. Abbiamo avuto una risposta positiva da parte dei membri della comunità musulmana che è aperta all’idea di convertirle”. A marzo, anche l’Economist si era occupato di questo trend inarrestabile. “Le antiche città del Belgio sono culle dell’arte e della cultura cristiana, e il cattolicesimo è per molti versi la ragion d’essere del paese. Ma così come il ruolo del cristianesimo è scemato, un nuovo credo, l’islam, sta guadagnando importanza”.

“I fedeli dell’Islam più dei cattolici”
A Bruxelles, circa la metà dei bambini nelle scuole statali è di fede islamica. Nella capitale dell’Unione europea, i cattolici praticanti sono pari al 12 per cento, mentre il 19 per cento è musulmano praticante. Tra gli intervistati, i livelli di aderenza al cattolicesimo diminuisce drasticamente con l’età, mentre l’islam aumenta corrispondentemente. “Se questa tendenza continua, i fedeli dell’islam potrebbero presto superare comodamente i cattolici devoti non solo nella cosmopolita di Bruxelles, come è già, ma su tutto il territorio meridionale del Belgio”.

Otto secoli dopo la sua fondazione, la chiesa del Santissimo Sacramento di Binche, un edificio maestoso nel cuore della città medievale a circa cinquanta chilometri da Bruxelles, è stata messa in vendita alla simbolica cifra di un euro. La diocesi ha tentato di tutto pur di liberarsene. Intanto a Mechelen, nelle Fiandre, un albergo a quattro stelle è sorto al posto di una imponente chiesa gotica. Archi, colonne e vetrate sono ancora al loro posto fra menù e tavoli per i clienti. Un tempo vanto dell’architettura gotica del Belgio, oggi l’hotel è classificato tra i cinque più belli al mondo. Specchio di un paese che finirà per ospitare soltanto le 295 moschee (77 soltanto a Bruxelles) e i palazzi trasparenti degli organismi internazionali. Una mecca postmoderna.

In una chiesa di Bruges è conservato il “Sangue Santo” che un conte di Fiandra riportò da Gerusalemme dopo una crociata. Ma il prodigio della liquefazione, dicono le guide, non avviene più da molti secoli. Si è seccato. Come il paese.

Publié dans Articoli di Giornali e News, Riflessioni | Pas de Commentaire »

La religione è nemica della Cina

Posté par atempodiblog le 27 avril 2016

La religione è nemica della Cina
Le parole del presidente Xi Jinping e sempre più chiese demolite
della Redazione de Il Foglio

Una chiesa del Zhejiang
Una chiesa cattolica nella provincia del Zhejiang

La libertà religiosa in Cina è un pericolo. Lo ha detto, neanche troppo velatamente, il presidente cinese Xi Jinping sabato scorso, durante una conferenza sulle religioni, secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa cinese Xinuha. Xi ha detto ai membri del Partito comunista di agire come “atei marxisti inflessibili, consolidando la loro fede, e tenendo a mente i princìpi del partito”, perché è attraverso la dottrina religiosa che l’ostile presenza straniera può avere la sua influenza in Cina. “I gruppi religiosi devono rispettare la leadership del Partito comunista, e sostenere il sistema socialista cinese”, ha detto.

Da una parte, le parole del presidente, che chiede all’establishment di occuparsi delle questioni religiose, riguardano il fondamentalismo islamico, che però è a sua volta legato a una questione più politica, quella dell’indipendentismo uiguro nella regione autonoma dello Xinjiang, nel nord-ovest del paese. Ma a fare paura nelle parole di Xi c’è soprattutto il possibile inasprimento del controllo sui cattolici in Cina: nell’est del paese, secondo gli attivisti, più di 1.400 chiese hanno dovuto eliminare dalle loro facciate i simboli religiosi, “e molte sono state completamente demolite”, scriveva ieri il Time.

La seconda potenza economica del mondo ha ufficializzato la sua posizione sulla libertà religiosa, e ha mandato un messaggio al mondo: non si tratta di combattere il fondamentalismo, ma di buttare giù le chiese.

Publié dans Articoli di Giornali e News, Riflessioni | Pas de Commentaire »

L’importante nella vita

Posté par atempodiblog le 26 avril 2016

On the Sailing Boat

Ecco l’importante nella vita: aver visto una volta qualcosa, aver sentito una cosa tanto grande, tanto magnifica che ogni altra sia un nulla al suo confronto e anche se si dimenticasse tutto il resto, quella non la si dimenticherebbe mai più!

Søren Kierkegaard

Publié dans Citazioni, frasi e pensieri, Riflessioni, Søren Kierkegaard | Pas de Commentaire »

La gioia profonda

Posté par atempodiblog le 26 avril 2016

Don Alvaro

Non dimentichiamo mai, figlie e figli miei, che il gaudium cum pace, la gioia e la pace che il Signore ci ha promesso se siamo fedeli, non dipende dal benessere materiale, né dal fatto che le cose vadano nel verso che noi desideriamo. Non si basa su motivi di salute, né sul successo umano. Questo sarebbe, in ogni caso, una felicità effimera, peritura, mentre noi aspiriamo a una beatitudine eterna.

La gioia profonda, che riempie completamente l’anima, trae origine dall’unione con nostro Signore. Ricordate le parole che il nostro amatissimo fondatore (San Josemaría Escrivá de Balaguer) ci ha ripetuto in uno dei suoi ultimi incontri:

“Se vuoi essere felice, sii santo; se vuoi essere più felice, sii più santo; se vuoi essere molto felice – già sulla terra! –, sii molto santo”.

Publié dans Beato Álvaro del Portillo, Citazioni, frasi e pensieri, Fede, morale e teologia, Riflessioni, San Josemaria Escriva' de Balaguer, Stile di vita | Pas de Commentaire »

Il compito dei poeti

Posté par atempodiblog le 23 avril 2016

William Shakespeare

Prima del tempo di Shakespeare, gli uomini erano cresciuti abituandosi a guardare il cielo attraverso l’astronomia tolemaica, dal tempo di Shakespeare in poi si sono abituati a guardarlo attraverso l’astronomia copernicana. Ma i poeti non si sono mai abituati alle stelle ed è loro compito impedire a chiunque altro di abituarsi. Qualunque uomo legga per la prima volta le parole «le candele della notte sono spente» trattiene il respiro e quasi maledice sé stesso per aver trascurato di guardare adeguatamente, o abbastanza frequentemente, le maestose e misteriose rivoluzioni della notte e del giorno. Le teorie ammuffiscono in fretta; ma la realtà resta fresca. Secondo l’antica concezione della sua funzione, il poeta aveva a che fare con la realtà delle cose; con le lacrime che sgorgano dalle cose, come nel grande lamento di Virgilio; con il diletto di osservare cose innumerevoli, come nelle spensierate poesie di Stevenson; con il ringraziare per l’esistenza delle cose, come nel francescano cantico del sole o nel Benedicite omnia opera. Che dietro queste cose ci siano delle grandi verità è vero; quelli che sono talmente infelici da non credere in queste verità possono benissimo chiamarle teorie.

di Gilbert Keith Chesterton

Publié dans Citazioni, frasi e pensieri, Gilbert Keith Chesterton, Riflessioni, Stile di vita | Pas de Commentaire »

…esiste un San Giorgio che uccide il drago…

Posté par atempodiblog le 23 avril 2016

Fattore Giles di Ham
Nell’immagine il fattore Giles di Ham (Il cacciatore di draghi – J.R.R. Tolkien)

Le favole non danno al bambino la prima idea di uno spirito cattivo. Ciò che le favole danno al bambino è la prima chiara idea della possibile sconfitta dello spirito cattivo. Il bambino conosce dal profondo il drago, fin da quando riesce ad immaginare. Ciò che la favola gli fornisce è che esiste un San Giorgio che uccide il drago.

di Gilbert Keith Chesterton

Publié dans Citazioni, frasi e pensieri, Gilbert Keith Chesterton, Riflessioni | Pas de Commentaire »

La ‘Salve’ Clementissima Patrona

Posté par atempodiblog le 19 avril 2016

La ‘Salve’ Clementissima Patrona
Fonte: Diocesi di Alessandria

La 'Salve' Clementissima Patrona dans Apparizioni mariane e santuari Madonna-della-Salve

DA SEMPRE PATRONA
Un fatto molto significativo da ricordare nella storia di Alessandria è la scelta della Madonna della Salve a patrona della diocesi. Scelta che avvenne subito fin dalle origini. Gli alessandrini scelsero infatti un simulacro ligneo raffigurante la Madonna addolorata sorretta da san Giovanni ai piedi della Croce, che si venerava nella chiesa del castello di Rovereto, uno dei borghi che contribuirono alla fondazione della città. Non appena venne ultimata la cattedrale nel centro cittadino (1178) curarono il trasporto del simulacro, sistemandolo decorosamente in una cappella apposita. A quelli di Rovereto si concesse la facoltà di esporne uno consimile nella loro chiesa: l’esemplare eseguito in pietra esiste tuttora nella chiesa di santa Maria di Castello. Il simulacro trasferito in cattedrale portava da principio il titolo di ‘Madonna dello spasimo’. Questo venne modificato dal 1489 in poi per un importante e prodigioso avvenimento. Ogni anno, il 24 aprile, si celebrava come giorno dedicato al martire san Giorgio e come anniversario (così infatti si riteneva) della fondazione di Alessandria. I festeggiamenti civili si abbinavano a quelli religiosi per cui in cattedrale veniva esposto solennemente anche il simulacro della Madonna. Ora avvenne che il 24 aprile 1489 i fedeli raccolti in preghiera nel tempio, videro grondare miracolosamente dal volto della Madonna un copioso sudore. In un attimo la notizia si sparse: la città ne rimase tutta vivissimamente commossa ed in massa vi accorse per ammirare il prodigio che fu accompagnato da altri miracoli e grazie. Diversi storici alessandrini tra cui Schiavina, Ghilini, Burgonzio, Chenna e Gasparolo riferiscono la prodigiosa ‘manifestazione’ della Madonna e narrano del richiamo che essa suscitò non solo nella città, ma nelle vicine borgate, poi in tutta la Lombardia, ed infine tra la maggior parte dei popoli dell’alta Italia. Da quell’anno il capitolo della cattedrale, tra le iniziative, per ricordare questa ‘Manifestazione della Madonna’ dispose di andare a cantare ogni sabato innanzi al simulacro la ‘Salve Regina’. Per questo particolare atto di pietà e di omaggio, la Madonna di Alessandria divenne per antonomasia la ‘Madonna della Salve’. La tradizione ha poi aggiunto un particolare curioso, facendo di ‘Salve’ l’acrostico della giaculatoria ‘Sempre Alessandria La Vergine Esaudisce’.

LA CAPPELLA IN CATTEDRALE
L’attuale cappella risale ai restauri del 1874-1879. Sullo stesso luogo per circa una sessantina di anni vi fu la bellissima cappella ideata dall’Arch. Cristoforo Valizzone e minutamente descritta dall’Ansaldi. Le decorazioni originali (maggio-ottobre 1877) erano di Carlo Costa e le figure del cav. Gamba; vi provvidero le gentildonne alessandrine riunitesi in Comitato per il restauro della cappella stessa e per la lotteria a favore di tutti i lavori della Cattedrale. Per opera del cav. Gussoni di Torino, la cappella venne rivestita in marmo bianco da terra al cornicione e di marmo venne fatto il pavimento e l’Altare. Questo, di stile bramantesco, fu consacrato il 26 aprile 1879 dal vescovo di Cuneo monsignor Andrea Formica; sul fianco dell’altare una iscrizione ricorda il donatore, Conte Giulio di Groppello: “AD. ARAM. VIRGINIS. ET. INSTAURANDUM. TEMPLI. A. MDCCCLXXIX JULIUS. GROPPELLI. COMES CONTULIT. LIBELLAS. ITAL. DECEM. MILLIA M.E.P.”. L’incorniciatura della nicchia è in legno scolpito e dorato, su disegno del conte Mella. Nel 1930 a completamento dei restauri generali del Duomo, venne affidata al prof. Boasso il rifacimento della decorazione, con la clausola di conservare della precedente la linea e la impostazione. Nella cupola si hanno otto figure allusive ad altrettanti episodi della vita di Maria e cioè: lo Sposalizio, l’Annunciazione, la Visita ad Elisabetta, la nascita di Gesù, il riposo in Egitto, Maria sul Calvario, l’assunzione al Cielo, Maria SS. Immacolata. Ai lati delle finestre sono dipinti otto angeli in atteggiamenti corrispondenti a ciascuno dei misteri sopra rappresentati. Così sotto la scena della nascita di Gesù, due angeli stanno suonando; sotto il Calvario i due angeli sono immersi in profondo dolore; sotto l’Assunzione vediamo due angeli festosi e sotto l’Incoronazione di Maria, i due angeli sono in atteggiamento di venerazione. Nei quattro paducci della cupola abbiamo Davide e Daniele, Isaia e Geremia che ebbero accenni profetici sulla Madre dell’Uomo-Dio. Nonostante le condizioni stabilite, il prof. Boasso modificò alquanto la precedente decorazione del Costa, ed il prof. Morgari nel rinfrescare i dipinti del Gamba tolse tutti i fondi panoramici, sostituendoli con un informe fondo oro a mosaico. Nell’icona di questa cappella si custodisce il miracoloso simulacro che rappresenta la Vergine sostenuta da san Giovanni Evangelista ai piedi della Croce.

LA CUSTODIA DEL SIMULACRO
Dapprima era in legno, ricca di intagli, di dorature e di cristalli. Nel 1761, poichè “non pareva più corrispondere all’intensità dell’affetto, all’altezza della riconoscenza che gli alessandrini nutrivano verso la pietosa loro Madre Divina”, si pose mano alla costruzione di una cassa, tutta di finissimo argento disteso in lamine e con vaghissima arte, in varie parti dorata, la quale riuscì un vero capolavoro d’opera d’oreficeria. Era di stile barocco, lavorato a volute, a fiorami, a modiglioni, a scanalature, con una precisione e maestria veramente meravigliosa, uscita dall’officina dell’ing, Ceresa di Alessandria. Al globo d’argento dorato che sovrastava la cassa fu, nel 1792, sostituita da una corona reale, rialzata su vaghe modanature, alla quale, quasi a sostenerla, s’aggiunsero ai lati, nel 1828, due grossi putti d’argento massiccio. Questo prezioso e ricchissimo lavoro fu gravemente danneggiato dall’incendio del 1876. Scoppiò nella notte tra il 29 e il 30 aprile, durante l’ottavario solenne della B.V. della Salve che si svolgeva nella chiesa della SS. Trinità. Il fuoco appiccatosi alla immensa quantità di cera offerta dai fedeli, alla circostante balaustra di legno, ad un vicino confessionale, al pulpito, alla tappezzeria, avviluppò tra i suoi vortici la preziosa immagine. Per vero miracolo, il simulacro di legno antichissimo, fra il liquefarsi dei cristalli ed il disfarsi della stessa cassa rivestita d’argento, che la chiudeva, si conservò in modo che i guasti patiti poterono essere agevolmente riparati. Il 18 maggio seguente, il celebre statuario savonese cav. Antonio Brilla ridonava agli alessandrini l’effigie della Salve compietosamente restaurata. La ricostruzione della cassa venne invece affidata all’orefice alessandrino Antonio Testore il quale, basandosi sugli antichi modelli la rifece rendendola ancor più squisitamente artistica: fu ultimata nel 1877 e venne a costare £. 21.000. Degne di nota sono le lampade che stanno ai lati del simulacro. Le due in argento, stile impero, fatte da Maurizio Ceresa su disegno dell’arch. Valizzone, furono donate dal Municipio nel 1837 in esecuzione del voto della città per la grazia ottenuto della preservazione dal colera nel 1835. Sono a forma di vaso antico su base triangolare e poggiate su tre grifi collegati dallo stemma della città. Le altre due lampade d’argento appese a catenelle, furono offerte da re Carlo Alberto per la solenne imposizione della corona vaticana alla B.V. della Salve fatta dal vescovo Andrea Pasio il 28 maggio 1843; alle grandiosi feste partecipò lo stesso re con la sua famiglia. Su ogni lampada si notano tre scudetti con le seguenti lettere incrociate: CCR – DDD – BMV. In questa cappella sono conservate anche due insigni reliquie della Passione di Gesù Cristo.

LA RELIQUIA DELLA SANTA CROCE
Questa insigne reliquia (un grosso frammento della Santa Croce) è contenuta in un magnifico reliquario in argento cesellato di fattura milanese, alto m. 0,83, largo m. 0,46. La forma è quadrata; ci sono inoltre varie figure di angeli che recano gli strumenti della Passione: la colonna, la croce, il velo, la corona di spine, i chiodi. Al di sopra, il busto del Padre Eterno, con ai fianchi due Angeli adagiati presso due palmette. Le notizie storiche concernenti la reliquia si possono dedurre da una iscrizione incisa sul tergo del reliquario stesso. Qui si legge che il legno della SS. Vera Croce di N. S. Gesù Cristo fu donato con strumento notarile da Opizio De Reversatis  alla città di Alessandria nella persona del podestà Alberto Fontana l’11 dicembre 1208. Nello stesso giorno furono estratti i nomi di quelle nobili famiglie (due per ogni contrada), alle quali sarebbe stata affidata la cura e la custodia. La sorte designò le seguenti: Trotti, Pettenari, Calcamuggi, Ghilini, Plana, Robutti, Squarciafichi, Colli. Furono queste famiglie (alla famiglia Plana era succeduta quella degli Arnuzzi) che nel 1619 curarono l’esecuzione dell’attuale reliquiario. L’affresco che occupa la lunetta sul fronte della cappella della Salve e che rappresenta, a sinistra i crociati, il podestà di Alessandria Alberto Fontana e Opizio De Reversatis in atto di regalare la reliquia di Santa Croce, unisce insieme i due fatti del 1208 e 1619.

LA RELIQUIA DELLA SACRA SPINA
Questa eccezionale reliquia è rinchiusa in un reliquiario d’argento, alto cm. 36, fatto a forma di ostensorio ambrosiano con cilindro di cristallo; è un bel lavoro di cesello del XVI secolo. Storicamente sappiamo che questa Sacra Spina fu acquistata dal nobile alessandrino Castellino Colli, a caro prezzo, da un soldato che l’aveva salvata dal sacco di Roma del 1527. Il Colli l’aveva poi lasciata per testamento a san Pietro di Borgoglio, nella cui collegiata la sua famiglia godeva il patronato dell’arcipresbiterato, ma il vescovo Ottaviano Guasco nel 1542, la fece trasportare in cattedrale perchè fosse conservata e venerata con il Sacro Legno della Croce. La Sacra Spina, della lunghezza di circa cm. 6, è di colore cenerognolo; alla punta è di colore piuttosto scuro ed appartiene al genere rhamnus. Nella lunghezza si scorgono della piccola epidermide cenerognola che lascia intravedere il legno.

L’OTTAVARIO
La Santa Sede decorò il simulacro della corona aurea vaticana e concesse ufficio e messa propri. La solennità della Madonna della Salve si celebra il sabato antecedente la III domenica di Pasqua con solenne ottavario e si chiude la domenica successiva con la solenne processione per le vie della città. Il giorno dopo viene celebrata la Messa ‘della reposizione’ alla quale prendono parte numerosissimi fedeli; è questa l’unica occasione in cui è possibile assistere al funzionamento della antica macchina utilizzata per spostare il simulacro dalla sede che abitualmente lo ospita (i preparativi per l’esposizione vengono generalmente effettuati a porte chiuse).

O REGINA DELL’EMPIREO
Alla ‘Clementissima Patrona’ è dedicato ‘O Regina dell’Empireo’, uno degli inni più popolari della tradizione liturgica alessandrina, ‘il’ canto mariano diocesano per eccellenza le cui prime due strofe chiudono quasi tutte le celebrazioni liturgiche celebrate in cattedrale. La versione completa pubblicata di seguito è quella utilizzata nella Liturgia delle Ore per la celebrazione dei primi e secondi vespri.

O Regina dell’Empireo,
tutta pura, tutta bella:
salve, Figlia, Sposa, Ancella,
salve Madre al Redentor.

Salve, salve,
o d’Alessandria,
Clementissima Patrona.
Se peccammo, deh perdona.
Deh, c’infiamma
del tuo amor.

Nel mirarti in quell’immagine
mesta ai piedi della Croce,
un rimorso giusto, atroce,
ci ripiomba in mezzo al cor.

Qual un dì mite e propizia
ti mostrasti agli avi nostri
tal propizia a noi ti mostri.

Publié dans Apparizioni mariane e santuari | Pas de Commentaire »

Chi segue Gesù non sbaglia!

Posté par atempodiblog le 18 avril 2016

Chi segue Gesù non sbaglia! dans Citazioni, frasi e pensieri 21jcdpc

“Chi segue Gesù non sbaglia! ‘Eh, Padre, sì, ma le cose sono difficili… Tante volte io non vedo chiaro cosa fare… Mi hanno detto che là c’era una veggente e sono andato là o sono andata là; sono andato dal tarotista [cartomante], che mi ha girato le carte…’

– ‘Se fai questo, tu non segui Gesù! Segui un altro che ti dà un’altra strada, diversa. Lui davanti indica il cammino. Non c’è un altro che possa indicare il cammino’.

Gesù ci ha avvisato: ‘Verranno altri che diranno: il cammino del Messia è questo, questo… Non ascoltate! Non sentire loro. Il cammino sono Io!’. Gesù è porta e anche cammino. Se seguiamo Lui non sbaglieremo”.

Papa Francesco

Publié dans Citazioni, frasi e pensieri, Fede, morale e teologia, Papa Francesco I, Riflessioni, Stile di vita | Pas de Commentaire »

Birra e dieta: quando l’eccezione diventa possibile

Posté par atempodiblog le 18 avril 2016

Birra e dieta: quando l’eccezione diventa possibile
di Adriana Costanzo – ReteNews24

Birra e dieta: quando l’eccezione diventa possibile dans Cucina e dintorni v41jmd

Chiara, rossa o scura, industriale o artigianale, a bassa o alta gradazione alcolica: sono tantissime le tipologie di birra presenti sul mercato ed in grado di accontentare tutti i palati.

La birra è una bevanda antichissima. Nata infatti dalla fermentazione dei cereali, nell’Antico Egitto questa veniva somministrata fin dall’infanzia, poiché considerata una vera e propria medicina.

Ancora oggi sono tanti gli studi condotti per valutare i suoi effetti benefici sulla salute.
Sembrerebbe infatti che un consumo moderato di birra abbia effetti benefici sul nostro organismo riducendo il rischio di problemi cardiovascolari, renali, di ipertensione, e favorendo i processi digestivi.

Inoltre grazie alla presenza dei flavonoidi contenuti nel luppolo, composti polifenolici ad attività antiossidante, la birra aiuta a contrastare i radicali liberi prevenendo i danni provocati dall’invecchiamento cellulare.
In particolare negli ultimi anni l’interesse si è concentrato sulloxantumolo, uno dei flavonoidi contenuti nel luppolo, che possiede molteplici proprietà positive per la salute.
Lo xantumolo infatti sembrerebbe svolgere non solo un’azione antiossidante, ma ancheantinfiammatoria, antitumorale e di prevenzione nei confronti delle malattie cardiache e neurodegenerative.

Valori nutrizionali e proprietà
La birra è una bevanda costituita da circa l’85% di acqua, dal 3% al 9% di alcool, e dall’estratto secco, pari a circa il 3-8%.

Nell’estratto secco ritroviamo diversi nutrienti quali tannini, zuccheri, alcune preziose vitamine del gruppo B, sostanze antiossidanti, un modesto contenuto in potassio, destrine, ed alcuni acidi tipici del luppolo e del malto.
Proprio per la sua notevole quantità in acqua e grazie alla presenza di potassio, la birra possiede una nota capacità diuretica, che sebbene contribuisca a mantenere nella norma i livelli della pressione arteriosa, d’altra parte può favorire l’insorgenza di uno stato di disidratazione corporea proprio per l’escrezione, attraverso l’urina, di diversi sali minerali.
Inoltre bisogna ricordare che l’acido etilico determina una vasodilatazione che potrebbe comunque determinare un aumento della pressione sanguigna in alcuni soggetti, soprattutto laddove già presente uno stato di ipertensione.

Per quanto riguarda le calorie, sebbene sia una bevanda alcolica, la birra presenta un contenuto calorico inferiore rispetto ad altre bevande, come ad esempio il vino.
Se infatti prendiamo in considerazione una birra chiara piccola, 33 cl, con una modesta gradazione alcolica, circa 3,5% vol, questa apporterà circa 100 kcal, mentre le calorie saliranno fino a 198 se si sceglie una birra con un alta gradazione alcolica.

Ma attenzione: le calorie non sono tutto!
Infatti sebbene l’apporto calorico sia contenuto, un suo consumo eccessivo può favorire l’accumulo di tessuto adiposo.
Infatti l’alcool etilico presente favorirà la sintesi degli acidi grassi, la sintesi del glicogeno, la sintesi proteica e il deposito di adipe principalmente a livello viscerale ed addominale, comportando importanti danni fisiologici quali sindrome metabolica, obesità addominale e viscerale, danni epatici (steatosi), ipertrigliceridemia cronica.

Birra sì, ma con moderazione, per poterne apprezzare a pieno le benefiche e preziose proprietà.
In un soggetto fisiologicamente sano e che non presenti specifiche condizioni cliniche, l’assunzione moderata di due birre dal basso tenore alcolico è compatibile, mentre livelli di assunzione superiori possono arrecare più danni che benefici.

Publié dans Cucina e dintorni | Pas de Commentaire »

A Dio posso sempre parlare

Posté par atempodiblog le 16 avril 2016

A Dio posso sempre parlare dans Citazioni, frasi e pensieri 111l24x

“Se non mi ascolta più nessuno, Dio mi ascolta ancora. Se non posso più parlare con nessuno, più nessuno invocare, a Dio posso sempre parlare. Se non c’è più nessuno che possa aiutarmi – dove si tratta di una necessità o di un’attesa che supera l’umana capacità di sperare – Egli può aiutarmi. Se sono relegato in estrema solitudine…; ma l’orante non è mai totalmente solo”.

Benedetto XVI – Spe Salvi

Publié dans Citazioni, frasi e pensieri, Fede, morale e teologia, Riflessioni, Stile di vita | Pas de Commentaire »

La Madonna insegna a pregare

Posté par atempodiblog le 16 avril 2016

La Madonna insegna a pregare
Tratto da: Medjugorje. Il cielo sulla terra— Padre Livio Fanzaga, ed. PIEMME

La Madonna insegna a pregare dans Fede, morale e teologia Santa-Maria

[…] Bisogna sentire col cuore i gesti e le parole della preghiera. La preghiera del cuore non è una scuola per iniziati. Non necessita di maestri come le tecniche di meditazione orientale. Quando parliamo con una persona che ci sta a cuore, non lo facciamo distrattamente e col pensiero altrove. La guardiamo negli occhi e siamo consapevoli di quello che diciamo. Parliamo ed ascoltiamo nello scambio di pensieri e sentimenti. Ciò vale infinitamente di più quando preghiamo, perché ci apriamo a Colui che non è fuori di noi, ma in noi, più intimamente di quanto lo sia qualsiasi altra persona. Per ottenere questo risultato la Gospa dà dei suggerimenti che si trovano già nella tradizione ascetica e mistica. Non si tratta di nulla di particolare, ma semplicemente di quelle regole elementari che valgono per qualsiasi attività ben fatta, la quale richiede attenzione e concentrazione. Nel campo della preghiera il consiglio unanime della tradizione, perché non si riduca a uno spreco di parole, è quello di mettersi alla divina presenza. Solo così la preghiera diviene un dialogo intimo con Dio. Al riguardo la Gospa ha dato un messaggio concreto ed efficace:

“Cari figli, anche oggi vi invito a pregare. Voi, cari figli, non siete in grado di comprendere quanto valore ha la preghiera, finché non dite da voi stessi: Adesso è il tempo della preghiera. Adesso null’altro è importante per me. Adesso per me nessuna persona è importante all’infuori di Dio” (02-10- 1986).

La veggente Vicka ama ripetere ai pellegrini che la preghiera del cuore non la si impara sui libri, ma con l’impegno di praticarla ogni giorno. Si impara a pregare pregando. Si cresce nella misura in cui il cuore si apre a Dio. Si avanza nella preghiera del cuore attraverso la perseveranza e l’accompagnamento della Madre, come un bambino che impara a camminare. All’inzio i passi sono incerti, poi diventano più spediti e infine corre veloce senza incertezze. La Madonna non esclude affatto le preghiere spontanee sia dei singoli come nelle celebrazioni liturgiche. Ne è un esempio l’adorazione eucaristica che a Medjugorje è il culmine della preghiera del cuore, per il silenzio e il raccoglimento dei pellegrini e le invocazioni del celebrante. Tuttavia la Gospa mira piuttosto ad animare dall’interno la preghiera liturgica, specialmente quella centrata sui sacramenti. Per questo insiste perché la Santa Messa divenga un’esperienza di Dio.

“Cari figli, vi invito a vivere la S. Messa. Molti di voi ne hanno sperimentato la bellezza, ma ci sono anche coloro che non vengono volentieri. Io vi ho scelto, cari figli, e Gesù nella S. Messa vi dà le sue grazie. Perciò, vivete coscientemente la S. Messa e la vostra venuta sia piena di gioia. Venite con amore ed accogliete in voi la S. Messa.” (03-04-1986).

Questa fonte di tutte le grazie non solo deve essere vissuta col cuore, ma divenire un appuntamento quotidiano irrinunciabile: “La S. Messa, figlioli, non sia per voi un’abitudine, ma vita; vivendo ogni giorno la S. Messa sentirete il bisogno della santità” (25-01-1998).

Ogni vera preghiera deve essere fatta col cuore. Se non sgorga dal sacrario interiore non può arrivare fino al cielo, ma ci ricade addosso. Quando, al termine delle nostre preghiere, siamo nella medesima situazione spirituale in cui abbiamo incominciato, significa che abbiamo sprecato parole. Per pregare col cuore è necessario aprirsi a Dio e ricevere la Sua luce e la Sua grazia. Proprio per questo non è solo opera nostra, ma un dono dello Spirito Santo. E’ lo Spirito infatti che prega in noi con gemiti inenarrabili. La Gospa lo sa bene e ce lo ricorda:

“Volgete i vostri cuori alla preghiera e chiedete che lo Spirito Santo si effonda su di voi” (16-05-1985). “Rinnovate la vostra preghiera personale e in modo particolare pregate lo Spirito Santo affinché vi aiuti a pregare col cuore” (25-05-2003).

La preghiera nello Spirito non è l’appannaggio di alcuni gruppi, ma l’essenza stessa della preghiera cristiana. E’ il dono che la Gospa fa alla Chiesa perché si rinnovi ogni giorno di più nei cuori dei suoi fedeli.

Publié dans Fede, morale e teologia, Libri, Medjugorje, Padre Livio Fanzaga, Riflessioni, Stile di vita | Pas de Commentaire »

A tutte le ore Tu sei Avvocata de’ peccatori

Posté par atempodiblog le 14 avril 2016

A tutte le ore Tu sei Avvocata de’ peccatori dans Citazioni, frasi e pensieri Beata+Lucia+da+Narni

Vergine pura,
sempre sei meravigliosa,
Vergine Maria [...]
sei nostra Advocata,
grazie Te rendo, o alta Regina,
grazie Te ne rendo, Regina,
a tutte le ore
Tu sei Avvocata de’ peccatori.
Amen.

Beata Lucia Broccadelli da Narni

Publié dans Citazioni, frasi e pensieri, Fede, morale e teologia | Pas de Commentaire »

Schönborn: “Stiamo mostrando il volto di un’Europa dal cuore duro”

Posté par atempodiblog le 14 avril 2016

Schönborn: “Stiamo mostrando il volto di un’Europa dal cuore duro”
L’arcivescovo di Vienna sul giro di vite ai confini contro i migranti: “Ciò che accade alla frontiera mi dà una sensazione di tristezza”
di Andrea Tornielli – La Stampa

Schönborn: “Stiamo mostrando il volto di un’Europa dal cuore duro” dans Andrea Tornielli Migranti

«Stiamo mostrando il volto di un’Europa dal cuore duro». Il cardinale Christoph Schönborn, arcivescovo di Vienna, commenta così le notizie che arrivano dal Brennero e la decisione di creare controlli serrati per evitare il passaggio incontrollato di immigrati dall’Italia verso l’Austria.

Che reazione le provoca ciò che sta accadendo al confine tra Italia e Austria e, in generale, in alcuni Paesi europei?
«Una sensazione di tristezza. L’opposto della misericordia, alla quale ci richiama in continuazione Papa Francesco, è l’indurimento del cuore. Ecco, in Europa stiamo vivendo una situazione di questo tipo. Invece di accogliere pensiamo ad innalzare nuove barriere».

Come giudica questo atteggiamento?
«Dobbiamo cercare di costruire, tutti insieme e senza lasciare soli i Paesi di frontiera o i Paesi più piccoli, un’Europa che non ruoti solo intorno all’economia, ma anche alla sacralità della persona umana. Dove sono andati a finire i valori che ci hanno unito? Li abbiamo dimenticati? Rischiamo di essere un’Europa dal cuore indurito. Dietro a questa perdita di sensibilità nei confronti del prossimo c’ è l’incapacità di commuoversi, di compatire, cioè di patire insieme a questi fratelli. È una perdita di umanità, una nuova forma di paganesimo. L’antico paganesimo, come ha ripetuto più volte Joseph Ratzinger, era segnato proprio dall’ insensibilità».

Che ha significato ha la visita del Papa a Lesbo, sabato prossimo?
«La domanda che ci pone Francesco è semplice: dov’è tuo fratello? Il Papa, prima con il suo viaggio a Lampedusa e ora con la visita a Lesbo ci ricorda che siamo di fronte a delle persone umane. Prima di vedere il problema o l’emergenza, ci sono delle persone, come me e come te, e queste sono il nostro prossimo».

C’è chi obietta che non si può accogliere tutti, indiscriminatamente.
«Accogliere e ricordare i valori fondanti dell’Europa non significa non porsi il problema di come governare il fenomeno migratorio e le emergenze. Penso al peso che sopportano alcuni Paesi che sono sull’orlo del collasso, dove si trovano a vivere ammassati nei campi milioni di profughi: parlo del Libano, della Giordania, della Turchia, ad esempio. Penso poi agli avamposti della nostra Europa, a isole come quella che visiterà il Papa. Bisogna mettere sempre al centro la dignità umana degli immigrati, che non sono numeri per le nostre statistiche. Sono donne, bambini, giovani, uomini, anziani.

Persone in carne e ossa che fuggono dalla disperazione, che hanno lasciato tutto, che spesso non hanno più una casa. Finché non ci abitueremo a vedere i volti in carne e ossa delle persone dietro i numeri, non ritroveremo quel cuore che l’Europa, l’Europa cristiana, sembra aver smarrito. Non ci possiamo permettere di smarrire i valori e i principi di umanità, di rispetto per la dignità di ogni persona, di sussidiarietà e di solidarietà reciproca, anche se in certi momenti della storia, come ha ricordato Papa Francesco, possono essere un peso difficile da portare».

Cosa bisogna fare, secondo lei?
«Ci sono le emergenze da affrontare con buon senso, ragionevolezza e accoglienza, coinvolgendo tutti i Paesi della Ue. Non dobbiamo mai dimenticare, tra l’altro, le responsabilità che abbiamo come Occidente nei confronti di certi Paesi i cui cittadini pagano le conseguenze delle nostre guerre. Ma oltre l’emergenza, servono politiche concrete che aiutino i Paesi di provenienza dei migranti a superare i conflitti interni e a svilupparsi garantendo la pace. Noi dovremmo lavorare per superare i conflitti, non per alimentarli»

Publié dans Andrea Tornielli, Articoli di Giornali e News, Cardinale Christoph Schönborn, Fede, morale e teologia, Misericordia, Papa Francesco I, Riflessioni, Stile di vita | Pas de Commentaire »

12