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Le risposte del Papa ai più piccoli

Posté par atempodiblog le 24 février 2016

Le risposte del Papa ai più piccoli
Fonte: Corriere della Sera
Tratto da: Radio Maria

Dal libro «L’amore prima del mondo» (Rizzoli), pubblichiamo alcune delle domande rivolte a Papa Francesco da bambini di varie istituzioni rette dai gesuiti in tutto il modo, con le relative risposte del Pontefice raccolte da padre Antonio Spadaro, direttore della rivista «La Civiltà Cattolica».

Papa e lettere bambini

Caro Papa Francesco, 
vorrei sapere di più su Gesù. Come ha camminato sull’acqua? 
Con affetto, Natasha (Kenya, 8 anni) 

Cara Natasha, devi immaginare Gesù che cammina naturalmente, normalmente. Non ha volato sull’acqua o fatto le capriole nuotando. Lui ha camminato come cammini tu, cioè come se l’acqua fosse terra, un piede dopo l’altro, anche vedendo i pesci sotto i suoi piedi far festa o nuotare veloci. Gesù è Dio e lui dunque può fare tutto. Può anche camminare tranquillamente sull’acqua. Dio non affonda, sai?

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Caro Papa Francesco, 
quando eri un bambino, ti piaceva ballare? 
Prajla (Albania, 6 anni) 

Tanto, cara Prajla! Ma proprio tanto tanto! Mi piaceva stare insieme con altri bambini, giocare, fare la ronda, ma anche ballare le nostre danze tipiche dell’Argentina. Mi divertivo molto. Poi da ragazzo mi piaceva ballare il tango. Mi piace tanto il tango. Vedi, ballare è esprimere la gioia, l’allegria. Quando uno è triste non può ballare. Generalmente i ragazzi hanno una grande risorsa: essere contenti. E per questo quando si è giovani si balla e così si esprime l’allegria del cuore. Persino il grande re Davide, quando prese Gerusalemme, facendone la Città Santa, vi fece trasportare solennemente l’Arca dell’Alleanza e si mise a ballare davanti ad essa. Non si preoccupò delle formalità, si dimenticò di doversi comportare come un re e si mise a ballare come un ragazzino! Ma Micol, sua moglie, vedendolo dalla finestra saltellare e ballare, lo derise e lo disprezzò nel suo cuore. Questa donna era malata di serietà, la «sindrome di Micol» io la chiamo. La gente che non può esprimere allegria sta sempre seria. Ballate, voi che siete bambini, così non sarete troppo seri quando sarete grandi!

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Caro Papa Francesco, la mia mamma è nel paradiso. Le cresceranno le ali d’angelo? 
Luca (Australia, 7 anni) 

Caro Luca, no, no, no! Tua mamma sta in cielo bella, splendida, piena di luce. Non le sono cresciute le ali. È proprio la mamma che tu conosci, ma più bella che mai. E lei ti guarda e sorride a te che sei suo figlio. Ogni volta che ti vede tua mamma è contenta, se ti comporti bene. Se non ti comporti bene, lei ti vuol bene lo stesso e chiede a Gesù di farti più buono. Pensa così la tua mamma: bella, sorridente e piena di affetto per te.

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Caro Papa Francesco, 
se tu potessi fare un miracolo, che cosa sarebbe? 
Con affetto, William (Usa, 7 anni) 

Caro William, io guarirei i bambini. Non sono riuscito ancora a capire perché i bambini soffrano. Per me è un mistero. Non so dare una spiegazione. Mi interrogo su questo. Prego su questa domanda: perché i bambini soffrono? È il mio cuore che si pone la domanda. Gesù ha pianto e piangendo ha capito i nostri drammi. Io cerco di capire. Se potessi fare un miracolo, guarirei tutti i bambini. Il tuo disegno mi fa riflettere: c’è una grande croce scura e dietro ci sono un arcobaleno e il sole che splende. Mi piace questo. La mia risposta al dolore dei bambini è il silenzio oppure una parola che nasce dalle mie lacrime. Non ho paura di piangere. Non devi averla neanche tu.

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Caro Papa Francesco, 
perché ti piace giocare a calcio? Ti auguro buona salute! 
Wing (Cina, 8 anni) 

Caro Wing, mi piace molto il calcio. Io non ho mai giocato partite serie perché non ho mai imparato bene la tecnica del gioco. Il mio piede non è agile. Ma mi piace tanto vedere giocare le squadre sul campo. Sai perché? Perché vedo che è un gioco di squadra, di solidarietà. Mi appassiono nel vedere una partita. Se un giocatore vuole giocare da solo perde, e poi non è amato dai suoi compagni di squadra. Si gioca bene al calcio quando si gioca insieme, quando si fa gioco di squadra e si cerca il bene di tutti senza pensare al bene personale o a mettersi in mostra. Così dovrebbe essere anche nella Chiesa.

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Caro Papa Francesco, 
sei mai stato accanto al sacerdote come chierichetto? 
Saluti da Alessio (Italia, 9 anni) 

Caro Alessio, sì che sono stato chierichetto. E tu? Quel chierichetto del disegno sei tu? Ma, senti, adesso è più facile. Devi sapere che quando ero bambino io la messa si celebrava in maniera differente da come si fa adesso. Il prete intanto guardava l’altare, che era accostato al muro, e non le persone. Poi il libro col quale diceva la messa, il messale, era messo sull’altare nella parte destra. Ma prima della lettura del Vangelo si spostava sempre sul lato sinistro. Questo era il mio compito: portarlo da destra a sinistra e da sinistra a destra. Ma che fatica! Era pesante! Io lo prendevo con tutta la mia energia, ma non ero robusto: lo sollevavo e mi cadeva, e così il prete mi doveva aiutare. Era un’impresa! Poi la messa non era in italiano. Il prete parlava ma io non capivo niente. E così anche i miei compagni. Allora poi per gioco imitavamo il prete storpiando un po’ le parole per fare strane frasi in spagnolo. Ci divertivamo. E ci piaceva tanto servire la messa.

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Alcuni pensieri del beato Tommaso Maria Fusco

Posté par atempodiblog le 24 février 2016

Alcuni pensieri del beato Tommaso Maria Fusco

beato tommaso maria fusco
Memoria liturgica: 24 febbraio

“Per mezzo della pazienza s’impara a vincere e superare se stessi. La pazienza è la salvaguardia ed il sostegno di tutte le virtù. La pazienza ci aiuta a fare il purgatorio in questo mondo e a metterci in stato, lasciando la terra, di essere ricevuti nel cielo e di essere coronati nella gloria”.

“Se non avessimo in noi tanti difetti, non avremmo tanto gusto e piacere in rimarcarli negli altri”.

“Persone che non avrebbero a lamentarsi che di se stesse si lagnano di tutti”.

“Quattro cose noi dobbiamo al nostro prossimo: sopportarlo nei difetti, aiutarlo nei bisogni, consolarlo nelle sue pene, edificarlo coi nostri buoni esempi e con la nostra condotta”.

“Quei difetti, che in voi o in altri non potete correggere, raccomandateli a Dio, senza turbarvi aspettate la sua divina disposizione”.

“Volete sapere il mezzo di ritrovare Gesù? L’umiltà vi metterà ai piedi della Sua croce, la confidenza nelle Sue mani, l’amore vi collocherà nel Suo Cuore…”.

“Iddio è il Padre delle misericordie e il Dio di ogni consolazione; Egli qualche volta separa queste due qualità: la consolazione si ritira, ma la misericordia sussiste”.

“Non avrete mai pace con voi se non quando farete a voi stessi una guerra continua”.

“Chi è abbandonato o vilipeso da chi meno se lo aspetta, sarà protetto da Dio, se saprà tollerare”.

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