L’Immacolata (di Clemente Rebora)
Posté par atempodiblog le 7 décembre 2015
L’Immacolata
di Clemente Rebora (12 novembre 1955)
Federico Barocci – Immacolata Concezione
I
L’Amante Padre aveva in suo consiglio
la Tuttabella a modellar le cose
secondo l’Esemplare di suo Figlio:
del gioire di lei Egli gioiva
mentre ponendo i cardini del mondo
il ciel voltava sull’informe abisso.
Così il creato, ov’è più meraviglia,
sorse per lei, e stelle e rose, e i cuori
presero a lei a palpitar di Dio
quando da lei il Sol che tutto avviva
sorse in luce d’amor per ogni nato,
onde con lei nei secoli portenti
di carità degli infuocati eroi
fan lieto il Regno, e sorgono i viventi,
per ben risorger dopo la vigilia
dei tempi a quella festa che già piglia
sembianza dall’Assunta tutta santa.
E tu, la Pura il Creatore esprimi
Ond’ogni creatura a lui somigli;
sul tenebroso mal, risorto Cristo,
a nuova terra, e a nuovo cielo, eterni,
che qui prepara ognun se ha buona fede,
la creazion geme tutta intera,
e geme chi nel parto della Madre
da quel Sangue è figliato che a lui diede.
O creazion, che ansiosa aneli,
non più al peccato ma servir d’ascesa
marianamente per Gesù al Padre:
perché, finito il tempo, giunga l’ora,
– assorbita in vittoria e guerra e morte –
allor che il Padre ogni lagrima asciughi:
e sia, ecco, tutto in tutti il nostro Dio.
II
Ignare a quella sete che per noi
patì là in Croce Cristo benedetto
onde sgorga la Fonte da Maria
che quanti appaga infin l’imparadisa,
urlan le genti, dopo aver mangiato
terra per cibo: – bruciamo di sete!
e come pazze si scontran cercando
sorsi a ristoro, e le sorgive tutte
di loro stragi sfociano inquinate.
Tu l’unica sorgente, o Immacolata,
donde fluisce acqua di vita al Cielo
che per l’amore in vino e vino in sangue
a Cana è pregustata e sul Calvario
versata al mondo dal Cuore Divino!
III
Beati son gli immacolati in via,
in custodia docili, Maria!
Nel labirinto dei giorni tu sei,
certezza di speranza, in ogni inciampo,
filo d’Arianna a quanti van sperduti:
e il mostro è vinto, il Tesoro è trovato;
tesoro ai cuori, nascosto nel campo.
Dal mareggiar del mondo più diviso
Vedo le folle accorrere alla Grotta
Tua, Vergine, Regina della Storia,
dove è fiumana il flusso della grazia
a quanti il mal in mente o in corpo strazia,
per raddrizzar la rotta al Paradiso.
Per te, com’Eva si rivolse in Ave,
in Àmor Roma suo mister rivela,
dov’è materna Chiesa che dà pace.
Rigenerati, a noi per te vien detto:
Prendi questo vestito di candore,
immacolato portalo al Signore,
onde avere con Lui eterna vita.
O vita di Gesù, e vera e nuova,
canto di chi la serba,
schianto di chi la perda,
gaudio se si ritrova!
A noi chiamati in te promesso il giorno:
Prendi l’amor, questa lampada accesa;
splenda il tuo segno, che avvenga il suo Regno:
onde, giungendo lo Sposo alle Nozze
tutto palese senza nascondiglio
incontro possa corrergli con luce
che Sua bellezza svelata riveli,
e insieme ai santi fratelli felici
dentro la sala regale dei cieli
vivere amante senza fine in festa
gloriando al Padre per la Madre il Figlio.
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