E’ in noi che Iddio parla

Posté par atempodiblog le 1 décembre 2015

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“Immagino che la mia matrigna in quel momento dovesse godere in senso assoluto: Ella assaporava quel piacere che non appartiene che a Dio, di conoscere tutto del destino di una persona che crede di svelarcelo, e di sentirsi padrona di poterle far prendere una direzione piuttosto che un’altra. Poiché ella non dubitava del suo potere sulla coscienza ansiosa di Puybaraud e ne ricevette conferma da Ottavia stessa…”.

[...] Durante la prima settimana di soggiorno del signor Puybaraud, Brigida Pian non si annoiò per niente a Larjuzon: le sue giornate erano troppo corte per dar fondo alla sua felicità d’aiutare un uomo a sbrogliare la matassa della sua vita interiore; ella non aveva più la sensazione di buttare via il tempo, né di andar contro la sua vocazione, che era quella di rivelare agli altri i disegni che Dio aveva fatto su di loro, dal fondo dell’eternità.

[…] Ben presto, Brigida Pian dovette riconoscere che aveva a che fare con un agnello più renitente di quanto non apparisse a tutta prima.

“E’ un’anima sfuggente…”, ella si diceva alla seconda settimana. Finì di accusarlo di sottrarsi alla grazia, vale a dire alle sue imposizioni.

[…] Ma Brigida Pian non ignorava che spesso è necessario strappare alle anime la maschera di falsa umiltà di cui essere si rivestono.

Ella affermava, come se ne avesse ricevuto comunicazione da Dio stesso, che il signor Puybaraud si era staccato dal collegio, inquantoché da tutta l’eternità si trovava destinato al chiostro. Assicurava che per lui, il vero dilemma riguardava l’unica questione: a quale porta battere, a che regola assoggettarsi?

[…] Benché Ottavia tenesse in grande considerazione la signora Brigida, a distanza ella trovava il coraggio di resisterle e metteva in guardia il suo amico da un’eccessiva sfiducia nelle proprie facoltà.

Gli assicurava che “anche una persona molto superiore a noi per la virtù, l’esperienza e le ispirazioni, non può supplire a quella personale conoscenza del volere divino che è frutto della virtù dell’abbandono…

Secondo la mia opinione è bene ascoltare i consigli venuti da fuori, purché non ci distolgono dall’obbedienza attenta e sorvegliata di ciò che avviene in noi.

D’altronde è in noi che Iddio parla, non credete, amico mio? […]”.

François Mauriac – La Farisea

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