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I persecutori “odiano senza causa”

Posté par atempodiblog le 24 novembre 2015

I persecutori “odiano senza causa”
René Girard – Il capro espiatorio

giotto

Anche la folla della passione adotta a occhi chiusi le accuse generiche contro Gesù. Per lei, Gesù diventa subito quella causa suscettibile di intervento correttivo – la crocifissione – che tutti gli amanti del pensiero magico si mettono a cercare al minimo segno di disordine nel loro piccolo mondo.

Le due citazioni sottolineano la continuità tra la folla della passione e le folle persecutorie già stigmatizzate nei Salmi. Né i Vangeli né i Salmi fanno proprie le illusioni crudeli di queste folle. Le due citazioni tagliano corto con ogni spiegazione mitologica. Sradicano veramente quest’albero, giacché la colpevolezza delle vittime è la molla principale del meccanismo vittimario e la sua assenza apparente nei miti più evoluti, dove viene manipolata o elusa la scena dell’assassinio, non ha nulla a che vedere con quello che succede qui. Lo sradicamento evangelico ha con i giochi di prestigio mitologici nello stile di Baldro dei Cureti lo stesso rapporto che l’asportazione totale di un tumore ha con i gesti ‘magnetici’ di un guaritore di villaggio.

I persecutori credono sempre nell’eccellenza della loro causa, ma in realtà “odiano senza causa”. E questa assenza di causa nell’accusa (“ad causam”) i persecutori non la vedono mai. Bisogna dunque prendersela con questa illusione, se vogliamo liberare tutti questi poveretti dalla loro prigione invisibile, dall’oscuro sotterraneo dove marciscono, e che sembra loro il più splendido dei palazzi.

Per questa opera straordinaria dei Vangeli, di abrogare, cassare, annullare la rappresentazione persecutoria, l’Antico Testamento costituisce una sorgente inesauribile di riferimenti legittimi. Non senza ragione il Nuovo Testamento si ritiene tributario di quello Antico e si basa su di esso. Entrambi partecipano alla stessa impresa. L’iniziativa spetta all’Antico, ma è il Nuovo a portarla a termine e a compierla in modo decisivo e definitivo.

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Un accecamento che si crede perspicacia

Posté par atempodiblog le 24 novembre 2015

Un accecamento che si crede perspicacia
di René Girard – Il capro espiatorio

capro espiatorio

Sono, ovunque, gli stessi stereotipi persecutorii ma nessuno se ne accorge.  Ancora una volta è soltanto la copertina esterna, qua storica là religiosa,  a determinare la scelta dell’interpretazione, e non la natura del testo  considerato. Ritroviamo la linea invisibile che attraversa tutta la nostra cultura; al di qua di essa, ammettiamo la possibilità di violenze reali, al di là non l’ammettiamo più e riempiamo il vuoto che così si è creato con tutte le astrazioni dello pseudo-nietzscheanesimo condito con la salsa della linguistica derealizzante.

Ce ne rendiamo sempre più conto: dopo l’idealismo tedesco, tutti  gli avatar della teoria contemporanea non sono altro che cavilli destinati a  impedire la demistificazione delle mitologie, nuove macchine per ritardare il  progresso della rivelazione biblica.

Se i Vangeli rivelano, come io sostengo, il meccanismo del capro espiatorio, ovviamente senza designarlo con il nostro termine ma anche senza omettere niente di ciò che bisogna sapere su di esso per proteggersi dai suoi effetti insidiosi e individuarlo ovunque si nasconda e soprattutto in noi stessi, dovremmo ritrovare in essi tutto ciò che abbiamo tratto da questo meccanismo nelle pagine precedenti, e in particolare la sua natura “inconscia”.

Senza questa non coscienza che è tutt’uno con la loro fede sincera nella colpevolezza della vittima, i persecutori non si lascerebbero rinchiudere nella rappresentazione persecutoria. E’ una prigione di cui non vedono i muri, una servitù così totale da considerarsi libertà, un accecamento che si crede perspicacia.

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