Il Cuore pulsante della fede salernitana: San Matteo e la Cripta del Duomo

Posté par atempodiblog le 21 septembre 2015

Il Cuore pulsante della fede salernitana: San Matteo e la Cripta del Duomo
Una risorsa poco valorizzata: pochi in Italia e nel mondo sanno che San Matteo sia sepolto a Salerno
di Ernesto Farsetti – Citizen Salerno

duomo salerno

A Salerno “risiede” un personaggio straordinariamente importante: amico stretto di Gesù Cristo, ne condivise vita e sofferenza e alla sua morte ne scrisse le gesta nel suo magnifico Vangelo. Nel Medioevo, le sue spoglie furono trasferite da Casalvelino a Salerno, dove ancora oggi si trovano, all’interno della magnifica Cripta del Duomo. Nel corso dei secoli, la devozione dei salernitani verso San Matteo è cresciuta sempre di più, soprattutto a seguito di miracolose grazie elargite dall’Apostolo, che in più occasioni è stato additato quale salvatore della città (ad esempio, in occasione di assalti delle flotte saracene). Ma, oltre ai salernitani, pochi in Italia e nel mondo sanno che San Matteo sia sepolto a Salerno.

Si chiamava Levi, era nato a Cafarnao ed era un esattore delle tasse, per conto dei Romani che governavano Gerusalemme e la Giudea. Ma fu folgorato, proprio mentre era al banco delle imposte, dal passaggio di Gesù di Nazareth, e da quel momento cominciò a seguirlo. I teologi sostengono che questo “cambiamento” da esattore a discepolo abbia un significato metaforico: l’esattore è colui che esige (anche dal punto di vista etimologico, visto che “esatto” è participio passato del verbo esigere) dagli altri non solo denaro (come faceva Matteo) ma anche affetto, stima e qualunque altra cosa. Il discepolo di Cristo, invece, deve imparare a non esigere nulla, ma a dare al prossimo in maniera incondizionata.

Così inizia l’avventura di Matteo, che diventerà uno dei più grandi personaggi della storia del Cristianesimo: uno dei 12 apostoli e uno dei quattro evangelisti, ovvero autori del Vangelo. La sua biografia del Cristo, sinottica rispetto a quelle di Marco e Luca, è scritta con uno stile equilibrato e scarno, senza fronzoli, ma contiene alcuni dei passi più belli del Nuovo Testamento, come ad esempio “La Parabola del Figliol Prodigo”.

Matteo seguì Gesù sino alla Passione di quest’ultimo. Ne testimoniò, assieme agli altri Apostoli e alla Maddalena, la Risurrezione tre giorni dopo. E’ sulla base di questa testimonianza, sua e degli altri discepoli, della Risurrezione di Cristo che si basa l’intero Cristianesimo. E’ la Buona Notizia: si può risorgere dalla morte, c’è un Paradiso, come da allora la Chiesa si sforza di annunciare.

Matteo riportò la vita e le opere, la Passione e la Risurrezione di Gesù nel suo Vangelo, che è letto da migliaia di anni in tutto il mondo.

Dopo la morte del Maestro, Matteo fu inviato come Apostolo in Africa; giunse ad evangelizzare l’Etiopia, ma qui trovò la morte come martire.
Le sue spoglie furono trasferite in Francia, poi nel V secolo giunsero a Velia (l’antica città conosciuta come Elea, tra le più note della Magna Grecia). Per volere del Vescovo Attanasio, le reliquie del Santo furono trasferite a Casalvelino, presso la piccola chiesa di San Matteo.

Poi, per volere di Gisulfo I, nell’anno 954 furono trasferite a Salerno e depositate nella cripta della Vecchia Cattedrale.

Nel 1084 Roberto il Guiscardo, principe Normanno che aveva conquistato Salerno, fece costruire la Nuova Cattedrale, dedicata al Santo Stesso e a Santa Maria degli Angeli, in cui fu costruita una nuova cripta per contenere le “prestigiose” (per la casata Normanna) spoglie del Santo.

cripta duomo

Dobbiamo attendere la fine del XVI secolo, tuttavia, perché sorga la nuova Cripta, completamente restaurata e rivisitata in un meraviglioso stile barocco.
A progettarla fu il grande architetto Domenico Fontana, che fu assistito da suo figlio Giulio. Al centro della Cripta campeggia la statua bronzea di San Matteo, bifronte, opera di Michelangelo Naccherino nel 1605. E’ bifronte per ragioni logistiche: in questo modo le due “facce” di San Matteo potevano essere venerate sia da chi scendeva alla Cripta dalla Basilica superiore, sia da chi, dall’altro lato, assisteva alla Messa nella Cripta stessa. Tale statua, invece, ha generato il detto “San Matteo ha due facce”, che col tempo è diventato “I salernitani hanno due facce”, con riferimento alla loro presunta ipocrisia…

Si scende alla tomba di San Matteo da una doppia scala; il sepolcro è seminterrato. Una leggenda vuole che in alcuni periodi dell’anno tale sepolcro emani un liquido particolare, detto “manna” che avrebbe poteri miracolosi. In passato molte “grazie” sono state attribuite dai salernitani alla manna.
La Cripta è luminosissima; merito degli spettacolari affreschi del grande pittore barocco Belisario Corenzio, greco trapiantato a Napoli amatissimo ed attivissimo in quest’ultima città. Corenzio dipinse nelle volte varie scene tratte dal Vangelo di Matteo e della storia della città di Salerno.

Le decorazioni della Cripta sono magnifiche; i marmi sono opera del napoletano Francesco Ragozzino e risalgono al ‘700.

A sinistra della tomba di San Matteo vi è un’ampia cappella dove sono situati i sepolcri di tre martiri salernitani, Ante, Gaio e Fortunato. Secondo la leggenda i tre morirono a Salerno durante le persecuzioni dell’Imperatore romano Diocleziano, che li fece decapitare sulle sponde del Fiume Irno perché non avevano voluto prostrarsi dinanzi alla statua “divinizzata” dell’Imperatore. Accanto ad essi, vi è il sepolcro di San Felice, altro martire cittadino, decapitato nell’attuale Sala Abbagnano, all’epoca “Felline”, dove oggi sorge appunto la Chiesa di San Felice in Felline.

Nel mezzo della cappella vi è un ceppo, che, secondo la leggenda, fu utilizzato per far decapitare Ante, Gaio e Fortunato. La leggenda dice che, nelle giornate di tempesta, avvicinando l’orecchio al ceppo, è possibile ancora oggi sentire il rumore del sangue dei martiri che scorre…

Sulla parete dell’altro versante della cripta, a destra della tomba di San Matteo, sono raffigurate le statue dei Vescovi salernitani, in tutto venti.
In definitiva, la Cripta, meravigliosa e sfolgorante, è assolutamente un degno luogo di sepoltura per uno dei personaggi più noti della storia del Cristianesimo.

Sta però ora ai salernitani far conoscere al mondo ciò che quasi soltanto essi sanno: il grande San Matteo è sepolto a Salerno. Ci chiediamo: perché così pochi pellegrini vi si recano in preghiera durante l’anno, dall’Italia e dal mondo? Perché così poco turismo religioso, che potrebbe portare importanti introiti alle finanze cittadine?

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