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L’azzurro della nazionale italiana e il manto della Vergine

Posté par atempodiblog le 5 août 2015

L'azzurro della nazionale italiana e il manto della Vergine dans Sport 123qrcw

L’azzurro delle maglie della nazionale italiana è indirettamente legato al culto mariano dei principi e re piemontesi, i Savoia che erano accesi devoti di Maria.Il Blu Savoia, un azzurro intenso, colore ufficiale della monarchia (usato anche per le onorificenze maggiori del regno) deriva infatti dal colore del manto della Vergine che nell’iconografia tradizionale è di colore azzurro.

Tratto da: Parrocchia di Filetta

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5 agosto, compleanno della Mamma del Cielo

Posté par atempodiblog le 5 août 2015

Prepariamo il posto alla Santa Bambina dans Citazioni, frasi e pensieri Compleanno-Maria-Santissima

La Madonna racconta la sua vita
[...] Per quanto la Vergine abbia messo il sigillo della segretezza sulla sua vita, tuttavia qualcosa ha rivelato attraverso i messaggi. Si tratta di particolari tutt’altro che trascurabili. Quello più rilevante riguarda la questione se la Madonna sia morta prima di essere stata assunta in cielo. Al riguardo la Gospa è categorica. Proprio nel giorno dell’Assunta così risponde: «Mi chiedete della mia assunzione. Sappiate che io sono salita al cielo prima della morte» (15/08/1981). L’affermazione della Madonna si pone così nel solco della tradizione più antica che parla della «Dormizione» della Beata Vergine Maria, intesa come momento di grazia nel quale la Madre di Dio «è stata pienamente conformata al Figlio suo Risorto, il vincitore del peccato e della morte» (CCC, 966). «Nella tua maternità hai conservato la verginità, nella tua dormizione non hai abbandonato il mondo, o Madre di Dio; hai raggiunto la sorgente della Vita, tu che hai concepito il Dio vivente e che, con le tue preghiere, liberi le nostra anime dalla morte» (Liturgia bizantina).

L’altro particolare che la Regina della pace ha rivelato, chiedendo il coinvolgimento dei fedeli, riguarda il giorno della sua natività, la cui festa liturgica è celebrata dalla Chiesa l’8 Settembre. La Madonna ha voluto dare molta enfasi a questa rivelazione con un messaggio commovente: «il 5 Agosto prossimo si celebri il secondo millennio della mia nascita. Per quel giorno Dio mi permette di donarvi grazie particolari e di dare al mondo una speciale benedizione. Vi chiedo di prepararvi intensamente con tre giorni da dedicare esclusivamente a me. In quei giorni non lavorate. Prendete la corona del rosario e pregate, digiunate a pane e acqua. Nel corso di tutti questi secoli mi sono dedicata completamente a voi: è troppo se adesso vi chiedo di dedicare tre giorni a me?» (01/08/1984). La precisazione della Madonna può essere un prezioso punto di riferimento per gli storici e gli esegeti, sempre che la vogliano accogliere. L’intenzione della Madre di Dio è però un’altra. Vuole che i suoi figli si rendano conto del suo amore inesauribile e universale, che abbraccia l’intero cammino dell’umanità e di ogni persona in particolare. Anche quello che ci chiede per festeggiare il suo compleanno è a nostro completo vantaggio. Quel giorno i veggenti e i giovani del villaggio hanno preparato per l’incontro con la Madonna una torta enorme con gli auguri di rito. Non era però possibile sistemarvi sopra tutte le candeline necessarie…

Tratto da: Medjugorje. Il cielo sulla terra— Padre Livio Fanzaga, ed. PIEMME

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Papa Francesco: non custodire la fede in un deposito sotterraneo

Posté par atempodiblog le 5 août 2015

PELLEGRINAGGIO DEI MINISTRANTI DI LINGUA TEDESCA
DISCORSO DEL SANTO PADRE FRANCESCO
Piazza San Pietro
Martedì, 4 agosto 2015

Papa Francesco: non custodire la fede in un deposito sotterraneo dans Fede, morale e teologia Santo-Padre-Francesco

[Multimedia]


Cari Ministranti, buonasera!

1. Vi ringrazio per la vostra numerosa presenza, che ha sfidato il sole romano d’agosto. Ringrazio il Vescovo Nemet, vostro Presidente, per le parole con cui ha introdotto questo incontro. Vi siete posti in cammino da diversi Paesi per il vostro pellegrinaggio verso Roma, luogo del martirio degli Apostoli Pietro e Paolo. È significativo vedere che la prossimità e familiarità con Gesù Eucaristia nel servire all’altare, diventa anche l’occasione per aprirsi agli altri, per camminare insieme, per scegliere mete impegnative e trovare le forze per raggiungerle. È fonte di autentica gioia riconoscersi piccoli e deboli ma sapere che, con l’aiuto di Gesù, possiamo essere rivestiti di forza e intraprendere un grande viaggio nella vita in sua compagnia.

Anche il profeta Isaia scopre questa verità, vale a dire che Dio purifica le sue intenzioni, perdona i suoi peccati, risana il suo cuore e lo rende idoneo a svolgere un compito importante, quello di portare al popolo la parola di Dio, divenendo strumento della presenza e della misericordia divina. Isaia scopre che, ponendosi con fiducia nelle mani del Signore, tutta la sua esistenza ne viene trasformata.

2. Il brano biblico che abbiamo ascoltato ci parla proprio di questo. Isaia ha una visione, che gli fa percepire la maestà del Signore, ma, al tempo stesso, gli rivela quanto Egli, pur rivelandosi, rimanga distante. Isaia scopre con stupore che è Dio a fare la prima mossa – non dimenticatevi di questo: sempre è Dio a fare la prima mossa nella nostra vita – scopre che è Dio ad avvicinarsi per primo; egli si accorge che l’azione divina non viene impedita dalle sue imperfezioni, che è unicamente la benevolenza divina a renderlo idoneo alla missione, trasformandolo in una persona del tutto nuova e quindi capace di rispondere alla sua chiamata e di dire: “Eccomi, manda me” (Is 6,8).

3. Voi, oggi, siete più fortunati del Profeta Isaia. Nell’Eucaristia e negli altri sacramenti sperimentate l’intima vicinanza di Gesù, la dolcezza ed efficacia della sua presenza. Non incontrate Gesù posto su un irraggiungibile trono alto ed elevato, ma nel pane e nel vino eucaristici, e la sua Parola non fa vibrare gli stipiti delle porte ma le corde del cuore. Come Isaia, anche ciascuno di voi scopre che Dio, pur facendosi in Gesù vicino e chinandosi con amore verso di voi, rimane sempre immensamente più grande ed oltre le nostre capacità di comprenderne l’intima essenza. Come Isaia, anche voi fate l’esperienza che l’iniziativa è sempre di Dio, poiché è Lui che vi ha creati e voluti. È Lui che, nel battesimo, vi ha resi nuove creature ed è sempre Lui ad attendere con pazienza la risposta alla sua iniziativa e ad offrire perdono a chiunque glielo chiede con umiltà.

4. Se non opponiamo resistenza alla sua azione Egli toccherà le nostre labbra con la fiamma del suo amore misericordioso, come fece con il profeta Isaia e questo ci renderà idonei ad accoglierlo e a portarlo ai nostri fratelli. Come Isaia, anche noi siamo invitati a non rimanere chiusi in noi stessi, custodendo la nostra fede in un deposito sotterraneo nel quale ritirarci nei momenti difficili. Siamo invece chiamati a condividere la gioia di riconoscersi scelti e salvati dalla misericordia di Dio, ad essere testimoni che la fede è capace di dare nuova direzione ai nostri passi, che essa ci rende liberi e forti per essere disponibili e idonei alla missione.

5. Com’è bello scoprire che la fede ci fa uscire da noi stessi, dal nostro isolamento e, proprio perché ricolmi della gioia di essere amici di Cristo Signore, ci fa muovere verso gli altri, rendendoci naturalmente missionari! Ministranti missionari: così vi vuole Gesù!

Voi cari ministranti, più sarete vicini all’altare, più vi ricorderete di dialogare con Gesù nella preghiera quotidiana, più vi ciberete della Parola e del Corpo del Signore e maggiormente sarete in grado di andare verso il prossimo portandogli in dono ciò che avete ricevuto, donando a vostra volta con entusiasmo la gioia che vi è stata donata.

Grazie per la vostra disponibilità a servire all’altare del Signore, facendo di questo servizio una palestra di educazione alla fede e alla carità verso il prossimo. Grazie di aver anche voi iniziato a rispondere al Signore, come il Profeta Isaia: “Eccomi, manda me” (Is6,8).

Tratto da: La Santa Sede

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Tredici anni, il ricatto dell’alcol

Posté par atempodiblog le 5 août 2015

Tredici anni, il ricatto dell’alcol
di Vito Solinaro – Avvenire

Tredici anni, il ricatto dell'alcol dans Articoli di Giornali e News 2res4r8

Valentina e Allegra sono davanti al pc; la webcam è già in funzione. Aspettano di collegarsi con Ivan, che è puntuale e le saluta agitando la mano. «Vai a prendere una bottiglia», l’invito delle due. Ivan esegue e si presenta davanti alla telecamerina con la vodka. «Bevi, poi lo faremo noi», dicono le ragazze. Ivan beve. Tanto: 6 bicchieri in plastica da caffè. Valentina e Allegra fingono di farlo, conoscono bene gli effetti dell’alcol. E stavolta hanno ottime ragioni per non esagerare. Quando Ivan è semiubriaco, Allegra lo esorta a togliersi i vestiti: «Poi toccherà a noi due», assicura. Ivan si toglie i vestiti. Si aspetta che le due amiche lo imitino. Ma Allegra lo gela: «Ora procura a me e a Valentina 300 euro, e poi vogliamo il numero di carta di credito di tuo padre. Hai un giorno, se non lo fai pubblicheremo il tuo filmato su Facebook».

Valentina, Allegra e Ivan hanno 13 anni. Frequenteranno la terza media. Ma non è la prima volta che sono protagonisti di una forma del cosiddettosexting (ragazzini che diffondono foto e video osé online dietro un compenso o perché costretti). In questa storia, dove di irreale ci sono solo i nomi, i tre sono anche accomunati dalla prima causa di morte dei giovani italiani: l’alcol.

Rientrano infatti in quell’agghiacciante numero di minori italiani, 800mila, considerati consumatori a rischio. Non da un sondaggio o da una tendenza statistica. Ma da parametri clinici. E la cifra schizza fino a un milione 620mila se si considerano tutti i giovani sotto i 25 anni.

Nel giorno in cui si scatena il dibattito politico sulla chiusura per quattro mesi del Cocoricò di Rimini, decisa dalla questura, vale la pena raccontare l’altra faccia dello sballo 2.0: dopo gli eccessi relativi alle ‘nuove droghe’, raccontate su Avvenire di domenica, ecco
l’emergenza alcol.

E il cocktail con Internet, che sta favorendo la diffusione delle bevande tra i ragazzini. Anche il fenomeno della neknominationinveste
i giovanissimi: si tratta di una gara a chi beve di più e più rapidamente, davanti a una telecamera. Il filmato viene quindi postato sui social network dando così il via alla nomination: cioè la chiamata verso altri tre ragazzi/e che, entro 24 ore, sono invitati ad accettare la sfida. Se non lo faranno, incorreranno in una ‘multa’: pagare da bere agli altri (rigorosamente sostanze alcoliche), oppure essere derisi dal pubblico della Rete.

Ma web o non web, l’Italia è la nazione europea più precoce nel consumo alcolico. Altro che adolescenti. La media scende ora ai 12 anni. Siamo ormai al confine con l’infanzia. Sta nascendo una generazione chimica che costruisce relazioni, emozioni, sensazioni sulle sostanze, oltre che sul web. Il 25% degli adolescenti maschi e il 7% delle ragazze della stessa fascia di età si sta bruciando il futuro inconsapevolmente.

L’1% dei nostri ragazzi sotto i 19 anni è alcol-dipendente in carico ai Servizi socio-sanitari, mentre il 19% dei pazienti che corre al Pronto soccorso a causa di una intossicazione è un under 14. L’Istituto superiore di sanità (Iss) ha recentemente rilanciato un allarme dell’Oms (Organizzazione mondiale della sanità) che identifica,
dati alla mano, nella fascia di età 12-25 anni il livello di massima vulnerabilità all’alcol. Significa che fino a 25 anni non siamo in grado di metabolizzarlo (tranne che in minime quantità). 6 grammi all’ora è la capacità del nostro fegato di ‘trattare’ in sicurezza questa sostanza tossica e cancerogena; ma in occasione dell’ormai diffusissimo
binge drinking (letteralmente «abbuffata alcolica»), gli adolescenti, con l’assunzione di 5-6 drink, assumono anche 80 grammi di alcol in un’ora.

Prima non c’erano evidenze scientifiche, oggi basta una risonanza magnetica per verificare i danni (permanenti) all’ippocampo, che è l’area cerebrale coinvolta nei processi della memoria e dell’orientamento. Bastano tre mesi di binge drinking nel solo fine settimana, sottolineano dall’Iss, per ottenere una riduzione della massa dell’ippocampo pari al 20-30%. Un deficit cognitivo che non si potrà più recuperare. Un enorme danno al cervello. Che, prima o poi, esigerà altri debiti. Come avviene in età presenile, quando chi ha consumato alcol avrà una più facile predisposizione alla demenza.

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