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La difesa dell’amante e la lode dell’amore

Posté par atempodiblog le 24 juillet 2015

La difesa dell’amante e la lode dell’amore dans Don Giustino Maria Russolillo Beato-Giustino-Maria-della-Santissima-Trinit-Russolillo

La difesa dell’amante
Ci troviamo dunque di fronte ad una – la Maddalena – che non sa fare altro che esprimere il suo amore; si getta ai piedi di Gesù ama, piange, bacia in silenzio, oppure si getta ai piedi di Gesù e sta a sentire le sue parole, o spezza l’alabastro e profuma l’umanità di Gesù.

Osservate in tutti e tre i casi c’è qualcuno a cui questo fatto non piace, si risente e mormora esteriormente o interiormente, ma in tutti e tre i casi Gesù ha preso la sua difesa.

Chi mai ha difeso Gesù? Egli ha difeso tutta l’umanità di fronte al Padre, è vero, ma qui parliamo in un senso più usuale e più umile. Nostro Signore tutte e tre le volte prende le difese di quella persona.

Simone ti devo dire una cosa e gli dà una lezione efficace. Marta, Marta, perché ti turbi di tante cose? E voi altri – agli apostoli – perché volete farle dispiacere? Questa poveretta ha fatto bene. Ha fatto bene a non fare altro che amare e a concentrare tutti i suoi atti in un atto di amore.

La lode dell’amore
Infine quella grande lode: Ha amato molto! Come è possibile amare Dio molto? Chiunque ama si illude di essere amato molto perché misura l’altro da se stesso. Forse il Signore poteva avere illusioni?

Non possiamo crederlo, ma quando si tratta d’amore, egli vede le cose con un certo ingrandimento perché chi ama in Lui è lo Spirito Santo. Comunque Gesù non ha lodato l’amore di nessun altro; ha lodato la fede di altre creature, ma la fede è lodata in quanto è principio d’amore, qui invece ha lodato soltanto l’amore: Ha molto amato.

Ecco ciò che notiamo in quest’anima: si è tutta consacrata all’amore, e all’amore manifesto nel modo più sensibile, ciò che anche noi faremmo volentieri.

E perché non lo facciamo? Anche S. Francesco d’Assisi ci fa pensare ad applicare, anzi a trovare applicato questo principio: Che cosa ha fatto come fondatore? Proprio niente. Egli si è messo ad amare Gesù Cristo e gli altri gli sono andati dietro. S. Francesco è caro al Signore perché lo ama. Si è messo ad amare perdutamente e non ha fatto altro; il resto lo ha fatto il Signore.

del beato Giustino M. Russolillo

Divisore dans San Francesco di Sales

Freccia dans Viaggi & Vacanze Novena del Beato Giustino Maria della SS. Trinità Russolillo (dal 24 luglio al 1 agosto)

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Giudicare se stessi e non gli altri

Posté par atempodiblog le 24 juillet 2015

“Beato chi giudica se stesso con la massima severità con cui giudica gli altri. Più beato ancora chi si mostra severo con se stesso e indulgente verso gli alti. E ancora più beato chi giudica se stesso e evita del tutto di giudicare gli altri”.

di G. G. Lanza del Vasto

Giudicare se stessi e non gli altri dans Apoftegmi dei Padri del deserto 10ngxlg

Abba Pafnuzio raccontò: «Mentre camminavo su una strada mi accadde di smarrirmi e di trovarmi vicino a un villaggio. Vidi alcune persone che facevano penose conversazioni. Io stetti in piedi a pregare per i miei peccati. Ed ecco, venne un angelo che reggeva una spada e mi disse:

“Pafnuzio, tutti quelli che giudicano i loro fratelli periscono per mezzo di questa spada; ma il tuo nome, perché non hai giudicato ma ti sei umiliato di fronte a Dio dicendo che tu hai peccato, è scritto nel libro dei viventi”».

Apoftegma dei Padri del deserto

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Il vero fine del compimento è la contemplazione

Posté par atempodiblog le 24 juillet 2015

Il vero fine del compimento è la contemplazione dans Citazioni, frasi e pensieri 258m8u1

La scienza antica, la scienza di epoca vittoriana dei giorni di Charles Darwin, sosteneva quella bizzarra intuizione in base a cui tutto è credibile se avviene molto lentamente. Che è come dire che si può credere all’ippogrifo, a patto che a un cavallo sia cresciuta una piuma alla volta; o che si può credere all’unicorno, solo se il corno non salta fuori all’improvviso, ma comincia a svilupparsi come un piccolo brufolo. Ma, qualsiasi cosa sia, questa non è scienza moderna. La vera scienza moderna, la nuova scienza, per quel che può valere, tende sempre più ad avvicinarsi alla visione mistica di un disegno matematico, che potrebbe benissimo essere fuori dal tempo.

In base alle ultime teorie scientifiche, il cosmo sarebbe potuto nascere in sei giorni, o in sei secondi, o più probabilmente in meno sei secondi o forse nella radice quadrata di meno sei secondi. Io però non voglio mettermi a insistere sulla verità letterale dei sei giorni, perché la mia fede non lo richiede e qui non sto parlando della fede di nessuno. Voglio parlare delle grandi idee che quel simbolo suggerisce, ovvero il fatto che il potere creativo è stato tale per sei giorni e il settimo è stato contemplativo. Perché il vero fine di tutta la creazione è il compimento, e il vero fine del compimento è la contemplazione.

Gilbert Keith Chesterton
Tratto da: G. K. Chesterton – Il blog dell’Uomo Vivo

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Kandy, il profugo che si «sdebita» aiutando gli altri

Posté par atempodiblog le 24 juillet 2015

Kandy, il profugo che si «sdebita» aiutando gli altri
Due giorni la settimana distribuisce frutta e verdura a famiglie in difficoltà; al suo paese, il Mali, il giovane ha perso padre e zio uccisi dai fondamentalisti
di Lino Cattabianchi – L’Arena

Kandy, il profugo che si «sdebita» aiutando gli altri dans Articoli di Giornali e News 2yjsc2s

Questo è il frutto del racconto dell’arrivo di Doucara Kandy, del Mali, rifugiato richiedente asilo, seguito dalla cooperativa «Spazio aperto» e in attesa di verifiche per il riconoscimento di stato. Lui parla il suo dialetto, ma anche un po’ di francese e ora sta imparando l’ italiano. La storia del suo arrivo è stata possibile raccontarla grazie al fatto che lui l’ha trascritta in inglese, con l’aiuto di amici, e poi è stata tradotta.

Doucara il giovedì e il sabato mattina, dalle 9 alle 11.30, aiuta i volontari di «Vivere con dignità», l’onlus che al centro sociale e parrocchiale di via don Calabria distribuisce frutta e verdura alle famiglie in difficoltà, italiane e straniere, circa 40 al giorno. Kandy ha 21 anni ed ha deciso di unirsi ai volontari per aiutare famiglie di Bussolengo.

«Kandy», spiega Anna Salomoni, fondatrice di Vivere con dignità, «vive la stessa condizione di bisogno economico e di dignità, con una grande voglia di solidarietà. Lo abbiamo accolto volentieri ed il suo è un contributo importante». Una storia alle spalle, quella di Kandy, che si incrocia col terrorismo e questo è il motivo per cui ha lasciare il suo paese per cercare un’altra possibilità.

«Io sono Doucara Kandy», racconta il giovane rifugiato, «vengo dal Mali e sono nato a Gao. Facevo l’allevatore. Un giorno, il gruppo terroristico MNLA (Movimento nazionale di liberazione dell’Azawad) attaccò il nostro allevamento, uccise mio padre e scappò via con tutti gli animali. Decisi quindi di rimanere con mio zio che faceva l’autista tra Gao e Bamako. Lo stesso gruppo di ribelli lo attaccarono mentre stava lavorando: gli chiesero come mai c’erano donne e uomini sullo stesso autobus e gli dissero che ciò non andava bene, secondo i principi musulmani. Lui rispose che era cristiano: i ribelli uccisero anche lui. Mia madre morì quando ero piccolo: non mi rimaneva più nessuno in Mali».

Cominciano per Kandy le peregrinazioni attraverso l’Africa. Prima in Algeria e poi, come tanti suoi coetanei, in Libia, a Tripoli, per cercare lavoro. «Qui», riprende, «fui arrestato dalla polizia, senza motivo. Mi misero in cella per sei mesi: dopo, la polizia ci permise di chiamare le nostre famiglie. Ma io non avevo più nessuno e fui lasciato in carcere altri sei mesi».

Al termine di questo anno, la scelta, drammatica di lasciare la Libia per l’Italia. Un viaggio sui barconi anche per Kandy, come i tanti che hanno tentato di attraversare il canale di Sicilia. «La barca era molto piccola. Rimanemmo al largo per un po’ e in questo tempo realizzammo che non c’era bussola e che ci eravamo persi. Il quinto giorno finalmente avvistammo il gruppo di salvataggio italiano. Fummo salvati e ci diedero cibo e acqua. E’ veramente incredibile quello che fanno i soccorritori italiani. Se torno in Mali rischio di morire».

Poi, l’arrivo a Bussolengo e la vita in attesa delle procedure previste dalla legge per chiedere asilo. E la decisione di mettersi a disposizione per dare una mano ai volontari di «Vivere con dignità». «L’ho chiesto io», conclude Doucara, «è un modo per dire grazie al paese che mi ospita e condividere la mia situazione con quella di altri che sono in difficoltà». Una goccia nel mare, certo. Ma il mare della solidarietà è fatto di tante gocce.

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