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34° anniversario delle apparizioni di Medjugorje: Telefonata di Padre Livio e Marija – 25 giugno 2015

Posté par atempodiblog le 27 juin 2015

34° anniversario delle apparizioni di Medjugorje
Telefonata di Padre Livio e Marija – 25 giugno 2015
Tratto da: Radio Maria Fb

34° anniversario delle apparizioni di Medjugorje: Telefonata di Padre Livio e Marija – 25 giugno 2015 dans Medjugorje jpyirb

Cari amici abbiamo in diretta Marija Pavlovic da Medjugorje che ci riferisce il messaggio della Regina della Pace di oggi, 25 giugno, 34° anniversario delle apparizioni.

Ciao Marija!

Ciao padre Livio. Saluto tutti gli ascoltatori di Radio Maria con tanta gioia nel cuore perché oggi è il 25 giugno, 34° anniversario delle apparizioni. Oggi la Madonna ci ha dato il seguente messaggio :

“Cari figli! Anche oggi l’Altissimo mi dona la grazia di potervi amare ed invitare alla conversione. Figlioli, Dio sia il vostro domani, non guerra ed inquietudine, non tristezza ma gioia e pace devono regnare nei cuori di tutti gli uomini e senza Dio non troverete mai la pace.
Perciò, figlioli, ritornate a Dio e alla preghiera perché il vostro cuore canti con gioia. Io sono con voi e vi amo con immenso amore.
Grazie per aver risposto alla mia chiamata”.

Marija come hai vissuto questa giornata a Medjugorje?
A Medjugorje la Madonna canta, canta di gioia, canta di preghiera perché come ogni anno siamo grati a Dio e alla Madonna per la sua presenza. Sapete che ulimamente i giornali parlano, i giornalisti inventano tante cose, ma la cosa più bella è che quando sei a Medjugorje non pensi al domani, pensi ad oggi, perché la Madonna è con noi.

In questi giorni, in modo speciale nei giorni della novena, la mattina prima del sorgere del sole, andavamo cantando, pregavamo durante il giorno e durante la notte si vedevano le luci che andavano su e giù dalla collina dell’apparizione. Ieri adorazione tutta la notte, stasera adorazione per tutta la notte per ringraziare la Madonna tutta la sera della sua presenza e del suo messaggio. Ci invita poi a pregare per tutte le vocazioni, per tutte le persone che sono qua, per tutte le persone che si sono convertite a Medjugorje, per tutti i doni di guarigione, i doni di conversione, i doni delle confessioni.

Quest’albero qui a Medjugorje è così ricco e così bello che, l’unica cosa che sentiamo nel cuore, è la tenerezza di Dio. E lo vorrei condividere con voi e dirvi: Dio è buono e misericordioso con noi, ci dà Sua Madre, ci dona la pace, ci dona la Regina della Pace e questa è una gioia immensa. Oggi stiamo lodando Dio e lo ringraziamo per ogni dono che ci sta dando. La Madonna ci invita alla conversione. Soprattutto la Madonna dice: “l’Altissimo mi dà la grazia di potervi amare”. La Madonna, con immenso amore, ci sta amando oggi così come i primi giorni dell’apparizione.

Senti Marija raccontaci: come è stata quel 25 giugno 1981 per te, che il giorno precedente non avevi visto la Madonna?
Il 24 giugno, io sono entrata al posto quasi di mia sorella, perché i miei genitori avevano portato mia sorella in un altro campo lontano da casa, pensando al comunismo dell’oppressione, della prigione e tante volte anche della morte.

I miei genitori si sono spaventati e hanno pensato: “che il Signore ci aiuti!”… era come abbracciare la croce invece il Signore ha proprio pensato che la nostra famiglia doveva rimanere lì. In casa mia eravamo io e il piccolo Jakov. Qualche giorno fa è venuto fuori un breve video delle apparizioni dei primi mesi dove Jakov stava guardando una macchina fotografica ed era così simpatico e così piccolo…. Rivedere questo video mi ha dato gioia perché era un bambino sorridente, biondo, con una frangetta davanti… era così curioso e guardando questo filmino ho pensato a quanto eravamo innocenti, a quando eravamo “di Dio e della Madonna”. Nella nostra casa si pregava, c’era Dio, infatti la Madonna, quando le abbiamo chiesto perché fosse venuta, ha detto “perché ho trovato ancora la fede viva e, grazie al cielo, questa fede è viva ancora oggi”.

E quindi tu eri con Jakov lì in casa…
Sì, ero con Jakov in casa perché dovevo prepara la cena… poi Vicka ha sentito il bisogno di “andare”, ha chiamato mia sorella e le abbiamo detto: “Ma dove vai?”. Vicka ha risposto: “Sento il bisogno di andare là… venite anche voi”. Siamo andati e ai piedi della collina e abbiamo visto una grande luce… noi eravamo lì e la Madonna era sulla collina… prima è arrivata la luce, poi è arrivata Lei. Eravamo scioccati! Lei con la mano ci invitava a venire, ad avvicinarci a Lei ma non avevamo il coraggio. Era lontana, più di 300 metri da noi, ma il Suo amore ci ha presi già in quel momento. Eravamo spaventati, non sapevamo cosa fare e come reagire. La Madonna era come una calamita che ci attirava, il Suo amore ci attirava! Dal quel momento abbiamo iniziato a dire “La Madonna ci chiama, dobbiamo andare!”. Abbiamo cominciato a correre e chi è arrivato vicino a noi ha detto che “volavamo”, che nessuno riusciva a raggiungerci …

In mezzo a cespugli spinosi e rocce…
Le rocce, le spine, Jakov stesso è finito in un cespuglio dove c’era un nido di vespe! Volavano intorno a lui ma non ha sentito niente perché è prevalso l’amore della Madonna. Quando tutto è finito non c’era una vespa che l’avesse punto!

…e poi come siete arrivati lassù?
Ci siamo avvicinati alla Madonna e ancora oggi non ho parole per descrivere quello che sentivo! Avevo dentro la gioia perché la presenza della Madonna era presenza di Dio che ha riempito il nostro cuore e quando hai Dio nel cuore tutto il resto non è più importante… E’ importante Lei, la Sua presenza ci ha portati a Dio, ha permesso di innamorarci di Lei e attraverso Lei ci ha portati dalla collina dell’apparizione fino alla chiesa e ha detto “mettete Dio al primo posto nella vostra vita!”. Ha cominciato a parlarci di Dio, a pregare con noi e noi abbiamo cominciato a seguirla. La Madonna dice che Lei e la Sua presenza per noi sono sempre stati un invito per avvicinarci a Dio.

Sin dai primi giorni, nonostante lei non abbia parlato, la Sua presenza era preghiera. Poi, piano piano, …il terzo giorno, il quarto, etc… la Madonna ha cominciato a pregare e a parlare. Quando noi le abbiamo chiesto “perché hai scelto noi? noi non siamo migliori”. Lei ha risposto: “Dio mi ha permesso di scegliere e io ho scelto voi” così abbiamo sentito il dovere di rispondere a questa Sua chiamata!

Senti un po’ Marija,… tu comunque fin dal giorno del 26 giugno, e poi quando la Madonna ha scelto la parrocchia, sei diventata lo strumento dei suoi messaggi più importanti… alla parrocchia e al mondo. Tu sei consapevole di questa scelta particolare? Tu una volta mi hai detto che la Madonna ha scelto te perché hai poca memoria…
(sorride)
Esattamente, perché io sono quella più (…) Mirjana è più intelligente mentre io ogni tanto vado in crisi e penso che…siamo niente, siamo polvere senza Dio. Invece Dio è la forza, la gioia di vivere, di trasmettere quello che la Madonna ha messo dentro il Suo cuore.

Noi ci siamo innamorati della Madonna, abbiamo cominciato a seguirla perché Lei è stata la nostra forza, il nostro coraggio, nonostante avessimo paura della morte perché…chi non ha paura della morte ? Ma è prevalso il desiderio di Paradiso, è prevalsa la gioia della presenza della Madonna che ci ha mostrato che la vita non finisce qua, la vita va avanti verso l’eternità.

Senti… vorrei farti una domanda molto semplice ma chiara: tu sai che fra poco e, forse prima della fine dell’anno, la Chiesa si pronuncerà per la seconda volta – la prima volta fu a Zara nel 1991 – e ora a livello più grande, cioè a livello della Chiesa universale sarà il Papa stesso che darà delle direttive, dirà delle parole, le parole della Chiesa, di orientamento per tutti noi per quanto riguarda questo grandissimo evento che tocca da vicino ormai da un terzo di secolo la vita della Chiesa del mondo. Tu e voi veggenti come attendete questo pronunciamento?
Con tanta gioia, tanta, tanta gioia perché noi sappiamo che la Chiesa è la madre, e una madre non può picchiare, non può non amare i propri figli. Noi siamo stati sempre abituati dalla Madonna a vivere nella Chiesa. Lei ci ha portato nella Chiesa dalle rocce della montagna delle apparizioni, Lei ha detto: “andate nella Chiesa, là sarete protetti!”.

Noi con tutto l’amore siamo qua a testimoniare che la Chiesa ha da dire qualcosa siamo qua se ha bisogno di correggerci, siamo pronti, non abbiamo nessuna paura perché, la gioia di essere nella Chiesa, la ricchezza di essere cristiani, noi l’abbiamo imparata con la Madonna e questo ci dà tanta gioia nonostante non sappiamo quali siano i progetti di Dio.

Adesso abbiamo il Santo Padre, la Commissione ha parlato con noi. Io devo dire che ho avuto una bellissima esperienza incontrando la Commissione e non sto aspettando con paura, non ho paura perché se tutto questo è un’opera di Dio – e io credo sia opera di Dio – nessuno potrà distruggerla. Se non è da Dio sarà distrutta subito!

Per questo io ringrazio il buon Dio per il grande dono, io riconosco che è dono di Dio perché non è opera né mia né degli altri veggenti, non è opera di frati, non è opera di pellegrini ma è un invito della Madonna – come dice la Madonna: Dio le ha permesso di essere in mezzo a noi. Lei ci guida alla santità, Lei ci guida alla conversione, Lei ci chiama per mettere Dio al primo posto nella nostra vita. Lei è arrivata con il nome di Regina della Pace, chiede, supplica tutti noi di essere strumenti della pace “In questo mondo senza Dio e senza pace” dice la Madonna.

Ed è contenta la Madonna oggi?
La Madonna è arrivata con vestiti dorati… era contenta, era tranquilla, era gioiosa e nello stesso momento porta con sé il Paradiso e questo Paradiso lo sta trasmettendo a noi. Questa è una grazia ogni giorno. La presenza della Madonna è per tutti noi una cosa che non possiamo descrivere. Io penso che solo pregando possiamo sempre più dire: Signore grazie per questo dono! Perché tu stai cercando di convertirmi da uomo vecchio, attaccato al mondo, alla terra, ci stai elevando verso la vita eterna, verso la santità, verso il Paradiso! Tutti noi abbiamo quel desiderio di Paradiso nel cuore questo lo vogliamo condividere con tutti i pellegrini che vengono qui.

Grazie Marija, mi hai fatto commuovere…
Padre Livio… ringraziamo il buon Dio perché Medjugorje… è una ricchezza per tutti, una ricchezza per quelli che sono pagani. Io ho avuto in questi giorni un’esperienza bellissima di persone che sono arrivate qua senza Dio con un paganesimo terribile…quest’ideologia…

Due ragazze che sono arrivate, che vivono insieme con questa politica come si dice…come dice la pubblicità “due donne, due uomini”… sono venute qua da pagane per curiosità… da lontano… e hanno deciso di vivere nella castità, di lasciarsi e io dopo ho pianto e ho detto “nessuno ha detto loro niente” ma loro hanno sentito i comandamenti di Dio e hanno sentito il bisogno di non vivere più nel peccato. Tante situazioni di persone che erano lontane, pagane, alcolizzate, drogate, sono passate da Medjugorje… e hanno fatto un cambiamento totale della loro vita. Hanno abbracciato Dio e i suoi comandamenti, hanno abbracciato l’amore che Dio attraverso la Madonna sta dando.

Grazie Marija, adesso diciamo una preghiera…
(recitano il Magnificat…)

Marija ti raccomando la grande famiglia di Radio Maria, specialmente i malati i sacerdoti e tutti i volontari che ci aiutano…
Con tutto il cuore in questi giorni eravamo sulle colline… ci sarà tutta notte adorazione così saremo uniti con voi perché Medjugorje non dorme ma prega e davvero sarà così perché tanti pellegrini passeranno tutta la notte nella chiesa. La chiesa, le suore mi dicevano: “adesso durante l’adorazione esterna noi puliamo in fretta l’interno della chiesa perché così sarà bella pulita e bella fresca per l’adorazione di tutta la notte”. Così pregherò, saremo uniti con Dio e con la Madonna davanti al Santissimo con tutta la grande famiglia di Radio Maria, con tutti quelli che in qualche modo sono legati a Radio Maria. Pregherò e raccomanderò alla Madonna che la Sua radio sia davvero Sua in ogni momento! Che la protegga e che la guidi come vuole Dio!

Grazie di cuore Marija
Che Dio vi benedica Padre Livio. Grazie e buona notte.

Buona notte Marija

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Prima di parlare di Dio è necessaria la preghiera

Posté par atempodiblog le 27 juin 2015

Prima di parlare di Dio è necessaria la preghiera dans Citazioni, frasi e pensieri insegnare-a-pregare

Eleviamoci con la preghiera verso la più sublime considerazione dei raggi divini e salutari. Come se fosse sospesa alla sommità del Cielo una fune lucentissima e discendesse giù fino a qui, noi afferrandola con le mani, prima con l’una e poi con l’altra, avremmo l’impressione di trarla giù, ma in realtà non la tireremmo giù in quanto quella è presente in basso e in alto, bensì saremmo noi ad avvicinarci verso gli splendori più elevati dei raggi fulgenti.

[…]

Perciò prima di parlare di Dio è necessario cominciare con la preghiera, non per attrarre a noi la forza che è presente in tutti i luoghi e nessuno, ma affinché con il ricordo e le invocazioni possiamo metterci nelle sue mani e unirci a lei.

di san Dionigi l’Areopagita

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L’umiltà non fa rumore

Posté par atempodiblog le 27 juin 2015

L’umiltà non fa rumore dans Don Bruno Ferrero Carretto-vuoto

Camminavo con mio padre, quando all’improvviso si arrestò ad una curva e dopo un breve silenzio mi domandò: “Oltre al canto dei passeri, senti qualcos’altro?”

Aguzzai le orecchie e dopo alcuni secondi gli risposi: “Il rumore di un carretto”.

“Giusto – mi disse -. È un carretto vuoto”.

Io gli domandai: “Come fai a sapere che si tratta di un carretto vuoto se non lo hai ancora visto?”.

Mi rispose: “E’ facile capire quando un carretto è vuoto, dal momento che quanto più è vuoto, tanto più fa rumore”.

Divenni adulto e anche oggi quando vedo una persona che parla troppo, interrompe la conversazione degli altri, è invadente, si vanta delle doti che pensa di avere, è prepotente e pensa di poter fare a meno degli altri, ho l’impressione di ascoltare la voce di mio padre che dice:

“Quanto più il carretto è vuoto, tanto più fa rumore”.

Elogio dell’umiltà di Bruno Ferrero

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Il meraviglioso scherzo di don Bosco a chi voleva rinchiuderlo in manicomio

Posté par atempodiblog le 27 juin 2015

Il meraviglioso scherzo di don Bosco a chi voleva rinchiuderlo in manicomio
Pochi uomini al mondo furono protagonisti sin dall’infanzia di tante peripezie come lui
Tratto da: Aleteia

Il meraviglioso scherzo di don Bosco a chi voleva rinchiuderlo in manicomio dans Libri Don-Bosco

Non solo le autorità civili molestavano il povero don Bosco e tentavano d’impedire lo sviluppo della sua Opera, ma anche i suoi colleghi sacerdoti. Anzi, costoro si erano messi in testa che don Bosco stesse dando i numeri, e che tutto questo affaccendarsi appresso ai ragazzi fosse una vera mania.

Alcuni, infatti, andarono a trovarlo e, con tutta carità, presero a dirgli:

- Caro don Bosco, tu, capiscilo, comprometti il carattere sacerdotale! Con le tue stravaganze, con l’abbassarti a prendere parte ai giochi di quei monelli, con l’accompagnarti con loro per le vie e per le piazze, perdi il tuo decoro, desti ammirazione, ti fai ridere appresso!

E siccome don Bosco, sicuro dell’Opera sua, dava segno di non essere persuaso della logica di quegli avvisi, essi andavano continuando:

- Ma tu hai perso la testa! Non ragioni più! Povero e caro don Bosco, non bisogna ostinarsi… Tu non puoi fare l’impossibile! Non vedi che anche la Provvidenza è contraria alla tua opera e che non trovi nessuno che ti voglia affittare un locale?

- Oh la Provvidenza! – esclamò a questo punto don Bosco alzando le mani al cielo -, la Provvidenza mi aiuterà! Lei mi ha inviato questi ragazzi e io non ne respingerò neppure uno, ritenetelo bene! Voi siete in errore, la Provvidenza farà tutto ciò che è necessario. E poiché non mi si vuole affittare un locale, ne fabbricherò uno io con l’aiuto di Maria Santissima. Vi saranno vasti edifizi, con scuole, laboratori, officine, di ogni specie, spaziosi cortili e porticati… una magnifica chiesa. E poi, anche chierici, catechisti, assistenti, professori, capi d’arte, e numerosi sacerdoti. Vedrete, vedrete…

All’udire tali parole, quei suoi amici si sentirono profondamente commossi. Essi vi vedevano una prova certa della pazzia del loro amato collega, e se ne andarono crollando il capo e ripetendo fra loro:

- Poveretto! Davvero gli ha dato di volta il cervello! Occorre subito provvedere.

Don Bosco attendeva gli eventi, pronto a ogni più dura lotta.

Quei tali, presi gli accordi con la Curia Vescovile, andarono a parlare col direttore del manicomio. Ottenuto un posto al creduto pazzo, due di loro, i più svelti e coraggiosi, accettarono di eseguire il pietoso disegno.

Presero a nolo una vettura chiusa, si recarono all’abitazione di don Bosco e, fatti i primi convenevoli, lo invitarono a una passeggiata dicendogli:

- Un po’ d’aria ti farà bene, caro don Bosco; vieni, abbiamo qui una carrozza che ci aspetta.

Il Santo si avvide subito del gioco che gli volevano fare, ma accolse l’invito esclamando:

- Corbezzoli!… una carrozza!… Evviva la carrozza!….Veramente non ci sono assuefatto, ma via!…andiamo.

Giunti alla vettura, lo invitarono a entrare per primo; ma egli si scusò dicendo:

– No! Sarebbe una mancanza di rispetto per parte mia. Favoriscano loro per primi.

Quelli salirono senza alcun sospetto, persuasi che don Bosco li avrebbe seguiti; ma egli, appena li vide dentro, chiuse con fragore lo sportello, gridando al cocchiere:

– Presto! …al manicomio!!! Il vetturino sferza il cavallo, e più veloce che non si dica, giunge alla mèta ove, trovato il portone spalancato e gli infermieri pronti in attesa, entra di corsa.

Il custode chiude prontamente il portone; gli infermieri circondano la carrozza, aprono gli sportelli e invece di un pazzo ne vedono due.

Quantunque entrambi protestassero energicamente, furono condotti al piano superiore, ed essendo assenti medici e direttore, perché era l’ora del mezzogiorno, dovettero adattarsi a pranzare coi ricoverati. Solo verso sera, chiarito l’equivoco, poterono essere messi in libertà.

La cosa fece in un baleno il giro della città, e da quel giorno si corressero le idee nei riguardi del Santo, e l’ammirazione verso di lui s’accrebbe assai.

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Basket: Lo scudetto va a Sassari, impresa per la storia

Posté par atempodiblog le 27 juin 2015

Basket: Lo scudetto va a Sassari, impresa per la storia
Impresa in Gara7, vince il Banco Sardegna in trasferta, risalendo dal -17. MVP Rakim Sanders
de La redazione di Tuttosport Basket

Basket: Lo scudetto va a Sassari, impresa per la storia dans Sport 153o7du

Scudetto a Sassari. La storia del basket sorride alla Sardegna. Immenso Banco di Sardegna, il tricolore è della pazza squadra di Sacchetti. Triplete con Supercoppa e Coppa Italia, un’impresa immensa, contro un’avversaria degnissima.

Gara7 è un’altra battaglia senza quartiere, degno epilogo di una serie-scudetto bellissima, che entra di diritto nell’empireo delle più belle della storia del nostro basket. Lo scudetto passa di mano più e più volte, Reggio Emilia lo assapora a lungo ma alla fine non ce la fa.

Il massimo vantaggio reggiano a fine primo quarto (21-4) con Sassari che tarda molto a entrare in partita, ma nel secondo si accende e risale fino al -3. Al riposo lungo è 36-26, Reggio sembra tenere il pallino in mano ed è aiutata da un tecnico a Sosa, che scava in piccolo break sul finire del terzo (55-48).

Sassari comunque non molla, sta in partita orgogliosamente e con Logan (13) che trova la parità a quota 59 al 33′. Proprio lì la GrissinBon trova ancora la forza per un 8-0 con cui respirare, ma il subito il Banco risponde con uno 0-10 che fa 67-69, primo vantaggio esterno del match a 3′ dalla fine. Poi è battaglia durissima.

Dyson (17) con una prodezza fa +4, Diener trova il pari a quota 73-73, ancora Dyson dalla lunetta mette i due liberi del 73-75 lasciando 10 secondi sul cronometro, ma Reggio non riesce a organizzare un tiro pulito. Sfuma il suo sogno, ma grande onore anche a una GrissinBon coraggiosa ma sfortunata, e al suo pubblico.

Premio di MVP a Rakim Sanders (18), festa grande in tutta la Sardegna.

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