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SS. Maria, ammettici nel Santuario del Tuo Cuore Immacolato

Posté par atempodiblog le 13 juin 2015

SS. Maria, ammettici nel Santuario del Tuo Cuore Immacolato dans Don Giustino Maria Russolillo Maria-della-perpetua-visitazone

SS. Maria, ammettici nel Santuario del Tuo Cuore Immacolato, consacrato, ottienici di deporre alle sue soglie ogni nostra profanità; di partecipare in Esso alla Tua sublime formazione cristiano-trinitaria e onorare, in Esso, il mistero delle divine predilezioni e compiacenze, perché solo il Tuo Cuore è tutto simile e unito al Sacratissimo Cuore di Gesù.

del Beato Giustino Maria della Santissima Trinità Russolillo

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Il Papa ai sacerdoti: “Il cuore di Cristo è la tenerezza di Dio”

Posté par atempodiblog le 13 juin 2015

Il Papa ai sacerdoti: “Il cuore di Cristo è la tenerezza di Dio” dans Articoli di Giornali e News 16o4cp

La tenerezza di Dio. Questo il tema centrale dell’omelia che Papa Francesco ha pronunciato a braccio, in spagnolo, nella Messa celebrata nella Basilica di San Giovanni in Laterano in occasione del ritiro mondiale dei sacerdoti.

Dio ci ha amati, salvati dalla “schiavitù del peccato e dell’autodistruzione da ogni schiavitù che abbiamo in noi”. Ci ha insegnato “a camminare, è bello ascoltare che Dio si abbassa e ci insegna a camminare: la tenerezza di Dio è l’avermi insegnato a camminare nello spirito”. “Dio – ha aggiunto Francesco – attira con lacci d’amore non con leggi punitive, l’amore lega nella libertà perché rispondiamo con amore”.

“Sulla costa della Libia – ha ancora aggiunto Papa Bergoglio – quei 23 martiri copti erano sicuri che Dio non li avrebbe abbandonati e si sono lasciati sgozzare pronunciando il nome di Gesù, di fronte agli assassini sapevano che Dio non li abbandonava. Dio è l’unico capace di calore e tenerezza, non si adira per i nostri peccati. La sua una dichiarazione di amore di un padre ai suoi figli, a ognuno di noi”.

Noi spesso “abbiamo paura della tenerezza di Dio. Noi non lasciamo che lui si sperimenti in noi, per questo spesso restiamo duri, severi, castigatori. Siamo pastori senza tenerezza”. “Cosa ci dice Gesù – ha domandato il Papa – quando parla del pastore che aveva 99 pecore? Ha lasciato le 99 e ha cercato l’ultima, rimasta intrappolata. Non l’ha sgridata, l’ha presa sulle spalle e l’ha portata via, curandola. Fate lo stesso con i vostri fedeli? O ci siamo abituati a essere una chiesa con una sola pecora nel gregge e lasciamo le altre 99 perdersi sulla montagna? La tua tenerezza ti commuove o sei pastore di una sola pecora intristita? Cerchi te stesso e ti sei dimenticato della tenerezza?”.

La risposta arriva – ha concluso il Papa – dal “cuore di Cristo” che “è la tenerezza di Dio. Oggi chiedo a voi in questo ritiro di essere pastori con la tenerezza di Dio, lasciate in sagrestia il vostro pensiero negativo, siate pastori teneri anche con quelli che vi danno problemi. Questa è una grazia divina. Noi crediamo non in un Dio etereo ma di carne che ha un cuore e ci dice: se seite stanchi venite da me, ma trattate i miei piccoli con tenerezza cosi come vi tratto. Questo ci chiede il cuore di Cristo”.

di Marco Mancini – ACI Stampa

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Solo l’Infinito può saziare l’uomo

Posté par atempodiblog le 13 juin 2015

Solo l'Infinito può saziare l'uomo dans Citazioni, frasi e pensieri Ostia-Santa

L’errore è lo stato di un uomo che, andando verso una mèta, sbaglia strada.
Ora, la passione è lo stato di un uomo che, aspirando a trovare in qualche parte la soddisfazione dei suoi desidèri, la cerca là ove essa non è. La passione è una ricerca fuorviata dell’Infinito. Il cuore umano vuole ciò che non ha limiti: l’orizzonte è il suo nemico. Ma l’uomo che si sente infinito in potenza, l’uomo che non si inganna sui suoi desidèri, si inganna sul loro oggetto, le arresta nel finito che non può placarli. Cerca di soddisfarsi in ciò che è limitato. Le passioni umane peccano per difetto di ambizione.

Se esse si muovono molto, senza avvicinarsi a niente, è perché l’uomo che sbaglia strada può camminare molto senza avvicinarsi alla meta che vuole raggiungere e della quale ignora il vero posto. […]

I nostri desidèri confessano che non hanno un termine, e che non cessano di divorarci se non quando avranno l’Infinito per cibo.

Ma per fare definitivamente la scelta sull’Infinito occorre coraggio: perché, allora, nella teoria e nella pratica, interviene il sacrificio. Non basta più essere ardente, bisogna essere forte. L’aspirazione non è la condizione unica: la virtù diviene necessaria per adorare l’Infinito, e adorarLo qual è, la dove è, l’uomo ha bisogno di essere giusto.

Ora, essendo ardente e essendo debole, pieno di desidèri e vuoto di virtù, che ha fatto l’uomo? Ha scelto l’una o l’altra creatura e a procurato di adorarla; ma, siccome non vuole più restringere le sue pretese ha richiesto dalla creatura adorata che essa fosse o sembrasse infinita. […]

L’uomo ha bisogno di un nutrimento. Quando non ha pane, si avvelena. Occorre qualche cosa, a questa imperiosa natura umana e, quand’essa non si nutre del fuoco divino che disseta e rinfresca, si precipita nel fuoco che brucia, per sentire qualche cosa! A l’uomo che si è ingannato occorre il Pane della vita, e non il niente. A l’uomo che ha fuorviato i suoi desidèri, occorre il cristianesimo. L’uomo che ha fuorviato i propri desidèri, lungi dall’aver desiderato troppo, ha desiderato troppo poco. Non ha portato il suo sguardo troppo in alto. Il volgo crede che fuorviare i propri desidèri sia essere troppo ambizioso. E’ vero il contrario. Fuorviare i propri desideri è mancare di ambizione, è voler contentarsi di ciò che non è Infinito. E’ l’Infinito solo che può saziare l’uomo: a colui che ha desiderato una nuova religione, occorre la parola di Dio! Gli occorre il cristianesimo qual è, il cristianesimo rovente!

Tratto daLes plateaux de la balance”, di Ernest Hello

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Quelle parole del Papa sull’ansia di novità di chi segue i veggenti

Posté par atempodiblog le 13 juin 2015

Quelle parole del Papa sull’ansia di novità di chi segue i veggenti
Francesco è tornato a mettere in guardia chi riduce la propria fede alla curiosità per i messaggi e le rivelazioni private. Sabato 6 giugno aveva annunciato l’ormai prossima decisione su Medjugorje. Il caso Conchiglia e le pseudo-rivelazioni fatte arrivare a Benedetto XVI
di Andrea Tornielli – Vatican Insider
Tratto da: Una casa sulla Roccia

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Il Papa mette in guardia chi va alla ricerca dei veggenti per conoscere «la lettera che la Madonna manderà alle 4 del pomeriggio», cioè quanti fanno della propria vita un rincorrersi di messaggi, rivelazioni private, segreti, previsioni sul futuro.

Nell’omelia di Santa Marta [...] Francesco ha parlato di «quelli che sempre hanno bisogno di novità dell’identità cristiana» e hanno «dimenticato che sono stati scelti, unti» che «hanno la garanzia dello Spirito» e cercano: «“Ma dove sono i veggenti che ci dicono oggi la lettera che la Madonna manderà alle 4 del pomeriggio?” Per esempio, no? E vivono di questo. Questa non è identità cristiana. L’ultima parola di Dio si chiama “Gesù” e niente di più».

Queste parole arrivano tre giorni dopo l’annuncio di una decisione in arrivo sul caso Medjugorje, citata da Bergoglio sul volo di ritorno da Sarajevo. Molti hanno messo in relazione le due cose, interpretando l’omelia quasi come l’anticipazione di un giudizio negativo sul fenomeno iniziato in Erzegovina nel 1981 e non ancora concluso.

Non è però la prima volta che Francesco si esprime in questi termini. Già il 13 novembre 2013, predicando a Santa Marta, aveva criticato la curiosità che spinge a far dire: «Il Signore è qua, è là, è là! Ma io conosco un veggente, una veggente che riceve lettere della Madonna, messaggi della Madonna». Il Papa aggiungeva: «La Madonna è Madre! E ama tutti noi. Ma non è un capo ufficio della posta, per inviare messaggi tutti i giorni». Anche allora le sue parole erano state messa in relazione con Medjugorje, pur potendosi riferire anche ad altri fenomeni di questo genere e soprattutto all’atteggiamento di chi trasforma la fede in un’insana curiosità.

L’evento delle apparizioni di Medjugorje, all’inizio ha riguardato un gruppo di ragazzi, ed è proseguito sotto forma di apparizioni private che continuano ancora oggi, ad orari determinati e quotidianamente. La Santa Sede non vuole che i veggenti partecipino a manifestazioni pubbliche nelle quali si dà per certa l’autenticità delle apparizioni, addirittura citandone l’orario nei manifesti pubblicitari.

Dei sei veggenti iniziali, tre assicurano di vedere ancora la Madonna alla stessa ora del pomeriggio e in qualunque luogo essi si trovino; una di loro ha un’apparizione ogni giorno 2 del mese, mentre gli ultimi due hanno un’apparizione all’anno.

È difficile immaginare che con le sue parole il Papa abbia voluto anticipare la decisione su Medjugorje. Dopo l’esaustivo ed equilibrato lavoro svolto da una commissione di esperti e teologi, voluta da Benedetto XVI e guidata dal cardinale Camillo Ruini, il dossier è passato nelle mani della Congregazione per la dottrina della fede, che ne discuterà nei prossimi giorni. Poi l’esito sarà sottoposto a Francesco.

Quando la relazione Ruini venne consegnata al Papa nel gennaio 2014, si era appreso che la commissione si era pronunciata favorevolmente sulle prime apparizioni dell’estate 1981, ma aveva espresso dubbi sulle seguenti, non ancora concluse, pur non avendo riscontrato prove di raggiri o truffe. Anche per Fatima la Chiesa ha approvato le apparizioni del 1917 e non quelle successive, con annesse rivelazioni, che suor Lucia dos Santos ha continuato ad avere.

Tutt’altro problema, distinto dal pronunciamento sulla soprannaturalità dell’evento, è quello riguardante la cura dei milioni di pellegrini che ogni anno vanno a pregare a Medjugorje, nella chiesa parrocchiale che secondo molti potrebbe diventare un santuario sotto diretta tutela della Santa Sede. E la cura pastorale dei fedeli è tra gli aspetti che più stanno a cuore a Papa Francesco, che in Argentina, da arcivescovo, ha sempre valorizzato la devozione popolare.

«Conchiglia», apparizioni «oggettivamente eretiche e contro la dottrina della Chiesa»
Non va inoltre dimenticato quanto variegato sia il mondo delle rivelazioni private, dei sedicenti veggenti e degli pseudo-veggenti, fenomeni che la rete web ha amplificato. Ecco un esempio accaduto qualche giorno fa: lo scorso 9 maggio, nel corso di un incontro durato pochi minuti, al termine del rosario nei giardini vaticani, è stato consegnato al Papa emerito Benedetto XVI un libro di notevoli dimensioni, con la copertina rosso scuro e un sigillo a forma di conchiglia. Né il Papa emerito né il suo segretario particolare, l’arcivescovo Georg Gänswein, sapevano di che cosa si trattasse. Non conoscevano i contenuti del volume né i due emissari che rappresentavano la «veggente» Franca Miscio, meglio conosciuta come «Conchiglia», fondatrice di un movimento internazionale che si richiama a Guadalupe e a Juan Diego.

I «messaggi» ricevuti della sedicente veggente sono reperibili facilmente sul web. «Conchiglia» si presenta come una profetessa del nostro tempo e riempie pagine e pagine di testi che assicura di ricevere direttamente da Dio, da Gesù e dalla Madonna. Tra le «rivelazioni» più curiose, c’è una fede incrollabile nell’esistenza degli alieni e nel fatto che «i DNA alieni» si sarebbero mescolati «a quelli terrestri», con la conseguenza che ora ci sono «esseri alieni» che governano il mondo.

Il Vaticano viene descritto nelle «profezie» come la sentina di tutti i mali: «Il Vaticano è il centro di potere mondiale che intende fare di tutte le false religioni una unica religione mondiale… È covo dei sette vizi capitali e di altre nefandezze». Conchiglia, inoltre, divinizza la figura di Maria.

La sedicente veggente ha scritto molto sulla rinuncia di Benedetto XVI. Sostiene che le dimissioni sono state provocate dalla massoneria internazionale, e che Ratzinger sarebbe ancora il vero e legittimo Papa, mentre Francesco, definito «l’uomo iniquo che siede sul trono di Pietro», sarebbe un «impostore», un antipapa, un rappresentante dell’Anticristo. Contenuti che si commentano da soli.

A mettere in guardia pubblicamente dai «messaggi» di Conchiglia sono stati in tempi recenti il vescovo di Jesi, Gerardo Rocconi, che l’ha conosciuta personalmente, e il vescovo di Senigallia, Giuseppe Orlandoni, che ha più volte definito come «oggettivamente eretiche e contro la dottrina della Chiesa» le parole trasmesse dalla «veggente».

Il movimento di Conchiglia esibisce ora con grande evidenza sul suo sito le immagini dell’incontro con il Papa emerito, presentandolo quasi come un sigillo sui messaggi contenuti nel libro. Ma il vescovo Georg Gänswein, Prefetto della Casa Pontificia e segretario particolare di Benedetto XVI così racconta a Vatican Insider come si sono svolti i fatti.

«Come tante altre persone – riferisce Gänswein rispondendo per iscritto alle nostre domande - anche un certo signor Mimmo Rocco, che si è presentato come brigadiere capo dei Carabinieri, aveva chiesto, tempo fa, di incontrare il Papa emerito Benedetto. Gli è stato concesso un breve incontro dopo il rosario. Erano in due, lui e un’altra persona. Non conoscevamo né l’uno né l’altro. Durante l’incontro hanno consegnato un libro a Benedetto XVI, come si evince dalla sequenza di foto pubblicata sul sito. Non eravamo al corrente del contenuto. L’incontro è durato pochi minuti».

«Quando sono arrivato a casa – continua monsignor Gänswein – ho guardato il libro e poi lo ha visto anche Benedetto XVI. Siamo rimasti stupiti e anche scioccati perché ci siamo subito accorti che il libro conteneva delle “rivelazioni private”. Sono bastati pochi minuti per capire che si trattava di una cosa a dir poco strana e incredibile. Il Papa emerito mi ha incaricato di mandare subito il libro alla Congregazione per la dottrina della fede, per competenza».

«Non abbiamo dato nessuna importanza all’incontro – conclude monsignor Georg -  Ci sono tanti che si dicono “veggenti” in giro… Non sapevamo che il libro contenesse quelle affermazioni. È chiaro che non c’è alcun tipo di appoggio rispetto alla “veggente” e al contenuto del libro. Se Benedetto XVI avesse saputo che gli veniva consegnata una tale raccolta di “messaggi” non avrebbe accettato l’incontro».

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