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Francesco: i cristiani mondani e rigoristi allontanano la gente da Gesù

Posté par atempodiblog le 28 mai 2015

Francesco: i cristiani mondani e rigoristi allontanano la gente da Gesù
Ci sono cristiani che allontanano la gente da Gesù perché pensano solo al loro rapporto con Dio oppure perché sono affaristi o mondani o rigoristi. E ci sono cristiani che ascoltano davvero il grido di quanti hanno bisogno del Signore: questo, in sintesi, quanto ha detto Papa Francesco durante la Messa del mattino, celebrata nella cappella di Santa Marta.
di Sergio Centofanti – Radio Vaticana

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Cristiani indifferenti e intimisti
Commentando il brano evangelico del cieco Bartimèo che grida verso Gesù per essere guarito ed è rimproverato dai discepoli perché taccia, Papa Francesco elenca tre gruppi di cristiani. Ci sono i cristiani che si occupano solo del loro rapporto con Gesù, un rapporto “chiuso, egoistico”, e non sentono il grido degli altri:

“Quel gruppo di gente, anche oggi, non sente il grido dei tanti che hanno bisogno di Gesù. Un gruppo di indifferenti: non sentono, credono che la vita sia il loro gruppetto lì; sono contenti; sono sordi al clamore di tanta gente che ha bisogno di salvezza, che ha bisogno dell’aiuto di Gesù, che ha bisogno della Chiesa. Questa gente è gente egoista, vive per se stessa. Sono incapaci di sentire la voce di Gesù”.

Cristiani affaristi, mondani e rigoristi
“Poi – ha proseguito il Papa – ci sono quelli che sentono questo grido che chiede aiuto, ma che vogliono farlo tacere”. Come quando i discepoli hanno allontanato i bambini, “perché non scomodassero il Maestro”: “il Maestro era loro, era per loro, non era per tutti. Questa gente allontana da Gesù quelli che gridano, che hanno bisogno di fede, che hanno bisogno di salvezza”. Tra questi ci sono gli “affaristi, che sono vicino a Gesù”, sono nel tempio, sembrano “religiosi”, ma “Gesù li ha cacciati via, perché facevano affari lì, nella casa di Dio”. Sono quelli “che non vogliono sentire il grido di aiuto, ma preferiscono fare i loro affari e usano il popolo di Dio, usano la Chiesa, per fare i propri affari. Questi affaristi allontanano la gente da Gesù”. In questo gruppo ci sono i cristiani “che non danno testimonianza”:

“Sono cristiani di nome, cristiani di salotto, cristiani di ricevimenti, ma la loro vita interiore non è cristiana, è mondana. Uno che si dice cristiano e vive come un mondano, allontana quelli che gridano aiuto a Gesù. Poi, ci sono i rigoristi, quelli che Gesù rimprovera, che caricano tanti pesi sulle spalle della gente. Gesù dedica loro tutto il capitolo 23.mo di San Matteo. ‘Ipocriti – dice loro – sfruttate la gente’. E invece di rispondere al grido che chiede salvezza allontanano la gente”.

Cristiani che vivono quello che credono
C’è infine un terzo gruppo di cristiani, “quelli che aiutano ad avvicinarsi a Gesù”:

“C’è il gruppo dei cristiani che hanno coerenza fra quello che credono e quello che vivono, e aiutano ad avvicinarsi a Gesù, alla gente che grida, chiedendo salvezza, chiedendo la grazia, chiedendo la salute spirituale per la loro anima”.

Esame di coscienza
“Ci farà bene fare un esame di coscienza” – conclude il Papa – per capire se siamo cristiani che allontanano la gente da Gesù o la avvicinano perché sentiamo il grido di tanti che chiedono aiuto per la propria salvezza.

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Falasca: per Bergoglio “Promessi Sposi” romanzo della speranza cristiana

Posté par atempodiblog le 28 mai 2015

Falasca: per Bergoglio “Promessi Sposi” romanzo della speranza cristiana
di Radio Vaticana, 27/05/2015

Leggete “I Promessi Sposi”, non lasciate da parte questo “capolavoro sul fidanzamento” della letteratura italiana. E’ l’originale invito che Papa Francesco ha rivolto ai giovani, e non solo, all’udienza generale in Piazza San Pietro. Una conferma di quanto il Pontefice argentino di origini italiane ami il capolavoro di Alessandro Manzoni. Su questa particolare predilezione, Alessandro Gisotti ha intervistato l’editorialista di “Avvenire” Stefania Falasca, legata a Jorge Mario Bergoglio da una lunga amicizia:

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R. – Certamente l’opera manzoniana fa parte del suo milieu culturale insieme ai Fratelli Karamazov di Dostoevskij. Anzi direi che proprio in particolare I Promessi Sposi siano un « must » delle letture di Bergoglio. Fin dai tempi in cui l’ho conosciuto, da cardinale, gli chiesi quale delle opere ricordava di più della nostra letteratura e lui senza pensarci mi disse: “I Promessi Sposi, lettura che amo frequentare e l’avrò letto 5 o 6 volte”. Perché? Perché I Promessi Sposi per lui sono il romanzo della vita cristiana per eccellenza, sono il romanzo della speranza cristiana, che si incarna nella storia di questi ragazzi che attraverso le vicende alle quali sono sottoposti anche loro malgrado, ritroviamo alla fine del romanzo che sono anche cresciuti in una consapevolezza diversa. E’ proprio la storia sofferta che poi culmina con quella saggezza di Lucia stessa che dice: “I guai quando vengono, senza colpa o con, la fiducia in Dio li raddolcisce e li rende utili per un vita migliore”.

D. – Il Papa ultimamente in un’intervista al quotidiano argentino « Voz del Pueblo » ha confidato che non vede la televisione da tanti anni che però prima di addormentarsi la sera dedica sempre un po’ di spazio alla lettura…

R. – Sì. La sua biblioteca è una biblioteca che ha nella mente e anche se poi nelle omelie mattutine di Santa Marta non fa espliciti riferimenti o citazioni, ma sono – a ben vedere – piene di riferimenti a letture che lui ha assimilato e ce ne sono molte. Certamente è un lettore molto attento.

D. – Papa Francesco è molto popolare anche tra i giovani. In qualche modo forse domani mattina i professori nei vari licei si sentiranno anche un po’ più incoraggiati nel dire ai propri ragazzi, ai propri studenti di leggere con passione I Promessi Sposi

R. – I Promessi Sposi sono da considerare come un libro attualissimo di speranza, di speranza che è sempre attualizzata a quella che è la condizione. I Promessi Sposi sono in fondo – “il sugo della storia” – un cammino: la storia di un cammino di due ragazzi che crescono. Rileggerlo alla luce degli avvenimenti, anche presenti, certamente, sta anche al professore a porgerlo in una maniera che dica qualcosa ai ragazzi di adesso.

D.  – Forse questa nota che ha toccato il Papa, il « capolavoro sul fidanzamento », una esperienza che proprio nell’adolescenza si prova ed è così forte, può essere effettivamente una chiave di lettura che può attrarre alle lettura dei Promessi Sposi

R. – Sì, sempre in questa dimensione, che abbiamo detto prima, del cammino insieme, del crescere insieme e dell’amore che è il grande protagonista del romanzo e della loro vicenda stessa. Su quello che riguarda il fidanzamento, certo, i due, Renzo e Lucia, facevano parte di un’epoca che era cristiana. Adesso ci troviamo in un’altra condizione ma possono dirci molto anche per quello che riguarda la vita di adesso.

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