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Educare significa elevare

Posté par atempodiblog le 23 mai 2015

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“Educare significa elevare, cioè far risalire ogni coscienza umana fino alla sua sorgente perché possa attingervi la sua pienezza. Ogni pratica, ogni regola devono essere vivificate da questa ispirazione”.

di Jean Guitton

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Maggio 2015: un mese di gioia, preghiera, penitenza e fioretti

Posté par atempodiblog le 23 mai 2015

Maggio 2015: un mese di gioia, preghiera, penitenza e fioretti
Lettera pastorale dell’arcivescovo metropolita di Catanzaro-Squillace, mons. Vincenzo Bertolone
di Luigi Mariano Guzzo – Zenit

Maggio 2015: un mese di gioia, preghiera, penitenza e fioretti dans Fede, morale e teologia 15ek0w1

Questo mese di maggio è una nuova, grande occasione per “fare il punto” sulla propria esistenza di credenti. “Un mese di gioia, di preghiera, di penitenza sacramentale, di sacrificio consapevole, di fioretti”. È l’invito che l’arcivescovo metropolita di Catanzaro-Squillace, monsignor Vincenzo Bertolone, rivolge alla comunità ecclesiale con una lettera dal titolo “Di generazione  in generazione la sua misericordia”.

Il testo è ricco di utili riferimenti biblico-teologici e di preziose indicazioni pastorali, in preparazione anche al prossimo anno giubilare indetto da Papa Francesco sul tema della misericordia.

Sviluppata in quindici paragrafi, la lettera è introdotta da un passo del “Discorso” di Sant’Agostino d’Ippona: “La Misericordia di Dio per saziare la nostra fame, alleviare la nostra arsura, rafforzare la nostra debolezza, cancellare la nostra iniquità, accendere la nostra carità”.

Maria è  Madre della Misericordia. La ragazza di Nazareth deve “toccare il cuore” di ogni credente, al fine di abbracciare il Padre onnipotente che compie “grandi cose nei nostri cuori […], anche nei peccatori più incalliti, anche nelle persone che si sentono più lontane dalla fede e dalla Chiesa”.

“E lo fa – sottolinea l’arcivescovo – anche in coloro che, attraverso altre credenze e  religioni, cerano la verità dell’unico Dio e si sforzano di praticare la sua legge dell’amore. L’Altissimo  preferisce le strade che noi, troppo legati a distinzioni di ceti e di appartenenze sociali, economiche e religiose, neanche imboccheremmo. Egli preferisce il cuore dei poveri e degli umili, particolarmente di coloro che consideriamo reietti e inutili. Nulla è impossibile al Misericordioso. Di fronte a nulla e a nessuno si ferma sia pure non credente o agnostico”.

Come nel cuore del giovane Paul Claudel che, nella sera di Natale del 1866 rimase colpito dal canto del Magnificat nella chiesa di Notre-Dame di Parigi, così anche i credenti devono essere trascinati verso il Padre onnipotente e misericordioso.

Quindi l’arcivescovo offre quattro indicazioni pastorali specifiche che scandiscono le quattro settimane del mese di maggio: “siate misericordiosi” (prima settimana), “non giudicate” (seconda settimana), “non condannate” (terza settimana), “perdonate” (quarta settimana).

Nella prima settimana di maggio la Chiesa diocesana celebra la festa di Sant’Agazio e l’otto maggio la festa della Madonna del Rosario. Rivolgiamoci alla Madre di Dio, raccomanda Bertolone, con le medesime parole della Supplica alla Santa Vergine del Rosario di Pompei. Invocando Maria, Madre della Misericordia, “faremo in modo, a cinquant’anni dalla chiusura del Concilio Vaticano II, che la nostra azione pastorale sia attratta da quel riverbero particolare che è il Volto misericordioso di Cristo”.

Non giudicate è il tema della seconda  settimana. Il giudizio è riservato solo a Dio, non agli esseri umani. “Solo Dio conosce il cuore umano, solo lui può giudicare in ultima istanza […] di fronte a Dio non c’è ergastolo ostativo che tenga”. Ed è un tema questo di scottante rilevanza sociale: il carcere, rileva Bertolone, non è la fortezza dell’odio, ma il luogo dove versare lacrime di redenzione. Piuttosto che emettere condanne, l’atteggiamento del cristiano deve essere quello  di assumere, di fronte alle esperienze del male, atteggiamenti di misericordia.

La domenica 24 maggio, che apre l’ultima settimana del mese, è la Solennità di Pentecoste. Avrà inizio la Missione Giovane e proseguirà, il martedì successivo, con il pellegrinaggio alla Madonna di Porto. L’invito di Maria, in questi ultimi giorni del mese, è quello di perdonare. “Al rancore e alla rabbia bisogna preferire il perdono, che quando viene concesso gratuitamente e senza contropartita, ricompone le lacerazioni, riunisce le coppie divise, avvicina le generazioni, riaccosta i ceti sociali, trasforma i rapporti di subordinazione, cambia il modo di considerare i poveri, gli immigrati, i disagiati, gli affamati ed assetati. Lo stile del perdono ha una portata sociale che […] promuove l’umanesimo integrale in difesa della pace e nella costruzione della giustizia”.

Così facendo, maggio, il mese delle rose e del Rosario, è,  per la comunità diocesana quasi un’anteprima della Solennità dell’Immacolata Concezione di Maria, che dal prossimo 8 dicembre guiderà il cammino giubilare della Chiesa Cattolica. Facciamo in modo, conclude l’arcivescovo Bertolone, che ogni devozione di questo mese mariano batte all’unisono con il ritmo della Chiesa universale, per vivere l’istanza umanizzante del Concilio, sempre da riscoprire e da seguire.

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Le lobbies che Giovanni Paolo II vide in azione nella società e nella chiesa

Posté par atempodiblog le 23 mai 2015

Le lobbies che Giovanni Paolo II vide in azione nella società e nella chiesa
di Joseph Ratzinger – La Croce – Quotidiano

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Dalla Lettera sulla cura pastorale delle persone omosessuali firmata da JOSEPH RATZINGER davanti a GIOVANNI PAOLO II

L’insegnamento della Chiesa di oggi è quindi in continuità organica con la visione della S. Scrittura e con la costante Tradizione. Anche se il mondo di oggi è da molti punti di vista veramente cambiato, la comunità cristiana è consapevole del legame profondo e duraturo che la unisce alle generazioni che l’hanno preceduta «nel segno della fede».

Tuttavia oggi un numero sempre più vasto di persone, anche all’interno della Chiesa, esercitano una fortissima pressione per portarla ad accettare la condizione omosessuale, come se non fosse disordinata, e a legittimare gli atti omosessuali. Quelli che, all’interno della comunità di fede, spingono in questa direzione, hanno sovente stretti legami con coloro che agiscono al di fuori di essa. Ora questi gruppi esterni sono mossi da una visione opposta alla verità sulla persona umana, che ci è stata pienamente rivelata nel mistero di Cristo. Essi manifestano, anche se non in modo del tutto cosciente, un’ideologia materialistica, che nega la natura trascendente della persona umana, così come la vocazione soprannaturale di ogni individuo.

I ministri della Chiesa devono far in modo che le persone omosessuali affidate alle loro cure non siano fuorviate da queste opinioni, così profondamente opposte all’insegnamento della Chiesa. Tuttavia il rischio è grande e ci sono molti che cercano di creare confusione nei riguardi della posizione della Chiesa e di sfruttare questa confusione per i loro scopi.

Anche all’interno della Chiesa si è formata una tendenza, costituita da gruppi di pressione con diversi nomi e diversa ampiezza, che tenta di accreditarsi quale rappresentante di tutte le persone omosessuali che sono cattoliche. Di fatto i suoi seguaci sono per lo più persone che o ignorano l’insegnamento della Chiesa o cercano in qualche modo di sovvertirlo. Si tenta di raccogliere sotto l’egida del Cattolicesimo persone omosessuali che non hanno alcuna intenzione di abbandonare il loro comportamento omosessuale.

Una delle tattiche usate è quella di affermare, con toni di protesta, che qualsiasi critica o riserva nei confronti delle persone omosessuali, delle loro attività e del loro stile di vita, è semplicemente una forma di ingiusta discriminazione.

È pertanto in atto in alcune nazioni un vero e proprio tentativo di manipolare la Chiesa conquistandosi il sostegno, spesso in buona fede, dei suoi pastori, nello sforzo volto a cambiare le norme della legislazione civile. Il fine di tale azione è conformare questa legislazione alla concezione propria di questi gruppi di pressione, secondo cui l’omosessualità è almeno una realtà perfettamente innocua, se non totalmente buona. Benché la pratica dell’omosessualità stia minacciando seriamente la vita e il benessere di un gran numero di persone, i fautori di questa tendenza non desistono dalla loro azione e rifiutano di prendere in considerazione le proporzioni del rischio, che vi è implicato.

La Chiesa non può non preoccuparsi di tutto questo e pertanto mantiene ferma la sua chiara posizione al riguardo, che non può essere modificata sotto la pressione della legislazione civile o della moda del momento. Essa si preoccupa sinceramente anche dei molti che non si sentono rappresentati dai movimenti pro-omosessuali, e di quelli che potrebbero essere tentati di credere alla loro ingannevole propaganda. Essa è consapevole che l’opinione, secondo la quale l’attività omosessuale sarebbe equivalente, o almeno altrettanto accettabile, quanto l’espressione sessuale dell’amore coniugale, ha un’incidenza diretta sulla concezione che la società ha della natura e dei diritti della famiglia, e li mette seriamente in pericolo.

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