Maggio 2015: un mese di gioia, preghiera, penitenza e fioretti
Lettera pastorale dell’arcivescovo metropolita di Catanzaro-Squillace, mons. Vincenzo Bertolone
di Luigi Mariano Guzzo – Zenit
Questo mese di maggio è una nuova, grande occasione per “fare il punto” sulla propria esistenza di credenti. “Un mese di gioia, di preghiera, di penitenza sacramentale, di sacrificio consapevole, di fioretti”. È l’invito che l’arcivescovo metropolita di Catanzaro-Squillace, monsignor Vincenzo Bertolone, rivolge alla comunità ecclesiale con una lettera dal titolo “Di generazione in generazione la sua misericordia”.
Il testo è ricco di utili riferimenti biblico-teologici e di preziose indicazioni pastorali, in preparazione anche al prossimo anno giubilare indetto da Papa Francesco sul tema della misericordia.
Sviluppata in quindici paragrafi, la lettera è introdotta da un passo del “Discorso” di Sant’Agostino d’Ippona: “La Misericordia di Dio per saziare la nostra fame, alleviare la nostra arsura, rafforzare la nostra debolezza, cancellare la nostra iniquità, accendere la nostra carità”.
Maria è Madre della Misericordia. La ragazza di Nazareth deve “toccare il cuore” di ogni credente, al fine di abbracciare il Padre onnipotente che compie “grandi cose nei nostri cuori […], anche nei peccatori più incalliti, anche nelle persone che si sentono più lontane dalla fede e dalla Chiesa”.
“E lo fa – sottolinea l’arcivescovo – anche in coloro che, attraverso altre credenze e religioni, cerano la verità dell’unico Dio e si sforzano di praticare la sua legge dell’amore. L’Altissimo preferisce le strade che noi, troppo legati a distinzioni di ceti e di appartenenze sociali, economiche e religiose, neanche imboccheremmo. Egli preferisce il cuore dei poveri e degli umili, particolarmente di coloro che consideriamo reietti e inutili. Nulla è impossibile al Misericordioso. Di fronte a nulla e a nessuno si ferma sia pure non credente o agnostico”.
Come nel cuore del giovane Paul Claudel che, nella sera di Natale del 1866 rimase colpito dal canto del Magnificat nella chiesa di Notre-Dame di Parigi, così anche i credenti devono essere trascinati verso il Padre onnipotente e misericordioso.
Quindi l’arcivescovo offre quattro indicazioni pastorali specifiche che scandiscono le quattro settimane del mese di maggio: “siate misericordiosi” (prima settimana), “non giudicate” (seconda settimana), “non condannate” (terza settimana), “perdonate” (quarta settimana).
Nella prima settimana di maggio la Chiesa diocesana celebra la festa di Sant’Agazio e l’otto maggio la festa della Madonna del Rosario. Rivolgiamoci alla Madre di Dio, raccomanda Bertolone, con le medesime parole della Supplica alla Santa Vergine del Rosario di Pompei. Invocando Maria, Madre della Misericordia, “faremo in modo, a cinquant’anni dalla chiusura del Concilio Vaticano II, che la nostra azione pastorale sia attratta da quel riverbero particolare che è il Volto misericordioso di Cristo”.
Non giudicate è il tema della seconda settimana. Il giudizio è riservato solo a Dio, non agli esseri umani. “Solo Dio conosce il cuore umano, solo lui può giudicare in ultima istanza […] di fronte a Dio non c’è ergastolo ostativo che tenga”. Ed è un tema questo di scottante rilevanza sociale: il carcere, rileva Bertolone, non è la fortezza dell’odio, ma il luogo dove versare lacrime di redenzione. Piuttosto che emettere condanne, l’atteggiamento del cristiano deve essere quello di assumere, di fronte alle esperienze del male, atteggiamenti di misericordia.
La domenica 24 maggio, che apre l’ultima settimana del mese, è la Solennità di Pentecoste. Avrà inizio la Missione Giovane e proseguirà, il martedì successivo, con il pellegrinaggio alla Madonna di Porto. L’invito di Maria, in questi ultimi giorni del mese, è quello di perdonare. “Al rancore e alla rabbia bisogna preferire il perdono, che quando viene concesso gratuitamente e senza contropartita, ricompone le lacerazioni, riunisce le coppie divise, avvicina le generazioni, riaccosta i ceti sociali, trasforma i rapporti di subordinazione, cambia il modo di considerare i poveri, gli immigrati, i disagiati, gli affamati ed assetati. Lo stile del perdono ha una portata sociale che […] promuove l’umanesimo integrale in difesa della pace e nella costruzione della giustizia”.
Così facendo, maggio, il mese delle rose e del Rosario, è, per la comunità diocesana quasi un’anteprima della Solennità dell’Immacolata Concezione di Maria, che dal prossimo 8 dicembre guiderà il cammino giubilare della Chiesa Cattolica. Facciamo in modo, conclude l’arcivescovo Bertolone, che ogni devozione di questo mese mariano batte all’unisono con il ritmo della Chiesa universale, per vivere l’istanza umanizzante del Concilio, sempre da riscoprire e da seguire.