• Accueil
  • > Archives pour le Vendredi 15 mai 2015

Alla missione dello Spirito Santo nella SS. Vergine Maria

Posté par atempodiblog le 15 mai 2015

Questa preghiera può essere recitata come novena in preparazione della solennità della Pentecoste.

Con Maria Immacolata verso il Santo Natale dans Avvento 1604kcw

Alla missione dello Spirito Santo nella SS. Vergine Maria
del Beato Giustino Maria della Santissima Trinità Russolillo

Gloria eterna d’infinito amore a te, o adorabile Trinità, per la santificazione di privilegio, operata nella SS. Vergine Maria, in vista della dignità di vera Madre di Dio a cui l’hai predestinata! Ecco la missione di corredentrice del genere umano, di mediatrice di tutte le grazie, tutta propria della SS. Vergine Maria.

Ti credo, ti adoro e ti ringrazio, o divino Spirito del Padre e del Figlio, nella concezione immacolata della SS. Vergine Maria! Riconosco nel principio santissimo della vita di Maria, quella che era l’idea e disegno divino anche della nostra origine, secondo il divino Amore creante e elevante.

Grazie eterne a te, o divino Spirito santificatore, perché essendo stata la nostra origine e tutta la nostra vita profanata dal peccato, tu, per la grazia di Gesù salvatore e per mezzo dei santi sacramenti, non cessi di elevare la dignità della nostra natura, già mirabilmente creata, e ora più mirabilmente salvata.

Grazie eterne a te o divino Spirito Santificatore! Ti credo, ti adoro e ti ringrazio o divino Spirito del Padre e del Figlio, nella capacità e pienezza di grazie della SS. Vergine Immacolata, sempre armoniosamente crescente, con una docilità, fedeltà e generosità di corrispondenza a Te, o divino Amore, secondo tutti i tuoi desideri, esigenze e disegni.

Tu operasti nell’Immacolata questa dilatazione ed elevazione di pienezza della grazia dell’anima figlia di Dio, e per questo in specialissimo modo la unisti a Dio Padre, sicché fu trovata così accetta alla SS. Trinità, che tu, o Spirito e Amore, le fosti in special modo mandato dal Padre e dal Figlio.

Fosti in così special modo dato alla Piena di Grazie che, dopo il messaggio angelico tanto umilmente accolto, Tu, o Amore Dio Spirito Santo, la facesti tua sposa in un diluvio di nuova grazia, che dal cielo del soprannaturale filiale, la sollevava al cielo del soprannaturale nuziale, e da questo cielo tu la portavi ancora più in alto nel cielo stesso della Trinità, operando in essa l’incarnazione del Figlio di Dio.

Tu rendesti vera Madre di Dio quell’Immacolata e consacrata Vergine Maria, la nostra Beatissima Vergine madre Maria; e d’allora non cessi, o divino Spirito Amore, con la cooperazione di Maria SS. di formare il Corpo mistico di Gesù, di tutte le anime fedeli alla grazia.

La vita di grazia che è in Maria nella sua pienezza, tu ce la comunichi con la sua cooperazione di Madre della grazia e Mediatrice di tutte le grazie! La sua vita di grazia e di figlia di Dio, la sua vita di grazia e di sposa di Dio, la sua vita di grazia e di madre di Dio, tu ci infondi per mezzo di Maria.

Come il figlio deve somigliare alla madre, così tutto il Corpo mistico di Gesù dev’essere pur degno di Gesù, del suo Spirito e del suo Cuore! Vieni, o Santo Spirito e infondici l’umiltà, la purità, la carità di Maria, affinché anche noi corrispondiamo con la sua stessa fedeltà alla tua grazia.

Publié dans Don Giustino Maria Russolillo, Fede, morale e teologia, Mese di maggio con Maria, Preghiere | Pas de Commentaire »

Teresa Manganiello: pregare per la conversione di chi ci fa soffrire

Posté par atempodiblog le 15 mai 2015

Teresa Manganiello: pregare per la conversione di chi ci fa soffrire
Tratto da: Blog Lourdes

Teresa Manganiello: pregare per la conversione di chi ci fa soffrire dans Stile di vita 20k85fn

La Beata Teresa Manganiello, undicesima di dodici figli, nasce a Montefusco, antica città regia” del Principato Ultra, oggi Provincia di Avellino, il 1° gennaio 1849; i suoi genitori erano Romualdo Manganiello e Rosaria Lepore, onesti concittadini” pieni di fede e di profonda pietà cristiana. Il giorno dopo riceve il Battesimo nella Chiesa Palatina di San Giovanni del Vaglio.
Il 15 maggio 1870, a 21 anni, vestì l’abito di terziaria e l’anno seguente fece la professione dei voti.
Sulla sua anima si abbatteranno valanghe di calunnie, di infamia, di malevolenze. La sua risposta fu la preghiera per i nemici.
Ecco la semplice preghiera con la quale Teresa si difendeva dalle tentazioni e dalle insinuazioni del male: Mamma bella, fate che non entri in me quello che Gesù non vuole”.
Il suo Padre Direttore spi­rituale la mise terribilmente alla prova con mal­trattamenti e rimproveri di ogni genere. Teresa si comunicava tutti i giorni. Ebbene, spesso, il Padre spirituale la minacciava pubbli­camente o la scacciava dall’altare, davanti ad una folla di popolo, come indegna della S. Comunione.
A volte, le fu imposto di far penitenza in pubbli­co e chiedere perdono, a compagne e a inferiori di età; di baciar loro le mani, in ginocchio e con la faccia per terra, esclamando: “Calpestate questa fetente!”.
La giovane Teresa, che tutto accettava, diceva: “Se l’anima mia è pura di tali macchie, non è una grazia del Signore?”.
Umiliazioni e contumelie furono accolte da lei come una grazia e come una benevolenza divina, sempre perdonando e pregando per i suoi denigratori, tanto da rispondere a chi gliene parlava: Preghiamo, preghiamo per i nostri nemici.  Non dubitatene, siatene certi, la nostra fermezza nei doveri, sarà per loro un mezzo di ravvedimento”.

Publié dans Stile di vita | Pas de Commentaire »

Papa Francesco: gli allenatori educhino i giovani ai valori autentici dello sport

Posté par atempodiblog le 15 mai 2015

Papa Francesco: gli allenatori educhino i giovani ai valori autentici dello sport
Educate i giovani ai valori autentici dello sport, no alla rivalità troppo accesa e all’aggressività: è questa l’esortazione di Papa Francesco nel Messaggio rivolto ai partecipanti al Seminario Internazionale di studio sul tema “Allenatori: Educatori di persone”, organizzato a Roma dalla sezione Chiesa e Sport del Pontificio Consiglio per i Laici.
di Sergio Centofanti – Radio Vaticana

Papa Francesco: gli allenatori educhino i giovani ai valori autentici dello sport dans Fede, morale e teologia 34dpx91

Buon allenatore è provvidenziale per educazione giovani
“La presenza di un buon allenatore-educatore – afferma Papa Francesco – si rivela provvidenziale soprattutto negli anni dell’adolescenza e della prima giovinezza, quando la personalità è in pieno sviluppo e alla ricerca di modelli di riferimento e di identificazione”, quando “è più reale il pericolo di smarrirsi dietro cattivi esempi e nella ricerca di false felicità”. “In questa delicata fase della vita – sottolinea – è grande la responsabilità di un allenatore, che spesso ha il privilegio di passare molte ore alla settimana con i giovani e di avere grande influenza su di loro con il suo comportamento e la sua personalità. L’influenza di un educatore, soprattutto per i giovani, dipende più da ciò che egli è come persona e da come vive che da quello che dice”.

Saggezza di relativizzare sia le sconfitte che i successi
Dunque, osserva il Papa – è molto importante “che un allenatore sia esempio di integrità, di coerenza, di giusto giudizio, di imparzialità, ma anche di gioia di vivere, di pazienza, di capacità di stima e di benevolenza verso tutti e specialmente i più svantaggiati”. Ed è “importante che sia esempio di fede” perché la fede “ci aiuta ad alzare lo sguardo verso Dio, per non assolutizzare alcuna delle nostre attività, compresa quella sportiva, sia essa amatoriale o agonistica, ed avere così il giusto distacco e la saggezza per relativizzare sia le sconfitte che i successi”. La fede, inoltre, “ci dà quello sguardo di bontà sugli altri che ci fa superare la tentazione della rivalità troppo accesa e dell’aggressività, ci fa comprendere la dignità di ogni persona, anche di quella meno dotata e svantaggiata”.

Sport non si snaturi sotto la spinta di tanti interessi
L’allenatore – rileva Papa Francesco – può dare un contributo assai prezioso per creare un clima di solidarietà e di inclusione nei confronti dei giovani emarginati e a rischio di deriva sociale” e “se ha equilibrio umano e spirituale saprà anche preservare i valori autentici dello sport e la sua natura fondamentale di gioco e di attività socializzante, impedendo che esso si snaturi sotto la spinta di tanti interessi, soprattutto economici, oggi sempre più invadenti”.

Allenatori siano autentici testimoni di vita e di fede vissuta
L’allenatore – si legge ancora nel messaggio – come “ogni buon formatore deve ricevere una sua solida formazione. È necessario formare i formatori”. Occorre perciò “investire le necessarie risorse per la formazione professionale, umana e spirituale degli allenatori”. “Come sarebbe bello – conclude il Messaggio del Papa – se in tutti gli sport, e a tutti i livelli, dalle grandi competizioni internazionali fino ai tornei degli oratori parrocchiali, i giovani incontrassero nei loro allenatori autentici testimoni di vita e di fede vissuta!”.

Publié dans Fede, morale e teologia, Papa Francesco I, Riflessioni, Sport, Stile di vita | Pas de Commentaire »

Papa Francesco: Udienza, “anche il Signore chiede il permesso per entrare”

Posté par atempodiblog le 15 mai 2015

Papa Francesco:  Udienza, “anche il Signore chiede il permesso per entrare”  dans Fede, morale e teologia 1z1dahl

“Quando ci preoccupiamo di chiedere gentilmente anche quello che magari pensiamo di poter pretendere, noi poniamo un vero presidio per lo spirito della convivenza matrimoniale e famigliare”. Ne è convinto il Papa, che per spiegare la prima delle tre parole-chiave per la vita in famiglia ha detto che “entrare nella vita dell’altro, anche quando fa parte della nostra vita, chiede la delicatezza di un atteggiamento non invasivo, che rinnova la fiducia e il rispetto”. “La confidenza non autorizza a dare tutto per scontato” ha ammonito Francesco: “E l’amore, quanto più è intimo e profondo, tanto più esige il rispetto della libertà e la capacità di attendere che l’altro apra la porta del suo cuore”. A questo proposito il Papa ha citato le parole pronunciate da Gesù e contenute nel libro dell’Apocalisse: “Ecco, io sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me”. “Anche il Signore chiede il permesso per entrare!”, ha commentato: “Non dimentichiamolo”. “Prima di fare una cosa in famiglia – ha aggiunto a braccio – diciamo: ‘Permesso, posso farlo, ti piace che io faccia così?’…”. “Quel linguaggio educato ma pieno d’amore, questo fa tanto bene alla famiglia”, ha commentato sempre fuori testo.

Tratto da: Agenzia SIR

Publié dans Fede, morale e teologia, Papa Francesco I, Riflessioni, Stile di vita | Pas de Commentaire »

Comunità di gioia e pace, non comunità “divertenti”

Posté par atempodiblog le 15 mai 2015

Comunità di gioia e pace, non comunità “divertenti”
Le comunità paurose e senza gioia sono malate, non sono comunità cristiane: è quanto ha detto Papa Francesco nella Messa del mattino a Casa Santa Marta. 

di Sergio Centofanti – Radio Vaticana

Comunità di gioia e pace, non comunità “divertenti” dans Fede, morale e teologia 20ti0iw

Chi ha paura non ha la libertà di guardare avanti
“Paura” e “gioia”: sono le due parole della liturgia del giorno. “La paura – afferma il Papa – è un atteggiamento che ci fa male. Ci indebolisce, ci rimpiccolisce. Anche ci paralizza”. Una persona che ha paura “non fa nulla, non sa cosa fare”. E’ concentrata su se stessa, affinché “non le succeda qualcosa di male”. E “la paura ti porta a un egocentrismo egoistico e ti paralizza”. “Un cristiano pauroso è una persona che non ha capito quale sia il messaggio di Gesù”:  

“Per questo Gesù dice a Paolo: ‘Non avere paura. Continua a parlare’. La paura non è un atteggiamento cristiano. E’ un atteggiamento – possiamo dire – di un’anima incarcerata, senza libertà, che non ha libertà di guardare avanti, di creare qualcosa, di fare del bene … no, sempre: ‘No, ma c’è questo pericolo, c’è quell’altro, quell’altro …’. E questo è un vizio. E la paura fa male”.

Per una comunità paurosa tutto è vietato
“Non avere paura è chiedere la grazia del coraggio, del coraggio dello Spirito Santo che ci invia”:

“Ci sono comunità paurose, che vanno sempre sul sicuro: ‘No, no, non facciamo questo, no, no, questo non si può, questo non si può …’. Sembra che sulla porta d’entrata abbiano scritto ‘vietato’: tutto è vietato per paura. E tu entri in questa comunità e l’aria è viziata, perché è una comunità malata. La paura ammala una comunità. La mancanza di coraggio ammala una comunità”.

Distinguere paura e timor di Dio
La paura – precisa poi il Papa – va distinta dal “timore di Dio”, che “è santo, è il timore dell’adorazione davanti al Signore e il timore di Dio è una virtù. Ma il timore di Dio non rimpiccolisce, non indebolisce, non paralizza: porta avanti, verso la missione che il Signore dà”.

Un cristiano senza gioia non è cristiano
L’altra parola della liturgia è la “gioia”. “Nessuno potrà togliervi la vostra gioia” dice Gesù. E “nei momenti più tristi, nei momenti del dolore” – sottolinea il Papa – la gioia “diviene pace. Invece, un divertimento nel momento del dolore diviene oscurità, diviene buio. Un cristiano senza gioia non è cristiano. Un cristiano che continuamente vive nella tristezza, non è cristiano. E un cristiano che, nel momento delle prove, delle malattie, di tante difficoltà, perde la pace, qualcosa gli manca”:

“La gioia cristiana non è un semplice divertimento, non è un’allegria passeggera; la gioia cristiana è un dono, è un dono dello Spirito Santo. E’ avere il cuore sempre gioioso perché il Signore ha vinto, il Signore regna, il Signore è alla destra del Padre, il Signore ha guardato me e mi ha inviato e mi ha dato la sua grazia e mi ha fatto figlio del Padre … E’ quella la gioia cristiana. Un cristiano vive nella gioia”.

Comunità paurose e senza gioia sono malate
“Anche una comunità senza gioia – aggiunge il Papa – è una comunità ammalata”: forse sarà una “comunità divertente”, ma “ammalata di mondanità. Perché non ha la gioia di Gesù Cristo”. Così “quando la Chiesa è paurosa e quando la Chiesa non riceve la gioia dello Spirito Santo, la Chiesa si ammala, le comunità si ammalano, i fedeli si ammalano”. Il Papa conclude con questa preghiera: “Innalzaci, Signore, verso il Cristo seduto alla destra del Padre”, “innalza il nostro spirito. Toglici ogni paura e dacci la gioia e la pace”.

Publié dans Fede, morale e teologia, Papa Francesco I, Riflessioni, Stile di vita | Pas de Commentaire »