Giubileo, ‘Missionari Misericordia’ rimetteranno scomuniche
Papa Francesco, nella Bolla di indizione del Giubileo straordinario della Misericordia, Misericordiae vultus, afferma che durante la Quaresima dell’Anno Santo invierà in tutte le diocesi del mondo i “Missionari della Misericordia”, come “segno vivo di come il Padre accoglie quanti sono in ricerca del suo perdono”. “Saranno sacerdoti – spiega il Papa – a cui darò l’autorità di perdonare anche i peccati che sono riservati alla Sede Apostolica”. Ma quali sono questi particolari peccati? Lo spiega, alla Radio Vaticana, don Arturo Cattaneo, sacerdote della Prelatura dell’Opus Dei, teologo e canonista, docente alla Facoltà di Teologia di Lugano, che fa chiarezza anche sui compiti che avranno durante l’Anno Santo questi particolari presbiteri.
Tratto da: News.va
Non solo peccati, ma delitti
“I peccati riservati alla Sede Apostolica – spiega il canonista – sono peccati che la Chiesa ritiene particolarmente gravi, perché danneggiano dei beni importanti che la Chiesa ritiene di dover proteggere in modo speciale. Perciò, li considera non solo dei peccati ma dei veri e propri ‘delitti’ per i quali viene quindi prevista una pena canonica. Chi commette questi delitti, infatti, incorre, in alcuni casi in maniera automatica, in una pena canonica, la più grave delle quali è la scomunica. Alcuni di questi delitti sono appunto ‘riservati’ alla Sede Apostolica, nel senso che solo quest’ultima può rimettere le pene corrispondenti”.
Ma quali sono questi delitti la cui remissione è riservata alla Sede Apostolica? “Attualmente – spiega don Cattaneo – secondo il Codice di diritto canonico, sono cinque. Ma Papa Benedetto XVI ha aggiunto una sesta fattispecie che riguarda la ‘violazione del segreto del conclave’.
I cinque previsti dal diritto canonico sono: la profanazione delle specie consacrate; la violenza fisica contro il Romano Pontefice; l’ordinazione episcopale senza il mandato pontificio (il cui caso più noto è quello che ha riguardato mons. Lefebvre); il tentativo di assoluzione del complice in un peccato contro il sesto comandamento; la violazione diretta del Sigillo sacramentale, cioè del segreto della confessione”.
Scomunica ‘automatica’
“In questi sei casi – conferma il canonista – la remissione della scomunica è riservata alla Sede Apostolica”. “Infatti – spiega don Cattaneo -, trattandosi di una pena di scomunica ‘latae sententiae’, chi commette uno di questi delitti è ‘automaticamente’ scomunicato, senza necessità che il Papa, un vescovo o un tribunale, dichiari o infligga la ‘scomunica’. La scomunica può anche venir dichiarata per maggior chiarezza, come è successo nel caso di mons. Lefebvre, ad esempio, anche se non era strettamente necessario ai fini canonici”.
“Normalmente – spiega ancora il canonista – il Papa concede al Penitenziere maggiore (che attualmente è il card. Piacenza) la facoltà di assolvere da queste pene”. “Esistono però altri peccati gravi che la Chiesa considera delitti e che comportano la pena della scomunica e che non sono però riservati alla Sede Apostolica ma al vescovo diocesano; in ogni diocesi c’è un penitenziere maggiore che ha la facoltà di assolvere da tali censure. Anche i cappellani delle carceri e degli ospedali hanno tale facoltà”.
Il caso dell’aborto procurato
“Il caso più noto di questi peccati che comportano la scomunica, ma la cui assoluzione non è riservata alla Sede Apostolica – aggiunge don Cattaneo – è quello dell’aborto procurato”. “E’ un caso particolare per cui è prevista la scomunica automatica, non solo per la madre che ha abortito, ma anche per il marito o i familiari che l’hanno indotta a procurare l’aborto e per il personale medico-sanitario che vi hanno cooperato positivamente”.
Le facoltà dei missionari
E qui il canonista osserva che a questi ‘Missionari della Misericordia’ verrà concessa la facoltà di assolvere da qualsiasi pena. “Dalla scomunica riservata alla Sede Apostolica, ma anche dalle altre scomuniche, che normalmente possono rimettere solo il vescovo diocesano o il canonico penitenziere diocesano”.
“Il principale effetto della scomunica – precisa il canonista – è il divieto di accedere ai sacramenti, compreso quello della Riconciliazione. Perciò, uno scomunicato non può ricevere l’assoluzione sacramentale se prima non gli è stata rimessa la pena della scomunica”. “Abitualmente il confessore – spiega don Cattaneo – non ha il potere di rimettere la scomunica. Perciò quando riceve un penitente e constata che è scomunicato, non può semplicemente assolverlo ma deve rinviarlo, secondo il caso, o al penitenziere apostolico o a quello diocesano, perché possa, prima di ricevere l’assoluzione sacramentale, essere assolto dalla pena”. “Qui – precisa il teologo – emerge l’interesse della figura dei ‘Missionari della misericordia’ che avranno la facoltà di rimettere direttamente la scomunica e poi di concedere l’assoluzione, per facilitare la riconciliazione dei fedeli”.
Riflettere sulla gravità dei peccati
“La creazione di questa figura – conclude il teologo – mi pare una bellissima idea del Papa. Da un lato per far riflettere i fedeli sulla gravità di certi peccati. Penso soprattutto a quello dell’aborto, che fra i delitti che comportano la scomunica è sicuramente il più frequente”. “Ma, al contempo, il Papa va incontro ai fedeli con questo gesto, facendo sì che sia più facile per loro accogliere la misericordia di Dio che si manifesta attraverso la Chiesa”.
Un’occasione per riscoprire la Confessione
“Sono fiducioso che questo Anno Santo straordinario possa far riscoprire a molti fedeli la bellezza del sacramento della Misericordia, che è la Confessione”, conclude don Cattaneo. “Quelli che abbiamo citato sopra sono infatti casi speciali, ma ci sono tanti fedeli che hanno perso di vista il valore di questo sacramento che può fare un gran bene, aiutare tanta gente”. “E il Papa, fin dall’inizio del suo pontificato, si è impegnato a invitare i fedeli a riconciliarsi con Dio, a non stancarsi di chiedere perdono. Mi auguro che uno dei frutti di questo Giubileo sia proprio quello di riavvicinare tanta gente alla bellezza e alla gioia della Riconciliazione”.
Perché alcuni peccati li assolve solo il Papa?