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Il santuario di Pompei accoglie 9 eritree in fuga

Posté par atempodiblog le 8 mai 2015

Il santuario di Pompei accoglie 9 eritree in fuga
di Avvenire

Il santuario di Pompei accoglie 9 eritree in fuga dans Apparizioni mariane e santuari santuario-Pompei

Nove donne eritree sono state accolte dal Santuario della Madonna di Pompei, presso “Casa Emanuel”, la comunità che ospita donne in difficoltà, gestanti e madri con i loro bambini.

Sbarcate in Sicilia, le nove migranti, di cui due madri, rispettivamente di una bambina di 3 anni e una di 5, sono giunte nella giornata a Salerno, trasportate da una nave della Marina Militare. Accolte dalle Suore Domenicane Figlie del Santo Rosario di Pompei e dalle operatrici, le nove eritree e le loro due bambine sono state trasferite alla “Casa Emanuel”, dopo i primi controlli medici e la prima assistenza. La più giovane ha 20 anni, la più adulta ne ha 25.

“Sono tutte donne scappate dalla difficile situazione del loro Paese – spiegano al Santuario – L’accoglienza delle migranti eritree si pone sulla scia del carisma del Fondatore del Santuario e delle Opere Sociali, il Beato Bartolo Longo. Continua, dopo più di 130 anni, infatti, l’opera di ospitalità e di assistenza che il Santuario mariano assicura agli ultimi, agli emarginati, a chi, per diverse problematiche, ha bisogno di aiuto”.

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Il cardinale Bagnasco: “Bisogna essere liberi dai luoghi comuni e dire le nostre verità”

Posté par atempodiblog le 8 mai 2015

Il cardinale Bagnasco: “Bisogna essere liberi dai luoghi comuni e dire le nostre verità”
Il presidente dei vescovi italiani e vice-presidente del Consiglio delle Conferenze episcopali europee, analizza i temi all’esame dell’incontro annuale del Comitato congiunto Ccee-Kek. La preoccupazione per “le legislazioni che, fintamente tolleranti, poi diventano intolleranti verso la religione e, in particolare, la religione cristiana”. Il rifiuto della “dittatura del pensiero unico” e del “politicamente corretto”. La difesa dei valori, a partire dalla vita e il rischio di un’Europa “liquida”
di Maria Chiara Biagioni – Agenzia SIR

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“Europa, non gettare via il contributo che i cristiani del continente possono dare alla tua edificazione. Perché diventeresti una società non più libera ma schiava della solitudine e dell’isolamento. È questo il messaggio che sta emergendo a Roma dai rappresentanti delle Chiese cristiane europee riuniti per l’incontro annuale del Comitato congiunto Ccee-Kek, i due organismi europei che riuniscono le Chiese cattolica, anglicana, protestante, ortodossa. È papa Francesco a gettare per primo il sasso nello stagno. Ricevendo in Vaticano i membri del Comitato ha parlato della “sfida posta da legislazioni che, in nome di un principio di tolleranza male interpretato, finiscono con l’impedire ai cittadini di esprimere liberamente e praticare in modo pacifico e legittimo le proprie convinzioni religiose”. È il cardinale Angelo Bagnasco, presidente dei vescovi italiani e vice-presidente del Consiglio delle Conferenze episcopali europee (Ccee), ad ospitare a Roma l’incontro dei leader europei.

Eminenza, il Papa ha usato parole forti.

“Il Santo Padre ci ha parlato con molta chiarezza e paternità del rischio che l’Europa nel suo insieme non difenda abbastanza e fino in fondo la libertà religiosa ma agisca attraverso delle legislazioni che, fintamente tolleranti, poi diventano intolleranti verso la religione e, in particolare, la religione cristiana. È una realtà che tutti vediamo e che come cattolici, protestanti, ortodossi abbiamo analizzato molto seriamente e con una punta di preoccupazione seppure nella determinazione di essere lievito e sale delle nostre comunità”.

Aprendo i lavori del Comitato congiunto, Lei ha parlato della presenza nelle società europee di “sottili forme di dittatura”. Come si manifestano?
“Innanzitutto questa ‘dittatura del pensiero unico’ che anche il Santo Padre ha richiamato spesso, si esprime e si rivela nel cosiddetto ‘politicamente corretto’. Per cui se uno dice o non dice determinate cose che invisibilmente sono codificate dal pensiero dominante, viene messo alla gogna. Questa è una forma di persecuzione. Bisogna essere liberi, assolutamente liberi, rispettosamente liberi da quelli che sono i luoghi comuni e poter quindi dire certe cose e non dirne altre con libertà e direi anche biblicamente con parresia, cioè con il desiderio di aiutare la costruzione di una umanità migliore. Si tratta di dire le verità che per noi cristiani hanno la loro radice fondamentale e la loro perfezione in Gesù Cristo, ma non per questo sono confessionali”.

A quali verità fa riferimento?
“Ai valori. Ai valori della vita. Pensiamo, per esempio, alle leggi sull’eutanasia nelle sue diverse forme. Pensiamo alle leggi sull’aborto che è discusso in sede europea come possibile diritto fondamentale e che verrebbe quindi ad annullare la possibilità dell’obiezione di coscienza. Sarebbe una cosa gravissima. Pensiamo ancora alla discussione in sede europea circa il cosiddetto aborto post-partum, che è un infanticidio. Pensiamo al disfacimento e all’indebolimento dell’istituto familiare. Ovunque, in tutta Europa, è minata la famiglia fondata sul matrimonio religioso – per i cristiani e i credenti – o civile, che è la prima scuola di civiltà, di socialità, grembo naturale della vita. Pensiamo all’utero in affitto che è una cosa aberrante perché si sfruttano donne che per necessità affittano il loro corpo. È una cosa indegna per una civiltà, assolutamente indegna che viene invece contrabbandata quasi come un atto di benevolenza e di carità. Bisogna dire tranquillamente che è un’ipocrisia. E oltre tutto, è una possibilità solo per i ricchi, perché soltanto i ricchi possono affittare a caro prezzo un povero corpo di una donna”.

Un’Europa che ignora questi valori e non dà voce a chi la pensa diversamente, cosa è destinata a diventare?
“Purtroppo l’Europa se prosegue su questa strada, sulla strada di un forte soggettivismo etico, valoriale e antropologico, si spappola. Diventa una società liquida, come dice Bauman, dove non ci guadagna la persona perché la persona si troverà sempre più sola in una società di questo tipo dove tutto è equivalente, dove tutto è possibile, tutto e il contrario di tutto. In un contesto così, la persona non è più libera ma diventerà sempre più schiava della propria solitudine, del proprio isolamento. Non esisterà più una società solidale secondo la tradizione dell’Europa. Sarà estremamente grave, ma ne stiamo già vedendo alcuni indizi”.

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Padre Pio e la Madonna di Pompei

Posté par atempodiblog le 8 mai 2015

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Padre Pio aveva una “stima grandissima” di Bartolo Longo, originario della provincia di Brindisi e fondatore del Santuario della Beata Vergine del Rosario di Pompei, e lo incoraggiava nelle sue iniziative.

In occasione dei 50 anni delle stimmate il Cappuccino ricevette da un devoto napoletano un bouquet di rose rosse, ne prese una e disse al donatore: “porta alla Madonna di Pompei questa rosa per me”.

Qualche giorno dopo padre Pio morì e la rosa, rimasta fresca, si richiuse in un bocciolo, che si conserva ancora.

Tratto da: La voce di padre Pio

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