Il Trattato della vera devozione alla Beata Vergine: elogi da parte dei Papi
Posté par atempodiblog le 28 avril 2015
Il Trattato della vera devozione alla Beata Vergine: elogi da parte dei Papi
di padre Stefano De Fiores
San Pio X raccomandò “caldamente il Trattato della vera devozione alla beata vergine Maria mirabilmente composto” (1908). Benedetto XV lo ritenne un libretto “di somma soavità e di grande peso” (1916). Pio XII invitò i pellegrini convenuti per la canonizzazione del Montfort ad “attingere nel tesoro degli scritti e degli esempi del nostro Santo ciò che ha costituito il fondo della sua devozione mariana”, ricordando però che nessuna forma ne può rivendicare il monopolio nella Chiesa (1947).
Più recentemente Paolo VI ha esortato a scoprire sempre più i segreti dell’esperienza spirituale del Montfort: “Vivere e annunciare Gesù Cristo, Sapienza Eterna, far conoscere e amare Maria, che conduce sicuramente a Gesù” (1973). Lo stesso papa si era posto su una linea monfortana invitando “tutti i figli della Chiesa a rinnovare personalmente la propria consacrazione al Cuore Immacolato della Madre della Chiesa (Signum magnum, 13-5-1907).
Il massimo grado di ufficialità è raggiunto dal Montfort con Giovanni Paolo II. Questi si dichiara debitore del Trattato della vera devozione a Maria per la “svolta decisiva” impressa alla sua devozione mariana mentre lavorava da seminarista clandestino alla Solvay di Cracovia: “Ricordo d’averlo portato per molto tempo con me, anche nella fabbrica di soda, tanto che la sua bella copertina era macchiata di calce. Rileggevo continuamente l’uno dopo l’altro certi passi. […] Ne è conseguito che alla devozione della mia infanzia e anche della mia adolescenza verso la Madre di Cristo si è sostituito un nuovo atteggiamento, una devozione venuta dal più profondo della mia fede, come dal cuore stesso della realtà trinitaria e cristologica”.
Non meraviglia pertanto che l’unico autore moderno citato da Giovanni Paolo II nell’enciclica Redemptoris Mater (1987) sia proprio il Montfort. Non solo per l’influsso da lui ricevuto, ma soprattutto a motivo dell’impostazione cristocentrica della spiritualità mariana esposta nel Trattato: “[…] mi è caro ricordare, tra i tanti testimoni e maestri di tale spiritualità, la figura di san Luigi Maria Grignion de Montfort il quale proponeva ai cristiani la consacrazione a Cristo per le mani di Maria, come mezzo efficace per vivere fedelmente gli impegni battesimali”.
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