Il mondo con Gesù nel sepolcro
Posté par atempodiblog le 3 avril 2015
Il mondo con Gesù nel sepolcro
di Mario Adinolfi – La Croce – Quotidiano
Su questo giornale avete letto della lectio magistralis di Paolo Flores d’Arcais, pubblicata integralmente su due pagine da Repubblica, che chiedeva “l’esilio di Dio”. Ecco, Dio si è fatto crocifiggere, oggi è morto, è nella tomba con un grosso masso a far da sigillo e due soldati a far da guardia perché ne temete persino il cadavere. Che mondo è questo con un Dio ucciso e sepolto? Anche meglio che esiliato, giusto Flores?
Secondo Ivan Karamazov è il mondo dove “tutto è permesso”. Se Dio non c’è, si può far tutto perché allora è l’uomo stesso ad essere Dio. Ognuno può proclamare la propria legge, ogni limite può essere forzato. La spiegazione di Ivan Karamazov è suggestiva: “Secondo me, non c’è nulla da distruggere, fuorché l’idea di Dio nell’umanità; ecco di dove occorre cominciare! È di qui, di qui che si deve partire, o ciechi, che non capite nulla! Una volta che l’umanità intera abbia rinnegato Dio (e io credo che tale epoca, a somiglianza delle epoche geologiche, verrà un giorno), tutta la vecchia concezione cadrà da sé, senza bisogno di antropofagia, e soprattutto cadrà la vecchia morale, e tutto si rinnoverà. Gli uomini si uniranno per prendere alla vita tutto ciò che essa può dare, ma unicamente per la gioia e la felicità di questo mondo. L’uomo si esalterà in un orgoglio divino, titanico, e apparirà l’uomo-dio. Trionfando senza posa e senza limiti della natura, mercé la sua volontà e la sua scienza, l’uomo per ciò solo proverà ad ogni istante un godimento cosí alto da tenere per lui il posto di tutte le vecchie speranze di gioie celesti. Ognuno saprà di essere per intero mortale, senza resurrezione possibile, e accoglierà la morte con tranquilla fierezza, come un dio. Per fierezza comprenderà di non dover mormorare perché la vita è solo un attimo, e amerà il fratello suo senza ricompensa”.
Vediamo se la teorizzazione di Karamazov è stata ben applicata. Dove Dio è stato proclamato morto per legge dello Stato, penso ai regimi comunisti, c’è stata solo povertà e morte, in totale assenza di libertà. Dove Dio è stato ucciso da una progressiva secolarizzazione fatta di sorrisini e ironie in odium fidei, cioè persino nel nostro Occidente cristiano, si prendono gli aerei e ci si schianta su una montagna, si varano leggi che trasformano le persone in cose e permettono la compravendita degli esseri umani con contemporaneo sfruttamento delle donne bisognose, si ammazzano milioni di bambini con gli aborti motivati spesso da questioni decisive come la carriera da non pregiudicare e la taglia dei pantaloni da mantenere intatta. Secondo me, vista all’opera questa umanità intera che ha “rinnegato Dio”, Ivan Karamazov troverebbe piuttosto fallace questa sua teoria.
Flores d’Arcais no, lui è tipo che sa applicare la tenacia contro ogni evidenza. Le associazioni Lgbt che hanno difeso il circolo gay del Cassero che del crocifisso faceva solo uso osceno e blasfemo, affermando che la sola esistenza della Chiesa è “velenosa” celebrereranno oggi un pride davanti al Sepolcro? Questo è il loro giorno. Cristo non c’è, Cristo è morto. Morto come gli studenti cristiani uccisi e tenuti in ostaggio in Kenia ieri dai terroristi (rilasciati gli studenti musulmani). Morto come i 129 morti sul lavoro in poco più di novanta giorni in Italia nel 2015. Morto come i centodiecimila bambini abortiti solo in Italia lo scorso anno.
L’umanità si sente sconfinatamente sola e piange e quasi senza farsi sentire prega affinché torni. Sapete quali sono le ultime due parole pronunciate in lingue diverse dai passeggeri del volo Germanwings pochi secondi prima di schiantarsi, da tutti, quasi all’unisono? Sono raccolte in un breve video tra urla e pianti. Dicono tutti: “Mio Dio”. Tutti, istintivamente. Una breve ultima preghiera che si somma, lo so, alla preghiera sommessa e quasi inconsapevole di una umanità sconsolata davanti al Sepolcro. Se Cristo è morto, oggi che Cristo muore in croce ancora, tutto è permesso. Ma che libertà è senza di Lui? Tendiamo le orecchie nell’ascolto della smisurata preghiera, uniamo la nostra. E’ come il mormorio di un vento leggero. Dio, che è in quel vento, avrà voglia ancora di ascoltare?
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