Radio Maria nelle carceri
Il gran lavoro dei nostri volontari per portare sorriso e conforto ai detenuti
Tratto da: Il giornalino di Radio Maria
“Non ero mai passata davanti a una chiesa in vita mia, ma ringrazio Dio per aver vissuto questo momento di preghiera”. Il ricordo della testimonianza di una giovane del carcere Pagliarelli fa ancora commuovere Giuseppe che due anni fa, insieme agli altri volontari dello Studio mobile di Palermo, ha trasmesso l’“Ora di Spiritualità” da uno dei carceri più affollati d’Italia (1181 persone, tra uomini e donne): “È stata un’esperienza incredibile: siamo stati accolti benissimo sia dai cappellani che dalle autorità, che in occasione della nostra diretta hanno dimostrato una grande carità nei confronti dei 200 detenuti che hanno preso parte alla trasmissione. Prima di andare in onda siamo andati quattro volte a fare le prove e tutti hanno sempre partecipato, due di loro ci hanno addirittura aiutato a risolvere un problema tecnico”.
Stessa grande accoglienza, l’anno scorso, nel carcere di Trapani, che ospita 445 persone: “Il detenuto-artista che ha decorato il salone da dove abbiamo trasmesso ha voluto anche disegnare una bellissima Madonna in onore di Radio Maria”, dice Giuseppe, che non vede l’ora di tornare al Pagliarelli l’8 maggio, per trasmettere il Rosario e la santa Messa con i Vespri.
Non c’è dubbio: ogni volta che i volontari di Radio Maria entrano in uno dei 233 istituti di pena italiani per realizzare una trasmissione di preghiera è sempre una festa e alla fine, nel cuore di tutti, rimane sempre qualcosa di speciale, un sentimento di gioia e di gratitudine che rappresenta il giusto premio per un lavoro molto impegnativo. Dietro ogni diretta, infatti, c’è un’organizzazione che coinvolge detenuti, volontari, personale carcerario e che parte con diverse settimane di anticipo, necessarie per prendere contatto con i cappellani, ottenere il via libera dalle autorità, inoltrare le richieste d’ingresso negli istituti, risolvere i problemi tecnici che, in strutture così protette, inevitabilmente si moltiplicano. Eppure, nonostante tutte le difficoltà, ogni mese i nostri Studi mobili ci assicurano almeno una trasmissione dal carcere e, nel 2015, il numero dei collegamenti potrebbe addirittura aumentare.
Merito del progetto “Madre di Misericordia”, un altro “miracolo di volontariato” che ha reso ancora più stretto e fecondo il rapporto che da sempre lega Radio Maria al mondo del carcere. Dal 2011, infatti, la piccola squadra di volontarie capitanata dalla signora Giò Carrozza è stata in grado di contattare pressoché tutti i 242 cappellani italiani e di inviare loro rosari, vangeli, libretti di preghiera, immagini e soprattutto ben 15mila delle nostre radioline a forma di Madonna stilizzata, appositamente studiate per rispettare gli standard di sicurezza imposti per l’ingresso in carcere. Sussidi molto apprezzati dai sacerdoti e soprattutto dai detenuti, che ci mandano lettere commoventi.
“Ringrazio particolarmente Padre Livio che pregando si ricorda sempre di noi – ha scritto di recente un detenuto di Rebibbia –: stia certo che le nostre preghiere arriveranno anche a lui e a tutta l’associazione Radio Maria. Sono qui in attesa di una vostra parola di conforto che sempre mi portate”. Un conforto che si avverte in modo particolare ascoltando “Ero carcerato e siete venuti a trovarmi”, la trasmissione condotta da don Giacomo Martino, cappellano del carcere di Genova-Pontedecimo, in onda il quarto e quinto lunedì del mese alle 22.45: un appuntamento molto apprezzato non solo da detenuti e addetti ai lavori, ma anche dagli ascoltatori che intervengono numerosi per porre le loro domande e conoscere più da vicino questo pezzo di società intriso di sofferenza ma anche di grande speranza, che troppo spesso tendiamo a rimuovere.