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Celebrazione speciale del mistero dell’Incarnazione

Posté par atempodiblog le 24 mars 2015

Celebrazione speciale del mistero dell’Incarnazione
dal ‘Trattato della vera devozione alla santa Vergine’ di  San Luigi Maria Grignion de Montfort

Celebrazione speciale del mistero dell'Incarnazione dans Fede, morale e teologia Annunciazione-Incarnazione

[I devoti di Maria] Avranno una speciale devozione per il grande mistero dell’Incarnazione del Verbo, il 25 marzo, che è il mistero tipico di questa devozione. Essa infatti è stata ispirata dallo Spirito Santo:

1°. per onorare e imitare la misteriosa dipendenza che il Figlio di Dio ha voluto avere da Maria, a gloria di Dio suo Padre e per la nostra salvezza; tale dipendenza appare in modo particolare in questo mistero, nel quale Gesù Cristo è come prigioniero e schiavo nel seno della divina Maria e da lei dipende in ogni cosa;

2°. per ringraziare Dio delle grazie eccezionali che ha fatto a Maria e particolarmente di averla scelta come sua degnissima Madre: scelta che è avvenuta in questo mistero. Ecco i due fini principali della schiavitù di Gesù Cristo in Maria.

Ti prego di osservare come io dica di solito: schiavo di Gesù in Maria, o schiavitù di Gesù in Maria. In verità, come molti hanno fatto finora, si può anche dire: schiavo di Maria, o schiavitù della Santa Vergine; ma credo sia meglio dirsi schiavo di Gesù in Maria, come il Tronson, superiore generale del Seminario di San Sulpizio, famoso per la sua rara prudenza e per la pietà consumata, lo ha consigliato a un ecclesiastico che lo consultava a questo proposito. Ecco il perché.

1°. Poiché viviamo in un secolo pieno di orgogliosi, con tanti intellettuali pieni di se, spiriti forti e critici, che trovano a ridire anche sulle pratiche di pietà più solide e meglio motivate, per non dare loro occasione di critica senza necessità, è meglio dire schiavitù di Gesù Cristo in Maria, o dirsi schiavo di Gesù Cristo, piuttosto che schiavo di Maria. Così facendo, la presente devozione prende nome da Gesù Cristo, suo fine ultimo, piuttosto che da Maria, che è il cammino e il mezzo per arrivare a questo fine; ma in realtà si può usare l’una o l’altra espressione, senza scrupolo, come faccio io. Per esempio, se uno viaggia da Orleans a Tours, passando per Amboise, può ben dire che va ad Amboise, o che va a Tours; che è in cammino per Amboise, o per Tours; la differenza tuttavia è che Amboise rappresenta la strada dritta per andare a Tours, e che in effetti è Tours il fine ultimo e il termine del viaggio.

2°. Poiché il mistero principale che si vuol celebrare e onorare in questa devozione è il mistero dell’Incarnazione, nel quale Gesù Cristo appare in Maria, fatto uomo nel suo grembo, è più appropriato dire schiavitù di Gesù in Maria, di Gesù che abita e regna in Maria, come dice quella bella preghiera recitata da persone illustri: “O Gesù vivente in Maria, vieni e vivi in noi, nel tuo spirito di santità…”.

3°. Questo modo di esprimersi sottolinea meglio l’intima unione che c’è tra Gesù e Maria. Essi sono così intimamente uniti, che l’uno è tutto nell’altro: Gesù è tutto in Maria, e Maria è tutta in Gesù; o piuttosto, ella non esiste più, ma è Gesù solo che è in lei; si potrebbe più facilmente separare la luce dal sole, che Maria da Gesù: tanto che Gesù Cristo Signore può essere chiamato Gesù di Maria, e la Vergine Santa può essere detta Maria di Gesù.

Il tempo non mi permette qui di fermarmi a spiegare le eccellenze e le grandezze del mistero di Gesù che vive e regna in Maria, cioè dell’Incarnazione del Verbo. In due parole, voglio solo dire che abbiamo qui il primo mistero di Gesù Cristo, il più nascosto, il più alto e il meno conosciuto. E’ in questo
mistero che Gesù, in accordo con Maria e nel suo grembo – chiamato per questo dai santi: la sala dei segreti di Dio – ha scelto tutti gli eletti. In questo mistero egli ha operato tutti i misteri della sua vita che sono venuti in seguito, poiché li aveva accettati: Entrando nel mondo, Cristo dice: “Ecco, io vengo per fare, o Dio, la tua volontà…”. Perciò questo mistero è una sintesi di tutti i misteri; esso contiene la volontà e la grazia di tutti gli altri. E infine, questo mistero è il trono della misericordia, della liberalità e della gloria di Dio. Trono della sua misericordia verso di noi, poiché non ci possiamo avvicinare a Gesù, né parlargli, se non per mezzo di Maria; non possiamo vedere Gesù, né parlargli, se non mediante Maria. Ora Gesù ascolta sempre la sua cara Madre e concede sempre la sua grazia e la sua misericordia ai poveri peccatori: “Accostiamoci dunque con fiducia al trono della grazia”. E’ il trono della sua liberalità verso Maria poiché, mentre questo nuovo Adamo dimorava in questo paradiso terrestre, operava tante meraviglie nel segreto, che né gli angeli, né gli uomini possono comprendere; ecco perché i santi chiamano Maria la magnificenza di Dio, come se Dio non fosse magnifico che in Maria. Ed è il trono della gloria che Gesù rende al Padre suo: è infatti in Maria che Gesù Cristo ha placato in modo perfetto il Padre suo, irritato contro gli uomini; ed ha riparato in modo perfetto la gloria che il peccato aveva portato via; con il sacrificio che gli fece della sua volontà e di se stesso, gli rese più gloria che non tutti i sacrifici dell’Antica Legge; insomma gli ha reso una gloria infinita che mai il Padre aveva ancora ricevuto da parte dell’uomo.

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Atto di devozione per l’Annunciazione del Signore

Posté par atempodiblog le 24 mars 2015

Atto di devozione per l’Annunciazione del Signore (nel giorno della sua festa liturgica –  25 marzo)
del Beato Giustino Maria della Santissima Trinità Russolillo

Atto di devozione per l'Annunciazione del Signore dans Don Giustino Maria Russolillo 2qjiu4h
Annunciazione, di Filippo Lippi (Alte Pinakothek, Monaco)

Veniamo con l’arcangelo Gabriele a salutarti da parte della SS. Trinità, o SS. Vergine Maria! O piena di grazia sin dal primo istante della concezione immacolata, la pienezza iniziale della tua divina grazia non ha giammai cessato di elevarsi e di arricchirsi di nuovi tesori di grazie.

O Vergine Maria, per la tua pienezza di grazie, ottienici di mai perdere la grazia di Dio, di crescere sempre nella grazia di Dio e di compiere tutte le nostre azioni con una perfezione che corrisponda a tutta la potenza di grazia, di virtù e doni presenti nell’ anima!

Il Signore è con te, o SS. Maria! Per tua intercessione sia sempre anche con noi! E come in te, così anche in noi, per il suo amore infinito che non dice mai “basta”, venga per elevarci ad un grado di unione con lui sempre più alto!

O SS. Maria, tu non hai mai contristato o dimenticato la divina inabitazione, tu hai sempre cooperato con la divina azione, tu hai sempre corrisposto alla divina relazione! Ottienici perfetta contrizione del modo indegno con cui sinora abbiamo trattato Dio in noi!

Benedetta tu fra tutte le donne, santissima Vergine Maria, perché con la tua verginità piacesti al Signore e con la tua umiltà divenisti sua madre, per virtù dello Spirito Santo, che ti aveva preparata con prodigi di santificazione e così, in te, operava l’incarnazione del Verbo!

Confessiamo, pieni di confusione, la nostra superbia che ci fa, in tutto e per tutto, non graditi a Dio e al prossimo, e glorifichiamo, nel cielo della tua umiltà, il sole delle umiliazioni del Verbo incarnato, umiliato e immolato in ogni suo atto e stato di uomo, Dio e specialmente nella sua ubbidienza sino alla morte di croce!

O SS. Vergine Maria, non cesseremo di glorificare tre volte al giorno la tua annunciazione e la conseguente divina incarnazione del Verbo in te e la tua divina maternità verginale! E tu non cessare di operare, con lo Spirito Santo, la formazione di Gesù in noi.

Nulla è impossibile al cospetto di Dio,o Maria! Nulla si nega alla tua preghiera. Il tuo “fiat” rassomiglia al “fiat” del Creatore! Uniamo il nostro al “fiat” di Dio e tuo, o Maria. Ecco, o SS. Trinità, ecco i tuoi servi e amanti, si faccia in noi secondo la tua gloria, amore e volontà!

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Festa dell’Annunciazione: “Si”

Posté par atempodiblog le 24 mars 2015

Festa dell’Annunciazione: “Si”
Tratto da: Filia Ecclesiae

Festa dell’Annunciazione: “Si” dans Fede, morale e teologia 2mo8q35

La risposta essenziale di Maria all’Annunciazione: il suo semplice «sì».

[Maria] si dichiara serva del Signore. «Avvenga per me secondo la tua parola» (Lc 1,38).

Bernardo di Chiaravalle, in una sua omelia di Avvento, ha illustrato in modo drammatico l’aspetto emozionante di questo momento. Dopo il fallimento dei progenitori, tutto il mondo è oscurato, sotto il dominio della morte. Ora Dio cerca un nuovo ingresso nel mondo. Bussa alla porta di Maria. Ha bisogno della libertà umana. Non può redimere l’uomo, creato libero, senza un libero «sì» alla sua volontà. Creando la libertà, Dio, in un certo modo, si è reso dipendente dall’uomo. Il suo potere è legato al «sì» non forzato di una persona umana.

Così Bernardo mostra come, nel momento della domanda a Maria, il cielo e la terra, per così dire, trattengono il respiro. Dirà «sì»? Lei indugia… Forse la sua umiltà le sarà d’ostacolo? Per questa sola volta – le dice Bernardo – non essere umile, bensì magnanima! Dacci il tuo «sì»! È questo il momento decisivo, in cui dalle sue labbra, dal suo cuore esce la risposta: «Avvenga per me secondo la tua parola».

È il momento dell’obbedienza libera, umile e insieme magnanima, nella quale si realizza la decisione più elevata della libertà umana. Maria diventa madre mediante il suo «sì». I Padri della Chiesa a volte hanno espresso tutto ciò dicendo che Maria avrebbe concepito mediante l’orecchio – e cioè: mediante il suo ascolto. Attraverso la sua obbedienza, la Parola è entrata in lei e in lei è diventata feconda. In questo contesto, i Padri hanno sviluppato l’idea della nascita di Dio in noi attraverso la fede e il Battesimo, mediante i quali sempre di nuovo il Logos viene a noi, rendendoci figli di Dio. Pensiamo, per esempio, alle parole di sant’Ireneo: «Come l’uomo passerà in Dio, se Dio non è passato nell’uomo  Come abbandoneranno la nascita per la morte, se non saranno rigenerati mediante la fede in una nuova nascita, donata in modo meraviglioso ed inaspettato da Dio, nella nascita dalla Vergine, quale segno della salvezza?»

Tratto dal libro L’infanzia di Gesù di Joseph Ratzinger-Benedetto XVI  (capitolo 2. – pp. 46 – 47)

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