Papa Francesco a Poggioreale: nessuno può dire “io non merito di essere carcerato”
Posté par atempodiblog le 22 mars 2015
Momento toccante della visita del Papa a Napoli, l’incontro con i detenuti nel carcere di Poggioreale e le parole improvvisate al termine del pranzo che ha consumato con loro. Parole di speranza alle domande di due detenuti: come fare per continuare ad alimentare la fede in Dio che ho ritrovato in carcere, una volta libero? E ancora: troveremo accoglienza fuori da queste mura?
di Roberto Piermarini – Radio Vaticana
Mantenere la fede una volta usciti dal carcere con le tentazioni che li aspettano e senza gli aiuti spirituali ricevuti “non è facile – ha detto il Papa – ma non impossibile”. Ma bisogna andare avanti e non scoraggiarsi. Francesco ha poi ripreso una frase del card. Sepe secondo cui il nocciolo della morale cristiana non sta nel non cadere, ma nel rialzarsi subito. “Tutti nella vita abbiamo fatto sbagli – ha osservato il Papa – E perché a me è accaduto questo ed a te, che hai fatto più sbagli di me, no?”.
“Sono le cose della vita. Ma nessuno può dire io non merito, io non merito”. Nessuno può dire “io non merito di essere carcerato”. Nessuno. “Tutti abbiamo sbagliato. Tutti, io per primo. Tutti. E perché voi e non altri? Sono cose inspiegabili della vita e la vita dobbiamo prenderla come viene. E alzarsi sempre e andare avanti”.
La mancata accoglienza dei detenuti – in risposta alla seconda domanda – Papa Francesco l’ha definita una delle crudeltà più grandi della società di oggi.
Per l’accoglienza è necessario un lavoro di educazione della gente che ha sempre un giudizio morale sui detenuti.
Francesco ha poi ricordato che il primo santo canonizzato nella Chiesa è stato un condannato a morte: il buon ladrone a cui Gesù ha detto sulla croce “Oggi sarai con me in Paradiso”. “Nel momento in cui sei condannato a morte, solo perché hai guardato Cristo, il Signore ti rinnova la vita. E questo è quello che la società deve imparare. Quando Lui perdona dimentica – ha proseguito il Papa – Nessuno ha il diritto di non dimenticare ad una persona che ha pagato, che ha chiesto perdono alla società. Ma la società non lo impara. E per questo tanti si scandalizzano di Gesù che andava con i pubblicani, con i ladri e le prostitute
“Questi, i pubblicani e le prostitute, entreranno prima di voi nel Regno dei cieli”. Ma questo, la società non l’ha imparato. E per questo la nostra società ancora non è cristiana. Si dice cristiana, vuole essere cristiana, ci sono tanti santi e tanti cristiani, si. Ma la società come tale è più pagana che cristiana, perché non ha capito questo di Gesù”.
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