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“Assurdo” e “sciocco” contrapporre Benedetto a Francesco

Posté par atempodiblog le 31 janvier 2015

“Figlioli miei, tenete come nemici della religione coloro che colle parole o cogli scritti offendono l’autorità del Papa e cercano di scemare, l’ubbidienza ed il rispetto do­vuto ai suoi insegnamenti ed ordini”.

“Ricordatevi che dobbiamo stringerci intorno a lui, e che la nostra salvezza sta solo col Papa e nel Papa”.

San Giovanni Bosco

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“Assurdo” e “sciocco” contrapporre Benedetto a Francesco
Monsignor Georg Gainswein definisce “irresponsabili” i giornalisti che affermano l’attuale coesistenza di un papa e di un antipapa
di Luca Marcolivo – Zenit

I “giornalisti” che criticano papa Francesco, contrapponendolo in negativo al predecessore Benedetto XVI, dimostrano un comportamento “sciocco e irresponsabile”. Lo ha dichiarato monsignor Georg Gainswein, segretario del pontefice emerito, ed attuale prefetto della Casa Pontificia, in un’intervista al settimanale tedesco Christ & Welt.

A quasi due anni dalle dimissioni di papa Ratzinger e dall’elezione del suo successore argentino, Gaiswein si è soffermato su alcuni aspetti dell’attuale pontificato, per certi versi in ‘discontinuità’ rispetto al precedente, quantomeno sul piano formale.

Il Prefetto della Casa Pontificia ha avuto tuttavia parole elogiative per Bergoglio, dichiarando di aver apprezzato in particolare il discorso sulle “quindici malattie” della Curia Romana, da lui definito “interessante” ed “emozionante”.

“Normalmente, il Papa utilizza l’udienza di Natale per guardare all’ultimo anno di attività e dare uno sguardo al prossimo. Questa volta è stato diverso. Francesco ha preferito, rivolgendosi a vescovi e cardinali, mettere uno specchio davanti agli occhi della loro coscienza”, ha commentato monsignor Gainswein, secondo il quale, tuttavia, l’impressione di “una crepa tra il Papa e la Curia” è “ingannevole, perché non coincide con la realtà”.

Le scelte innovative di Francesco in merito alla gestione della Curia, l’austerità, il suo “alto grado di flessibilità” sono ormai diventati “normalità quotidiana” e lo confermano “uomo di straordinaria creatività e con lo swing dell’America Latina”.

Il Prefetto della Casa Pontificia definisce “aggressivo” il rapporto di papa Bergoglio con i media, da lui usati “in modo intenso e diretto”. Quanto agli equivoci e ai malintesi che talora si sono creati, in special modo in alcune interviste e conferenze stampa del Santo Padre, Gainswein ha affermato che “le correzioni sono necessarie se alcune dichiarazioni portano a malintesi e hanno echi in certi siti”.

Il segretario di papa Ratzinger ha inoltre dichiarato di non condividere il pensiero di chi sostiene la maggiore attenzione di Bergoglio alla “cura dottrinale”, piuttosto che alla “dottrina”.

In particolare in merito al tema dei divorziati risposati, Gainswein afferma: “Non conosco dichiarazioni dottrinali di Francesco che siano contrarie a quelle del suo predecessore. Questo sarebbe assurdo”.

Non esistono poi, secondo il presule, “circoli tradizionalisti” che riconoscono Benedetto XVI come “antipapa”, ad eccezione dei “rappresentanti dell’Alleanza teologica” e di “alcuni giornalisti”.

“Parlare di un antipapa è semplicemente sciocco, e allo stesso tempo irresponsabile. Va nella direzione di provocare un incendio nel dibattito teologico”, ha dichiarato il Prefetto della Casa Pontificia.

A seguito della sua decisione di rinunciare al Pontificato, Benedetto XVI è “in pace e convinto che quella fu la decisione corretta e necessaria”, oltre che “sofferta e presa con coscienza, tra un uomo e Dio”.

Il fatto della rinuncia “non è stato facile accettarlo”, ha detto monsignor Gainswein. “Ho dovuto lottare per andare avanti. La lotta è ora più facile”, ha aggiunto.

“Il giorno della sua elezione come Papa, ho promesso che lo avrei aiutato in vita e in morte. Non avevo tenuto in considerazione che avrebbe potuto rinunciare. Ma la promessa è salda e ancora valida”, ha poi concluso il segretario del Pontefice emerito.

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Tennis, Australian Open: trionfo Fognini-Bolelli! E’ fatta la storia

Posté par atempodiblog le 31 janvier 2015

Tennis, Australian Open: trionfo Fognini-Bolelli! E’ fatta la storia
Finisce 6-4 6-4 per gli azzurri, che dominano i francesi Nicolas Mahut e Pierre-Hugues Herbert. Ultimo doppio tutto azzurro a vincere lo Slam Pietrangeli-Sirola a Parigi nel 1959
Tratto da: La Gazzetta dello Sport

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Lo sport italiano marca il 31 gennaio 2015: una data che sarà ricordata nell’albo delle cose belle, bellissime, da ricordare. Simone Bolelli e Fabio Fognini riportano l’Italia in trionfo in un torneo del Grande Slam conquistando il torneo di doppio a Melbourne, aggiudicandosi, primi italiani nella storia, il doppio degli Australian Open.

Il bolognese e il ligure hanno superato alla grande l’ultimo ostacolo con un 6-4 6-4 sui francesi Nicolas Mahut e Pierre-Hugues Herbert in un match senza storia, con gli azzurri che hanno strappato il break decisivo nei due set al momento giusto. Uno doppio tutto azzurro in uno Slam non si vedeva dal 1959, quando a vincere furono Nicola Pietrangeli e Orlando Sirola, che 56 anni fa vinsero il Roland Garros battendo in finale gli australiani Roy Emerson e Neale Fraser (6-3 6-2 14-12). L’ultimo italiano a trionfare in un Slam fu 38 anni e mezzo fa Adriano Panatta, che nel giugno del 1976 vinse il Roland Garros battendo in finale l’americano Harold Solomon.

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Kamil Glik e la forza della fede

Posté par atempodiblog le 31 janvier 2015

Kamil Glik e la forza della fede

Kamil Glik e la forza della fede dans Sport 2nl8snq

Mai il Toro aveva avuto un capitano straniero, ma Glik sta stupendo tutti dopo le infelici parentesi di Palermo e Bari.
La forza gli arriva anche dalla sua fede, espressa direttamente sulla fascia con una citazione di Papa Giovanni Paolo II: «Come al tempo delle lance e delle spade, così anche oggi, nell’era dei missili, a uccidere, prima delle armi, è il cuore dell’uomo». Ogni riferimento ai fatti di Parigi non sembra casuale e questo rende Glik ancora più speciale.

di Gianluca Oddenino – La Stampa

Documentario realizzato dalla Federazione polacca sul capitano del Toro:

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Alcuni pensieri di don Bosco

Posté par atempodiblog le 31 janvier 2015

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Giudicare
Siate sempre facili a giudicare bene del prossimo, e quan­do non potete altro, giudicate bene delle intenzioni, scusandolo almeno per queste. VI,694.

Quando ti è fatto rapporto intorno a qualcheduno, procura di rischiarare bene il fatto prima di giudicare. Spes­so ti saranno dette cose che sembrano gravi e sono sol­tanto paglie. VI,524.

Il Santo Padre
Figlioli miei, tenete come nemici della religione coloro che colle parole o cogli scritti offendono l’autorità del Papa e cercano di scemare, l’ubbidienza ed il rispetto do­vuto ai suoi insegnamenti ed ordini. V,573.

Parlare con disprezzo
Guardatevi dal parlare con disprezzo di un giovane per qualche difetto, massime alla presenza sua o dei compagni. VII,508.

La Pazienza
Ci sia il vero zelo, sì… ma sempre pacatamente, con dolcezza, con pazienza. III,456.

Se volete ottenere molto dai vostri allievi, non mostratevi mai offeso contro alcuno. XVII,271.

Predicare
Il dogma va predicato. Esso è la sostanza della nostra Reli­gione, quindi è necessario che i fedeli ne siano istruiti e lo conoscano: esso ha relazione intima colla morale. Il dogma va predicato:
1) perché esso è la parte più nobile e vitale della religione;
2) il dogma è il segno, il carattere con cui il fedele si distingue dall’infedele;
3) il dogma è ger­me delle virtù soprannaturali;
4) il dogma è la materia del­la nostra fede: perché “fides est sperandarum substantia rerum”, dice san Paolo, “non apparentium”; e deve essere noto ai fedeli, affinché possa essere esercitata la loro fede;
5) il dogma dimostra la relazione che passa tra le verità naturali e le soprannaturali. Supera la forza della ragione, ma non è mai contrario a questa. Vi è tal nesso tra le verità dogmatiche, che negata una logicamente si dovrebbero negare tutte;
6) il dogma va predicato, perché nutrisce l’umiltà che è il fondamento della vita morale. É la sottomissione dell’intelligenza a Dio rivelatore e alla Chiesa docente. IX,733-4.

(Da un sogno) I giovani che il demonio voleva portar via con sé, sono particolarmente quelli che si confessano male, che fanno sacrilegi nella confessione. Ricordati bene: quando predichi soprattutto alla gioventù insisti molto sulla necessità di fare buone confessioni e in specie sulla ne­cessità della contrizione. XVII,449.

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La discrezione di don Bosco e le “parole all’orecchio”

Posté par atempodiblog le 31 janvier 2015

La discrezione di don Bosco e le “parole all’orecchio”

La discrezione di don Bosco e le “parole all'orecchio” dans Fede, morale e teologia 2ntgxox

Lo spirito del Signore era davvero sulle labbra di don Bosco quando consigliava. Preti, chierici e alunni dell’oratorio facevano esperienza quotidiana di questa realtà, quando avvicinavano don Bosco in cortile, nella cameretta o in confessionale.
I consigli del cortile venivano chiamati “parole all’orecchio”.

Avveniva così, ricorda don Ceria: “Posata una mano sul capo di un giovane e curvatosi al suo orecchio, don Bosco gli parlava in segreto, riparandosi con l’altra mano la bocca perché nessuno sentisse. Era una questione di pochi secondi. Ma che effetti!”.

È ancora don Ceria a ricordare che i consigli che don Bosco dava nella sua silenziosa stanzetta, se fossero raccolti nella sua genuina semplicità, formerebbero un bel manuale di sapienza cristiana.

Tratto da: Don Bosco Torino

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