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San Giuseppe, l’uomo del “sogno”

Posté par atempodiblog le 17 janvier 2015

San Giuseppe, l’uomo del “sogno”

San Giuseppe, l’uomo del “sogno” dans Amicizia San-Giuseppe-sogno

In sogno riceve dall’angelo l’avvertimento di salvare Maria e Gesù da Erode, in sogno di riportarli in Israele, cessato il pericolo. Un Santo molto amato da Papa Francesco, non una novità, che stavolta però si arricchisce di una confidenza:

Vorrei anche dirvi una cosa molto personale. Amo molto San Giuseppe, perché è un uomo forte è silenzioso. Nel mio tavolo ho un’immagine di San Giuseppe che dorme. E mentre dorme si prende cura della Chiesa. Sì! Può farlo. Lo sappiamo.

Quando ho un problema, una difficoltà io scrivo un foglietto e lo metto sotto San Giuseppe, perché lo sogni! Questo significa: pregate per questo problema”.

Papa Francesco, 16 gennaio 2015 – Manila
Tratto da: Radio Vaticana

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Maria a Pontmain: “Mio Figlio si lascia intenerire”

Posté par atempodiblog le 17 janvier 2015

Maria a Pontmain: “Mio Figlio si lascia intenerire” dans Apparizioni mariane e santuari Maria-a-Pontmain

Mentre la gente canta il Magnificat e la Madonna accompagna il canto con un luminoso sorriso, alla base dell’ovale appare uno striscione bianco, sul quale, una lettera dopo l’altra, appare la scritta: “Ma pregate, figli miei. Dio vi esaudirà fra poco tempo”. La gente si apre alla speranza. Intuisce che la guerra sta per finire, che i soldati di Pontmain finalmente ritorneranno alle loro case e che le tribolazioni cesseranno. Tutti sono lieti e anche la Signora del Cielo partecipa alla gioia comune.

Tuttavia il messaggio non è ancora terminato. Dopo il canto dell’Inviolata, in onore della Concezione Immacolata di Maria, la scritta si completa con una nuova frase che si staglia lettera dopo lettera: “Mio Figlio si lascia intenerire”. Queste parole formano una seconda linea, ben centrata sotto la prima, ed emanano un luce più intensa. La gente non ha ormai più dubbi su chi sia la celeste Signora ed esclama: “E’ la Santa Vergine, è la Santa Vergine”, ed esplode nel canto del Salve Regina. Al successivo canto, Madre della Speranza, la Madonna alza le mani fino alle spalle e muove le dita sorridendo al ritmo della musica, mentre la scritta lentamente scompare.

Tratto da: Pellegrino a quattro ruote — Padre Livio Fanzaga

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Martedì 17 gennaio 1871: l’apparizione di Nostra Signora di Pontmain

Posté par atempodiblog le 17 janvier 2015

Martedì 17 gennaio 1871: l’apparizione di Nostra Signora di Pontmain
L’apparizione di Pontmain: quando apparve la Vergine in un villaggio della Mayenne (Loira, Francia)
Tratto da: “Le meraviglie di Dio: 365 storie di santi, eroi e uomini comuni in 2000 anni di cristianesimo”, a cura del Consiglio di Presidenza del Grande Giubileo del 2000, Ed. A. Mondadori

Martedì 17 gennaio 1871: l'apparizione di Nostra Signora di Pontmain dans Apparizioni mariane e santuari Nostra-Signora-di-Pontmain

È appena scesa la notte su Pontmain, piccolo villaggio della Mayenne. Quella sera, 17 gennaio 1871, sul volto di ogni abitante si legge l’inquietudine. Si dice che le truppe tedesche siano entrate nella Mayenne. Inoltre, sono più di quattro mesi che trentotto uomini del villaggio sono partiti per il fronte. Le loro famiglie aspettano disperatamente qualche notizia. A poco a poco, in maniera insidiosa, l’attesa di è trasformata in angoscia e, in quella cupa sera d’inverno, sono in molti a pensare che gli uomini non torneranno.

Il parroco del villaggio, don Guérin, cerca di calmare gli animi e non smette di dire ai bambini del catechismo: “Pregate, figlioli, otterrete la misericordia. E soprattutto rivolgetevi a Maria”. Maria, madre di Dio e madre degli uomini, avrebbe potuto restare insensibile alla preghiera di quei bimbi che aspettano con ansia il ritorno del padre, del fratello, dello zio o del cugino? Allora, da giorni, i bambini recitano il rosario con rinnovato fervore.

Nella stanza comune della fattoria di Barbedette, quella sera, l’atmosfera è pesante, tesa: “Se arrivano i prussiani… non ci sono uomini…”. Il piccolo Giuseppe non ne può più. Sgattaiola fuori casa. La neve e il ghiaccio coprono la terra di uno spesso manto bianco. Tutto è calmo. Il ragazzo assapora il silenzio. Tuttavia, c’è qualcosa di strano. Alza gli occhi e fissa il cielo, che d’improvviso gli sembra troppo chiaro per quell’ora tarda. Si accorge delle numerosissime stelle che brillano nel firmamento, gli pare di non averne mai viste così tante… E d’un tratto, di fronte a lui, a sette o otto metri sopra la casa di Augustin Guidecoq, il cielo si apre.

Giuseppe vede una Donna d’incantevole bellezza che lo guarda sorridendo. Indossa una lunga tunica blu, senza cintura, disseminata di stelle d’oro a cinque punte. Ai piedi porta calzature dello stesso colore, ornate di una fibbia d’oro. Un velo nero le copre il volto, nascondendo in parte la fronte e i capelli, e le ricade sulle spalle. Una corona d’oro, simile a un diadema, sormonta il velo.

Giuseppe grida. Corre a chiamare la sua famiglia, che non vede nulla e che chiama a sua volta i vicini. A poco a poco tutti gli abitanti del villaggio sono lì, ma solo sette bambini vedono qualcosa. Alcuni adulti cominciano a spazientirsi e ad accusare i ragazzi di mentire o di prendersi gioco di loro. Tuttavia, la visione continua e i racconti hanno accenti così sinceri che i genitori acconsentono a rimanere all’aperto nonostante il freddo. Si mettono a recitare il Padrenostro, l’Ave Maria e il Magnificat. A poco a poco la visione si fa più precisa.

Una piccola croce rossa appare sul cuore della Signora, mentre intorno a Lei si forma un ovale blu. Tre belle stelle visibili da tutti rimangono all’esterno dell’ovale.

La Signora sembra triste, poi un gran cartiglio bianco, lungo come la casa dei Guidecoq, appare sotto i suoi piedi. E su di esso appaiono a loro volta, uno dopo l’altro, dei caratteri dorati. Compongono un messaggio di speranza e di pace che i genitori, “non vedenti”, fanno decifrare ai bambini: “Pregate, bambini miei, pregate”. E poco dopo: “Dio vi esaudirà entro breve”, poi: “Mio figlio si lascia toccare”. Una croce di un rosso vivo appare davanti alla Santa Vergine e, su questa croce, un Cristo tutto coperto di sangue. In cima alla croce c’è un’altra traversa bianca su cui è scritto a lettere rosse: “Gesù Cristo”. La Vergine abbassa gli occhi e posa uno sguardo doloroso sul crocefisso che mostra agli astanti in ginocchio, i quali rinnovano l’ardente supplica: “Prega per noi, poveri peccatori”.

Verso le 21 la Vergine scompare dietro un velo bianco che sembra svolgersi davanti a lei. Per un attimo resta visibile solo la corona, poi svanisce, nel momento stesso in cui tutto il villaggio unito recita l’Ave Maria.

L’indomani le truppe tedesche non proseguono l’avanzata e cominciano a evacuare la Mayenne. Il borgo di Pontmain è preservato dall’invasione e il messaggio della Vergine si realizza: “Pregate, Dio vi esaudirà entro breve”. Il 28 gennaio, infatti, viene firmato l’armistizio e i trentotto parrocchiani sono di ritorno. Nel villaggio molti considerano miracolosa questa circostanza.

Era il 17 gennaio 1871 a Pontmain; sei dei sette bambini hanno preferito tenere tutta la vita questa storia per sé. Forse per obbedienza, per dovere, per umiltà o semplicemente per paura di non essere creduti? Giuseppe Barbedette, invece, ha preso i voti. È su ordine del suo vescovo che un giorno ha fatto il racconto dei fatti così come oggi li conosciamo.

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