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I Magi: innanzi a Gesù e a Maria, infiammati d’amore

Posté par atempodiblog le 6 janvier 2015

I Magi: innanzi a Gesù e a Maria, infiammati d’amore dans Citazioni, frasi e pensieri n3kk7o

I Magi non videro nulla di straordinario, ma videro ciò che era immensamente straordinario da ferire l’anima d’amore: videro Maria col suo Bambino divino e furono talmente colpiti dalla santità della Madre e dalla maestà del Figlio che si prostrarono e lo adorarono, non a mo’ di saluto, perché non avrebbero potuto salutare un infante, ma lo adorarono come Re e come Dio, e gli offrirono doni, come soleva farsi ai re, e doni particolari che si addicevano al Redentore: l’oro, l’incenso e la mirra. Con l’oro lo riconobbero Re, con l’incenso lo confessarono Dio, con la mirra riconobbero la sua condizione di Vittima.

Innanzi a Gesù Cristo e a Maria Santissima si sentirono infiammati d’amore, provarono una felicità mai sentita nella loro vita e, avvertiti in sogno di non ritornare da Erode, temendo di essere vigilati dal tiranno, se ne ritornarono per un’altra strada, segretamente, al loro paese.

di Don Dolindo Ruotolo

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L’Epifania è la festa missionaria per eccellenza

Posté par atempodiblog le 6 janvier 2015

L’Epifania è la festa missionaria per eccellenza dans Don Luigi Giussani Angelico-adorazione-dei-magi

Perché ai Magi è apparso? Non per nulla l’Epifania è sempre stata nella storia della Chiesa la festa missionaria per eccellenza; e non per nulla il Natale era identificato con l’Epifania, cioè il primo manifestarsi del Dio nato tra noi, del Dio-uomo al mondo.

La vita di Cristo non era sua, era per la missione. La vita di Maria non fu sua, ma per la missione. Quella vita dei pastori che, prima di vederlo, di ricevere l’annuncio, era loro, non fu più loro, ma era missione; anche se rimasero a casa loro con le loro mogli, con i loro figli e con il loro gregge. Il loro messaggio nel loro entourage, il messaggio nel paese dove erano, il messaggio che riferivano, che narravano a se stessi e agli altri, qual era? Quella vita, che per i Magi fu loro fino a quel momento, non divenne più loro Proviamo a immedesimarci con tutta la gente attorno a Maria, con tutta la gente attorno ai Magi, con tutta la gente attorno ai pastori. Come li giudicavano? Impazziti. Come li giudicavano? Strambi. Li sentivano d’un altro mondo, un mondo dissolto, un mondo fantasioso, vano.

Così la nostra vita non è più nostra, ma la nostra vita è missione, è il comunicare ciò che ci è accaduto. Comunicare ciò che ci è accaduto, rendere perciò comunione la nostra presenza, rendere comunione le presenze in cui ci imbattiamo, rinnovare il miracolo della sua Presenza, rinnovare il suo avvenimento, rinnovare con gli altri l’avvenimento che Egli ha realizzato con noi: con gli altri e con le cose, con tutto.

È questa vigilanza missionaria che rende la nostra vita strategia di Dio, che identifica la nostra vita con la strategia di Dio, col disegno di Dio. La nostra persona si identifica con la sua Presenza, certezza e pienezza, tenerezza, allegria, allegrezza e gioia: perché questo è il Natale.

don Luigi Giussani - “La familiarità con Cristo”, Ed. San Paolo

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Il cammino dei Re Magi

Posté par atempodiblog le 6 janvier 2015

Il cammino dei Re Magi dans Citazioni, frasi e pensieri 2lmqwxk

Fu un freddo avvento per noi,
Proprio il tempo peggiore dell’anno
Per un viaggio, per un lungo viaggio come questo
Le vie fangose e la stagione rigida
Nel cuore dell’inverno.
E i cammelli piagati, coi piedi sanguinanti, indocili
Sdraiati nella neve che si scioglie.
Vi furono momenti in cui noi rimpiangemmo
I palazzi d’estate sui pendii, le terrazze,
E le fanciulle seriche che portano il sorbetto.
Poi i cammellieri che imprecavano e maledicevano
E disertavano, e volevano, donne e liquori,
E i fuochi notturni s’estinguevano, mancavano ricoveri,
E le città ostili e i paesi nemici
Ed i villaggi sporchi e tutto a caro prezzo:
Ore difficili avemmo.
Preferimmo viaggiare di notte,
Dormendo solo a tratti,
Con le voci che cantavano agli orecchi, dicendo
Che questo era tutta follia.

Poi all’alba giungemmo a una valle più tiepida,
Umida, sotto la linea della neve, tutta odorante di vegetazione;
Con un ruscello in corsa ed un molino ad acqua che batteva il buio,
E tre alberi contro il cielo basso,
E un vecchio cavallo bianco al galoppo sul prato.
Poi arrivammo a una taverna con l’architrave coperta di pampini,
Sei mani ad una porta aperta giocavano a dadi monete d’argento,
E piedi davano calci agli otri vuoti.
Ma non avemmo alcuna informazione, e così proseguimmo
Ed arrivati a sera non un solo momento troppo presto
Trovammo il posto; cosa soddisfacente voi direte.

Tutto questo fu molto tempo fa, ricordo,
E lo farei di nuovo, ma considerate
Questo considerate
Questo: ci trascinarono per tutta quella strada
Per una Nascita o per una Morte? Vi fu una Nascita, certo,
Ne avemmo prova e non avemmo dubbio. Avevo detto nascita e morte
Ma le avevo pensate differenti; per noi questa Nascita fu
Come un’aspra ed amara sofferenza, come la Morte, la nostra morte
Tornammo ai nostri luoghi, ai nostri Regni,
Ma ormai non più tranquilli, nelle antiche leggi,
Fra un popolo straniero che è rimasto aggrappato ai propri idoli.
Io sarei lieto di un’altra morte.

T.S. Eliot - Il viaggio dei Magi
Tratto da: Libertà e Persona

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Morto Pino Daniele, cantore di Napoli

Posté par atempodiblog le 6 janvier 2015

Mondo della musica sotto shock. [...] è morto il cantautore napoletano Pino Daniele, stroncato da un infarto all’età di 59 anni. “Era un grande artista, un figlio che ha onorato la città”, ha detto il cardinale Crescenzio Sepe, arcivescovo di Napoli. Il sindaco, Luigi de Magistris, ha proclamato il lutto cittadino. Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ricorda in un messaggio di cordoglio il suo “originale contributo alla tradizione musicale della sua città”. I funerali si terranno mercoledì a Roma presso il Santuario del Divino Amore.
di Amedeo Lomonaco – Radio Vaticana

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Omaggio di Genny Di Virgilio

“Napule” è oggi Pino Daniele. Napoli piange uno dei suoi più amati cantori che all’inizio degli anni Settanta ha rinnovato lo spartito della musica partenopea contaminandola con il rock, il blues e il jazz. Nelle sue canzoni, riscaldate anche da sonorità tipicamente mediterranee, è dirompente il passaggio dalla pura melodia napoletana ad una musica impregnata nella realtà autentica di Napoli, dove poesia e creatività convivono accanto a miseria e degrado.

Poesia in musica E mettendo in luce i contrasti e le contraddizioni di Napoli, Pino Daniele accumula, negli anni, un prezioso repertorio artistico. Il suo sforzo, come lui stesso ha ammesso, non è quello di scrivere testi, ma poesie d’amore fondendo insieme musica e parole. E questa costante ricerca, scandita da sonorità mediterranee e da sperimentazioni musicali, lo ha portato a diventare non solo un’icona della musica italiana ma un’artista internazionale, il “bluesman” di Napoli famoso in tutto il mondo.

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